Lettere e Poesie

DA SABINA ROSSA A CARMELO

 

 

Alla cortese attenzione di Carmelo Musumeci

Vorrei iniziare il mio intervento prendendo in prestito alcune frasi di Carmelo Musumeci non solo perché le condivido ma anche perché ho potuto toccare con mano la veridicità delle sue parole: "Il carcere non mi ha fatto bene, non solo mi ha peggiorato ma mi ha fatto anche del male." "Ciò che mi ha migliorato e cambiato non è stato il carcere ma un programma di rieducazione fatto dalla presenza delle persone care, dalle relazioni umane e sociali."
"In carcere si soffre per nulla, il nostro dolore non fa bene a nessuno, neppure alle vittime dei nostri reati, è difficile pensare al male che hai fatto fuori se ricevi male tutti i giorni."

Devo brevemente riassumere la mia storia e fare un passo indietro:
Il mio è stato un percorso iniziato molti anni dopo l'omicidio di mio padre, fatto di volti e voci del passato, fatto di incontri e dialoghi con uomini e donne protagonisti della lotta armata degli anni 70, che mi ha portato ad un certo punto a cercare e ad incontrare, anche se non è stato facile convincerlo, uno dei brigatisti che quella mattina del 24 gennaio 1979 era sotto casa ad aspettare mio padre per poi sparare attraverso il finestrino della sua auto diversi colpi alle gambe e quella che doveva essere, a detta delle br, un'azione di ferimento quale punizione per aver denunciato l'infiltrazione brigatista in fabbrica, si concluse invece con un omicidio, l'altro brigatista che aveva un ruolo di copertura e che non doveva intervenire sparò con l'intenzione di uccidere.
Avevo aspettato 25 anni per avere risposte che fino a quel momento non avevo potuto rivolgere ad alcuno, lo raggiunsi nella sede della cooperativa dove lavorava, era allora in regime di semilibertà, ebbi un lungo colloquio, ma la mia aspettativa rimase delusa, quando gli chiesi come si erano svolti i fatti quella mattina lui mi rispose di non ricordare bene perché da quel momento non ci aveva più pensato. Ho realizzato che quei 23 anni di carcere da lui scontati fino a quel momento a me non avevano restituito nulla.
Quel faccia a faccia, durato alcune ore aveva rappresentato un punto di partenza per ripensare e riconsiderare quei fatti, quelle azioni, quei gesti.
Non lo avevo cercato mossa dall'intenzione di concedere un perdono bensì ero forte dell'idea che nonostante lui stesse scontando la pena all'ergastolo, avesse nei miei confronti un debito morale al quale non poteva sottrarsi.
Da quel l'incontro ci siamo incamminati in un percorso durante il quale lui si è reso consapevole del male arrecato ed io ho preso atto del suo cambiamento.
Cambiamento che testimoniai dinanzi al magistrato di sorveglianza che aveva allora rigettato la sua richiesta di liberazione condizionale.
Da quel l'incontro sono passati 12 anni ed oggi lui è un uomo libero.
Musumeci ci dice che dal carcere si dovrebbe uscire perché lo si merita, perché è stato fatto un certo percorso, perché c'è stata una crescita.
Sono d'accordo e credo che giustizia sia anche quella di prendere atto che a tanti anni di distanza quella persona non sia più quella di un tempo e che si sia realizzato un cambiamento nel profondo.
Quando è stata concessa la liberazione condizionale alla persona che ha sparato a mio padre l'ho considerato un atto giusto, mi sono sentita come se si fosse chiuso un cerchio e ho potuto posare a terra quello zaino che mi sono portata sulle spalle per tanto tempo.
I sistemi di giustizia penale sono nati per combattere la violenza.
Il modo più antico di fare giustizia è fare del male a chi ha fatto del male.
Nel modello di giustizia dominante per fare giustizia occorre applicare una pena e alle vittime, per avere giustizia, non resta che chiedere che venga fatto del male a coloro dai quali il male è stato subito.
La giustizia riparativa smantella questo schema, e offre un percorso dove reo e vittima e se opportuno altri membri della comunità, partecipano insieme attivamente alla risoluzione delle questioni sorte con l'illecito penale. Questa è la definizione che le Nazioni Unite hanno dato della giustizia riparativa.
In Italia non c'è una legge sulla giustizia riparativa ma a mio avviso sarebbe consolatorio pensare ai colpevoli impegnati in un percorso dove essi possano riconoscere che quello che è accaduto non doveva succedere e si impegnino perché non accada ad altri.
Attraverso questa modalità alcuni autori di reato dicono di essersi davvero resi conto di ciò che avevano fatto e le vittime di aver trovato giustizia.
Ci sono molti casi noti e meno noti di percorsi del genere, alcuni pubblici ma molti altri che restano privati.
È una giustizia questa che guarda al futuro delle relazioni, non è un fotogramma fermo all'istante del reato, non è una giustizia che punisce il reo perché possa soffrire quanto ho sofferto io ma si propone che quella persona che mi ha fatto del male possa diventare un giorno un'altra persona.
E mi trovo nuovamente d'accordo con Musumeci quando afferma: "La pena si comincia a scontare fuori dal carcere ,quando ti confronti con gli altri."
Durante la mia esperienza parlamentare avevo presentato una proposta di legge che agevolava la misura della liberazione condizionale ai soggetti condannati alla pena dell'ergastolo dopo aver scontato 26 anni di reclusione e di fatto andava nella direzione dell'abolizione dell'ergastolo.
Avevo potuto constatare che l'indice dell'avvenuta rieducazione per poter concedere il beneficio, veniva misurato attraverso l'accertamento del "sicuro ravvedimento", requisito individuato dall'art.176 del codice penale che recita:
"Può essere ammesso alla liberazione condizionale il condannato che durante il tempo di esecuzione della pena abbia tenuto un comportamento tale da far ritenere sicuro il suo ravvedimento".
Un concetto, quello del "sicuro ravvedimento", che rimanda a fattori che incidono sulla sfera più intima della persona e che presenta notevoli difficoltà di interpretazione.
Si tratta di un tipo di interpretazione, che chiama in causa direttamente le vittime del reato e i loro familiari e che chiede al condannato atti al fine di dimostrare solidarietà nei confronti della vittima che si traducono per lo più in scritture di lettere private che vengono recapitate per posta alle vittime ignare a distanza magari di vent'anni dai fatti oppure capita che si venga convocati dagli organi di polizia per chiedere se si abbia perdonato questo o quel condannato in attesa di condizionale.
Tutto ciò non ha nulla a che fare con la giustizia riparativa e comporta per le vittime riaprire ferite mai rimarginate e l'uso di modalità che appaiono unicamente strumentali.
La mia proposta era volta ad eliminare il requisito del "sicuro ravvedimento" sostituendolo con la "conclusione del percorso rieducativo di cui all'art 27 terzo comma della Costituzione", quale condizione più indagabile e più accertabile.
L'istituto della liberazione condizionale si liberava del requisito incerto e aleatorio del sicuro ravvedimento e lo si restituiva al suo naturale ambito di applicazione che presuppone di tenere non solo presenti le finalità rieducative della pena ma anche di predisporne tutti i mezzi idonei per realizzarle e le forme atte a garantirle.
Tale proposta rimase comunque solo una proposta mai calendarizzata.
Mi avvio a concludere ribadendo che non può certo essere il carcere lo strumento che offre un percorso di riabilitazione ne' la pena a vita può essere considerata conforme alla Costituzione in quando l'orizzonte ideale dell'art. 27 è quello per cui nessuno sia perduto per sempre.
Ed è solo nel percorso di ricostruzione delle relazioni che la giustizia trova il suo significato più profondo, rifiutando così la logica della vendetta.
Sabina Rossa
Convegno a Padova, 20 Gennaio 2017

 


 

DA DANIEL A CARMELO

 

Ciao Carmelo,
Ho letto tutti e tre i libri che mi hai mandato e volevo dirti che sono bellissimi.
Secondo me tu sei la libertà; e non lo dico tanto per dire, tu ti batti talmente tanto per questo ideale che, secondo me, lo rappresenti. Sei molto più libero tu, pur essendo in vincoli, di molte persone che si credono libere.
Mi sembra di conoscerti da una vita...leggendo i tuoi racconti, le tue poesie e le pagine del tuo diario mi sembrava di essere una mosca, immobile sulla finestra della tua cella intenta ad osservare il tuo dolore e la tua forza e sei diventato un amico per me.
Sai, io sono finito a studiare giurisprudenza con molti sacrifici: non sono figlio d’arte e non sono figlio di persone benestanti, vengo “dal basso” e, dopo le superiori, per un anno ho fatto il manovale sottopagato sfruttato e maltrattato, mi hanno illuso, mi trattavano come una merda e mi sentivo tale.
Poi ho deciso di iscrivermi all’università per sfuggire a quel mondo, per essere libero e, con tanti sacrifici dei miei genitori, sono qui...a scrivere la tesi. Di questo sono felice. Spesso però penso e mi rattristo perché il mondo sembra che vada bene solo ai corrotti ed ai raccomandati, ai colletti bianchi.
Ma ora, vedendo la tua lotta e la tua forza ho un motivo in più per credere che le cose possano cambiare. Sei un motivo di forza per tutti quelli che, come me e come te, credono nella libertà, una libertà che non è solo fisica ma è l’idea di una vita migliore nella quale tutti hanno le stesse opportunità.
Ti ringrazio per questi insegnamenti: pur essendo distanti e pur non essendoci mai visti di persona io ti capisco e mi sento legato a te.
Non cedere mai, sei un’anima forte che può incoraggiare chi è dentro e chi è fuori da quelle mura, la libertà che possiedi tu è la più bella di tutte e nemmeno “l’Assassino dei sogni” ha potuto e mai potrà togliertela. Ti definisci un “uomo ombra” ma, secondo me, dentro quell’ombra nascondi una luce che può spezzare il ferro e‎ il cemento.
‎Questo è quello che mi sentivo di dirti con il cuore, scusami se ti ho annoiato.
Sto preparando il questionario, intanto ti mando un caro saluto e ti ringrazio per la disponibilità.
Ciao, con un sorriso. Daniel

07 Gennaio 2017
 


 

DA GIOVANNI A CARMELO

 

Caro Carmelo,
Ti ho "trovato" girovagando nel web. Provo a presentarmi...Sono Giovanni, ho 24 anni e sto per terminare gli studi in medicina. Non so se e quando mi leggerai.
Ti confesso che -sebbene non abbia molto a che fare con quello che ordinariamente faccio nella vita- la questione di cosa significhi educare (ed eventualmente rieducare) qualcuno mi ha sempre attirato. Ma non voglio parlarti di questo.
Ti leggo spesso (praticamente sempre) e dopo un po' di tentennamento provo a farlo pure io con te.
Oramai, sebbene non ci siamo mai visti e tu di me conosca poco quanto niente, tramite quello che ogni giorno scrivi, sono entrato nel tuo piccolo mondo, fatto di Lupi, lupacchiotti, esami, professori, malinconia, speranze.
Non so. Potrei scriverti che mi dispiace di tutto questo. Ma forse l'avrai sentito centinaia di volte. Potrei dirti che il sistema è tutto sbagliato. Ma pure su questo credo non aggiungerei nulla di nuovo.
Invece voglio semplicemente dirti che sei una persona speciale che si fa volere bene, una persona apprezzata da un mondo che tu neanche immagini esista.
Sei uno scrittore, sarai abituato a giocare con l'immaginazione. Non dovrebbe risultarti quindi difficile l'impresa.

È assai difficile da spiegare questo mentre sei circondato da cemento, rumori di chiavi a cui magari ti sei persino abituato.
Ma sappi che tramite la parola sei un uomo libero, uno che fa sognare, uno che insegna a non mollare. E sebbene tutto intorno e forse dentro di te dica il contrario, tu non ci credere! Ricorda che "l'essenziale è invisibile agli occhi".
Sono un cristiano, ma tranquillo non ho nessuna intenzione di cominciare quelle noie teologiche mortali su dove sia Dio quando sia venuto su blablabla. Volevo solo dirti che leggendo qualcosa di gennaio 2015 e hai citato "a parole tue" un verso della Bibbia («Perciò, io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui a cui poco è perdonato, poco ama».‭‭ Vangelo secondo Luca‬ ‭7:47‬ ‭NR94‬‬). Non voglio davvero annoiarti...solo dirti cosa faccio io quando mi sento veramente male dentro al punto quasi da avere il respiro che manca: leggo e mi ripeto il salmo 23. Non ti so dire come, ma mentre mi ripeto quelle parole nella testa mi calmo.
Ti saluto caramente,eroe!

31 Agosto 2016


 

DA LORENZA A CARMELO




Carissimo Carmelo,
è un po’ che non ti scrivo, è stato un mese piuttosto intenso: nel frattempo sono cambiate molte cose! L’ultima volta che ti ho scritto non sapevo ancora che ti fosse stato accordato di non essere più considerato come “ostativo” (non farò mai pace con questa parola). L’ho saputo pochissimi giorni dopo, e ne sono stata davvero molto felice.
Se non ti ho risposto subito, non ho però mai smesso di visitare il tuo blog quasi quotidianamente, e leggere dei tuoi giorni da uomo libero: ancora più bello è stato vedere una tua foto sotto un cielo azzurro, davanti a una fontana, con il sorriso di una persona felice. Tempo fa avevo letto nel tuo blog, in un messaggio scritto tempo fa, che disperavi di avere mai la libertà di andare in un bar a prenderti un caffè forte. Mi era rimasta impressa questa frase. E ora leggo che hai sentito il rumore delle tazzine e dei bicchieri del bar. Non sai come mi emoziona sapere che hai ottenuto, stai ottenendo, quello che da molti anni desideri con tutto te stesso. Certo, non è ancora la piena libertà. Ma è un grande risultato, che dà speranza a tutti quelli che forse in questo momento non ne hanno, sapere che la tua lotta incomincia a essere ricompensata.
D’altra parte immagino anche come sia complicato il processo di tornare alla libertà anche solo per pochi giorni. Dopo tanti anni di carcere, mi dicevi nell’ultima lettera, è difficile abituarsi all’idea di poter uscire. Forse fa un po’ paura. Non dev’essere automatico smontare i meccanismi mentali che ti sei creato per proteggerti. Ma sei uscito dal carcere vero. Ora spero che riuscirai col tempo a uscire anche dal tuo carcere privato, quello che ti sei creato per lottare contro l’Assassino dei Sogni. In fondo, con te, pare proprio che non ci siano riusciti ad ucciderti i sogni.
Caro Carmelo, io ti auguro con tutto il cuore, e pregherò, affinché tu riesca a ottenere la piena libertà. Ho fede che ci riuscirai. Ho letto poco fa questo brano del Vangelo, che ti voglio dedicare. A volte il Signore non ci dà le grazie tutte intere e tutte subito. Ma se ci fa aspettare è solo per farci vedere meglio le meraviglie che sta preparando per noi. Vorrei che per te avvenisse come in questo brano: una parte si è già avverata, ho fede per il resto.
Giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo. Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: “Vedi qualcosa?”. Quegli, alzando gli occhi, disse: “Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano”. Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. E lo rimandò a casa dicendo: “Non entrare nemmeno nel villaggio”.
Volevo anche dirti che “L’urlo di un uomo ombra” è uno dei libri più intensi che abbia mai letto. A differenza di molti dei tuoi lettori, non sono riuscita a leggerlo tutto d’un fiato, ho dovuto interrompere a ogni capitolo, tornare indietro, riprenderlo, accettarlo. Ho dovuto lavorare di cuore, e mi sono chiesta cosa ti sia costato scriverlo. È molto bello.
Ti vorrei anche “regalare” una poesia. Ti avevo scritto (se non sbaglio, io sono un po’ fulminata!) che ho incominciato a scrivere ad alcuni detenuti nel braccio della morte negli Stati Uniti. Questa poesia è stata scritta da un poeta di origine indiana per un suo amico. Anche se è triste, mi piace molto, e vorrei dedicarla a tutti i detenuti. Io vorrei che tutti gli uomini che hanno manifestato una volontà di cambiare non dovessero sostenere il dolore di un carcere a vita o di una pena capitale. Vorrei che tutti potessero rivedere il cielo azzurro sopra la propria testa, come nella tua foto, che tengo nel cuore perché mi dà speranza.

PER MIO FRATELLO SOTTO LA PENA DI MORTE

Le lacrime sono un fiume dai miei occhi
quando ti ho sentito dire
che da undici lune
non vedevi un cielo stellato.
Ti prometto che mai lascerò una sola stella
passare inosservata nella mia vita,
e chiederò a ciascuna di loro
di brillare nel tuo cuore e nei tuo sogni Chopeka Sepe


Ti ringrazio per tutto quello che scrivi e che accetti di condividere con noi.
Ti abbraccio e ti ricordo nella preghiera.
Con tanto affetto, Lorenza.
5 Giugno 2015
 


 

DA LORENZA A CARMELO


17 marzo 2015

Carissimo Carmelo,
sono stata molto felice di ricevere la tua risposta a quelle poche righe che ti avevo scritto per esprimerti la mia solidarietà! Quando ti ho espresso la mia intenzione di leggere i tuoi libri, mi hai consigliato di leggere per primo Zanna Blu, perché gli altri, mi hai scritto, “sono un po’ tristi”, e anche perché “forse ci troverò le parole che non mi ha mai detto mio padre”. Cosa dirti di questa frase, caro Carmelo? Una lacrimuccia è spuntata! Non solo per le parole che mi sono mancate da mio padre, ma anche per la tua dolce premura di non farmi leggere qualcosa di “un po’ triste”. Sorrido, e rivolgo ancora una volta una preghierina al Cielo che tu possa un giorno poter riabbracciare la tua famiglia e stare con i tuoi cari come meriti.
Io però ho disobbedito al tuo consiglio, e ho chiesto a Nadia di farmi arrivare anche L’urlo di un uomo ombra. Non ho paura della tristezza, caro Carmelo, l’unica cosa che può intimorirmi riguardo alla tristezza è non essere capace di provarne. Soprattutto quando si tratta di un dolore che te lo possono solo raccontare, perché non lo stai vivendo tu. Quando ero piccola mi chiedevo sempre perché Gesù avesse accettato di farsi mettere in croce. Insomma, mi chiedevo che vantaggio ci fosse a essere il Figlio di Dio se poi ha dovuto soffrire tanto e morire così atrocemente! Poi sono arrivate le croci e le sofferenze anche nella mia vita, e io lì ci ho sempre trovato Gesù. Allora mi sono detta che Gesù accettando la croce aveva voluto farci sapere che Lui c’è, in tutte le nostre sofferenze, i baratri, i bui. Non si è sottratto a nulla pur di poterci dire: ecco, io so che cosa si prova, l’ho voluto provare prima di te per capirti e aiutarti. E poi ho capito che la sofferenza ti avvicina agli altri, ti scioglie il cuore, ti fa vedere che non ci sono solo i tuoi problemi.
Così non mi importa di farmi toccare il cuore dalla sofferenza, perché è una cosa bella, lasciarsi toccare il cuore, anche quando è un po’ doloroso. Credimi, qua fuori tutti corrono, pensano a lavorare, hanno in mente di prenotare le vacanze, di trovare la tale offerta, di avere la macchina più bella o i vestiti più firmati… Tutto è diventato così frenetico che è difficile veramente fermarsi a guardare che cosa è importante. È come se ci avessero messo in un frullatore, e tutto gira alla velocità della luce. Io desidero leggere i tuoi libri per sapere cosa provi, e per farlo sapere anche agli altri. Ho letto tanta sfiducia nei tuoi ultimi messaggi sul sito, hai parlato anche diverse volte del suicidio in carcere… Io vorrei veramente chiederti, Carmelo caro, di non mollare. Voglio leggere i tuoi libri e farli leggere, o raccontarli agli amici al pub se non hanno voglia di leggere… Perché un altro po’ di persone comincino a guardare ai carcerati in un altro modo, a pensare alle loro esigenze, a non chiudere il capitolo “carcerati” in un angolino della loro testa come qualcosa che non ci riguarda. Quindi fatti coraggio, mio caro, e non abbandonare la tua lotta, tanto più che il Signore ti ha messo a disposizione un angelo custode come Nadia, non si può certo sprecare!
Da quando ho aperto il tuo sito per la prima volta sono passati quasi due mesi. Sai, possono sembrarti cambiamenti insignificanti, ma adesso quando andando e tornando dal lavoro passo davanti al carcere della mia città, guardo gli alti muri e mi immagino cosa succeda dietro quelle finestre. Rivolgo una preghierina al Cielo. Prima non avevo mai rivolto lo sguardo verso quelle mura. Riusciamo a passare accanto a qualcuno che soffre senza nemmeno girarci.
Un’altra cosa che hai cambiato è che ho scritto un paio di lettere ad alcuni detenuti che si trovano nel braccio della morte negli Stati Uniti. Ho scoperto che passano la totalità della loro esistenza in carcere in completo isolamento e per 23 ore al giorno nella loro cella. Nell’ora d’aria non possono comunicare tra loro, questo almeno in alcuni istituti detentivi, e quindi un contatto umano a volte li aiuta a non uscire di testa. Queste sono le cose che tu hai cambiato, che tu hai fatto per me. Leggendo sul tuo sito vedo che hai toccato le vite di molte persone, io penso che i tuoi figli e la tua compagna debbano essere molto fieri di te.
Per questo ti esorto a non scoraggiarti e a non darla vinta ai pensieri bui, ma a continuare a lottare e a credere che le cose si possono cambiare.
Ti ringrazio per il tuo tempo, mi scuso se mi sono dilungata un po’!
Ti abbraccio forte, e ti ringrazio della tua attenzione.
Lorenza.

 


 

 

DA GIULIANA A CARMELO


27 Marzo 2015

Gentile Sig. Musmeci,
sono Giuliana, una studentessa di Scienze della Comunicazione dell'Università di Sassari.
Ho deciso di scrivere una tesi partendo dalle istituzioni totali e sono arrivata così a conoscere l'ergastolo ostativo, che mi ha portato a leggere di lei, della sua storia e delle condizioni di vita in carcere.
È proprio vero, la concezione che noi abbiamo del carcere è falsata dalle convinzioni che ci vengono inculcate dai media. L'idea che chi ha commesso degli errori venga classificato come eterno cattivo e non come persona, essere umano uguale a noi nella forma e nel contenuto, è comune, io stessa non avevo mai, prima d'ora, riflettuto su questo punto.
Dopo aver letto, dopo essermi documentata, mi rendo conto di essere cambiata, di aver cambiato la mia opinione, di voler andare contro ciò che tutti credono.
Cosa che ho sempre fatto in altri campi (sono un'artista sa? ho sempre disegnato ma non ho mai avuto la possibilità di procedere gli studi in quel campo, mio padre ha sempre fatto l'operaio e mia madre la casalinga e mi sono dovuta adattare), ma non in questo, ma nella vita si può sempre cambiare opinione...per fortuna!
Vorrei scrivere di lei nella mia tesi, ma non trovo le parole adatte.
Ho letto la parte autobiografica della sua tesi e mi ha commossa. Mi sono più che altro immedesimata nei suoi figli, io e mio padre abbiamo un bellissimo rapporto e non potrei vivere senza poterlo vedere quando voglio o pensando che è a 450 km di distanza da me e per lui è la stessa cosa.
Come sta adesso?
Lei è un uomo che ha trovato, nel buio del carcere, la speranza di lottare e andare avanti, cercando di creare da se la "riabilitazione" che manca all'interno delle "alte mura e del filo spinato". È un uomo coraggioso.
La saluto con affetto e spero che risponda alla mia lettera.
La ringrazio,

Giuliana.

 


 

DA ALFREDO A CARMELO

Carmelo carissimo,
allora… che dirti… ancora non mi pare di crederci. Nel senso che in molti momenti la mente mi rimanda l’immagine di te come ergastolano ostativo… devo essere io con uno sforzo cosciente a dirmi “Alfrè… ricorda… non è più ergastolano ostativo… anzi… potrebbe anche uscire tra breve… e comunque… soprattutto non è un ergastolano ostativo”. Carmelo il fatto che tu non sia più un ergastolano ostativo è già, di per se stesso, una vittoria… una vittoria epocale. Tu hai già vinto.
Non dimenticarlo mai. Hai vinto anche se domani, per assurdo, ti colpisse un fulmine (dio ce ne scampi) o se capitasse chissà che cosa. Tu in più di due decenni hai ribaltato tutto. Ti sei laureato, hai scritto libri, hai conosciuto tantissima gente, sei stato un punto di riferimento per tanti… e hai superato il muro che sembrava che dovesse durare a vita, l’ostatività. Tu per certi aspetti sei il simbolo degli ergastolani ostativi, e pensare che l’ostatività per te venisse meno, era qualcosa che sembrava utopico. Eppure ci sei riuscito. L’ostatività non è ancora morta in Italia, ma tu le hai inflitto una delle sue peggiori sconfitte. Una volta venuta meno per te, tutti potranno coltivare la speranza. E poi, come ti dicevo, è proprio anche una tua vittoria personale contro il sistema carcere, contro il modo in cui il sistema carcere ti aveva “immaginato”. Tu entrasti in carcere ergastolano ostativo ed in poco tempo in 41 bis all’Asinara… ovvero tu partivi dal girone più basso dell’inferno. Oggi ti cade l’ostatività. Oggi tu sei sul bordo del fiume e sorrisi a tutti quei direttori di carcere, quegli “educatori”, quei poliziotti penitenziari, quei cittadini, quei perbenisti che ti avevano sempre detto che tu non saresti mai uscito dal carcere, che la tua lotta era da illusi, che ti agitavi troppo. Ben,e tu hai vinto. Per certi aspetti avevi già vinto su un piano più profondo, anche se non ti avessero tolto l’ostatività. Ma con questo evento tu realizzi una vittoria anche da altri punti di vista. Hasta seimpre esperanza compagnero.

Alfredo
Marzo 2015

 


 

DA CLAUDIO A CARMELO

Caro Carmelo
Siamo sulle nostre piccole barche in mezzo al mare.
Tu Carmelo devi avere una risposta dal Magistrato ?
Ti penso e ti ricordo.
Chiedi la forza a Dio
chiedi la forza a chi tu senti che ti possa aiutare.
La tua anima è purificata, è rinnovata,
il tuo cuore e i tuoi sentimenti sono buoni,
L’Universo è contento di te.
Tu stai contribuendo e non poco alla evoluzione del creato,
alla evoluzione dell’uomo.
L’uomo resta la forma di vita più evoluta sulla terra
ma purtroppo il suo livello di evoluzione è molto arretrato.
Basta vedere la storia degli ultimi 5000 anni e il telegiornale di un giorno
per capire quanto siamo ancora indietro, molto indietro.
Penso invece che una strada più avanzata sia la tua vita,
un percorso umanamente difficile ma altamente evolutivo.
Tu Carmelo hai fatto fare un salto in avanti all’essere umano.
E Nadia
è un Angelo incarnato, un essere di luce con tante piccole funzioni evolutive per te
per me e per tantissimi altri.

Io sto bene e vi abbraccio forte forte
claudio

21 gennaio 2015
 


 

DA ALBERTO A CARMELO


Caro Carmelo, ho letto il tuo articolo La morte di un “matto” fra le sbarre
Parole sempre accorate e emozionanti.
Mi fa sempre piacere leggerle.
Mi ricorda quanto succede nel mondo parallelo della coercizione infinita.
Non fatti e aneddoti, ma stati dell'animo e vissuti profondi.
Con quest'ultima lettera ripenso alla lettura, di tanti anni fa, di "Storia della follia" di Foucault, un libro mitico, dove si narra delle origini dell'istituzione psichiatrica (il 1700 dei lumi) e della sua natura di oppressione e segregazione della parte di popolazione più debole e indifesa, per rafforzare l'identità di "chi sta fuori", in un sogno malato di una società pulita e illuminata privata dei reietti e dei meno fortunati.
Carcere e psichiatrico sono mezzi per la pulizia ipocrita della coscienza della società, fabbriche di disagio e di disperazione.
Purtroppo, mentre con Basaglia la riflessione sui manicomi è andata avanti (forse anche i giudiziari prima o poi spariranno, ma semplicemente trasformando i degenti in detenuti), sul carcere siamo molto indietro.
Anni fa certi politici, magari per motivi strumentali, ficcavano il naso in qualche carcere e denunciavano sovrappopolazione e miserie.
Oggi si parla solo della necessità di reprimere e segregare, per un'idea di sicurezza sociale che suona sempre più fascista e spietatamente disumana.
Voci come la tua sono importantissime oggi più che mai, per far conoscere dal dentro una realtà che la popolazione ha rimosso o non vuole ricordare.
Il mondo parallelo della coercizione serve a cancellare "impurità" dalla coscienza popolare, a far credere che così tutto si aggiusti.
Il tuo grido disturba questa falsa quiete di coscienza e ripropone interrogativi.
Continua così!
Un abbraccio

Alberto Facchini
22 Gennaio 2015

 


 

DA GIULIA A CARMELO

Anno fine coraggio: mai



Giulia Duca, studentessa univeristaria, incontra Carmelo Musumeci al polo universitario del carcere di Padova.
Dopo l'incontro Giulia scrive questa lettera, che davvero vi invitiamo a leggere!


Caro Carmelo,

mi chiamo Giulia, se ti ricordi ci siamo incontrati la settimana scorsa, quando sono venuta in visita al Polo Universitario per il mio progetto di tesi.

È' difficile spiegare cosa ho provato a conoscerti e a conoscervi. Credevo di arrivare libera da ogni pregiudizio, invece mi sono stupita del clima che ho trovato, delle piacevoli conversazioni che ho avuto, dell'acutezza e profondità delle cose che mi avete raccontato. Ti assicuro che il 70% delle conversazioni che ho qui fuori è di un livello nettamente più basso. Mentre guidavo per tornare a casa ho capito che questo mio stupore era figlio di un pregiudizio che non sapevo di avere. Non mi stupirei di passare un pomeriggio piacevole al bar con persone qualunque, perché mi devo stupire del tempo ricco e arricchente che ho passato con voi? Quindi innanzitutto ti ringrazio e vi ringrazio perché mi avete ricordato che il pericolo dello stereotipo è sempre in agguato, la nostra mente tende a semplificare il mondo che ci circonda se non la teniamo allenata a ricercare sempre la profondità e la complessità delle cose. Grazie ancora per la disponibilità con cui mi avete accolta, trovare l'apertura proprio in un carcere era l'ultima cosa che mi aspettavo. Se puoi ti prego di estendere il ringraziamento a tutti tuoi colleghi.

La seconda parte di quello che ti vorrei dire è più difficile per me da esprimere perché tocca le corde più profonde del mio cuore. Sono rimasta colpita, tra le tante cose che mi hai detto, da una tua frase: "Studiare ti fa sentire molto di più il dolore della pena". Ho pensato tanto a questa frase, è stata per me una chiave che ha aperto un mondo al quale non avevo mai dedicato la giusta attenzione. Mi ha fatto cambiare totalmente la prospettiva con la quale voglio scrivere la mia tesi, che non sarà di sicuro un trattato a livello internazionale, ma è mia, e anche se non la leggerà nessuno, voglio che tratti il tema dalla giusta prospettiva: la vostra.

La sera stessa avevo una cena con alcune mie amiche, non potevo smettere di parlare di te. Del modo in cui ti sei raccontato. Ancora una volta parlando con loro ho scoperto il pericolo del pregiudizio, attaccato, incrostato dentro di me.

Mentre mi parlavi non ho mai mai mai visto, neanche per un secondo, un criminale. Chi credevo di trovare? Hannibal Lecter? Davanti a me ho visto un papà, un nonno, una persona colta ed intelligente, un uomo dotato di grande empatia e doti comunicative. Ho visto il mio papà, che è anche nonno, e che è anche uomo intelligente, me lo hai ricordato tanto. Sarà che lui è il papà più bravo del mondo, ma in te ho rivisto il papà più bravo del mondo.

Insieme alle mie amiche quella sera abbiamo letto tante cose su di te, la tua storia, la tua famiglia, il tuo percorso. Io inizialmente non volevo sapere per quale reato fossi stato condannato. Avevo paura di poter cambiare idea su di te, di spaventarmi delle emozioni che ho provato ascoltandoti. Ho avuto paura di non riuscire più a vederti come uomo ma solo come delinquente. E invece no, conoscere la tua storia mi fa essere ancora più vicina a te come persona e alla tua causa. Anzi è proprio la tua storia a dare il vero senso alla tua lotta.

Mi indigno con te di vivere in una società che non offre un'altra possibilità ad un uomo, papà, nonno come te. E a tanti altri come te. Mi indigno di un sistema penale che mette anno di fine pena 9999, una grottesca ironia, una sadica dicitura, una presa in giro.

Mi chiedo dove sarei adesso se quando ho sbagliato nessuno mi avesse perdonato.

Ti ringrazio per il coraggio e la forza che metti nel cercare di cambiare le cose. Non solo per te, ma in nome di un senso di giustizia più grande. Forse non conterà molto, ma conoscerti, leggere ciò che scrivi, ascoltare le tue interviste, mi ha fatto cambiare idea, mi ha tenuto il pensiero e il cuore impegnati per giorni. Ho riflettuto tanto sul significato delle parole che usiamo superficialmente tutti i giorni: colpa, colpevole, criminale, pena, buoni, cattivi. Il tuo definirti "cattivo" , in contrapposizione ai " buoni" che ti condannano ad una punizione senza vie d'uscita, è un contrasto così forte che ci costringe a rimettere in discussione la nozione stessa di bene e di male. La parola "cattivo" non sta bene con i tuoi occhi, con i tuoi modi, con la tua umanità, è un po' come il calzino con i sandali dei tedeschi per capirci, non ci sta.

Ho parlato di te al mio amore, alla mia famiglia, ai miei amici e anche alla mia nipotina, che come sempre, con i suoi 4 anni ha più ragionevolezza della maggior parte degli adulti. Forse non conterà molto ma come disse Madre Teresa, se non mettessimo la nostra piccola goccia, l'oceano sarebbe un po' più vuoto. Forse non conterà molto ma se posso fare qualcosa, ci sono.

Grazie per la tua forza, per il messaggio che passi ai più giovani, per l'impegno, per non fermarti mai di dire, scrivere, raccontare. Anno fine coraggio: mai.

Ti abbraccio,

Giulia


 

DA MAURO A CARMELO

Buongiorno, ho appena "firmato" la proposta di abolizione dell'ergastolo sul suo sito.
Francamente non so cosa scriverle. Ho pensato fosse una bella cosa farle un saluto, farle sapere che altri la pensano come lei, io non so nemmeno cosa lei abbia fatto per essere condannato all'ergastolo.
Né posso dire di poter in qualche modo capire il suo stato d'animo. Sarebbe ipocrita scrivere:"la capisco".
Di certo c'è che l’ammiro. Sapendo cosa è riuscito a fare durante la sua carcerazione dimostra una forza che invidio.
Come ho scritto poco più su, NON posso capire la sua situazione, ma credo che al suo posto non avrei avuto la sua stessa forza.
Ha tutta la mia ammirazione
Mauro
15 maggio 2014


 

DA ANTONIO A CARMELO

Ciao Carmelo,
amo leggere e in questo periodo stavo leggendo proprio di carceri, giustizia, soprattutto nel settore minorile.
Come beneficenza, tramite una onlus di Napoli, ho fatto già arrivare ai Ragazzi di Nisida una 40ina di libri, con la mia speranza di alleviare loro la permanenza nell' IPM.
Per caso sul catalogo della Bilioteca del paese dove vivo (vivo in prov. di Trento, ma originario della prov di Avellino), ho visto il tuo libro sugli uomini ombra.
Preso dalla biblio, letto e riconsegnato in meno di 24 ore.
Letto in due sessioni differenti, quasi tutto di un fiato.
Veramente bellissimo.
Quando leggevo, mi sembrava di essere lì, partecipe di quelle "azioni".
Io sono estremamente convinto che la "galera " a vita non serva a niente, ma solo a incattivire (per non dire altro) le persone e violare il famoso art. 27 della Ns. Costituzione.
Non sono nessuno per giudicare e nemmeno voglio sostituirmi a chi fa il mestiere del Giudice, ma sono altresì convinto che chi sbaglia deve pur pagare. Ovvio una pena giusta e soprattutto nel pieno rispetto delle persone.
Voglio infine farti i complimenti (se posso permettermi) non solo per i libri che hai scritto, ma soprattutto per gli studi che hai fatto in carcere, che ti hanno portato alla laurea e oltre.
Questa è la dimostrazione che chi vuole fare qualcosa, viene sempre ripagato dalla volontà.
Non mi voglio dilungare a scriverti, perché vorrei tanto che tra me e te nascesse un rapporto epistolare (mail), nei limiti del possibile e lecito.
Per questa mail, ti lascio e ti faccio tantissimi AUGURI per tutti i tuoi sogni.
Antonio
6 Giugno 2014

 


 

DA ROSA A CARMELO

 

Caro Carmelo, permettimi di chiamarti per nome e di darti del TU come ad un Amico, mi chiamo Rosa e leggo quello che scrivi da quando collabori con Ristretti Orizzonti. Ho letto anche il tuo libro Urlo di un uomo ombra, mi si è stretto il cuore. Hai scritto che questo mese è il compleanno della tua compagna, vorrei con tutto il cuore che avesse i miei più cari e sinceri auguri, che continui ad avere quella forza che l’ha sostenuta fino ad ora e che riesca a trasmetterla sempre anche a te !!
Ti starai chiedendo chi sono e perchè ti scrivo , sono una mamma che il 24 05 2011 ha perso un figlio di 39 anni, morto nel carcere di Padova per aver inalato gas!
Piango per Lui, e piango per voi, Uomini Ombra, che per una legge che non ha nulla di umano trascorrete i giorni senza vivere.
Siamo in tanti a chiedere che venga tolto l"ergastolo, non perdere la speranza.
Carmelo io non so scrivere come te, ma queste parole mi escono dal cuore, e con tutto il cuore ti mando un grande abbraccio. Cciao a presto !
Rosa
Ps. Potrò scriverti ancora ??
16 Aprile 2014


 

DA STEFANIA A CARMELO

 

Egr. Sign. Musumeci,
pochi giorni fa hanno mandato un servizio al Tg 2 dove La intervistavano. Sono molto colpita dalle parole che Lei ha detto e mi rimbombano in testa ogni notte, quando sono a letto e penso a chi si trova tra quelle quattro mura, sia di passaggio, sia definitivamente, come Lei.
La Sua forza, il Suo coraggio, la Sua voglia di andare avanti, la Sua tranquillitá nel trascorrere anni in una cella mi dà una grande carica, mi creda. Certo, Lei per lo Stato italiano non avrà di certo avuto una condotta adeguata al fine di poter trascorrere la Sua vita nel migliore dei modi, ma lasciando il Suo passato, io La stimo per come affronta la detenzione. Le undici ore che Lei ha trascorso fuori da quelle mura sicuramente Le avranno fatto ritornare la voglia di vivere. A breve acquisterô il Suo libro, ma documentandomi sarà straziante. Lei ha la capacità di raccontare quei piccoli particolari che fanno venire la pelle d'oca, la voglia matta di gridare al mondo quanto sia infame questa punizione.
Le avevo già scritto una mail tempo fa, immagino non si ricordi di me. Ma mi creda,ogni notte io La penso, abbia forza di andare avanti, lo faccia per tutti, dia un esempio palese e chiaro a chi invece non ce la fa, a chi vorrebbe farla finita, dia un esempio anche a me, Sign. Musumeci, che con le Sue forze ha ottenuto una laurea, una prossima in Filosofia (se non erro). Gli uomini ombra, sono pur sempre uomini. Non si faranno intimorire dall'Assassino dei sogni. Non si lasci mai ingannare da nessuno, sempre a testa alta. Un abbraccio forte a lei e a tutti i detenuti.
Stefania
28 Aprile 2014


DA RAFFAELA A CARMELO

 

 

Gentile Carmelo,
martedì scorso ho partecipato all’incontro con Voi nell’auditorium del Due Palazzi. Una tempesta di pensieri e di emozioni mi ha preso, ed è proseguita anche dopo, quando ci siamo immersi nella Bellezza degli affreschi di Giotto, quando abbiamo passeggiato per la città, quando siamo ritornati a casa. Ed era forte il senso profondo di ingiustizia, e la consapevolezza del privilegio dell’essere liberi, mentre molte persone, e lei tra queste, sono “murati vivi”. Diritti negati che si estendono ai familiari, agli affetti e agli amori.
Avete messo a nudo la vostra anima, senza retorica e senza sconti, vi siete raccontati con coraggio. Ristretti Orizzonti è un laboratorio che mette in contatto il dentro con il fuori, tende una regnatela di fili, una tessitura che forse vi fa sentire meno soli, ve lo auguro di cuore, in questa giornata di festa e per i giorni a venire. Come vi auguro di ‘tornare ad abitare la vostra vita’ come ci avete comunicato in quella speciale grammatica che ha coniugato testa, cuore, anima.
Desidero ringraziarla e ringraziare tutti coloro che hanno partecipato all’incontro, che ci ha resi più ricchi e ci ha stimolato ad essere parte attiva per restituire il diritto di sentirsi ed essere vivi.
Ho firmato l’appello nel suo sito. Ora voglio leggere i suoi libri.
Raffaela
20 Aprile 2014


 

DA EUGENIO BOGNA A CARMELO

23 Aprile 2014
Oggetto: Un grande ringraziamento

Gentile Carmelo Musumeci,
scrivo a lei, pregandola di estendere a tutti il mio messaggio, per dirle tutta la mia profonda riconoscenza per questa splendida colomba che non ha confronti con quella di ogni altra creazione. Ancora una volta, sono vicino a lei e a tutti con sincera commozione e con i miei migliori auguri; nella condivisione delle sue e delle loro speranze. Ma non posso non concludere questa mia lettera di amicizia, e di solidarietà, senza anche ringraziarla della splendida e straziata lettera che mi ha inviato, e che continua continuo a rileggere: meditandola.
Il suo Eugenio Borgna

 


DA SALVATORE A CARMELO

Egr. Sig. Musumeci,
a scrivere è un giovane avvocato, che vive a cavallo tra le province di Crotone e di Cosenza e che si occupa prevalentemente di diritto penale.
Non so se la mia e-mail Le giungerà ma lo spero.
La disturbo per porgerLe la mia solidarietà e per renderLe noto che ieri, nel corso della mia discussione finale in un processo per omicidio e tentato omicidio, ho fatto una citazione a Lei ed alla Sua “battaglia” contro l’ergastolo ostativo.
Mentre preparavo la mia arringa finale, senza sapere ancora nulla di Lei, avevo già definito l’ergastolo (richiesto dal P.M. anche per il mio assistito) come pena di morte, poi ricercando notizie ed informazioni in merito mi sono imbattuto nel Suo sito internet e mi sono permesso di nominarLa come esempio di rieducazione e come proposta di rinnovamento del diritto vigente.
La saluto e le auguro di poter, un giorno, riabbracciare Sua figlia.
Avv. Salvatore Perri
16 Aprile 2014

 


 

DA MARIA LUISA BOCCIA A CARMELO

Caro Carmelo,
mi fa molto piacere sempre avere tue notizie. La lettera della Prof. conferma quanto tu sappia farti apprezzare da chi ha la fortuna di incontrarti. E quanto forte sia la scossa che provochi rispetto all'indifferenza dei più, inconsapevole e perciò ritenuta incolpevole, verso il carcere e in particolare gli ergastolani. Ma, dice Arendt, il silenzio è un tacito assenso, e dunque rende complici. Le ingiustizie, le violenze legalizzate non potrebbero accadere senza suscitare reazioni, anzi potrebbero essere fermate se ognuno/a di noi, cittadini e cittadine, si soffermasse a pensare e si assumesse la responsabilità di giudicare "personalmente" non delegando all'opinione pubblica, o agli esperti, o ai poteri, sia pure democratici. Tutto quello che contribuisce a far pensare, a scuotere il torpore del tacito assenso è prezioso. E tu operi tenacemente per questo. È il senso della tua scrittura, del tuo "urlo", come del tuo "sorriso fra le sbarre".
Leggo, purtroppo di frequente, nelle tue lettere, quasi un rimpianto per non assopirti anche tu. Per non avere la forza, il coraggio così lo chiami, di rassegnarti e lasciarti andare. Leggo e comprendo, o provo a comprendere, quale e quanta disperazione, quale dolore suscitano questo tuo sentimento. E tremo, dentro di me: e se dovesse, a un certo punto, afferrarti e avere la meglio? Se il tuo urlo e il tuo sorriso si spezzassero? Me ne sentirei responsabile, ancor più di quanto non mi senta ora. E penso, infine, che la tua forza di amore e di pensiero può divenire per noi un alibi. Ci sostiene e ci conforta. E questo non va bene, proprio no.
Guardati dai troppi apprezzamenti, anche dai miei, da quello che ho appena scritto. Possono contenere un insidia, pur essendo sinceri. E sono convinta che lo sono, sempre. Ma mentre li ricevi e li accogli con un sorriso, rinviaci la domanda di fondo, la sola che non consente alibi: ma tu cosa fai, come ti sottrai al tacito assenso? Come eserciti la tua personale responsabilità per quello che accade? Per le ingiustizie e violenze che tanti e tante, ed io tra loro, patiscono? È la lezione severa ma imprescindibile di Arendt che lega con un filo d'acciaio libertà e responsabilità politica da assumersi in prima persona. Non sempre, lo ammetto sinceramente, riesco a tenerla presente, nell'intricato dipanarsi della vita, dei giorni carichi di incombenze e di fatiche, ma cerco di non evitare troppo a lungo di rivolgere a me stessa quella domanda. In quello che faccio, studio, penso, dico, tu sei presente, perché quella domanda ti riguarda. Con affetto sincero, ed un sorriso da oltre le sbarre,
Maria Luisa
01/04/2014


 

DA ALBERTO A CARMELO

Caro Carmelo, mi vedo costretto a ripetermi e a ripeterti che mi stupisci sempre più! :-)
Storia della filosofia medievale... Sant' Agostino, Pelagio... confesso che io non ho mai letto molto di questo e di loro, se non qualche breve riferimento.
Per me è davvero incredibile che tu riesca a mantenere la lucidità e la volontà necessarie a trasformare in qualcosa di utile e positivo anche un periodo di detenzione lungo come il tuo.
È straordinaria la lucidità con cui tu riesci ad "uscire dal carcere" con la mente, sorprendente il modo in cui riesci a mantenerti legato al mondo che ti ha esiliato ed estromesso da ogni suo ambito anni fa.
Anch'io come te apprezzo ed approvo l'intuizione di Pelagio che tu citi, pensando che davvero tu stia rivalutandoti e rinnovandoti in quello che fai per elevare il tuo limite umano e la tua condizione di detenuto.
Davvero io spero con te che esista qualcuno che possa e voglia rivalutare la tua posizione di ergastolano ostativo e che tu possa al più presto continuare a fare "dall'altra parte delle sbarre" quello che stai tentando di fare ora "da dietro".
Credo che aspirare a "qualcosa di più" del nostro banale vivere quotidiano sia naturale, e forse pure "doveroso" per l'essere umano, che Qualcuno una volta ha definito come "fatto a Sua Immagine e somiglianza".
Tu lo stai facendo da un carcere, dopo ventitré anni di segregazione dal mondo "di fuori", senza cercare di ignorare o estraniarti da quello "dentro".
Dovresti essere fiero di tutto questo e tutti coloro che hanno avuto l'opportunità e l'onore di conoscerti dovrebbero esserlo per te.
Mi dispiace e mi pesa non poter fare nulla per poter affrettare la realizzazione di quella che tu definisci "una bugia raccontata a te stesso", ma credo che nutrire la speranza e la convinzione di migliorare la tua condizione umana e di detenuto non sia affatto sbagliato, ma giusto e perfino doveroso verso te stesso e i tuoi cari.
Non sarebbe affatto saggio per te abbandonare la speranza, che è molto più di un'illusione, di poter tornare a vivere una vita normale fuori dal carcere.
Non sarebbe affatto utile a te (e sarebbe davvero molto dannoso per chi ti vuole bene) se tu ti dessi per vinto e abbandonassi l'idea di poter vedere concludersi la tua pena detentiva.
Non hai mai voluto accettare di essere un comune ergastolano finora, vuoi forse farlo adesso che ti sei trasformato in un uomo diverso e migliore perchè consapevole dei suoi sbagli?
Credo che in fondo tu non voglia affatto cedere alla tristezza o all'abbandono, in misura ancora maggiore di quanto tu lo abbia espresso finora, altrimenti non saresti diventato "quel Carmelo" che oggi molti stimano e cercano di sostenere.
Come ti riferivo in una delle prime mail che ti ho scritto, c'è chi ha descritto voi carcerati "delle bestie", ma tu sei la dimostrazione che dietro ad ogni "bestia umana" è nascosto una persona come gli altri, con identiche volontà, aspirazioni e desideri di tutti gli uomini "normali".
Nessun uomo mostrerebbe mai il suo lato peggiore, se solo gli venisse data l'opportunità di mettere a buon frutto e poter essere apprezzato per le sue caratteristiche più positive.
Non credo affatto alle tesi di chi sostiene che possa esistere davvero "un gene" in grado di trasmettere malvagità e tendenza a fare del male, ma che siano soltanto le nostre scelte ed esperienze umane a determinare i nostri comportamenti.
Per questo mi piacerebbe molto poterti rincuorare sostenendo che il mondo "oltre le sbarre" capisce e si immedesima in coloro che, come te, ritengono di essere pronti e meritevoli di uscire dal carcere.
Purtroppo so che così non è.
Nutro comunque la speranza che qualcuno che conta possa rivalutare al più presto il senso e l'utilità di una pena come quella che stai scontando tu, la convinzione che questi possa comprendere che perfino in carcere possono maturare dei buoni frutti e che non è affatto scontato che chi ha sbagliato debba per forza tornare a farlo.
Credo che molti possano essere disposti a condividere queste mie considerazioni, ma so che pochi sono quelli che sono disposti a correre il rischio di portarli alle giuste conclusioni.
Per questo penso non dovresti mai cedere ai pensieri che il carcere suscita, non dovresti mai scordarti che ormai sono in tanti a tifare per te e a contare sul tuo successo.
Ricambio di cuore il tuo abbraccio "fra le sbarre" con uno "oltre". :-)
Posso pensare che, in fondo, sono soltanto alcune sbarre e le dimensioni dell'ambiente in cui viviamo che ci separano e distinguono? :-)
Tieni duro.
Alberto
19 Marzo 2014

 


Carmelo Musumeci, detenuto di cui ci stiamo caparbiamente occupando perché venga declassificato dal regime Alta Sicurezza, durante il giorno fa parte delle attività e frequenta gli ambienti della redazione interna di Ristretti Orizzonti, dove incontra decine di classi di ragazzi delle scuole che entrano in carcere per un confronto/dialogo con i detenuti.
Dopo uno di questi incontri del progetto “Scuola carcere” una studentessa ha scritto a Carmelo Musumeci.
Riportiamo qui sotto parte della sua lettera e la risposta di Carmelo:

 
Un sorriso fra le sbarre per Clara

Ciao Carmelo,
stamane ho avuto il piacere e la fortuna di incontrarti grazie all'iniziativa proposta da Ristretti Orizzonti. Il mio intervento sull'ergastolo c'è stato, anche se con voce tremante, dopo il tuo racconto.
Sono sempre stata un po' dubbiosa sull'argomento, non ho mai saputo schierarmi apertamente o averne un'opinione ferrea. Questo perché, nonostante abbia sempre pensato che l'ergastolo sia esattamente al pari della pena di morte (se non peggio), la mia parte emotiva ha sempre prevalso un po'.
Mi immedesimavo nei familiari delle vittime e l'ergastolo, da una parte, mi sembrava la soluzione "migliore". Ma non ne sono mai stata fermamente convinta, ed oggi grazie alla tua testimonianza e a quella degli altri detenuti ho trovato la risposta che cercavo.
Sono completamente contraria: oltre a trovarlo crudele e vendicativo lo trovo anticostituzionale. E soprattutto controproducente per la società, poiché quest'ultima non ne trae nessun beneficio.
Che fine fanno i sentimenti, la dignità?
Chi ha il potere di privarci della libertà?
E' giusto pagare per i propri errori, ma è estremamente importante dare la possibilità di riconoscere questi e di riscattarsi.
Ho firmato sul tuo sito contro l'ergastolo, con tutta la speranza che un giorno le cose possano cambiare.(…)

Clara, mi è difficile risponderti. Non è facile per un lupo cattivo scrivere a una brava ragazza. Non so neppure da dove cominciare. Ed ho pensato prima di parlare di me d’iniziare a descriverti la mia cella. Io sono in “Alta Sicurezza”. Ed ho la fortuna di stare in cella singola. Le celle sembrano degli armadi in cemento e ferro. Sono divise una dall’altra da uno spesso muro. E hanno un blindato e un cancello davanti. Ogni blindato ha uno sportello di ferro con una fessura per passare il mangiare dentro la cella.
Poi c’è uno spioncino rotondo nel muro dalla parte del bagno che consente alla guardia di vedere l’interno senza essere visti. La mia tomba può misurare tre metri d’altezza. Due metri e mezzo di larghezza. E tre di lunghezza. Posso fare solo quattro passi in avanti e quattro indietro. Nella finestra ci sono grosse sbarre di ferro, i muri sono lisci. Dentro la mia tomba ho una branda, un tavolo e uno sgabello. In questa sezione sono tutti detenuti condannati a pene lunghe. E la maggioranza alla pena dell’ergastolo. Io normalmente mi alzo ogni mattina alle cinque. E leggo, studio e scrivo per buona parte della mattina. E poi per buona parte della notte. Quand’ero più giovane per mantenere in forma il fisico facevo sempre ginnastica. Ogni venti pagine che leggevo facevo pausa. Poi mi mettevo a fare venti flessioni. E venti addominali. Una per ogni pagina. E dopo ricominciavo a leggere. Adesso però da un paio di anni ho smesso di fare ginnastica perché mi sembra stupido portare nell’aldilà un fisico sano e robusto. Sono contento di fare parte della Redazione di “Ristretti Orizzonti” soprattutto perché ho la possibilità di partecipare al progetto “Scuola-Carcere” e d’incontrare tanti ragazzi e ragazze. Riguardo alla mia storia sulla mia infanzia criminale ci tengo che tu sappia che per le mie scelte di vita non incolpo nessun altro, specialmente a quel tempo pensavo di non avere avuto scelta.

Clara, credo che le persone non nascano cattive ma hanno buone probabilità di diventarlo con l’aiuto a volte delle persone “perbene”. Sono stato in carcere fin da minorenne. Si può dire che ci sono cresciuto dentro l’Assassino dei Sogni (il carcere come lo chiamo io). Spesso la società vorrebbe chiudere tutti quelli che commettono reati fra quattro mura e buttare via le chiavi. Non si rende però conto, forse perché è troppo stupida per farlo, che molti di loro alla fine usciranno. E poi molti di questi si vendicheranno di essere tornati in libertà più cattivi di quando sono entrati. Le prigioni sono fabbriche di odio ed è difficile migliorare le persone con la violenza e la sofferenza.

Clara, adesso smetto di scriverti, ma ho cercato di non trasmetterti nessuna malinconia e tristezza, come quando scrivo ai miei figli. Spero di esserci riuscito, perché non è facile parlare di carcere senza amarezza.
Comunque sappi che io sono abbastanza sereno, mi manca solo un po’ di speranza, solo quella. E adesso il mio cuore ti manda il migliore dei suoi sorrisi. Mi dispiace solo che purtroppo sia un sorriso fra le sbarre condannato a stare prigioniero per sempre.
Buona vita.

Carmelo Musumeci
Padova, gennaio 2014


DA MARIELLA A CARMELO

Carissimo Carmelo, sono Mariella, l’amica di Anna.
Anna mi ha parlato di te, e di una cosa che manco sapevo che esistesse, l’ergastolo ostativo.
Eppure cerco di informarmi, e di essere attenta alle cose della nostra società - anche perché coltivo la non piccola ambizione di cambiare il mondo !
Malgrado ciò, questo orrore dal nome “ergastolo ostativo” mi era sconosciuto.
E così il democratico paese Italia è riuscito a concepire e mettere in vigore questa forma di tortura.
Se il mio pensiero si concentra sul carcere, e in particolare sul significato dell’ergastolo, inizio a soffrire molto.
Non riesco a rimanere concentrata a lungo su queste cose. E’ troppo doloroso. Figuriamoci cos’è per chi lo deve vivere sul serio.
Vi stringo tutti al cuore. Vi voglio bene, cari fratelli che siete nella sofferenza.
Non è giusto.
Tante cose non sono giuste, ma questa è la più ingiusta di tutte: il carcere. In particolare il carcere com’è da noi: un modo per schiacciare e opprimere senza pietà. Una cosa molto dannosa, un moltiplicatore di male.
Bisogna cambiare tutto, bisogna ripensare davvero le forme della “pena” che devono diventare veri percorsi di riscatto e rinascita, attraverso un intenso contatto con l’arte, il teatro, la musica, la cultura, l’arte, la scienza, e se vuoi anche il lavoro, ma non lo metto in primo piano nei percorsi che immagino.
Tutti gli artisti del mondo devono precipitarsi nelle carceri e abbracciare i detenuti e le detenute, ed avere la possibilità di farlo sul serio, senza i filtri e i veti terribili voluti dall’assassino dei sogni.
Tu stesso hai scoperto di essere uno scrittore formidabile. Quanto penso ai tuoi libri (che ho letto grazie ad Anna), io faccio davvero fatica a immaginarti nelle mille privazioni del carcere. Immagino la tua mente che si libra in alto. Ti immagino concentrato nei tuoi studi affascinanti cha aprono sempre nuovi aspetti del pensiero. Ti immagino alle prese con Zanna Blu e gli altri personaggi, ti immagino nell’avventura da capogiro dei tremendi racconti de “Gli uomini ombra”. Ti immagino piangendo sopra le “11 ore d’amore di un uomo ombra”, perché ci ho pianto anch’io, ti immagino rispondendo alle molte persone che ti scrivono.
I maledetti muri che volevano solo opprimere sono stati costretti a dileguarsi davanti alla forza della tua mente. Ma non basta.
La lotta deve continuare. E come tutte le buone lotte deve battersi perché i muri cadano davvero e cessino di soffocare esseri umani.
Hai completamente diritto a quello che chiedi, ad esempio ad essere declassificato dal regime AS1 alla media sicurezza.
Ancora non si è mosso nulla ? La Cancellieri non ha dato alcun segno di risposta ? Eppure ultimamente ha tanto proclamato di essere persona così sensibile ! Ho letto anche le due lettere indirizzate a Papa Bergoglio. Spero tanto che riesca a risponderti e a fare qualcosa contro l’ergastolo e l’orrore delle carceri.
Ti abbraccio con tutto il cuore e abbraccio anche gli altri detenuti e detenute. Resistete. Da quando ho letto i tuoi libri prego sempre per chi sta dentro. Prego che il Dio che apre le catene ai prigionieri si precipiti a smuovere le coscienze.
Mariella Setzu

Novembre 2013

 


 

DA VITTORIO A CARMELO

 

23 Dicembre 2013
Caro Carmelo,
scusami il ritardo nel risponderti, come stai? Ho letto la lettera alla Coccia e pure la sua risposta. Da poco mi è giunto il suo racconto dell'incontro con te in carcere. Qualcosa di molto importante mi pare stia accadendo, la presa di coscienza della tua condizione, non più tollerabile in un paese
civile.
Bene la seconda lettera scritta al Papa, vedrai che presto vedremmo i frutti, Caro Carmelo, lo so bene cosa vuol dire combattere e resistere nelle tue condizioni, quanta sofferenza ciò comporta, a tratti giustamente insopportabile.
Tu non sei uno scrittore --ombra-- sei uno scrittore punto.
Un intellettuale, che scrive e racconta di quanta assurda carogneria l'uomo disponga, di quanta inciviltà ancora siano impregnate le istituzioni, o quantomeno gran parte di esse. Non solo l'ergastolo deve essere bandito, ma il carcere stesso come oggi è concepito va bandito e superato. L'uomo del terzo millennio di costruzione Balducciana, l'uomo --planetario- l'altro che è --te stesso—saprà liberarsi finalmente di tutto quel vecchio armamentario espressione di una società
ingiusta, violenta, rapinatrice, quanto produttrice di intollerabili sperequazioni sociali.
Occorre un radicale cambio di paradigma culturale-economico, Utopia?
Io ritengo di no! Non c'è speranza per l'umanità tutta se non la catastrofe planetaria se
si continua su questa strada, guardiamo i risultati sono drammaticamente innanzi a noi
Ha colto nel segno Einstein con quella sua frase: < l'uomo usa solo il 5% del suo cervello
e quel 5% lo usa male >
Caro Carmelo scrivi, scrivi con tutta l'avidità che ti è possibile e conserva gelosamente --quei manoscritti-- che sono sotto la branda. Tutto verrà pubblicato, mi sono permesso di accostarti a GRAMSCI, che amo particolarmente, e che sto ora rileggendo, perché a fare grandi gli uomini e rendere immortali le loro opere sono spesso le indicibili sofferenze e privazioni che hanno patito. Le tue opere, saranno lette ,studiate negli anni a venire patrimonio per le nuove generazioni. Altro che scrittore ombra, caro Carmelo, ma un uomo, un scrittore, un intellettuale, che è nelle luce viva e abbagliante.
Gli auguri spesso sono un rituale che io francamente mal sopporto, ma a te gli faccio con tutto il cuore, e l'amore e stima di cui dispongo.
Sempre su la testa, alla Don Gallo, e mai demordere.
A presto, un grande abbraccio
Vittorio


DA CARLA E MARTINA A CARMELO

 


 

DA GIULIA A CARMELO

10/08/2013
Caro Carmelo,
come stai? Ho ricevuto con grande piacere la tua lettera e ti ringrazio per le bellissime cose che mi hai scritto. Sono contenta della decisione che hai preso, anche se immagino che non sia stato facile. Che cosa pensi che potrà succedere trascorsi questi quindici giorni? In cosa consiste solitamente la punizione, nel solo isolamento o vengono presi altri provvedimenti?
Credo che comunque vada per due settimane solo con te stesso, con la possibilità di pensare, scrivere e creare, valga anche la pena di correre questo rischio. Mi sembra assurdo però che tu e il tuo compagno di stanza abbiate dovuto ricorrere ad una protesta e vi siate fatti punire per ottenere quello che comunque sarebbe un vostro diritto per legge. Come si può credere in uno stato così?

Ho letto con piacere la vostra lettera a Furio Colombo e la sua risposta. Lo avevo seguito un po’ in TV durante un dibattito su Berlusconi e mi era piaciuto molto. Inoltre è un buon modo perché si parli della distinzione tra l’ergastolo più “conosciuto” e quello ostativo, di cui prima di conoscerti ignoravo l’esistenza.

Sull’articolo riguardo al Vaticano, è stata una notizia che mi ha riempito di gioia. Spero che l’esempio di Papa Francesco venga esteso a tutto lo Stato ma dubito che questo paese sia pronto e, anche se mi fa male dirlo, ho molti dubbi sia sui governanti che su buona parte del popolo. Le tue ultime vicende riguardanti Berlusconi e i suoi processi mi hanno in parte disilluso ed avvilito. Ho letto ed ascoltato pareri di una superficialità disarmante e ho la sensazione che sia sempre più dilagante il principio per cui ognuno pensa a sé, ruba dove e quando può e non si accorge di quello che gli succede attorno. Ti invio la lettera che ha scritto in proposito un prete genovese, don Valentino Porcile, fammi sapere che ne pensi.

Mi dispiace leggere di questo momento difficile, immagino che ogni giorno continuare a lottare sia sempre più dura, ma hai tante persone che ti stanno vicino e sono sicura che anche questa volta Zanna Blu troverà la forza di rimanere in piedi e portare fuori un po’ della tua bellezza.

Non fai nessuna brutta figura… il mio cuore ti legge sempre volentieri, anche se mi piacerebbe che ritrovassi il sorriso. Sono felice di averti come amico e di essere amica di un uomo come te, prima che di un uomo ombra.

Un abbraccio,
Ed un soffio di libertà.
Giulia

“Caro Silvio, ho letto l’invito all’Assessore di Albenga che ti offre di fare qualche ora di servizi socialmente utili- ha scritto il prete su Facebook Vieni a scontare la pena da me, invece? Ti faccio io un bel programmino di servizi socialmente utili. Ti faccio fare un anno di continui giri, non qualche ora al giorno come dice l’Assessore, ma per dieci ore al giorno, a vedere le vere povertà. A scoprire come sta davvero una famiglia che non arriva a fine mese. A vedere chi è un tossicodipendente. A vedere come sta una prostituta che arriva in Italia menata di botte e costretta a vendersi per strada. A vedere come vivono gli zingari che tu dici all’Europa di fartene carico per avere i finanziamenti, e poi vengono abbandonati a se stessi. Ci facciamo un bel giro alla sera a portare un panino a chi dorme per strada. Vieni a vedere cosa sta provocando il taglio ai servizi sociali alle fasce deboli del nostro paese.
Vieni Silvio, e ti porto dagli anziani che non hanno nessuno in casa che gli faccia la spesa. Ti faccio parlare io con le famiglie che a Genova si trovano a dover pagare quasi il 6 per cento sulla prima casa. Ti faccio parlare con le piccole imprese strozzate dal mancato finanziamento dello stato debitore. Ti faccio incontrare con chi si sente soffocato da quell’Equitalia che tu avevi promesso di abolire. Ti faccio parlare con le mamme che si vedono aumentare le tasse scolastiche del 4 per cento, con chi per iscrivere il bimbo alla materna deve pagare cento euro.
Ti porto ad incontrare i giovani che non trovano lavoro; ti faccio toccare con mano che il tasso di disoccupazione quando eri al governo è diminuito NON perché la gente trovava lavoro, ma perché se ne andava altrove a cercare lavoro.
E tu sai che togliersi dalla lista di collocamento per andare altrove può far pensare che la gente non sia più iscritta perché lavora, ed invece la realtà è molto diversa. Ti faccio conoscere i giovani che non sanno come fare per costruirsi un futuro. Che decidono di non comprarsi casa perché, anziché essere una ricchezza, è una tassa insopportabile in più da affrontare.
Ti porto a vedere cosa provoca nell’animo umano anni e anni di lavoro precario, quel lavoro precario che tu hai creato come soluzione al lavoro che mancava.
Ti faccio parlare con i genitori che dicono: “Cosa insegno ai miei figli? A guardare lontano? O ad arraffare oggi quello che la vita ti dà, perché domani non sai cosa ci può essere”.

 


 

Prefazione di Carmelo Musumeci

al libro di Francesca Torricella



Io non ho mai scritto una prefazione a nessuno.
E sinceramente pensavo che non ne avrei mai scritta una a nessuno.
D’altronde chi sarebbe così pazzo da chiedere ad un uomo ombra, cattivo e colpevole per sempre, e maledetto dall’umanità, di scrivere qualcosa per il proprio libro?
Eppure una “pazza” l’ho trovata.
Francesca mi ha chiesto di scrivere una prefazione per il suo libro di poesie.
Lei è fatta così! Come il grande poeta e cantante Fabrizio De André è convinta che “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”.
Lei è convinta che anche dal male può nascere il bene.
E lo fa capire soprattutto ai noi uomini ombra con i suoi bellissimi versi.
Quando ricevo le sue poesie che dedica ai dannati della Terra, le faccio girare cella per cella.
E poi le spedisco negli altri carceri.
Molti uomini ombra mi chiedono: ma chi è Francesca?
E io rispondo loro che è una Dea che sa cosa pensano e cosa provano gli uomini ombra e traduce in versi, dandoci voce e luce.
Non so che effetto fanno le poesie di Francesca al di là dal muro di cinta alle persone perbene, ma vi assicuro che al di qua di queste mura i versi di questa ragazza ci hanno cambiato e migliorato di più di tanti anni di carcere.
Francesca con i suoi versi ci ha insegnato che solo l’amore è certo negli uomini ombra.
E che quando si ama è più facile conoscere se stessi, perché l’amore vince sempre, anche a costo della vita.
Una volta Francesca mi è venuta a trovare in carcere.
Mi è sembrato di abbracciare un pettirosso ma nello stesso tempo mi è sembrato di toccare l’universo.
E per la prima volta mi sono sentito colpevole del male che ho fatto nella mia vita, perché l’amore sociale di Francesca fa anche questo effetto.
Le poesie di Francesca sono bellissime. E ci potete trovare tutto quello che avete nel vostro cuore. E grazie a lei che oggi io mi sento un uomo migliore.

Carmelo Musumeci
Carcere Padova ottobre 2013

http://www.francescatorricella.it/category/a-zanna-blu/
 


 

 DA GIULIA A CARMELO



11/07/2013
Caro Carmelo,
che piacere ricevere la tua risposta! Come stai? Prima di tutto ti dico che sono contenta di sapere che Zanna Blu continui a resistere! Immagino però che andare avanti giorno dopo giorno sia sempre più difficile e capisco le domande che ti fai. Penso che ogni uomo abbia bisogno della speranza, che tutto ciò che l’uomo crea, pensa, costruisce, sia finalizzato alla speranza. Nell’amore, in un futuro migliore, nell’aldilà, in qualsiasi cosa. E mi rendo sempre più conto dell’inciviltà di uno Stato che sradica dalla persona un sentimento così fondamentale.

Però non credo che tutto il tuo percorso sia inutile. Mi ha fatto pensare quello che hai scritto: “Ormai mi sento un estraneo in carcere e anche in un luogo fuori posto”. Ti copio una frase che ho scritto su Facebook un mesetto fa:

“Nei bagni pubblici della stazione Brignole qualcuno ha lasciato un fiore rosa. Bello, con i petali grandi, in un bicchiere di plastica tra un lavandino e l’altro. Io lo trovo più bello di un vaso di girasoli o di un campo di papaveri, semplicemente perché si trova in un luogo in cui nessuno si aspetterebbe di vedere un fiore. Per lo stesso motivo amo la bellezza dell’umanità che vive ai margini, perché credo che un fiore che sboccia nel degrado e nella sofferenza sia più colorato e profumato di qualsiasi altra pianta…”

Ecco, io penso che quel fiore ti assomigli e che si senta molto solo. Perché la sua bellezza è sbocciata in un luogo privo di fiori, in un luogo di cemento che i fiori li calpesta. Penso che l’entusiamo che hai messo nello studio, nella crescita, nella lotta per diventare una persona migliore ti renda più felice. Sia perché sei più consapevole, sia perché sei inevitabilmente più solo. Ma penso che la tua luce, il fiore che è in te, splenda più che mai in quel luogo di privazione e credo che tu debba essere fiero della tua battaglia e della costanza con cui porti avanti la tua, la vostra causa.

Sicuramente le altre luci che si spengono, specialmente quando sono luci grandi e belle come quelle dei fari che indicano la via a chi si perde in mare (come i miei pirati!), fanno male e fanno sentire soli e sperduti. Don Andrea, Franca e ora Margherita… E la sensazione che l’era moderna non ci donI più guide così importanti e significative. Tu credi di non credere, io credo di credere che in qualche modo continuino ad indicarci la strada, magari da quel cielo che amavano tanto.

Le parole che hai scritto sull’urlo di Munch mi hanno fatto riflettere: ho pensato alla ballata degli impiccati di De André, tradotta se non sbaglio da una poesia di Villon e dedicata ai condannati a morte. La conosci?
Ricordati che grazie a te e alla tua penna il vostro urlo non è muto… e che siamo in tanti a portarlo fuori, al di là delle sbarre che richiudono il tuo corpo ma non la tua anima.

Sono dispiaciuta di quanto mi hai detto sul Papa. Immagino la quantità di impegni che possa avere nel suo ruolo, ma credimi che anche il mio cuore si era illuso che sarebbe venuto a trovarvi!

Ho letto l’articolo “Malati di ombra” e mi ha colpito molto. Mi ha fatto ricordare “Notte da ergastolano”, ma l’ho trovato ancora più toccante, non ti nascondo che mi hai commosso. Quella lotta tra corpo anima e cuore, tra vita e morte, tra speranza e disperazione è così via che mette i brividi. Poi ho cercato online “La belva della cella 154”. Ho letto i primi due capitoli tutti d’un fiato perché non riuscivo a staccare gli occhi da quelle pagine. Mi sono affezionata subito a Nino, che sarà anche belva, ma il suo cuore lo ha sempre con sé, e mi ha colpito la tenerezza del suo legame con Silvestro. Non vedo l’ora che siano online le prossime puntate!
P.S.: Ti devo un grandissimo grazie per la foto di Zanna Blu. L’ho appesa sopra al mio letto, dove metto le cose a cui tengo di più, quelle vicino a cui mi piace addormentarmi.

Ti mando un abbraccio
Un soffio di libertà
Con affetto,
Giulia


 

 DA ALESSIA MALACHITI A CARMELO

 


17 Luglio 2013

Carissimi Carmelo e Nadia,
ho ricevuto il libro questa mattina, grazie di cuore ad entrambi, per il pensiero e per avermelo fatto avere!
Pensavo di farne una recensione per “InfoOggi” non appena avrò finito di leggerlo!

Grazie per i complimenti, mi fa piacere che il mio lavoro sia stato apprezzato e ci tengo molto a continuare a dar voce "agli uomini ombra".

Certamente diffonderò i link e mi terrò aggiornata! Devo fare i complimenti a Carmelo, ho letto i due estratti e li ho trovati davvero interessanti anche dal punto di vista della scrittura. Scrivi in modo coinvolgente e il lettore si immedesima in “Silvestro”, che raccoglie le confidenze di Nino.

Mi piace molto il fatto che sia il gatto ad ascoltare i racconti dell’uomo, perché in questo modo la narrazione può essere fatta in prima persona, è scorrevole e interessa il lettore. L’ascoltatore non da giudizi e Nino è libero di esprimersi con estrema sincerità. Gli esseri umani dovrebbero imparare ad ascoltare gli altri proprio come il gatto, per riuscire a capire il punto di vista dell'interlocutore a 360°, senza “sporcare” le confidenze che vengono fatte con giudizi.

Davvero complimenti, Carmelo! Continuerò a leggerti e ti farò sapere come procede la lettura del libro, che inizierò a leggere stasera stessa!
Continua così: non si deve smettere di sperare e dici bene, la scrittura è un'arma, anche molto potente, per sfogarsi. E' anche e soprattutto un modo per condividere con gli altri i messaggi che si intendono lanciare.

Nel momento in cui si scrive, una persona non è più “ombra”, perché il proprio messaggio viene condiviso, la propria vita e le proprie esperienze, tutto ciò che si sceglie di raccontare, verrà letto ed assimilato. Alcuni ne faranno tesoro, apprezzeranno, altri criticheranno ed altri ancora non capiranno. Ma quello che conta sul serio è che scrivendo ciò che sgorga dai propri pensieri, dal proprio cuore e dai propri ricordi, si è veramente liberi e non vi sono sbarre che possono limitare la scrittura.

Il mio personalissimo pensiero è che l'essere umano vive per condividere e tramandare ciò che conosce e ciò che sente: ognuno ha i propri mezzi, il tuo è questo e sei veramente portato. Chissà, magari se non stessi vivendo l'esperienza del carcere, non avresti avuto modo di scoprirlo. Penso che tutto accada per una ragione ed evidentemente, sei nato per scrivere e dovevi arrivare a questa scoperta!

Un caro saluto a te e a Nadia, che ringrazio di cuore per la spedizione del libro e teniamoci in contatto!
A presto!

Alessia Malachiti

 


 

DA GIULIA A CARMELO

25/05/2013
Caro Carmelo,
mi chiamo Giulia e ho la fortuna di essere genovese, in questo momento lo ritengo un grande privilegio, perché mi ha dato l’opportunità di conoscere, purtroppo sempre poco, Don Andrea Gallo.
Ieri sera eravamo tutti radunati nella sua chiesa, seduti per terra accanto a lui, cantando e suonando la chitarra, quando abbiamo letto la tua lettera. Ti scrivo per questo, per raccontarti che mentre leggevamo le tue parole in quella chiesa gremita, gli applausi ci hanno interrotto più volte e la commozione ha inumidito gli occhi di molti.
So che è una piccola cosa, ma spero ti faccia sentire un po’ meno solo.
Ieri sera prima di addormentarmi ho ripensato alle tue parole, al fatto che ti senti un’ ombra. Mi ha fatto impressione perché mentre ascoltavo le cose che hai scritto non c’era un’ ombra a comunicare con me, con noi, ma una persona, con tutti i pensieri, le emozioni e la complessità che ogni persona si porta dentro. Io posso solo immaginare le difficoltà della situazione in cui ti trovi, forse non posso nemmeno arrivare a pensare quanto l’assenza della libertà mini l’interiorità di un uomo. Ma credo che non esista una forza tale da strapparci la dignità umana e la stessa umanità, quella scintilla di vita che rende speciale ogni persona.
Ed il fatto stesso che tu scriva, che tu abbia visto nella figura di Don Gallo (o solo Andrea, se ti piace di più) un raggio di luce nel buio, significa che in te la vita scorre e splende ancora, in tutta la sua bellezza. Anche se non ti conosco, Carmelo, so che sto scrivendo ad una persona e non ad un’ombra.
Questo ovviamente non vuole giustificare o essere un attenuante per uno Stato che si definisce civile e che priva il suo popolo o parte di esso dei suoi diritti fondamentali nell’indifferenza generale. Con la scomparsa di Don Andrea tutti abbiamo perso un grande punto di riferimento ed immagino che il colpo sia ancora più duro per te e le persone che si trovano nella tua condizione, senza nessuno che stia dalla loro parte.
Non so se sei credente, io lo sono ed in questi giorni non ho pregato solo per chi ha bisogno d’aiuto, ma anche per chi questo aiuto lo vuole offrire. Perché si riesca ad andare avanti anche senza l’incoraggiamento del Don, nonostante insuccessi e difficoltà, nonostante una politica che ci rema contro. Spero di poter continuare i miei studi e di proseguire la mia esperienza nel sociale. Spero, un giorno, di poter fare qualcosa di concreto per te, per voi, di non dimenticare mai gli insegnamenti di Andrea e di avere la forza di lottare osando la speranza. E a te ti auguro si sentirti un po’ meno ombra e un po’ più uomo. Ti abbraccio.
Giulia

Stamattina, tra un Padre nostro e un Bella ciao abbiamo accompagnato al nostro pretaggio nel suo viaggio… gli ho mandato un saluto da parte tua, sono sicura che gli abbia fatto piacere.
 

 


 

DA EMMA A CARMELO

Ciao Carmelo, mi chiamo Emma. Ho 30 anni e vivo da tre mesi di corrispondenza. Il mio ragazzo è in carcere.
Da quando lui è recluso ho iniziato a documentarmi, leggere, capire e pensare. Purtroppo o per fortuna, solo quando ci sei "dentro" ai problemi inizi ad affrontarli, a conoscere la realtà delle cose. Io vivo in un posto dimenticato dallo Stato, dove lo Stato qui è uguale alla parola 'ndrangheta. Un posto dove la Normalità è essere "ddritto". Da quando lui è detenuto a Paola ho iniziato a capire la sofferenza, la solitudine che un uomo affronta in queste situazioni e ciò mi turba. Mi turba perché penso che la privazione della libertà sia come la morte, un lento attendere, un'agonia. Mi turba ancor di più, perché penso che il carcere non è la soluzione al male.
Il mio uomo, Lele si chiama, ha sbagliato, ha pagato non solo con l'arresto, ma con la coscienza, per il male fatto alle persone care, per questo tempo che nessuno gli restituirà. Lui ha capito, ha somatizzato l'errore, non ha bisogno della reclusione e ogni giorno in carcere lotta per i suoi ideali, aspettando la libertà!
Ho sempre giudicato l'ergastolo una pena esagerata, una tacita e "legale", lenta, pena di morte. Ora ho capito di più che nella vita si commettono errori enormi, errori da cui non si può tornare indietro. Ho capito che da questi errori si impara e si cambia e che tutti abbiamo bisogno di una seconda possibilità anche se la società bigotta in cui viviamo non lo pensa. Forse queste parole le avrai già sentite, lette e rilette ma sapere che c'è una persona in più che lotta per un futuro di libertà, forse per te, per gli altri, un ulteriore sostegno. Ti auguro la libertà Carmelo.

Emma
31 maggio 2013

 


 

DA FRANCESCA A CARMELO

Caro Carmelo,
spero che l’atto pilota di Pugiotto atterri all’ aeroporto giusto, ma soprattutto che entri nelle coscienze di chi si appresterà a leggerlo, perché qui con le persone, le istituzioni si va sempre più in alto, però l’apertura mentale, che non è una frattura del cranio, resta sempre limitata e limitante in un paese di vecchi dove la vita inizia a settant’anni!!! Non vorrei cadere nel polemicismo esasperato, ma tant’è. In un paese cattolico, unico paese al mondo dove vive un Papa esistono di queste mostruosità e anche cose peggiori tenendo conto della situazione che stiamo vivendo a livello politico e governativo. Esistono politici che hanno coraggio di dire che stanno perdendo la dignità coi miliardi in tasca e altrettanti rubati, ma nessuno si accorge della dignità che un popolo intero sta perdendo. Nessuno tiene conto dell’ergastolo, nessuno tiene conto della precarietà lavorativa dei giovani. L’ergastolo dicono che è tema difficile, che apre ferite, crea resistenze, ma a quanto pare anche altri temi, per altre ragioni sono improponibili, è tutto improponibile e per ogni ambito cercano la giustifica più appropriata. Ci sarebbe bisogno di una bella ventata di freschezza, di rinnovamento, di evoluzione umana in ogni senso. Giacomo Leopardi, in un discorso sulla vita diceva “Non bisogna desiderare la vita in sé, ma la vita per quello che potrebbe dare”, oggi la vita, le istituzioni non danno, tolgono, la società toglie, toglie sogni, possibilità, aspirazioni, desideri e soprattutto libertà. C’è lotta competitiva, sopraffazione, lotta per gli interessi. Cosa potrebbe dare la vita agli Uomini Ombra? A volte leggo il tuo diario, e provo dispiacere perché non si può rimanere indifferenti davanti alle vite, davanti alle persone, altro che cristianità, la cristianità a volte sembra essere fatta solo di parole, di tante meravigliose parole esteriori e plastificate. Per me il mondo è privo di marchi, per me il mondo è di tutti, per me il mondo è aprirsi agli altri, a tutte le religioni, a tutte le ideologie, credere nella propria accettando l’altro, comprenderne le esigenze e necessità. Non devono esistere cristiani da salotto, dice il Papa, ma esistono solo quelli, e che necessità hanno i cristiani da salotto di uscire dalle loro tane per respirare il senso della vita? Sono circondati da ori, argenti, dipinti enormi che affrescano intere pareti, in una dimensione lontana e distante da ogni forma di essere, distributori di parole come distributori di benzina, parole alle quali non credono perché se poi li metti di fronte alla realtà, trovano sempre la scappatoia. Gli ideali sembrano smarriti, persi, perché ognuno cerca di trarre profitto dalle cose per un fine egoistico, per secondi fini ed è perso il senso della volontà, della gratuità, bellezza e generosità, per lottare per un ideale, per qualcosa in cui si crede e si spera. C’è carenza di onestà nei sentimenti. Ma cos’è la vita? La vita è il viaggio di uno zoppo, un infermo, che con un gravissimo carico sul dosso per montagne ertissime e luoghi sommamente aspri, faticosi e difficili, alla neve, al gelo, alla pioggia, al vento, all’ardore del sole, cammina senza mai riposarsi dì e notte in uno spazio di molte giornate per arrivare a un precipizio o un fosso, ed ivi inevitabilmente cadere. La poca considerazione che godono i giovani da parte dei politici, il loro comportamento ottuso ha una sola conseguenza: la degenerazione di una forza sana e produttiva in un fuoco elettrico che non si può sopire, perché i giovani sono forti e vengono ostacolati forse per provare in loro quella forza di ribellione spinta da una vecchiaia sempre trionfante che sembra non diventare mai caduca, neppure a novantanni. Caro Uomo Ombra, la notte scorsa ti ho sognato, eri sorridente e le sbarre erano alle tue spalle, eri libero. Al risveglio ho pensato che chissà, magari il mio sogno sarebbe un presagio di ciò che sarà, lo prego e lo spero per te e la tua meravigliosa famiglia. Mi sono sempre piaciuti i finali delle favole, e qualcuno mi piacerebbe che si realizzasse realmente “Carmelo, visse felice e contento insieme alla sua bellissima famiglia!” Con il cuore ti abbraccio e spero per te, il meglio.


francesca torricella
20 maggio 2013

 


 

DA ANNA A CARMELO

Ciao Carmelo, innanzitutto, voglio ringraziarti per tutte le belle parole nei mie confronti.
Grazie.
Spero di trovarti bene e che i tuoi familiari, soprattutto tuo figlio, abbiano risolto un po’ di problemi. Continuo a leggere quello che scrivi su internet, sai i Radicali hanno indetto un nuovo sciopero della fame della durata di 5 giorni (è cominciato il 24) proprio per risolvere il problema GIUSTIZIA.
Forse qualcuno si degnerà di migliorare le condizioni delle nostre patrie galere, dai Carmelo pensa positivo almeno fallo per i tuoi nipotini.
Racconta loro la leggenda dello scorpione:
- Lo scorpione deve attraversare un torrente e non sapendo nuotare chiede alla rana di portarlo sull’altra riva, la rana da prima rifiuta:
“Fossi pazza, se ti faccio salire sulla schiena, poi tu mi pungi a morte!”. Lo scorpione risponde: “Se ti pungessi morirei pure io che non so nuotare”, la rana si convince, lo fa salire sulla schiena e a metà del percorso punge la rana inniettandole il suo veleno, la rana prima di morire gli dice: “Perché l’hai fatto? Ora morirai pure tu” risponde lo scorpione: “Lo so, ma io devo seguire il mio istinto, il mio destino…”
La morale la conosci già.
Ognuno di noi deve seguire il proprio istinto, il proprio destino, se così lo vogliamo chiamare. Anche se spesso ci causa sofferenza e dolore.
Ma sai la mente umana è un organo sorprendente.
Ci protegge quando non possiamo farlo da soli.
A volte quando soffriamo per un dolore e questo diventa troppo forte da sopportare e va troppo nel profondo, dobbiamo arrenderci ad esso, lasciarci mettere ko e farci trascinare giù, giù. Giù.
Quando tocchiamo il fondo, stiamo lì a riposare in un posto tranquillo per un po’.
Poi quando il dolore si attenua e siamo pronti ad affrontare il mondo, torniamo in superficie.
Perché per riuscire ad andare avanti bisogna prima sprofondare nel proprio dolore, ma il dolore può presentarsi in modi molto diversi.
C’è quello che ti lascia stordita e c’è il dolore che spacca il tuo mondo a metà.
E poi c’è un altro genere di dolore, che non sembra affatto quello che è. È come una minuscola scheggia, una spina che non sai neanche di avere finché non scava talmente in profondità che l’unico posto dove può finire è la tua anima.
Questo, secondo me, è il dolore peggiore di tutti, perché ti rendi conto di soffrire, ma non sai perché.
Forse perché la sofferenza è pazienza, sopportazione, rassegnazione. Ed è proprio quando impari a conviverci che capisci che è ciò che crediamo di noi stessi che determina ciò che gli altri vedono di noi.

In te si vede tutto il percorso che hai fatto,
BRAVO CARMELO.
Ora ti saluto perché vado a lavorare; “lavorare” si fa per dire, lavoro ad interim, che chiamano a giornata, sono una cuoca, ho lavorato per vent’anni in mense scolastiche, ospedali, mense aziendali…
Ora sono un esclusa… PAZIENZA.
Ciao Carmelo a presto.
Un bacio a tutta la tua bellissima famiglia che continua a sostenerti.

Anna
26/03/2013
 

 


 

DA LUCA A CARMELO


Caro Carmelo,
grazie per la bella notizia. Complimenti! Secondo il mio modo di vedere ho sempre considerato il 27 un voto bellissimo.
Quando ero all'università con 27 stappavo lo champagne... qualche volta ho anche preso anche 30 ma preferivo i 27 o i 28 perchè la perfezione non è di questo mondo e io sapevo che non era possibile sapere tutto e pertanto in tutta onestà lo consideravo piu adeguato alla mia reale preparazione e poi perchè consideravo il 30 un po' un voto da secchioni per cui il 27 mi era più simpatico. E poi quello che conta nello studio è l'amore con cui si studia, e che visto che a te nessuno ti obbliga se studi sicuramente è anche perchè hai amore per la Scienza.
I miei complimenti anche a tua figlia, se li merita veramente considerando le difficolta e gli ostacoli che la vita gli ha posto davanti (le suddette considerazioni sul 30 come voto un po' "antipatico" ovviamente non valgono nulla nel caso siano i figli a prenderlo).

Zanna Blu è bellissimo, mi è piaciuto moltissimo sia il personaggio, che il racconto, un bellissimo messaggio d'amore che ho letteralmente sbranato in 2 giorni (qualche brano mi ha fatto venire da piangere) e che sto rileggendo insieme a mio figlio Matteo di 11 anni che ne è entusiasta e che lo ha scelto come libro di narrativa da commentare a scuola; pertanto aspettiamo nuove serie. Complimenti anche alla narrativa, a mio parere molto fluida e moderna. Penso che verrebbe bene anche a fumetti o a cartoni animati.
Grazie di cuore. A te per averlo scritto e a Nadia per avermelo inviato.

Inoltre dopo averlo letto ho come l'impressione di conoscerti meglio. Di essere entrato in contatto profondo con la tua anima libera e aperta. Quella che mai nessuno è riuscito a rinchiudere, quella che sa amare e che riprende a viaggiare ogni volta che chiudi gli occhi, portandoti oltre le mura che limitano i movimenti del tuo corpo. Quella stessa che riesce a comunicare con Zanna Blu e con il resto del mondo attraverso la "Luna". E che è riuscita ad arrivare persino a me colmando il mio cuore di tristezza e di gioia allo stesso tempo.

Scrivi Carmelo, scrivi ancora! ti prego... Vale la pena di tentare, visto che ti riesce così bene. Sento che potrebbe veramente essere la tua chiave. La chiave che oggi consente alla tua anima di uscire e viaggiare. La chiave che sta facendo crescere Carmelo a dismisura abbassando in torno a lui le mura che lo rinchiudono. La chiave che un giorno potrebbe, se ci credi, persino aprire la porta della cella verso la tua libertà. E verso la libertà di molti altri.

E se in questi giorni, ogni tanto, per caso senti come una sensazione di leggerezza nel cuore, che ti fa sentire un pochino più libero dentro, chiudi gli occhi e immagina di camminare libero e leggero in un bel prato verde. Perchè ogni tanto vado a camminare su un bel prato verde per te, cercando di mandarti le immagini e le sensazioni di quello che vedo, attraverso la "Luna". Guardando gli uccelli nel cielo azzurro e pensando a te. E a quando anche tu lo potrai finalmente fare insieme al tuo corpo. E per te sento il vento tra i capelli e sulla pelle, respirando il profumo primaverile di fiori colorati che salutano il Sole. E mi sento fiero di poterlo fare per te. E di poterti in qualche modo aiutare ad alimentare in te la Speranza.
Affinchè tu a tua volta possa offrirla ad altri moltiplicata dal Grande Amore che è in te.

un abbraccio forte
Luca

 


 

DA CINZIA A CARMELO



Caro Carmelo, come stai?
ti invio le mie osservazioni a caldo sul tuo romanzo che non appartiene ad un solo genere ma è una sorta di "contaminatio" letteraria. Si può leggere come un romanzo o una serie concatenata di racconti.
Il racconto mitico è forse quello prevalente. Zanna blu è un mito perché immortale nella sua natura mortale. Le sue avventure rocambolesche ed esagerate sono accettate e diventano consuete nella loro eccezionalità perché Zanna blu agisce in uno spazio mitico, ciclico, ripetitivo. Ogni racconto riprende nel suo incipit il finale del racconto precedente e lo rende unico e ritmato, sincopato nella sua oralità, si può interrompere, ma riprendere come quando si affabula o si canta o si ama.
C'è lo spazio propriamente poetico, le poesie potrebbero essere dei cori di tragedie, espressioni dell'io più profondo di Zanna, sono meravigliosamente intense e alate. Dovresti scrivere poesie, se non l'hai già fatto, perché la poesia può trasfigurare la realtà e trasportarla in un mondo altro con i simboli, le immagini, colpire nell'intimo, trasmettere visioni.
C'è infine il rapporto con lo scrittore Carmelo, deus ex machina dei racconti mitici, tirannico, geloso, onnipotente, che sposta l'attenzione da Zanna alla sua condizione. Infatti lo scrittore irrompe, intruso e si crea uno spazio anche letterario. Padre della creatura che non può esistere senza di lui, nonostante cerchi una sua autonomia e libertà dalla penna, voglia vivere di vita propria. Alla fine si riconciliano e la famiglia di Zanna diventa la sua famiglia e lo libera liberando se stesso.
E poi... ma questa è un'altra storia...

Cinzia
Aprile 2013

 


 

A ZANNA BLU

 

A sera,
sorgeva la luna,
ad illuminare
l’ombra di una cella:
LUPA BELLA!
Bianca la coda di
Zanna Blu
Legata all’estremità
del cuore.
Occhi neri,
incisi nell’anima
in cerca d’amore!
Prigioniero del male,
di sbarre,
di fili spinati,
di grate,
di cancelli,
di coltelli.
Il carcere
rinnova il ricordo
ossessivo dell’errore,
canto ripetitivo del
dolore!
Dita infilate
sulla rabbia
che divora la fame
di vendetta.
L’Assassino dei Sogni
sussurra “Il buio della
Tomba del male ti aspetta,
Ombra prediletta!”
Il sangue scorre
sulle vite spente
che riposano,
giacenti nelle bare.
Corpi spezzati, flagellati,
vittime di reati
di delitti efferati
accolti da Dio.
Tribunale del cielo,
giudice di Divina Giustizia!
La favola è la morale
di un male ingiusto a catena
di un burattino
Perso nel mare dell’esistenza
che nuota in cerca di salvezza
che si dimena
ingoiato dalle fauci di
una balena.
Nel suo ventre
ritrova se stesso,
il bene smarrito,
luce dell’infinito
che lo abbraccia.
E tu, o Lupo
che lecchi le tue ferite
all’ombra della tua gabbia,
leggi nel tuo domani,
una vita riflessa
in un tunnel senza uscita.
Tu,
che ululi,
Tu,
che implori la libertà,
il perdono,
muori dal desiderio
di tornare ad essere
un UOMO!

francesca torricella
Roma, 24.01.2013

 


 

DA FRANCESCA A CARMELO

 

San Salvo, ( il paese ha un bel nome)
15.1.2013

Caro Falco dalle ali spiegate,
leggo le tue lettere cariche di proteste, una voce che si ribella contro le ingiustizie di questo mondo sì duro, ingiusto e umano. (…) Innanzitutto con questa lettera voglio aprire a te le porte di questo nuovo anno, con la speranza bastarda che ci doni cose positive. Il 2012 ci ha lasciato, e a me ha portato in regalo te, Nadia e i miei versi, anzi i nostri versi … e quando la vita ci dona persone che ci vogliono bene, siamo ricchi perché le persone danno tanto, anche se danno il negativo, danno comunque qualcosa, quel qualcosa che ci aiuta a riflettere, a capire, a migliorare ogni giorno. Gli Uomini Ombra sono venuti ad abitare la mia anima, sono venuti a bussare alla porta del mio cuore e hanno mostrato ai miei occhi una realtà ignota e hanno detto “ francesca, non vedi? Siamo qui, aiutaci, abbiamo bisogno anche di te!” I propositi della mezzanotte del 31 dicembre, sono tanti, e tutti positivi, anche se siamo consapevoli che in fondo il nuovo anno sarà come noi lo riempiremo, come riempiremo i fogli bianchi dei giorni che passano, come sarà il clima che il cielo ci offre, ciò che accadrà che non potrà essere da noi previsto o prevedibile … Quando in ogni goccia di pioggia che cade, noi vediamo riflessi microscopici pezzi di mondo come specchi di vita depurata che scroscia a terra e zampilla e s’infrange nell’umanità, sappiamo che piove e apriremo l’ombrello, quando ci sarà il sole, apriremo le nostre braccia al cielo e anche le stanze delle celle, quando i raggi filtrano, accendono i cuori di quanti li abitano, il tuo albero si prepara ad una nuova fioritura, e continuerà a donarti la sua ombra. Come sarà il nuovo anno?Trascinerà con sé questa storia già in fieri, il racconto continua, gli uomini di potere invecchiano, le pagine della storia si macchieranno di nero inchiostro, il potere incanutisce senza abbandonare mai quello scettro, e forse alcuni politici continueranno a governare la nostra Italia, anche quando, ormai defunti, lasceranno sul trono un testamento con disposizioni governative che il popolo voterà e se otterrà consensi, anche dopo il loro decesso, il governo, sarà gestito dalle bare di coloro che hanno lasciato il mondo, ma che hanno radicato la loro forza su questo paese. Sono agonizzanti gli italiani, sono morenti. Quale ergastolo c’è per alcuni politici, governanti di Stato, uomini immorali, cavalieri di donne odoranti di santità con ogni peggiore offesa per tutti coloro che santi lo sono diventati davvero per aver aiutato qualcuno, per aver amato, per aver dato … che hanno ridotto un popolo alla fame, distrutto i sogni dei giovani, la cultura è diventata monopolio delle classi più abbienti e in prossimità delle elezioni forse predicano che toglieranno l’imu, ma poi ci massacreranno in altri ambiti, gli italiani che nel quadro della mia mente sono pesci che stanno già abboccando il bigattino con l’euro attaccato sulla estremità della canna da pesca, non ancora comprendono e si rendono conto che c’è dietro quell’euro e quel carnefice bigattino: si cela un amo che serve per uccidere, affinchè, loro, uomini pescatori, si soddisfino del loro pregiato alimento da mettere sulla graticola, o da cuocere in zuppa, magari affondandoci anche qualche crostino di pane abbrustolito. E già, qualcuno, anni e anni fa, lo aveva già detto, il suo nome era Massimo D’Azeglio “L’Italia è fatta, ora dobbiamo fare gli Italiani”, e fu così che gli Italiani non si fecero mai e dai tempi di quei tempi, sono ancora in costruzione!!! La verità non prospera che al sole e oggi qui c’è n’è stato tanto di sole, benché siamo in gennaio, ma Carnevale è ormai alle porte e gli italiani anche quest’anno si vestiranno da pagliacci coi loro abiti goffi e larghi e coi loro nasoni rossi che iniziano a diventare piuttosto collodiani, lunghi e appuntiti.
Caro Falco, tu voli e io con te, si vola, si protesta, si vive e si va avanti … Chissà se le nostre menti folli e ribelli riusciranno a muovere anche una sola goccia nell’oceano … Mi piace parlare con te perché mi sento libera anch’io della mia prigione invisibile, spontanea, e posso sognare, parlare, sperare perché avere qualcuno con cui potersi esprimere è libertà ... Combatteremo con la lancia l’ingiustizia giorno e notte come Sancho Panza e Don Chisciotte!!! Dunque, nessun ergastolo ostativo per alcuni uomini di Stato nonostante abbiano distrutto un popolo, nonostante tutti i soldi rubati, nonostante tutto … e neppure Hitler meritò l’ergastolo ostativo e a seguire, neppure Mussolini, e neppure per altre persone che nel nostro governo sono travestiti da angeli con truffanti ali. Tutte persone di valore e di grande prestigio sociale. A casa mia, il cenone di Capodanno inizia dopo il discorso del Presidente della Repubblica!!!A volte mi chiedo, chissà come mai i nostri politici non vengono considerati arteriosclerotici, anzi li fanno parlare a momenti anche dalla stanza della rianimazione, chissà che non gli offriranno il microfono anche dal reparto di terapia intensiva, per rivelare agli Italiani le loro immense idee sullo sviluppo del paese. Caro Carmelo, caro essere umano in catene, tutto il mio discorso ironico, per ridere e disperare insieme, vuole farti compagnia, e vuole offrirti la mia amicizia, facendomi paladina di te, dei deboli e delle problematiche che affliggono le loro vite … Sono felice che presto potrò pensare non più un’ombra, ma un uomo in carne ed ossa che vive al margine di una società cieca e agonizzante in un sistema a catena che ci sta travolgendo tutti. Non ci abbatteremo, dobbiamo resistere ed essere positivi, il dono dell’umorismo, dell’ironia, del saper giocare anche delle più crudeli realtà è la medicina più giusta che uccide ogni male, ogni sofferenza … Ti lascio con un benvenuto e non con un saluto, i saluti mi hanno resa sempre molto triste, perciò benvenuto Carmelo in questa mia vita, in questo mio cuore, in questo nuovo anno ancora tutto da vivere e da scoprire …

Un affettuoso e carissimo abbraccio, e il più grande dei miei sorrisi.

francesca microba e folle, ma tanto viva…

 


 

PORCILAIA*

 


Nei gesti
e segni
sfoglio
le pagine
della vita
fra simboli
nei muri
leggo
l’umanità
delle persone
che sono passate
ascolto
e vedo
le ombre
dei fantasmi
ormai liberi.

All’angolo della vita
dietro
un muro
dentro
uno specchio
mi cammino
addosso
e sento
le onde
dell’universo
dell’amore
e della vita …

Carmelo Musumeci
Cella di punizione – Nuoro 2004

 

* così è chiamata dai detenuti la cella liscia
 


 

PER L'ETERNITA'

Un ombra
nient'altro
fra muri
cancelli
fili spinati
blindati
sbarre
grate.

Solo ombre
sbattute
da una parte
all'altra
un anno
dopo l'altro
senza fine
per l’eternità.

Carmelo Musumeci
Settembre 2012


 

NATALE 2012: DA FRANCESCA A CARMELO

E’ Natale, guardo il presepe scolpito coi pastori, appena giunti alla stalla di Betlemme … Pace nella finzione e nel silenzio delle figure di legno, mi tornano in mente i versi di Salvatore Quasimodo che terminano con un dubbio incessante “Chi ascolta il pianto del bambino che morirà poi in croce tra due ladri?” Natale, è il giorno delle domande, è il giorno degli interrogativi che noi tutti rivolgiamo al Signore. Natale è giorno di consolazione, di ascolto, è giorno di riflessione, è il giorno in cui ognuno di noi nella propria esistenza vorrebbe che qualcuno rinascesse per festeggiare la gioia del Salvatore del Mondo, un giorno di mancanze, un giorno in cui la nostra anima guarda sé stessa e davanti a Gesù Bambino, quasi con le lacrime agli occhi, chiede perdono. Noi tutti, ci togliamo le nostre maschere, ci spogliamo davanti al Signore, mostrando il nostro spirito imbrattato di tante angolature nascoste tra le pieghe del nostro essere racchiuso in un corpo. Signore, salvaci, mostra ai detenuti il tuo volto, folgora di luce immensa le loro celle, offri loro una speranza per il domani, un domani in cui possano dimostrare all’umanità i segni del tuo amore, affinché anche loro possano seminare, liberamente, granellini di bene sulla terra di questa umanità, dai quali possano nascere querce edificanti e rigogliose capaci di affondare nel terreno radici robuste e forti. Signore, accarezza i loro volti, infondi pace nei loro cuori, e in un mondo di imperfetti fa che ognuno, umilmente, sappia riconoscere i propri errori. Caino uccise il fratello, ma quale fu la pena? A lui non fu concesso l’ergastolo e il Signore disse “Chiunque colpirà e ucciderà Caino, subirà la vendetta per ben sette volte”, Caino venne allontanato, ma non recluso, il vangelo insegna che il male va arginato. E forse noi uomini, che condanniamo le persone alla pena di morte viva, potremmo subire vendetta per ben 7 volte, allora Signore, da questa terra, se così fosse, nessuno sarà salvato. In un mondo di ergastolani, in un mondo già prigione, libera i corpi di quanti supplicano uno spazio più ampio dove poter esprimere loro stessi in questa vita il cui tempo divora i giorni che voltano pagina in un battito di ciglia. Caro Gesù, se i detenuti sono in carcere, forse è anche colpa mia, forse sono stato io a renderli cattivi, poiché con l’irruenza, li ho privati di quell’amore di cui avrebbero avuto bisogno, perché seppur facendoci a tua immagine e somiglianza, sei tu l’unico, e non essendo degno del tuo nome, spesso non ho saputo comprendere e capire le necessità di chi mi era accanto. Le ingiustizie divorano il mondo, se l’autore del “diritto”, che talvolta mi viene spontaneo chiamarlo “Storto”, è l’uomo, applica tu la giustizia vera. Non so, se posso dire che esista una giustizia, ma l’unico giusto sei tu, quando in un soffio di vento, ci trasformerai in nulla, o in angeli invisibili nascosti tra le nuvole di un cielo di cui nessuno, a parte te, conosce le origini, ci rendi tutti uguali. Saremo cenere, o ci condurrai in un’altra prigione in cui, giudicando i nostri peccati, ci infilerai nel dantesco girone in cui meritiamo di essere. Signore, tu conosci il perdono, infondilo anche nel cuore di ogni uomo, tu ci ami tutti. Solo tu, sai accogliere tra le tue braccia i dimenticati di questa società, sai accogliere i dolori di questo mondo, i peccati, piccoli e grandi che siano. Accogli le malattie di quanti soffrono nella mente, nello spirito e nel corpo. In questo giorno, facendomi piccola anch’io, mi soffermo davanti alla tua mangiatoia, e non porto oro, incenso, neppure mirra. A questo hanno pensato i re Magi, oggi, con le lacrime agli occhi, offro il mio cuore a te, e dentro ci ho racchiuso i cuori di tutta l’umanità affinché tu possa sanarli, affinché tu possa renderli più buoni, più comprensivi. Perché se al male non c’è mai fine, neppure al bene ci sarà mai fine. Mescola il bene e il male, fa di questa mescolanza un cerotto capace di ricondurre in una condizione di neutralità le ferite del mondo. Signore, quando la sera scende il buio, e i volti degli uomini ombra si nascondono in questa misteriosa oscurità, svelando al silenzio i loro segreti, in quel silenzio in cui solo tu ti riveli, ascoltali e fa che il giorno dopo i loro occhi siano asciugati dalle tue parole immense di speranza, conforto e consolazione, perché solo tu, sai dare un senso al nostro vivere, ti prego, lancia un segnale nei volti di quanti essi incontrano, nei volti dei giudici, nei cuori di quanti governano e di tutti coloro che per scelta vocazionale hanno deciso di servirti perché solo tu sei amore, verità e vita.

francesca

p.s. Rosso è il Natale, rosso è il sangue di Cristo, rosso è il cuore, rosse sono le nostre ferite…

 


 

QUANDO SCENDE IL BUIO

 

Quando scende il buio
scende la tristezza.

Quando scende il buio
fermo tutti i miei pensieri
per nascondere
i giorni più belli.

Quando scende il buio
sfoglio le lacrime
per scegliere
le più azzurre.

Quando scende il buio
cammino sui i miei ricordi
sento il rumore del mio cuore
e la voglia di fuggire mi fa sorridere.

Quando scende il buio
penso che qualcuno
da qualche parte
pensa a me.

Quando scende il buio
la mia mente si riempie
della voglia di vivere
e di amare.

Quando scende il buio
ho paura di vedere nascere
un nuovo giorno
di speranza.

Quando scende il buio
riesco a amare
la sofferenza
in attesa del domani.

Quando scende il buio
scende la tristezza.

dicembre 2010
carmelo musumeci


 

DA FRANCESCA TORRICELLA A CARMELO

 


 

San Salvo, 22-10-2012
Caro Carmelo,
è una gioia accendere il pc, guardare nella cassetta delle lettere e trovare la tua posta per me. Mi rende molto felice. La tua presenza ha dato un senso alla mia vita, e ti voglio molto bene.
A volte, sogno l’impossibile, vorrei fare di tutto pur di renderti libero e non mi arrenderò … Sono una sognatrice di stelle che lotta per l’impossibile. La migliore facoltà in assoluto è la facoltà di Amorologia, dovrebbe essere un percorso obbligatorio e gratuito che tutti dovrebbero condurre. Se ho partecipato al concorso di poesia, l’ho fatto solo per te. Tu hai animato i miei pensieri, i miei versi. Versi e pensieri che non sarebbero mai nati se non ti avessi conosciuto, incontrato e solo la mia dannata curiosità mi ha spinta fino a te. La sera accendo il pc e vengo a trovarti sul tuo sito, dove risiede la tua anima, dove risiede il tuo cuore, dove risiede la tua voce, dove risiede la tua vita, dove risiede la tua attività, il tuo pensiero e il tuo tutto. Mi ha commosso leggere la canzone di compleanno per tua figlia…Anche i tuoi versi sono molto belli e hanno un senso profondo, racchiudono un soffrire, infondono note malinconiche racchiuse in un mare di tristezza e di speranza, di consolazione e allegria. In poche righe direi: “Carmelo è libertà del cuore, pensiero e speranza! Carmelo è diritto, spirito sussistente! La speranza può essere nociva, talvolta bastarda, ma necessaria quasi quanto l’aria che respiriamo e dà vita, dà quella forza che aiuta a superare le montagne perché nel suo orizzonte, e oltre di esso non vi è mai fine. La speranza ha gli occhi verdi, è un essere ammaliante, ti guarda sorridendo, offre consolazione, stimola l’animo umano, quasi lo stuzzica, è molto attraente ed è una dinamica palestra che incita al faticoso movimento. Se ci arrestiamo, e non seguiamo quel suo sguardo, quei suoi dolcissimi occhi di prateria furbescamente disegnati sul suo astratto volto, siamo come morti perché nulla avrebbe senso. Il tempo smetterebbe di avere continuità, tutto si arresterebbe, il fare diventerebbe qualcosa di pesante e consuetudinario, qualcosa di limitato e prigioniero dell’impossibilità. E nella vita si gioca per vincere e non per partecipare, perché se anche lì non ci fosse la speranza del vincere, il partecipare non avrebbe senso. Chi dice di aderire a qualsiasi iniziativa solo per partecipare, si nasconde semplicemente dietro un dito. Poi se partecipi e non vinci, rimane sempre la speranza di aver partecipato per vincere e non ci sei riuscito, ma a quel punto anche il partecipare acquista un suo valore, l’uno non avrebbe ragione di esistere senza l’altro. Il fine settimana sono a Roma, seguo un corso di preparazione all’esame, un corso duro, faticoso che spero mi faccia raggiungere l’obiettivo sofferto e sperato. E io vorrei chiedere, eventualmente, se supererò l’esame, un permesso perché vorrei renderti partecipe e omaggio alla mia festa. Ti voglio tra i miei invitati. Ci proverò, voglio iniziare questa sfida … Il cuore di qualcuno dovrebbe pur diventare carne vivente che pulsa e palpita ritmi umani. E io non vorrò rinunciare alla tua presenza. Voglio fare da grancassa alla tua voce, voglio essere la tua Eco, chissà, magari in due si riesce a convincere meglio e tentare non nuoce mai. Tra i miei difetti sono molto testarda, ostinata, e questo mi ha concesso di non arrendermi mai, ma sono anche molto tenace. E’ vero, sono buona, e spesso le persone approfittano di questo e posso dire che la mia profonda sensibilità spesso mi ha molto ferita e fatto molto male. Tutto passa, anche se vivo un momento faticoso, penso ai mali di questo mondo, alle situazioni peggiori e queste leniscono le mie ferite, mi fanno sentire molto meglio. Siamo come barche nel mare, gabbiani in volo verso cieli sconfinati che spiegano le loro ali sulle onde di un moto acquoso spumeggiante e tormentato, che fanno sempre gli stessi giri, roteano su questa immensa distesa d’acqua e poi quando arrivano le tempeste vogliono trovare un rifugio dove trovino pace, anche se come dice una bellissima poesia di Vincenzo Cardarelli “Il loro destino è vivere navigando in burrasca”. Quando capita qualcosa che ci fa male, o ci rende tristi, ci sentiamo come affondati, come seduti in riva ad un fosso, tutto si ferma, qualcosa dentro ci colpisce il petto e ci fa male e non sappiamo cos’è, sentire è diverso dal dire, a volte sentiamo, ma ciò che sentiamo non si riesce a spiegare. Grazie di esistere, Carmelo. Ti abbraccio più forte che posso e spero presto di venirti ad abbracciare di persona, grazie per avermi rassicurata anche riguardo al concorso, quando mi daranno il sito su internet, io vorrei renderti omaggio di questo, infatti ho detto anche a Nadia. Nella mia biografia voglio parlare del mio incontro con te e inserire il tuo libro e la mia recensione, spero possa esserci d’aiuto.
Con umano e grande affetto.
Francesca

 


 

DA AGNESE MORO A CARMELO

Caro Carmelo,
sono stata molto felice di presentare il tuo libro così pieno dei tuoi sentimenti e della tua vita. E’ bello condividere con te, attraverso quelle pagine, il che tuo dolore e la tua gioia. Leggerò molto volentieri il tuo nuovo libro e ti dirò, con la sincerità che c’è tra gli amici, quello che ne penso. Fammelo leggere nella forma che ti sembra più opportuna.
Hai una bellissima figlia, dal cuore gentile e sincero. Ti ama profondamente, e quando si ama così vuol dire che si risponde a un amore che si è ricevuto. Ti farà certamente piacere sapere quanta stima lei abbia per te e come ti consideri la guida della sua vita. E’ un bellissimo risultato per qualunque genitore; tanto più per chi, come te, lo fa nelle condizioni più difficili.
Nadia mi è piaciuta tantissimo. Ci siamo trovate subito. Mi piace la sua intelligenza, il suo senso dell’umorismo, la sua ironia e auto-ironia, la sua profondissima umanità. Sono certa che ha tanti momenti di sconforto e di buio, ma che questo non diminuisce la sua volontà di essere viva, di amare Dio e gli altri, con profondità e sensibilità tutta sua. Non cade mai nella retorica ed è coinvolta davvero in quello che fa perché sente le vostre vite come la sua vita.
E che dire di suor Grazia? Che persona tenace, profonda, piena di passione e di affetto. La sua fede e la sua scelta di vita non si traducono in chiusura, ma in calore. E mentre fa qualcosa per noi ci ringrazia come se fossimo noi a fare qualcosa per lei. Fa parte di un gruppo di suore che davvero fanno onore all’abito che portano e alla scelta di vita che hanno fatto.
Mi è piaciuta molto la lettera che le hai scritto e che è stata letta quel giorno. Carmelo, vivi una situazione tremenda, ma non sei solo. Anzi, le persone che ti sono vicine sono davvero meravigliose.
Aspetto allora di leggerti. Coraggio.

Un abbraccio
Agnese Moro

Maggio 2012

 


  

OMBRE

 

Ombre orfane
di futuro
silenzio vuoto
fuori di me.

Ombre gettate
vive
silenzio ignoto
dentro di me.

Ombre in pena
per sempre
silenzio di morte
intorno a me.

Ombre buie
come la notte
silenzio nel cuore
accanto a me.


Carmelo Musumeci
Carcere Spoleto giugno 2012

 

 


 

DEDICATA  A  FRANCESCA DE CAROLIS



 

Dovremmo dire grazie ai nostri errori perché ci ricordiamo i nostri limiti.   (Carmelo Musumeci)

“Urla a bassa voce”

Francesca, siamo noi, gli uomini ombra,
in lotta per la vita
i nostri cuori ti dicono grazie
di avere dato vita alle nostre ombre
di averci voluto bene
scrivendo “Urla a bassa voce”.

Francesca, siamo noi, gli uomini ombra,
respiriamo senza vivere
non abbiamo modo di rimediare al male
guardando indietro, tanto varrebbe
aiutarci ad andare avanti
i nostri cuori ti dicono grazie
di averci mostrato la strada
scrivendo “Urla a bassa voce”.

Francesca, molti uomini ombra
oltre la speranza hanno perso
la forza di lottare
i nostri cuori ti dicono grazie
di averci dato la tua voce
la tua forza
scrivendo “Urla a bassa voce”.

Francesca, molti uomini ombra
vorrebbero rimediare al male fatto
ma nessuno ci dà la possibilità
i nostri cuori ti dicono grazie
di averci provato tu
scrivendo “Urla a bassa voce”.

Francesca, siamo noi, i cattivi colpevoli per sempre
non ti nascondiamo che a volte la libertà
ci manca così tanto che stiamo da cani
ci sono giorni che vediamo le cose per quelle che sono:
non riusciremo mai ad uscire
anche per questo i nostri cuori ti dicono grazie
per averci aiutato a non essere solo ombre
scrivendo “Urla a bassa voce”.

Francesca, i nostri cuori ti dicono grazie di essere
Francesca De Carolis
vivi anche la nostra vita perché noi
non ne abbiamo più una
che l’amore sia sempre con te.

Gli uomini ombra
Padova 2012

 


CHE VITA PUO' ESSERE
UNA VITA SENZA DOMANI

 

Che vita può essere
una vita in una stanza
chiuso e solo
senza speranza.

Che vita può essere
una vita senza domani.

Che vita può essere
una vita spenta
con occhi stanchi
e spenti.

Che vita può essere
una vita senza domani.

Che vita può essere
una vita nell’abisso
sempre più giù
verso le tenebre.

Che vita può essere
una vita senza domani.

Che vita può essere
una vita dove le ombre
ti rubano l’anima
e il buio ti soffoca.

Che vita può essere
una vita senza domani.

Che vita può essere
dove la mia anima
non trova spazio
nella tua.

Che vita può essere
una vita senza domani.

Che vita può essere
una vita senza te
con un nuovo giorno
uguale a ieri.

Che vita può essere
una vita senza domani.

 

Carmelo Musumeci
(dicembre 2010)
 


  

 CARO UOMO OMBRA

 

 

Ho varcato la soglia della tua cella per portarti un po’ del mio cielo:
Il mio cielo nuvoloso,
il mio cielo immenso,
il mio cielo sereno,
il mio cielo malinconico
quando assume le sembianze di un tramonto
che varca l’orizzonte dell’eternità,
il mio cielo che risorge,
il mio cielo che piove lacrime di pioggia,
il mio cielo all’alba quando nasce il sole,
il mio cielo che nevica, quando fuori è freddo,
il mio cielo tempestoso quando grandina,
il mio cielo con l’arcobaleno quando l’aria profuma di pace e di armonia.
Ho varcato la soglia della tua cella per
Donarti il mio cuore,
per donarti un po’ di luce,
per donarti la mia energia,
per donarti il mio sorriso,
per donarti la mia amicizia,
per donarti le mie mani,
per donarti un po’ della mia prigione invisibile,
per donarti le mie orecchie,
per donarti il mio perdono
per donarti la mia fede in Dio.
Caro Zanna Blu,
ho varcato le soglie della tua cella
per donarti i colori,
per donarti la natura,
per donarti i suoni,
per donarti i rumori,
per donarti gli odori,
per donarti le ali,
per donarti i sapori,
per donarti la vita
con i suoi affanni, con i suoi giorni.
Per donarti libertà,
per donarti i miei passi,
per donarti ciò che vedo.
Caro Carmelo,
Ho varcato le soglie della tua cella
Perché Volevo scorgere il viso del male,
volevo scorgere il volto del peccato.
Volevo capire la rabbia degli umani,
volevo capire la condanna dei colpevoli,
volevo comprendere la diversità,
ma nel tuo volto ho scoperto solo il
volto di un uomo che ha sbagliato,
il volto dell’errore,
il volto dell’umanità.
Caro Falco dalle ali spiegate,
ho varcato le soglie della tua cella
per sperare con te la tua libertà,
il tuo essere migliore,
il tuo farti amare sempre e comunque
da questo mondo che ha dimenticato che anche tu sei figlio di Dio…Solo per questo!!!

Francesca Torricella


 


 

CANZONE DI COMPLEANNO

 

Figlia della mia mente
amore del mio amore
anima della mia anima
cuore del mio
cuore
sei la vita nel mio
cuore.

Divisi da sempre
uniti per sempre
lontano ma vicino
cuore del mio
cuore
sei la vita del mio
cuore.

Con gli occhi dell’anima
cercami sempre dentro di te
io verrò subito da te
cuore del mio
cuore
sei la vita nel mio
cuore.

Quando vuoi sentirmi
ascoltami nella mente
e mi sentirai
cuore del mio
cuore
sei la vita nel mio
cuore.

Mano nella mano
con l’amore che scorre
verso la libertà
cuore del mio
cuore
sei la vita del mio
cuore.

Nella quiete della notte
ti guardo dentro l’anima
sei qua
cuore del mio
cuore
sei la vita nel mio
cuore.

Vivo per te
con te vivo
vivo da te
cuore del mio
cuore
sei la vita del mio
cuore.

Carmelo Musumeci
Spoleto 7/ 02/2011

 



DA MASSIMILIANO A CARMELO

 

 

AGOSTO 2012
Carissimo Carmelo,
perdonami di non averti risposto alla tua lettera ma per la questione di mio padre sto attraversando un periodo dove per la prima volta mi sento impotente di aiutare una delle persone più importanti della mia vita, ma con questa mia lettera non voglio comunicarti sconforto, voglio congratularmi con te per lo splendido libro che è Undici ore d’amore, solo una persona speciale e VERA Poteva descrivere così alla perfezione tutto ciò che si prova a trascorrere 11 ore da uomo libero insieme alla propria famiglia dopo 20 anni di carcere.
Volevo farti i complimenti Carmelo, hai veramente una famiglia meravigliosa ma non sottovalutarti: tu sei speciale tanto quanto lo sono loro e, credimi Carmelo, non devi sentirti in colpa perché tu non sei un padre ombra, per quello che può contare il mio parere tu sei un gran padre che lotta da grande uomo per riabbracciare la propria famiglia una volta per tutte da uomo libero. Continua a lottare Carmelo perché un giorno tutto questo diventerà realtà.

Un abbraccio con
grande stima da
Massimiliano per
un Grande Uomo


 

 

DA ADRIANO A CARMELO

2 Agosto 2012

Carmelo, appena svegliato, oggi non lavoro, e il primo pensiero è stato mandare una e-mail a Nadia per sapere dove cavolo ti hanno mandato. Sai che non riesco a scrivere “dentro”, che conoscendolo un poco questo mondo al contrario mi provoca un dolore troppo forte ogni volta misurarmi con chi come te c'è e ci rimane dentro, in questo posto assurdo che semplicemente in un mondo normale non dovrebbe proprio esistere; e invece esiste, quello che chiami l'assassino dei sogni, esiste e uccide ogni giorno, in modo spietato, sempre. Uccide materialmente, con le decine e decine di suicidi, con i morti per incuria sanitaria, coi morti di botte; uccide le relazioni, i sentimenti, butta via ogni cosa costruita, distrugge in modo a volte cieco altre calcolato e mirato. Il carcere sembra ottuso, ma non lo è: e scientifico e tutto quanto vi si svolge è frutto di calcolo economico, politico, e pure speculativo perché sulla pelle dei detenuti girano pure un bel pacco di soldi. E questa rabbia mi impedisce di intrattenere una conversazione prolungata, perché vi è una base inaccettabile: la prigionia assoluta, insensata, qualcosa di inaccettabile e assurdo e però reale.
Ma tutto questo io e te lo sappiamo troppo bene, non è per questo che ti scrivo adesso ma per dirti quanto mi girano le palle da quando ho saputo che stavano per mandarti non si sa dove, che per risparmiare tre lire questo infame governo “tecnico” preferisce distruggere l'unica o quasi realtà carceraria dove era possibile costruire qualcosa di utile, di creativo, di costruttivo per la vita e il futuro di tante persone e delle loro famiglie. Così ora potranno mettere più persone ammassate nelle celle, e sparpagliare gli ergastolani in tutta Italia, così non avranno più voce questi rompiscatole, un modo anche per togliervi identità.
Non era noto fino a stamani dove saresti finito, dove finiranno tutti gli altri, ma il posto che occuperanno nella Storia i corvi del DAP, i burocrati del ministero degli orrori e di questo governo, come degli altri che lo hanno preceduto, è invece chiaro.
Cosa posso dirti Carmelo, sono certo che, fintanto che avrai fiato in gola, non smetterai di urlare la tua verità e sete di giustizia, la tua battaglia per la libertà, che questa è la via giusta, sono loro nel torto marcio, nell'errore più completo e un giorno saranno costoro a dover superare una difficile prova di rieducazione sociale, e tu potresti essere a curarla :-) e lo faresti con la umanità che loro non hanno. Mettiamola a ridere va che un giorno sarà davvero così, ed è il giorno che ci fa continuare tutti a vivere, ad amare e a lottare. Ci sono pure tante singole persone, pure di provenienza e storia tutta diversa che, toccate in vario modo dal dolore e dalla sofferenza, cercano di trovare una via alternativa a questa barbarie, sempre minoranze ma esistono e si danno da fare, e spero riusciranno a fare qualcosa per te e per voi in tempi non biblici. Vederti alla tua laurea all'Università' mi fece sperare molto...
Non so se ricordi la prima volta che abbiamo avuto a che fare, ero io ad aver subito un trasferimento per me terribile, ero un novellino del mondo di ferro e cemento non conoscevo granché, il mondo mi era crollato addosso e fu molto tenera la tua lettera, avevi solo letto sul giornale della mia situazione (per fortuna da tempo terminata), e fu molto utile per me riceve i tuoi pensieri, ero ancora sconvolto da quel viaggio, dal posto pesante, forse il peggio del peggio, dove mi avevano messo sperando in chissà cosa. La tua era la lettera di un amico che non conoscevo, e da allora Carmelo mi è capitato di incontrare tante persone nuove che prima non conoscevo, così anche solo scrivendo, e sono nate amicizie e sono nati amori veri. E grazie a te, perché a volte in poche righe si possono trasmettere emozioni, umanità, tenerezza, forza ed energia, la scrittura è un'arma tagliente e capace di arrivare in profondità, di andare lontano la dove fisicamente ci è impedito di andare, scrivendo possiamo essere intimi pure al di la di un oceano, o di uno stupido e insensato muro di ferro e cemento. Ci sono persone che si credono libere e piene di potere, ma la loro mente è più prigioniera che mai e non saranno mai liberi veramente. Con la tua lettera compresi che dentro esiste non solo un esercito di disperati ma pure un popolo amico, molto più sensibile della indifferenza che si respira fuori, in questo mondo menefreghista un po' come la orchestrina del Titanic che, così si narra, continuò a suonare finché l'acqua non lambì i loro polpacci, così, con mondana spensieratezza in attesa di affondare. Noi non siamo tra questi, e dentro o fuori non smetteremo mai di sognare e di tentare di costruire un mondo diverso, dove frontiere, guerre e galere saranno un non senso, un lontano ricordo di un passato difficile da spiegare.
Per questo Carmelo, qui e lì, chiusi o “liberi”, soli non lo saremo mai.
Un abbraccio forte, e tieni duro.

Adriano A.


 

DA CARMELO, PRIMA DELLA PARTENZA DA SPOLETO

 


 

Questa è una lettera "Da Dentro", scritta da Carmelo appena prima di partire dal carcere di Spoleto
 

Carcere di Spoleto 27/07/2012
Caro Alfredo,
ti devo dare la brutta notizia che gli uomini da Cuore Nero del Ministero di Giustizia per fare una sezione d'isolamento qui a Spoleto hanno deciso di chiudere la sezione AS1.
Un paio alla volta ci stanno facendo “fuori”, fin quando non rimarrà più nessuno.
L'altro ieri sono stati trasferiti tre compagni, oggi ne sono partiti quattro e domani ne trasferiranno altri fin quando non ne rimarrà “vivo” neppure più uno.
E' come essere in guerra, quando tocca a qualcuno ci abbracciamo, ci scambiamo un ultimo sguardo profondo e caldo, poi ci voltiamo e ognuno va per il proprio destino.
Alfredo, pensa che gli uomini ombra, a differenza degli altri detenuti, non possono neppure dirsi “arrivederci a fuori” perché non abbiamo un fine pena, per questo ci diciamo solo addio.
Non ti posso scrivere in che carcere sarò domani o dopodomani perché non ci dicono mai dove andiamo, di solito lo scopriamo solo quando arriviamo nel nuovo Assassino dei Sogni.
Ti confido che in questi momenti i minuti diventano eterni e siamo tutti con l'orecchio teso verso il corridoio per sentire i passi delle guardie che si avvicinano con il tintinnio del loro mazzo di chiavi per comunicarci di prepararci la roba. Avevamo formato un bel gruppo di uomini ombra che lottavano con tutte le loro forze per l'abolizione della “Pena di Morte Viva” e ora invece gli uomini dal Cuore Nero ci sparpaglieranno in tutti i carceri d'Italia e per noi sarà più difficile coordinarci.
Alfredo, ti confesso che è stato straziante vedere andare via lo zio Totò a ottanta anni con gli zaini addosso, le spalle curve e lo sguardo disorientato.
Lo abbiamo visto sfilare per le nostre celle con passo stanco come se andasse a morire perché lasciava la sua cella che per dieci anni era stata la sua casa.
Ho provato a guardarlo negli occhi, ma il suo sguardo era assente, come se lo zio Totò non esistesse più e aveva il viso bagnato di lacrime, però noi, per non umiliarlo, abbiamo fatto finta di non vederle.
Alfredo, chissà dove l'Assassino dei Sogni mi manderà e ora sarò di nuovo solo a lottare perché il mio “Diavolo Custode” e la mia figlia del cuore non mi potranno venire a trovare in giro per l'Italia.
Ti confido che non mi ricordo di essere mai stato così infelice con me stesso in questo momento, forse anche perché oggi è il mio compleanno.
E poi la vita per un uomo ombra è sempre un problema che non ha una soluzione e per questo, forse, è così maledettamente difficile viverla.
Ancora una volta nonostante quei cazzi di quintupli salti mortali, Zanna Blu è stato sconfitto.
Addio.
Carmelo.

P.S. Il mio amico e compagno di rubrica “Dialogo fra due diavoli all'inferno” Gerti, oggi tramite un lavorante mi ha mandato questo pizzino che mi ha commosso:
"Auguri di buon compleanno amico mio! Che dirti: sono molto triste. Ovunque andrai scrivimi e teniamoci sempre in contatto. Forza fratello, si sapeva che era troppo bello per durare così a lungo. Grazie per i libri. Farò di tutto per andare a lavorare in biblioteca Fino in un certo punto. Non voglio pregarli. Ora ho già pronta la domandina. Spero di vederti per salutarti Qualsiasi cosa che ti serve, lo sai! OK! Sei un vero amico credimi.. in questo luogo di merda sei stato un vero compagno. Io non dimentico mai. Ora vado sennò mi commuovo come uno stronzo. Lo sai che sono triste e incazzato. Auguri fratello combattente. Ti auguro ogni bene per te e famiglia.
"

 


DA GIANNI A CARMELO

 

Carcere di Bologna, 07/06/2012
Carissimo Carmelo,
ho ricevuto la tua lettera del 31/05/2012, ed eccomi qui a risponderti. Come puoi vedere ti sto scrivendo con il computer, mi hanno ripristinato l’autorizzazione per usare il mio PC, quindi posso riprendere a scrivere a pieno ritmo.
Sono contentissimo dell’iniziativa del Prof. Veronesi, spero abbia una risonanza a livello internazionale, visto che ci sono rappresentanti di diverse nazioni, dovrebbe sensibilizzare più anime, staremo a vedere…
Il libro “Urla dal silenzio” mi è arrivato, ieri ho fatto colloquio e l’ho regalato a mia moglie, è stata una gioia immensa… ho scritto a Pamela per chiedere come devo fare per averne un po’ di copie, ho intenzione di regalarlo a qualche operatore penitenziario (direttore, comandante, educatori, ecc…)
(…) Vedo che hai pubblicato il tuo nuovo libro “Zanna Blu”, spero che questi tuoi testi siano letti da più persone possibili e che a loro volta riescono a sensibilizzare i cuori di altra gente.
Riguardo all’intervista di Stefano Lorenzetto su “Il Giornale”, è una grande cosa!
Carmelo, per l’euforia del PC, non ti ho ancora parlato del terremoto qui in Emilia.
Beh… ti posso dire che nella mia vita ne ho passate di tutti i colori, per ultimo l’agguato dove sono rimasto ferito gravemente, ma ti posso assicurare che non ho mai perso la lucidità ed ho affrontato le avversità sempre con freddezza… Stavolta non è stato così, sono rimasto impassibile, ma mi sono preso una gran paura, è stata una bruttissima esperienza, ti senti mancare l’equilibrio e non puoi fare nulla, sembrava che venisse giù il mondo, le pareti della cella sembravano di carta pesta, il blindo tremava come una foglia… fortunatamente non abbiamo avuto nessun danno, ma, ti ripeto, la paura è stata tanta, ho visto compagni presi dal panico, avevano il volto impaurito come quello di un bambino quando l’ha combinata grossa e sta prendendo inerme i rimproveri dal padre.
Lunedì come hai potuto vedere dai vari telegiornali, abbiamo avuto la visita della Severino, per l’emergenza sismica ha ordinato di lasciarci con le celle aperte notte e giorno, emergenza che secondo la direzione del carcere è già finita, quindi da ieri sera è tornata la normalità, celle chiuse giorno e notte. Ti rendi conto… siamo stati aperti 24 ore su 24 e non è successo nulla, abbiamo mostrato responsabilità e rispetto, pensavamo poteva essere una pista di lancio per avere la cella aperta qualche ora al giorno, visto che proprio giorni fa avevamo inoltrato una richiesta alla Direzione, invece nonostante l’ultima scossa sia stata avvertita stamattina alle 03:50, per loro l’emergenza è finita. Celle chiuse… questo è l’ordine arrivato da Roma… sarà… mah…
Carmelo, da ciò che leggo presto esce l’altro nostro libro, quello collettivo sull’ergastolo ostativo, non vedo l’ora di averlo fra le mani.
Un’altra cosa importante, come hai potuto seguire dai telegiornali, la Severino ha annunciato che ci saranno 350 trasferimenti, ieri c’è lo ha confermato il comandante, quindi c’è un’alta possibilità che verrò trasferito, sinceramente spero di restare qui, per non creargli ulteriori disagi ai miei cari, ma se accadrà come sai non potrò farci nulla, bisogna sperare solo di capitare in un posto tranquillo, certo se mi porterebbero a Spoleto, sarebbe una grande cosa. Ma penso che la direzione del carcere non sopporterebbe un altro rompiscatole, ci sei già tu che sei difficile da gestire, quindi… Sai ultimamente, me ne stanno succedendo di tanti colori, sembra quasi che fanno di tutto per impedire un adeguata istruzione scolastica, lo sto vedendo anche su altri miei compagni che devono affrontare gli esami di maturità o altri che devono sostenere esami universitari, cercano di metterci i bastoni fra le ruote. Pensa che giorni fa, un mio compagno magrebino è stato privato del suo PC, il giorno dopo doveva sostenere un esame universitario. È venuto in cella da me e mi ha detto: Gianni questi sono pazzi, domani devo fare gli esami e loro mi tolgono il computer dove ho gli appunti indispensabili, non ho più la possibilità di fare l’ultima ripassatina… Gli ho detto: Hamid non rompere i coglioni, sei preparatissimo, non hai bisogno di ripassare niente. L’ho fatto per tirarlo un po’ su di morale, ma dentro di me mi sono detto, ecco… questa è il loro programma di rieducazione… lottano per farci restare ignoranti in modo che non possiamo creargli problemi..
Vabbuò… mi sono dilungato un po’ troppo. Ti lascio lavorare.
Alla prossima.
Ti abbraccio.
Gianni.

 


DA SUOR LILIA A CARMELO

Carissimo Carmelo,
le belle notizie sono rare, ma ci sono; infatti la tua ultima lettera me ne ha comunicato due:
la più bella avventura di Zanna Blu si è conclusa approdando sul tuo tavolo da lavoro.
Anche l’invito rivolto a Nadia mi ha riempito il cuore di incontentabile gioia.
Chi meglio del tuo Angelo può descrivere le reali condizioni di color che oggi patiscono l’ergastolo ostativo? Fin d’ora faccio il tifo per Nadia, un “tifo” speciale.
Grazie di cuore per il dono del libro “che ami più di tutti”, non potrà che essere così anche per me.
Carmelo, “affrettati a vivere e considera ogni giorno una vita.”(Seneca)
“Anni di solitudine gli avevano insegnato che i giorni, nella memoria, tendono ad uguagliarsi, ma che non c’è un giorno, neppure di carcere o d’ospedale, che non porti una Sorpresa, che non sia, in controluce, una rete di minime sorprese”. E allora…
Tante inaspettate sorprese ti augura, mio amatissimo Carmelo, il mio cuore.
Attenzione anche alle sorprese di Dio.
Egli viene spesso a farci visita, ma molte volte noi non siamo in casa.
Ti saluta con me e ti abbraccia anche Patrizia.

Tua aff.ma Suor Lilia 


 

 DA MASSIMO A CARMELO

 

Spoleto, giov. 07/06/2012
Carissimo Carmelo, sono le 22:00 di giovedì, oggi mi è arrivato il tuo libro “Undici ore d’amore di un uomo ombra”, ho lavorato ininterrottamente dalle 8.30 alle 17.00, sono tornato in sezione, mi sono fatto una doccia, ho cucinato, ho cenato e finalmente… mi sono fiondato a leggerlo.
L’ho letto tutto d’un fiato anche se ho rischiato di non farcela perché è travolgente, l’emozione mi ha letteralmente travolto, in alcuni momenti mi è mancato il respiro, ho pianto, ho pianto tanto, in carcere si può piangere? Forse è un segno di debolezza ma per me significa che riesco ancora ad emozionarmi… ancora? Dirai tu: “…Sei in carcere da due anni e quattro mesi…” Non leggevo qualcosa di tuo, da quando, nel lontano aprile 2009, ti ho scoperto su internet e non ti ho mollato più!!
Mi sento fortunato, certo dirai di nuovo tu: “Hai un fine pena”No, mi sento fortunato perché ti ho conosciuto, mi hai aperto gli occhi su un mondo a me ignoto e che vale la pena di conoscere per l’umanità che riesce a trasmettere.
Appena ho finito di leggere il tuo libro ho subito pensato che domani ti avrei fermato mentre vai in biblioteca e ti avrei raccontato tutto ciò che è successo oggi e tutto ciò che ho provato, ma subito dopo mi sono reso conto che avrei rischiato di non farcela… Di nuovo?... Ho paura che vedendoti mi avrebbe travolto la stessa emozione che mi ha travolto stasera e che “rischierei”di nuovo di mettermi a piangere… Di nuovo?
Con lo stesso impeto con cui ho letto il tuo libro, tutto d’un fiato ti sto scrivendo queste poche righe per ringraziarti delle undici ore d’amore che mi hai donato, per la capacità di trasmetterci le emozioni che hai provato l’11 maggio 2011, per i tuoi sorrisi che illuminano i nostri incontri, tutti i giorni, qualunque cosa ti accada e ci accada, per farti i complimenti per avere messo al mondo due Angeli, gli stessi complimenti vanno a loro e alla tua compagna, per la forza che hanno e per l’amore che ti donano, la cosa che mi ha sempre colpito è il sorriso spontaneo che non gli manca mai.
Scusami se tutto ciò che ti ho scritto non sono riuscito a dirtelo di presenza, spero che mi capirai, forse avrei potuto farlo solo in un momento d’intimità che qui in carcere non c’è.

Ti abbraccio con l’affetto di sempre
Massimo

P.S. Nonostante abbia la possibilità di vederti giornalmente e di seguirti di presenza mi manca tanto tutto ciò che tu “produci” per i siti internet, sono molto global, qualora ne avessi voglia puoi tranquillamente pubblicare su internet ciò che ti ho scritto.

Ah, dimenticavo, ringrazia anche tutti gli operatori della Comunità Papa Giovanni XXIII per il sostegno che ci danno, il racconto delle tue undici ore fatto da Nadia e Giuseppe vale da solo un altro libro!!!

NON MOLLARE MAI
 


DA MASSIMILIANO A CARMELO

 

 

Carissimo Carmelo,
mi presento subito, io mi chiamo Massimiliano, ti scrivo perché grazie a Paolo la mia attenzione si è concentrata sulle tue opere e quando dico opere non intendo solo i tuoi libri ma soprattutto la battaglia che svolgi quotidianamente in prima persona per questa causa, devo ammettere che sei un uomo veramente pieno di risorse, credo che tu sia un uomo speciale. Sono molto rimasto colpito dall’attenzione che sei riuscito ad attirare su di te ma soprattutto sulle tue argomentazioni. Mi auguro davvero che tu riesca a realizzare quello per cui ti batti, permettimi di dirti che secondo il mio punto di vista tu più che un Uomo Ombra sei l’Uomo Sole e voglio credere che questo un giorno possa sfiorare il tuo viso in libertà, perché tu oggi hai dimostrato a tutti quelli che ti guardano che si può essere sempre migliori.

Massimiliano.
Carcere di La Spezia
maggio 2012


 

DA EMANUELA A CARMELO

 

 

Carissimo sig.Carmelo,
grazie alle strade che la vita tesse (in seguito ad un dolore), di ricerca in ricerca , ho trovato all’interno di una mail, inviatami da un’amica, il sito di informa-carcere e da lì sono arrivata ad alcune lettere tra cui una sua. E’ grazie a quella lettera che il mio dolore si è fatto più piccolo fino a diventare trascurabile. Nel sito ho trovato anche l’informazione della giornata a Romena sul tema “le ferite e il perdono” e a Romena ero stata parecchi anni fa, sempre per quello stesso dolore che non riuscivo a sopportare. Mi sono detta che quella era una coincidenza, che anch’io devo perdonare tante cose e allora ho deciso che quel tema poteva riguardarmi . Se la sua lettera mi era capitata per caso tra le mani, poi dovevo seguire quella indicazione. E’ stato così che sono andata, con mio marito. E’ stata per noi una giornata indimenticabile, abbiamo ricevuto tante emozioni fortissime che non potevamo immaginare. Siamo tornati a casa parlando della sua storia, della sua famiglia, delle splendide persone che erano lì ,abbiamo divorato il suo libro e ora siamo persone diverse dentro. Adesso guardiamo il verde con i suoi occhi, non ci lamentiamo delle nuvole della vita e insomma il suo dolore è diventato forza per noi. La pensiamo nel suo sforzo quotidiano e ci sentiamo “ in cordata”. Non sappiamo come dirle “grazie”. Abbiamo visto sua figlia, un sole vivente, bellissima, riconoscente, vitale, trasmette forza, speranza , gioia. Ogni tanto mi immergo nel suo dolore di bambina e nel suo di padre di quando ha dovuto lasciarla e mi sento annegare. Ma a me che lotto per accettare le distanze affettive imposte da caratteri ed esperienze, e a volte crollo, quel dolore dalla sua famiglia e da lei attraversato, diventa un “ ponte” su cui posso avventurarmi anch’io. Ho tenuto la mano di sua figlia tra le mie per pochi minuti, ricevendone energia, le ho chiesto di raccontarle come la sua lettera avesse recato sollievo alla mia Pasqua. Ci siamo commosse insieme e non riuscivo a parlare.
Volevo farle arrivare il mio grazie; lei mi ha invitato a scriverle.
Sono vissuta, da piccola, in una casa dell’amministrazione carceraria, perché mio padre era maresciallo di polizia penitenziaria, così i detenuti sono stati i miei quotidiani compagni di giochi, nel piccolo carcere di Camerino, dove poi mio padre è deceduto nel ’54, per un’ improvvisa polmonite post operatoria.
Credo che per me l’abitare tra quelle mura e tra le parole e i sorrisi di quelle celle, nelle quali mi si lasciava entrare, sia stato un condizionamento, quasi genetico, che a volte mi fa percepire le vite degli altri e il loro peso in un modo diverso. Mio padre, (lo deduco da qualche lettera lasciatagli dai carcerati), doveva essere una brava persona, intendo dire che aveva a cuore la situazione di quelle persone con i loro errori umani e con le loro storie; mia madre si preoccupava allora del lavoro di chi dal carcere usciva; non aveva risorse economiche in quanto la mia famiglia era sempre stata povera, quindi, in mancanz d’altro, spendeva le sue migliori energie e la sua umanità, nonostante la vedovanza precoce l’avesse costretta a darsi da fare per i suoi due figli e Le avesse procurato molta amarezza.
Adesso forse io mi decido ad andare a cercare l’associazione Giovanni XXIII chissà che la vita non voglia condurmi da qualche parte. Non posso fare quasi niente per lei, sig. Carmelo, sono solo un’insegnante in pensione, che lotta per sbarcare il lunario e con una figlia che non ha un lavoro; ho una nipotina che non vedo mai a causa di molte difficoltà; a Natale giocava con una “ Nana”, una bambolina di pezza ( da lei preferita ) fatta a mano dalle detenute del carcere di Sollicciano. E pensavo che nessuna di loro saprà quanto amore hanno trasmesso ad una bimba tramite le loro mani.
Parlerò di lei e farò leggere il suo libro a tutte le persone che non sanno. Ho letto di recente un libro in cui , anche con spiegazioni di fisica ( quantistica), si sostiene che le informazioni delle persone che vivono a contatto con la propria anima viaggiano a velocità impensabili e raggiungono contemporaneamente tutto l’Universo. Ogni progresso che noi facciamo con la nostra anima raggiungerebbe tutti quelli che sono sulla stessa lunghezza d’onda, anche se sono a distanze incommensurabili. Io pure sono più sperante che credente, ma so che a Romena qualcuno mi ha condotto!!! Che sia una forza dell’Universo o Dio non cambia molto. Quindi la ringrazio anticipatamente per ogni suo passo evolutivo perché arriverà qualcosa anche a me o ad altri e credo che anche nella direzione da lei auspicata, cambierà qualcosa. Immagino che queste per lei siano state giornate durissime per questo permesso negato, e proviamo anche noi dolore per questa gioia sottratta ancora inutilmente. Ogni mattina, con il pensiero, stiamo dietro le sue sbarre e le stringiamo forte, con il pensiero, la mano.
A presto!
Emanuela


 

DA FRANCESCA A CARMELO

 

Vasto,giovedì 19 aprile, 20012
Caro Carmelo,
come stai? Ho deciso che ogni volta che ti scriverò, utilizzerò un colore diverso per portare un po’ di allegria nel tuo mondo: utilizzerò il verde quando voglio infonderti la speranza e farti coraggio, utilizzerò l’arancio per donarti un pezzo della tua terra perchè questo colore mi fa pensare all ‘aromatico e amabile odore degli agrumi di Sicilia, utilizzerò il blu che è il colore più sublime, più misterioso e più elegante per portarti un pezzo del mio cielo, utilizzerò il fuxia perché nella vita non è mai né tutto bianco, né tutto nero, ma anche un poco fuxia, il rosso per portarti fortuna, il giallo per donarti un raggio di sole…Non utilizzerò mai il grigio, il bianco, il nero e il marrone, quest’ultimo è un colore che non amo perché troppo terreno, il nero è un colore pessimista e deprimente, anche se dicono che fa sembrare tutto più sottile e snellisce, il grigio invece è un colore monotono che si trova ovunque, basta osservare la vita, e poi il tuo carcere credo sia tutto avvolto da una nube di grigio intenso e credo che tu ne abbia abbastanza…Se io penso all’Assassino dei Sogni immagino il grigio e le sue numerosissime sbarre…Ho inviato l ‘ e-mail alla “Cara Ministra della Giustizia”, così come mi è stato suggerito, e questo week end, pur essendo molto lontana, parto perché domenica voglio andare a sentire il Convegno “Dalle ferite al perdono”tenuto da Agnese Moro. Ieri sono stata in facoltà per parlare con la mia prof. Di filosofia del diritto, una materia che amo moltissimo e sulla quale ho scritto la mia tesi sulla persona “Persona fondamento del diritto”, perché le persone pur facendomi molto soffrire, mi hanno sempre molto appassionata e mi sono fatta dare del materiale per approfondire gli studi sul problema della pena, la rieducazione del condannato, un interesse che ho sviluppato e deciso di coltivare grazie al mio incontro con te, voglio sfatare il tecnicismo giuridico, perché è proprio di ciò che pecca il diritto, ovvero è intriso di troppo tecnicismo.Ho parlato anche di te alla mia prof. così, come ho parlato di te alle suore del pensionato presso cui ho studiato durante gli anni di Università, invitandole ad andare sul tuo sito e leggerti. Cerco, nel mio piccolo, di diffondere la tua situazione…In fondo, c’è una citazione molto bella che dice “Chi salva una vita, salva il mondo intero”. Io penso che aldilà di tutto nessuno può essere assolto dal tribunale della propria coscienza, e quando la consapevolezza colpisce il nostro animo ferendolo e aiutandolo a ragionare, facendo riemergere da esso tutte le situazioni che gli appartengono, riconoscendo gli errori, i torti, allora questa è già una convalescenza,una via di salvezza e di redenzione: ecco la Pasqua, che vuol dire rinascere dalle ceneri, tu hai vissuto la tua Pasqua nel momento stesso in cui ti sei pentito, accorgendoti di aver sbagliato, un condannato guarisce il suo peccato, e allora bisogna premiarlo, perché la coscienza si autopunisce da sé, e poi la vita scorre, alle azioni malvagie si può porre rimedio compiendo tantissime azioni buone, umane, così il filo dell’esistenza scorre e si allunga… Carmelo, sentiti un uomo libero ogni volta che il tuo cuore è invaso da pensieri che racchiudono il senso del bene e di amore verso il prossimo perché tu dalla tua prigione, devi cercare di compiere lo stesso sforzo che compiono i buoni per amare i cattivi, e tu che ti definisci cattivo devi imparare ad amare i buoni-cattivi perché tutti abbiamo bisogno di essere giustificati e amati…Io, purtroppo, è amaro dirlo, ma non credo nella giustizia…Piacentino diceva “l ‘autore del diritto è l’uomo, ma l ‘autore della giustizia è Dio”. Spesso si tratta di una giustizia contraddittoria che ferisce…una giustizia poco trasparente, poco umana, dove la legge non è uguale per tutti e spesso non viene applicata in modo corretto e coerente perché gestita da umani, da menti imperfette e finite. Nel mio piccolo mondo avvocatesco, noto moltissime divergenze, si tratta di un mondo corrotto dove vige la legge del più forte e dove spesso vengono pregiudicati, anziché tutelati i diritti dei clienti, la sera torno a casa per aver assistito e visto molte, troppe cose…ed è avvilente. Il mio incontro con te è stato un incontro casuale e singolare, avendo avuto modo di conoscerti, navigando su internet, sul profilo di Margherita Hack, nutrendo una certa simpatia per lei, scorrendo il cursore il mio sguardo si è posato sulla sua recensione del tuo libro scritta da lei, recensione che ha catturato profondamente la mia attenzione suscitando in me un certo interesse, così lessi il titolo del libro “ Gli uomini ombra”, un libro che ho faticato a trovare nelle librerie, ma che ho poi acquistato su internet non volendo rinunciare alla sua lettura, avendo un titolo così misterioso che mi ha molto colpita e intrigata dal quale sono rimasta particolarmente attratta…E tra le pagine, tra le righe ho avuto modo di conoscerti e poi poco a poco ho cominciato ad interessarmi alla tua storia, al tuo percorso, al tuo forte ed esasperato desiderio di libertà. La forza che mi hai trasmesso nell’ultima lettera mi ha dato molta carica, mi ha aiutato. Grazie, Carmelo! Le persone le si possono incontrare per strada, ovunque, invece noi ci siamo conosciuti tra le pagine, pagine di un vissuto che mi hanno condotta a te, oltre le sbarre, volto che mi sforzavo di immaginare, ma che ho avuto modo di vedere attraverso le foto. Sbarre che non vedo, non voglio vedere perché io voglio immaginarti libero e non un’ombra, perché per me non lo sei, ma sei una persona con la sua essenza e forse anche con la sua ombra, ma non soltanto un’ombra e voglio aiutarti, accompagnarti in questo percorso, in questa lotta nell’intento di restituire una dignità a te e a chi come te, vive la tua stessa condizione con la speranza di uscirne vincenti. Un caro abbraccio, con umano affetto!
Francesca

 


 

DA ANNA A CARMELO

 

Carissimo Carmelo,
ho letto, anche questa volta, tutto d’un fiato il tuo meraviglioso libro “Undici ore d’amore” e ti dico che a dir poco è un “gioiello” che chiunque lo legga non può fare a meno di conservare nel proprio cuore la bellezza della concentrazione di tanti sentimenti, emozioni, ricordi e fatiche sostenuti da una buona dose di speranza.
Tutto ciò è un prezioso patrimonio che tu possiedi ed hai condiviso anche con me e te ne sono immensamente grata… È importante che tu abbia vissuto un momento così breve ma tanto intenso che resterà per sempre dentro di te e che a pochi è concesso. Una vita intera, molte volte, non raccoglie tanto anche se vissuta al di qua delle sbarre. Sono sicura che con le buone capacità, la tua grinta ed il sostegno esterno ce la farai a muovere le acque così torbide in cui ancora oggi l’uomo che si crede tanto “sapiente” è cieco dinanzi alla tanta offesa dignità umana. Dimostra anche chiusura d’animo tale da non permettere al fratello che ha sbagliato, anche se gravemente, di cambiare condotta, di redimersi. Ciò è grave, molto grave!...
Termino riportando una bella frase, di Bob Kennedy del lontano 1966 che la figlia Kerry riporta in un articolo del Messaggero di S. Antonio di questo mese: “Chiunque agisca per migliorare il destino altrui, o si scagli contro un’ingiustizia, emette una minuscola onda di speranza, onda che andrà a incontrare altre onde… creando una corrente che sarà in grado di abbattere le più alte mura di oppressione o di opposizione.”
Ti abbraccio fraternamente
Anna
Bibbiena, 26/02/2012

 


 

DA SUOR GRAZIA A CARMELO

1/1/2012
Carissimo Carmelo, come stai?
È tanto che non ricevo posta da te, spero che ti siano arrivati i miei auguri con lettera… ti dico questo perché in questi giorni la posta ha dei ritardi meravigliosi, grandiosi.
Ho saputo della brutta notizia che hai ricevuto prima di Natale e quindi immagino come hai trascorso quella festa!...
Ma so anche che il mio carissimo Carmelo è forte e continuerà con fermezza la sua battaglia.
Carissimo, oggi è il primo giorno dell’anno.
La Bibbia inizia con le parole, “In principio”.
Anche noi ci troviamo “In principio”.
La vita è piena di inizi.
Forse ricordiamo l’inizio del nostro primo giorno di scuola, o il nostro primo lavoro o il nostro primo bacio!
Quando un compositore si siede a comporre musica lui inizia con un foglio di carta bianco, una matita, e le note musicali che vengono raccolte, unite e ordinate a formare musica.
Un autore o un poeta fa la stessa cosa con le parole, proprio come un vasaio lavora l’argilla.
“In principio Dio creò il cielo e la terra… Dio disse: sia la luce, e la luce fu”.
Ogni anno, in primavera, i contadini coltivano la terra per piantare i semi per portare alla luce una nuova vita che ci nutre.
Ogni primavera è “un inizio”. Il ciclo di semina, la germinazione, fioritura, raccolta e consumo è il ciclo della vita.
Oggi celebriamo l’inizio di un nuovo anno e voglio augurarti tante cose belle nonostante tutto.
So che il tuo cuore non si arrende mai!...
Perché è un cuore colmo di amore, amore purificato dal dolore e quindi un amore forte… un amore che sa andare oltre… un amore che neanche “l’Assassino dei Sogni” sa fermare.
Oggi ti invito ad essere una grande tela bianca che attende i colori del pittore che ci danno nuova vita.
Ogni momento e ogni giorno è un nuovo principio.
Possa veramente per te essere un anno speciale, questo è il mio augurio.
Rileggendo la tua ultima lettera che mi hai scritto esattamente il 17 dicembre provo sentimenti di gioia nel pensare Nadia nella tua cella, è stata proprio fortunata e spero proprio che la visita del Senatore muova qualcosa.
Nadia mi ha raccontato tutto!...
Per lei è stato un bel regalo di Natale.
In questi giorni prima del capodanno abbiamo avuto diversi ospiti ed io ho preso l’occasione per far conoscere te e i tuoi libri, Nadia mi ha mandato alcuni 11 ore d’amore… ed io ho inserito la lettera che mi hai scritto rispondendo alla domanda perché Carmelo non parli, non collabori…
È molto bello quel libro, e poi ci sono le foto che lo rendono ancora più vivo.
Ne ho regalato uno a don Gigi di Romena dove faremo la presentazione ad aprile.
Ieri mi ha telefonato fra Beppe Prioli e abbiamo parlato anche di te.
È intenzionato a venirvi a trovare.
Anch’io quest’anno se non vieni tu in aprile verrò io, quando non so, ma entro l’anno vengo di sicuro anche se ti confesso preferirei vederti a Pratovecchio.
Sarebbe troppo bello!... Anche le mie sorelle ti ospitano!!!!...
Ti è piaciuto il segnalibro che ti ho preparato?
Ora ti voglio preparare un regalo per quando verrai, potrai tenerlo nella tua cella ma quel giorno che ti stancherai di tenerlo, avrai l’obbligo di donarlo a Nadia.
Carmelo è arrivato il momento di lasciarti perché fra poco meno di un’ ora avremo la messa con il nostro Vescovo, sai noi siamo delle “messaiole”!
Ti posso dire una parola nell’orecchio?
Non rifiutare l’aiuto di Dio,Dio c’è ed è sempre lì che aspetta il tuo amore, il nostro Creatore che elemosina amore!
Ti sono vicina e farò di tutto per averti qui il 22 aprile.
Con amicizia
Sr.Grazia o.p.

 


 

DA MARIA TERESA A CARMELO

 

13/03/2012
Carissimo Carmelo,
sono Maria Teresa Baggio, so che il tuo “Diavolo Custode” ti ha parlato di me per i libri che mi sono prestata a vendere.
Prima l’ho acquistato io e letto accuratamente e poi con il cuore colmo d’entusiasmo, mi sono prodigata per la vendita. Le risonanze che finora ho ricevuto sono toccanti e chi vedeva il carcere ostativo in un modo, ora lo vede con una stretta al cuore e pregano perché qualcosa al più presto possa cambiare. È proprio vero Carmelo carissimo, che bisogna conoscere la storia di ogni essere umano per poter capire qualcosa. Don Oreste Benzi “Benedetto Egli sia”, interceda per una soluzione più umana!
Sono anch’io mamma e nonna e vederti stringere quel piccolo tra le braccia mi si spezza il cuore. Ammiro il coraggio che hai avuto nel trovare la forza di studiare, raggiungendo così alti livelli, sicuramente sei diventato un faro per i tuoi familiari, per tutti i componenti dell’Assassino dei Sogni e per tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerti tramite il tuo Diavolo Custode che ti vuole un bene dell’anima. Sì, Nadia Bizzotto ha trovato con te, con voi, il senso vero della vita e il vero motivo per spenderla bene; si, l’ha trovato con te, anche lei che scalava le montagne, da 25 anni prigioniera di una carrozzina, io l’ho conosciuta fin da bambina e ti assicuro non è stato facile essere così prigioniera. Complimenti Carmelo carissimo per la tua laurea, per il tuo linguaggio da grande scrittore, che sa arrivare dritto al nostro cuore. Voglia il Buon Dio che tu non credi, ma speri che esista, donarti quella luce interiore che ti potrà rendere felice, anche guardando il sole dal cortile e la luna dalle inferriate della tua stanza, che piano piano ti auguro diventi una bella biblioteca.
Grazie Carmelo carissimo per avermi fatto riscoprire quanta umanità esiste anche nell’interno dell’Assassino dei Sogni e le attuali UNDICI ORE D’AMORE, possano diventare “INTERMINABILI ORE D’AMORE”!
Ti saluto affettuosamente e con profonda stima.
Amica, Maria Teresa Baggio.


 

DA SUOR MARTA A CARMELO

 


Lagrimone 14-9-2011
Festa liturgica della esaltazione della croce
Carissimo Carmelo,
“il mio cuore ti sorride” pieno di tenerezza e ancor più, sono certa, quello di Dio e di Gesù, suo figlio, per la bella contemplazione- confessione che hai scritto sulla traccia di Marcellino pane e vino.
Grazie per questo dono che ritengo prezioso.
Noi, non siamo “suore sic!” siamo sorelle povere, ma dentro al mistero di Dio e ci è dato di capire “le parolacce” che escono dal cuore ferito dell’uomo.
Come ti ho già detto, apprezzo molto molto i tuoi scritti e la tua capacità di rendere con poche parole tutto un mondo interiore
Questo “colloquio col Crocifisso” – non so se definisco bene – mi ha commosso molto.
In effetti- a parte qualche conclusione – è la via dei mistici e dei veri e grandi dolori. La risposta al grido straziato del cuore è silenzio. Ecco perché capisco “quella cazzo della croce”
La croce in sé è così, è uno scandalo, ma se su di essa c’è Gesù Cristo, figlio di Dio e di Maria, non è più così. È salvezza, vita… ecco perché oggi la esaltiamo.
Ti trascrivo una parte di un canto:
“Albero della vita piantato in mezzo al giardino,
l’uomo ferito dal serpente guarda verso di te.
Su di te Dio ha fatto maturare il frutto che dà la vita.
R/ O croce di Gesù Cristo, nostra speranza e nostra gioia!”.

Faccio un altro appunto:
“… vidi persino che Gesù abbassava gli occhi per non vedermi”
Gesù non abbassa gli occhi per non vedere, perché i suoi occhi sono aperti sul mondo giorno e notte, al massimo è il cuore indurito degli uomini che glieli chiudono. Ma egli vede il dolore e l’affanno dell’uomo.
Ti dico un altro aspetto della croce:
croce di Cristo= follia di amore.
Concludo dicendoti che in passato ho visto il film di Marcellino pane e vino.
Domenica 11 c.m. ho avuto una conversazione con un gruppo di cresimandi (29) e alcuni genitori e due catechiste. Solo un genitore aveva visto il film (il discorso era venuto spontaneo perché andava verso bontà, generosità e proprio quel giorno il nostro Vescovo partecipava a una gara podistica (per handicappati) e spingeva la carrozzella di un ammalato di Sla e l’incasso sarebbe andato per la costruzione di nuove docce per i poveri che vanno a sfamarsi e a lavarsi a un centro della Caritas. Ebbene, ho raccontato la storia di Marcellino pane e vino attirando un’attenzione e una partecipazione che non aspettavo. Dopodiché ho detto del dono che tu hai fatto a me, a noi, e ho parlato dell’ergastolo ostativo e di te.
Credo di aver messo un seme nel cuore di quei pre-adolescenti e smosso le coscienze degli adulti. Che il Signore non permetta che il seme resti dimenticato, ma che porti frutti.
Bisogna che puntiamo alla formazione, almeno umana, se vogliamo un futuro per chi si affaccia alla vita.
Tanti problemi politici, morali, amministrativi cadrebbero.


9-10-011
Riprendo a scrivere oggi.
Sappi però che non ti abbiamo dimenticato.
Ti penso molto impegnato a scrivere “La Belva della cella 154” che aspettiamo a frutto maturato.
Tu continua a lottare e sperare per te e per i tuoi compagni. Chissà che la coscienza di qualcuno si svegli.
Ti accompagno con la preghiera, che è la mia prima forza, e come posso.
Anche in questo momento sono profondamente commossa e le lacrime non vogliono stare al loro posto.
Il tuo scrivere tocca i sentimenti più profondi. Si gioisce e si soffre.
Con affetto.
Suor Marta

 


 

DA FRANCESCA A CARMELO

 

01 Aprile 2012

Ciao Carmelo, voglio inviarti in allegato una mia foto, affinchè tu possa vedermi e affinchè anch'io non diventi per te, solo un'ombra...e l'altra immagine è un mio dipinto e voglio dedicarlo a te, si tratta di un dipinto ad olio che ho eseguito in occasione della mia laurea e l'ho titolato "le verità libere e le verità nascoste"...Pinocchio, burattino di Legno, porta un libro di diritto sotto il braccio, per dire che il diritto è una bugia...Solo se Pinocchio diventa umano, anche il diritto potrà diventare vero...Pinocchio in quest'immagine calpesta due fiori, uno arancione:l'amicizia e l'altro rosso, l'amore, calpesta il cuore delle persone, sullo sfondo c'è il mare un pò tempestoso, rappresenta la vita...e la montagna col cappello da laureato rappresenta le fatiche, i sacrifici che si fanno per arrivare al traguardo. Il gatto e la volpe, sono due insidie, simbolo di quelle persone che spesso ostacolano il cammino esistenziale e ti trasportano in un vicolo privo di uscita...Se vuoi, puoi pubblicare queste immagini, sono per te...oppure puoi semplicemente conservarle come ricordo nel tuo cuore...Questo quadro voglio dedicarlo proprio a te, perchè mi fa pensare molto ai tuoi racconti....
Ti abbraccio, con affetto!
Francesca


 DA DANIELA E MIKE A CARMELO

 


 

Caro Carmelo,
abbiamo ricevuto la tua lettera con la pubblicità del tuo ultimo libro. Bravissimo.
Lo metteremo sul nostro sito. Ovviamente ci fa piacere che tu ci dica che i nostri incontri ti sono stati di aiuto per diventare uno scrittore, ma, credici, hai fatto tutto da solo. Era tutto già lì senza di noi.
Mike ed io stiamo lavorando e la novità è che lo stiamo facendo senza contratto, come forse già ti avevamo detto. Esattamente come prima che pubblicassimo. Il fatto è che la situazione si è fatta difficile per tutti e per tutto il mondo editoriale. Siccome abbiamo cambiato periodo di ambientazione del libro, personaggi e anche un po’ stile narrativo, prima dobbiamo dimostrare (eh sì, anche dopo quattro libri pubblicati) che tireremo fuori qualcosa di vendibile.
Con Mike ci diciamo spesso di ricominciare le nostre visite e le nostre chiacchierate sui libri e scrittura lì da voi. Cosa che faremo (…) Allora, se ci date un po’ di tempo per superare questi problemi e avere la mente un po’ più “leggera”, ci metteremo d’accordo con il direttore e con Luciana per ricominciare un corso.
Intanto, ti facciamo i nostri complimenti. E davvero non sentirti uno scrittore ombra perché non vai in giro a presentare i tuoi libri. Ci sono mille altri modi per pubblicizzarli (e tu stai facendo un ottimo lavoro). E guarda che solo i “grandi” scrittori si possono permettere di scrivere, pubblicare e non andare alle presentazioni. Vero! Il grande Stephen King se ne sta a casa a scrivere, ad esempio, senza mai incontrare i suoi lettori. E nemmeno Alessandro Manzoni lo faceva… scherzo, Carmè.
Adesso, da parte nostra, una grande stretta di mano ad un bravo collega.
Ci vediamo presto e salutaci tutti gli altri che abbiamo conosciuto.
Daniela e Mike.
Spoleto, febbraio 2012

 


 DA ANGELA A CARMELO

 

Buongiorno Carmelo,
questa mattina, come ormai ogni giorno da quasi due settimane, mi sono
collegata al sito di informacarcere e poi anche al tuo scoprendo che si erano già aggiunte nel diario due note relative ai primi di gennaio (che mi hanno fatto tanto più piacere in quanto non mi aspettavo ci fossero... temevo che la tristezza avesse avuto il sopravvento) ed una poesia di auguri.
L'ho letta attentamente (come tutto il resto) e anche l'ultimo verso mi è venuto incontro: "a tutti noi che siamo, a quelli che non ci sono più".
Non sapevo nulla dell'ergastolo ostativo, quando ho trovato - seguendo fili interiori - il sito dell'associazione Pantagruel ed ho iniziato a leggere diari, lettere, risposte, racconti sia tuoi che di Alfredo Sole. Sono rimasta allucinata dall'ergastolo ostativo che trovo di una crudeltà senza limiti e più leggevo più mi addoloravo.
Nel frattempo per motivi che non saprei sintetizzare, il percorso che hai fatto e che stai facendo mi aiuta nel mio.
Ci sono parole che sono come pane per chi le legge. Può capitare con un libro di un'autore del passato, con le parole di un amico o di una persona "sconosciuta".
Come sono sincere le tue quando rispondi a certe lettere, quando riconosci la bontà di una persona che ti scrive e ti fa sentire "colpevole del tuo passo e innocente del tuo presente". O come quando, a fronte di una coltellata al cuore come la risposta della Corte di Cassazione, dici che a volte si deve sembrare come non si è anche con se stessi (io in questo periodo, mi dico che certi dolori, certe situazioni non si possono guardare direttamente perché sono come la Medusa che ti trasforma in pietra se la fissi, e allora bisogna andare avanti con lo sguardo un po' sbieco...).
O come quando un giorno scrivi che nonostante tutto, nonostante l'Assassino dei sogni, sei felice per l'amore condiviso per qualche ora con i tuoi figli in visita.
E in questo caso, la tua capacità di stare nel presente (e quindi rimanere vivo, vivo dentro), mi riporta e mi richiama una persona amatissima che riusciva ad essere vivo, vivo davvero con una "condanna a morte" e che mi insegnava, maestro di vita, a rimanere anch'io viva sapendo che non c'era futuro.

Quindi, per concludere: oggi spedisco il fax della scheda di adesione a Mai dire Mai campagna per l'abolizione dell'ergastolo e nel frattempo ti ringrazio per la forza e l'intelligenza con cui vivi e la generosità con cui condividi il tuo animo con chi lo vuole incontrare.

E infine, ogni sera quando rientro a casa dopo il lavoro, ti invio con il pensiero il bosco nel quale vivo (un angolo dell'Appennino) che è un bosco senza "umani", con la sua pioggia o il suo cielo stellato, il vento o la neve e gli animali che incontro perché ti circondino e ti liberino per qualche ora: le poiane e gli istrici, i tassi e le volpi, i cinghiali sfuggiti ai cacciatori e i caprioli.
I tuoi fratelli lupi, che spero sempre di incontrare quando vado a camminare nel bosco, ancora non si vedono ma so che ci sono. Conosco i loro sentieri sui quali trovo le tracce...
Angela

04 gennaio 2012


 DA FRANCESCA A CARMELO

 

 

28 marzo 2012
Caro Carmelo,
come va? Il mio pensiero ti raggiunge dietro le sbarre e vuole portarti un po’ di luce. William Shakespeare diceva che è una bella prigione il mondo… “E come arrivano lontano i raggi di una piccola candela, così splende una buona azione in un mondo malvagio…” Penso che il più bel dono che si possa fare ad una persona è il dono di se stessi, è importante donare agli altri il proprio sentire, la propria ricchezza interiore e io voglio donare me stessa come tu, con le tue parole e i tuoi racconti hai donato te stesso agli altri, oltre le sbarre i tuoi libri raccontano la tua storia, divulgano la tua sofferenza e li hai resi consapevoli delle realtà che ci appartengono, alcune le viviamo, altre le immaginiamo, altre le pensiamo. Dire che una persona è cattiva e basta significa sfuggire alla razionalità, il termine fine in sé è un termine crudele, giudicante, netto, determinato, perché anche la cattiveria ha una sua radice, un origine, un suo aspetto umano: la nostra vita che in parte dipende da noi, in parte dagli altri, in parte siamo così soltanto perché così biologicamente strutturati, in parte perché in noi ci sono delle caratteristiche innate. Anche la cattiveria ha un suo fondamento etico morale, a volte è anche viziata da psicopatologie o anomalie psicologiche. Bisogna essere in grado di svincolare la vita da certi termini, in quanto ogni cosa ha un suo perché, una sua motivazione profonda e complicata. Il mondo è vario, Carmelo, è caratterizzato da innumerevoli realtà…e navighiamo tutti in un mare di sofferenza e chi è senza peccato, scagli la prima pietra. La vita è sofferenza per te che sei dietro le sbarre e sei prigioniero in una stanza buia e limitata, è sofferenza per chi è nato handicappato ed è prigioniero del proprio corpo, è sofferenza per chi è malato ed è prigioniero di una sedia a rotelle, ci sono persone che hanno chiesto i voti e vivono chiusi nei conventi e sono prigionieri di un Dio , ci sono i potenti che sono prigionieri del successo e delle ricchezze materiali, i depressi a cui il mondo è parso crudele che si sono rifugiati in loro stessi vivendo isolati e in uno stato di profonda solitudine e sono prigionieri delle loro anime, e poi ci sono le persone silenti prigionieri di un mondo che non li ha considerati, quelle che non fanno notizia, i dimenticati, quelli che non lasciano tracce di sé…tutti siamo prigionieri della morte. Non sentirti emarginato, non sentirti solo, in fondo ognuno è solo con se stesso, ti dico queste cose affinché tu possa allargare i tuoi orizzonti, sentirti non un diverso, ma un pezzo del puzzle, uno dei tanti tasselli che compongono questa realtà e sentire meno il peso della tua sofferenza e abbracciare tutte le altre vite e le altre realtà che ti circondano e io voglio presentare a te questo mondo, voglio portarlo dietro le sbarre alla luce dei tuoi occhi. Con il tuo cuore puoi farlo, puoi abbracciare questa umanità, la bellezza e il bene sono fatti di semplici gesti che donano calore alla vita. Viviamo in un mondo prigione e in un mondo di ciechi in quanto ci sono persone che non riescono a vedere oltre ciò che toccano, invece “l’essenziale è invisibile agli occhi”. E’ triste perdersi nei vicoli stretti, aridi e squallidi della materialità, invece la vita ha bisogno di ali, ma queste ali sono tarpate per molti, forse troppi…Le ali le possiamo mettere alla nostra mente, alla nostra anima, perché non ricordo chi lo disse, ma la fantasia salva l’uomo. Io sono qui per te, Carmelo voglio essere per te la mano che accompagna, ma non forza…Mi piace leggere, ascoltare perché ascoltando è che diamo un po’ di noi e prendiamo un po’ degli altri, ascoltando si conosce e ci si riconosce e se ti fa piacere, e se puoi, potrai scrivermi ogni volta che lo desideri e io a mia volta, ti scriverò…Spesso accade che in molte persone esiste la volontà, ma questa volontà è dominata dai vizi del carattere che la limita, anche la volontà spesso non è libera e generosa, ma vincolata e pertanto poco coerente perché costretta a fare i conti con sé. Si crea così una sorta di dislivello tra essere e voler essere. Esiste una differenza tra il mondo delle idee e il mondo concreto. Spesso succede che le persone vorrebbero camminare bene, immaginano di camminare bene, invece poi si guardano e si accorgono di avere una gamba rotta… Quali diritti per un prigioniero rinchiuso in una cella di un carcere? Quali diritti per quanti non hanno lavoro? Quali diritti per i poveri e abbandonati? Quali diritti per i maltrattati? Quale umanità! Ecco le prigioni, visibili e invisibili…Esistono verità libere, e verità nascoste…basta sapersi guardare… E’ tutto chiuso qui, in questo modo. Ognuno è medico di sé, e soprattutto chi ha provato, può dare un contributo valido alla società, e tu, più di ogni altro puoi trovare il modo di guarire la società da questi mali, l’avvocato è il medico della società, e tu come elimineresti questo male sociale, tu che l’hai vissuto sulla tua pelle? Cosa consigli ad un avvocato che difende un presunto colpevole in un giudizio? Tu, come giurista, come difenderesti questa società che sebbene contaminata, corrotta e malata va comunque protetta. Come la libereresti dal male? Forse è impossibile, forse utopistico renderla pura, ma come si può renderla migliore, cosa si può fare? Tu conosci due mondi, hai conosciuto il mondo del male, hai parlato con la tua coscienza e hai cercato di purificarti da questo male, a tua volta, hai conosciuto anche il bene…e ora vivi nel grigiore, aiuta te stesso a liberarti, segui questo percorso fino in fondo, la strada del bene di certo non ti tradirà, ma ti porterà in salvo…E’ giusto umanizzare la pena, ma tu cosa faresti? Quali provvedimenti prenderesti per chi è colpevole, per chi ha ucciso, ma soprattutto come consoleresti gli animi di chi ha perduto un affetto? Tu puoi dirlo, e puoi dare un contributo per migliorare le cose…Cosa si deve fare? Un caro abbraccio e spero di sentirti presto.
Con umano affetto.
Francesca


 DA CARMELO AD ELISA

 

 

 

Cara Elisa,
non ti puoi immaginare come sono stato felice vederti, non me l’aspettavo, quando sono entrato nel tribunale non c’eri.
E sono rimasto a bocca aperta quando uscendo ti ho visto, ti volevo dire un sacco di cose, ma non sono riuscito a dirti nulla, per fortuna nonostante le manette e la guardia sono riuscito a salutarti con un bacio.
Quando sono salito nella corriera, ti ho salutato dai finestrini ma non sapevo se mi vedevi perché pensavo che i vetri di fuori fossero oscurati.
Invece tu mia hai salutato e ti ho visto camminare, a proposito cammini come una pantera, un po’ come mia figlia, a falcate.
Non ti nascondo che quando mi hanno chiuso da solo dentro la celletta interna alla corriera mi sono commosso pensando che ti sei data da fare per venire a vedere un uomo in catene.
E questa cosa mi ha dato tanta forza e mi sono consolato di non avere fatto un viaggio per nulla.
E adesso ti spiego com’è andata l’udienza.
Il relatore è stato lo stesso Presidente del Collegio; finito il suo intervento, mi ha offerto la parola ed ho detto:
-Probabilmente questo Tribunale di Sorveglianza e questo Presidente si domanderanno perché il Musumeci insiste a chiedere continuamente questi permessi di necessità quando sa già che ci sarà una risposta negativa. Ebbene lo faccio semplicemente perché ho solo due possibilità: o m’impicco con un lenzuolo fra le sbarre della mia finestra, o continuo a lottare per cercare di ottenere un altro permesso di necessità, giacché non posso usufruire di permessi premio perché ho l’ergastolo ostativo a qualsiasi beneficio.
Cara Elisa, indovina il Presidente cosa mi ha risposto?
-Musumeci, c’è una terza possibilità per uscire ed è quella di collaborare con la giustizia.
Non ti nascondo che dopo ventuno anni di carcere questa risposta non me la aspettavo perché ho già detto tante volte che voglio uscire dal carcere perché lo merito e non perché metto un altro in cella al posto mio.
Poi il Procuratore Generale ha preso la parola, era quello dell’altra volta, e mi ha dato di nuovo parere favorevole al permesso con gli stessi argomenti, ed è stato ancora più convincente dell’ultima volta.
È andato persino oltre, auspicando che il legislatore assieme alla collaborazione inserisca anche la possibilità di dissociazione.
Inutile dirti che non avrei nessun problema a dissociarmi dal mio passato, questo è già da moltissimo tempo che l’ho fatto.
Quando sono uscito dall’aula, sono andato a stringergli la mano, magari tutti i giudici fossero come questo Procuratore Generale.
Ora sono qui nella mia cella con il cuore sbattuto come un uovo, domani c’è la premiazione al Campidoglio a Roma ed io ancora una volta non ci sarò, dovrei smettere di scrivere e di vincere premi, forse dovrei pure smettere di lottare, ma fin quando dal buio della mia cella riuscirò a trovare persone come te che mi vogliono bene, non lo farò.
Anzi adesso mi fanno veramente arrabbiare e lotterò con più forza.
Il mio cuore ti abbraccia.
Carmelo
29/03/2012
 

 

DA SUOR LILIA A CARMELO

Carissimo Carmelo,
ho atteso qualche giorno con la speranza nel cuore di ricevere la risposta positiva alla tua richiesta; il ritardo mi induce a pensare ad un ulteriore, pesante diniego.
Faccio mio il dolore che dentro ti fa male. Sto seguendo in questi giorni i dibattiti che avvengono in Parlamento relativi al Carcere; mi sembra che qualcosa stia muovendosi e intanto, sogno, sogno con te che un bel mattino di febbraio ovunque risuoni la tanto sospirata notizia che l’ergastolo ostativo è stato abolito per sempre. Intanto nessuno può impedirci di sognare.
Grazie di cuore del tuo encomiabile libro; non te ne avevo parlato prima, perché mi è giunto la settimana scorsa; Nadia di certo, venendo a trovarti, ti avrà informato della mia gioia e della mia gratitudine. A Patrizia, ancora attualmente influenzata, ho portato i tuoi saluti. Abbiamo parlato del tuo libro; le ho suggerito di pubblicare una degna recensione.
Patrizia lo farà con immensa gioia.
Prima di concludere, spero tanto che il freddo diminuisca a Spoleto e di conseguenza anche la cella sia meno gelida. Mi viene in mente in questo momento il romanziere e commediografo Oscar Wilde, uno spirito cinico e mondano. Quando uscì dal carcere aveva imparato che la vita è anche una cosa seria e fu allora che scrisse la sua frase più bella: “Dov’è il dolore, ivi è suolo sacro”.
Carmelo, penso a te e a quanti gemono nelle carceri: è un enorme paradosso!
Eppure quanto di bello, di grande, di altruista hai fatto germogliare nel “suolo” del carcere di Spoleto!
Questa volta dico a te di salutarmi il tuo angelo. Che commovente quella foto in cui amorevolmente ti accarezza!
Ciao, Carmelo, sogno anche l’arrivo della Primavera.
Un abbraccio forte forte per dirti che ti voglio sempre tanto bene.
Tua aff.ma Suo Lilia
Albenga, 14-02-2012

 


 

 DA PAMELA A CARMELO

 

 

Roma, 10 febbraio 2012
Carissimo Carmelo,
è da tempo che non ti scrivo, ti chiedo di perdonarmi ma ormai avrai capito che da questa parte la frenesia è la quotidianità.
Oggi sono a casa da lavoro (sì, ho preso tre giorni di supplenza!!!) causa neve, per cui ho il tempo per dedicarmi un po’ alle mie cose e ai miei piaceri.
Dunque eccomi!
Mi ha fatto sorridere la tua busta paga… siamo messi bene! Sai, lavorando un giorno qua un giorno là anch’io ricevo buste paga veramente ridicole!!!
Sorvolo su questo argomento, altrimenti ci sarebbe solo da rattristarsi (e non ne vale la pena!).
Come al solito, quanto scrivi devasta e sconvolge ogni equilibrio morale ed etico: mi riferisco alla tua lettera di auguri alla tua amata figlia… anch’io come lei, avessi avuto un padre come te, avrei tatuato quella bella frase oltre che sulla pelle, anche nel cuore. Sarebbe una pletora dire che è fortunata ad avere un padre come te, non per te quanto perché, purtroppo, non può averti fisicamente, eppure credo che l’amore che ha da parte tua sia qualcosa di grande e indefinibile che non a tutti i figli è concesso ricevere. La tua lettera mi ha commosso tanto!
E sai, anch’io faccio il compleanno in febbraio, un po’ la sento vicina forse anche per questo!
Mi rincuorano le tue parole della tua ultima lettera, quelle riferite alla tua volontà di lottare sempre e comunque. Non ho dubbi sulla tua forza e non preoccuparti di giustificarti se ogni tanto i tuoi stati d’animo oscillano un po’ tirandoti giù e facendoti sentire triste. Non saresti un essere umano se non provassi anche un po’ di dispiacere e “stanchezza” nella tua continua ed efferata lotta! Soltanto, lo sai ma te lo voglio ricordare sempre, non dimenticarti mai che non sei da solo!
(…)
Carissimo Carmelo, per questa volta ti lascio con un fortissimo abbraccio sempre carico di affetto e di forza!
Ti voglio bene, veramente tanto!
Pamela
 


 

DA PATRIZIA A CARMELO

 

 

06/02/2012
Caro Carmelo,
oggi ho ricevuto la tua lettera, che bella la poesia!!! La forzata lontananza dai tuoi figli è dura, ma come dice tua figlia nell’anima siete uniti, lo sarete sempre. Mi auguro che avrai la possibilità di vedere crescere i tuoi nipotini, certo, siete una famiglia meravigliosa, c’è tanto amore, un’unione al di là di tutto. Sai, fuori si dividono, si bisticciano i figli, ci sono padri che stanno anni senza vedere i figli, oppure figli che non vogliono più vedere il padre o la madre. Alla base c’è poco amore fra gli adulti, però ci sono situazioni veramente tristi, specie per i bambini, voi invece lontani, ma uniti proprio per il grande amore, è bellissimo.
Tu sei un ottimo padre, su quello non puoi rimproverarti nulla, un marito speciale: sei lì, ma non hai perso, né tu né i tuoi cari, il valore della famiglia.
Speriamo che ti mandino: io dico danno permessi a persone che non dovrebbero proprio esistere, ma possibile ci sono uomini che uccidono bambini, dopo pochi anni li vedi in giro??? Forse dovrebbero ribaltare certe leggi, perché non è possibile!!
Oggi leggevo sul giornale “5 anni al peruviano che uccise a botte per strada una madre di famiglia che andava al lavoro”, hanno detto che è incapace di intendere e di volere, la parte lesa ha chiesto una superperizia: niente il giudice non l’ha accordata, così fra 5 anni sarà fuori e se avrà un’altra delusione amorosa, la prima donna che rincontrerà….Mah…
Cioè, ma che leggi ci sono, oltretutto ti fanno paura, io a 57 anni, dico la verità me lo domando.
Vado avanti, per forza, certo lì avevo un lavoro che doveva essere sicuro, ma finiti i 3 mesi ciao, così ora torno alle mie famiglie, ma guadagni poco, d’altronde c’è una crisi; cosa vuoi ho anche una bella età, perciò devo fare lavori umili, ma va bene. Io vorrei avere certezze, sai come sono fatta, però trovare lavoro oggi, anche solo saltuariamente… Prendo anche una pensione d’invalidità, insomma fatico ma va bene, il Signore mi ha presentato il conto, ero una che non dava peso al denaro, ora è diverso.
Vorrei tanto rivederti a La Spezia, certo ti abbraccerei, piangerei e ti direi “Carmelo anch’io ho tanto, tanto sofferto”, ma già la tua presenza sarebbe serenità, perché persone belle dentro nell’anima come te io non ne ho mai conosciute, poi saresti libero!!!! Sei una persona che è cresciuta nella sofferenza, ma agli altri davi positività, serenità, rassicuravi che la vita è bella e già aiutavi a continuare!!! Con il cuore ti abbraccio
Ciao ciao Patrizia
 


 

 DA FRANCESCO A CARMELO

 

 

01/02/2012


Carissimo Carmelo,

il 16/1/2012 Ivano e Claudio Fossati, padre e figlio, hanno ricevuto tramite la Musicalboxeventi i tuoi ultimi due libri: in camerino a fine spettacolo. Io non sono riuscito a darglieli di persona perché, nonostante mi fossi premunito per fermarli fuori dal teatro in un’eventuale pausa tra prove e concerto, sono riuscito solo a girellare attorno al Morlacchi (il teatro perugino ospitante l’evento). Ero in compagnia di un mio amico fidato, meno vestito di me per resistere al freddo e più dotato di cena al sacco: Stefano. Pensa… quando io mi sono concesso una pausa per andare da Mita (19-21) lui si è messo a guardare la gente in ingresso notando una prevalenza di ragazze non accompagnate da ragazzi, un’eleganza generale che, fatalmente, distingueva noi in peggio (troppo assimilabili al venditore di rose passante lì in continuazione e più caldo di noi per via del suo girare da locale a locale).
Avrei tanto desiderato entrare con Nadia e sentire la musica, bello bello in poltrona, divertirmi con la scaletta delle canzoni in esecuzione (da relazionare a vari arrangiamenti delle stesse da me sentiti), cogliere le novità, ma vani sono stati i tentativi di superare il problema del non essersi prenotati per tempo pur d’accaparrarsi il biglietto. Sono solo riuscito a sentire da fuori (di straforo, da dietro al palco, grazie all’unica porta ivi presente e lasciata aperta) un po’ di suoni vaghi e su di essi, chiara, la chitarra elettrica di uno degli ultimi brani provati ed uno dei primi brani eseguiti: “Ventilazione”, tratto da un disco del 1984. Ed è stato molto toccante, due volte toccante: sola chitarra al primo ascolto, sola chitarra al secondo.
Io, fino al 1990, di Fossati conoscevo solo il brano “La mia banda suona il rock” e consideravo lui il tipico autore che riesce a fare un brano di successo e poi sparisce campando coi diritti siae; invece mio fratello, consigliato da un’amica (Laura), mi regalò un LP (Discanto) e rimasi colpito tanto da comprarmi tutti i suoi album precedenti e seguirne i lavori successivi. La chitarra elettrica di Ventilazione, arrivandomi nel freddo di una Perugia deserta (in cui solo al mio amico era dato capire l’opportunità d’andarsene via prima possibile), era perfetta nel suggerirmi un percorso d’ascolto, nel dare ambientazione ai miei pensieri sul come accorciare le distanze tra chi se la passa bene e chi male. Coi tuoi libri in una busta pensavo alla casualità di certi argomenti inseriti nei testi, all’opportunità di riferirti questa frase tratta appunto dal testo del brano riferito alla chitarra da me sentita:


“… La Polizia conserva foto di tutti
e Dio lo sa cosa le tiene a fare
gente che usciva allo scoperto
praticamente per respirare
ma ognuno ha una coscienza segreta
con cui fa il pranzo di Natale
sarà questione di ventilazione
o di sapere che cos’è normale.
Amore mio …”


Il brano Ventilazione può dir tanto e nulla al contempo, può piacere come no [all’epoca vi fu un grande lavoro sul suono poi accantonato, quasi fosse considerato un vezzo del momento (es. usare microfoni in luoghi lontani dalla fonte sonora principale per ottenere effetti più lunghi del filo servito alla registrazione)], ma a me lì, nel gelo post-etrusco, non poteva che coniugarsi con la questione ergastolo. Quando i motivi di giustizia sottesi ad una pena vendicativa confliggono tanto da portarti ad escogitare esperimenti giuridici per evidenziare le contraddizioni di logiche applicate arbitrariamente, tu, per me, dimostri inequivocabilmente che sei in una condizione di vittima e che io assieme a te sto tra la parte migliore della società: quella che non scarica la sofferenza sul più debole. Un abbraccio grande…

Francesco


 

DALLE CLARISSE DI LAGRIMONE A CARMELO

 

Lagrimome 29/1/2012
Carissimo Carmelo,
pace e bene!
Ho qui il materiale e lo scritto a me e a Sr. Daniela del 17/12, non siamo morte, neppure dopo il terremoto di qualche giorno fa. Siamo state prese dalla salute delle sorelle e ora anche dall’influenza.
Siamo serene e fiduciose nel bene.
Ho letto il materiale inviato (ormai per la 2°volta) e ho apprezzato la chiarezza e il coraggio e, come te spero, che dopo l’incontro con in Senatore Francesco Ferrante qualcosa si muova. Ho fiducia che il governo tecnico e il nuovo ministro Paola Severino possano dare una spallata a tante leggi contro l’uomo.
Dai giornali vedo qualche tentativo e perciò sono fiduciosa, certo io non sono addentro a tanta problematica e il mio giudizio e le mie speranze possono essere infondate.
Sono certa però che la tua poesia “Forse” è realtà.
Sì, Dio si manifesta soprattutto così: nelle persone che ti amano e soccorrono (Vedi il Vangelo di Matteo al capitolo 25 i versetti 31-46) o viceversa, che tu ami e soccorri nelle loro necessità
È vero che nel comportamento di altri uomini si vede l’anti-dio perché emerge malvagità, slealtà, indifferenza, inganno…
Il Dio cristiano non è lì. Lui può castigarci, ma non si allontana da noi, ci corregge perché diventiamo saggi, cioè non deturpiamo la nostra identità.
Caro “lupo cattivo”, meno male che ti sei lasciato ammansire come il lupo di Greccio di San Francesco e che il tuo cuore sia tutto rivolto ai tuoi fratelli di pena e a loro dici parole di speranza, con loro lotti, per loro lotti spesso a tue spese come quando scrivi a ministri, presidenti, ecc…
Ecco, tu hai trovato te stesso, hai trovato l’uomo pensato da Dio, hai trovato gli uomini.
Le mie parole e quelle di suor Daniela non sono “troppo” e “immeritate”: tu ti mostri uomo nel tuo agire e sentire e il tuo cuore è aperto all’amore universale.
Grazie per la poesia “Forse”. Il Signore si mostra in modo tutto suo e ti auguro di trovarlo anche là.
Grazie anche per chi non può dirti grazie per la tua persona.
Sr. Marta

30/01/2012
Carissimo Carmelo,
non ti abbiamo dimenticato! È stato un periodo duro per noi, per via del ricovero di una sorella e dell’influenza che ci stiamo “passando” l’una all’altra.
Abbiamo un po’ tribolato!
Caro Carmelo, il bene non si merita, perché l’amore è sempre gratis! Anche tu vuoi bene a noi, che non lo meritiamo, ma… l’amore è così.
Se non è gratuito, non è vero amore, è interesse, è scambio…
Che gioia per te e per Nadia che lei sia potuta entrare nella tua cella! È davvero non ne è uscita e non ne uscirà mai!
E gioiamo molto anche perché il senatore F. Ferrante si è preso a cuore la vostra causa
Abbiamo letto tutti i fogli che ci hai mandato e siamo solidali con te e con tutti gli ergastolani ostativi.
Sappi che non perdiamo occasione per far conoscere la vostra pena e purtroppo la maggior parte della gente non ne sa niente e si stupisce molto che in Italia esista una tale pena!
Coraggio! Non smettere mai di lottare. Un abbraccio
Sr.Daniela

 


 

DA CIRO A CARMELO

 

 

SULMONA 31/12/2011
Mio carissimo Carmelo,
sono esattamente le ore 6.50, come al solito mi sono alzato alle 5, e dopo aver sbrigato le mie cose, ho fatto colazione e mi sono rinfilato nel letto, così ho terminato di leggere la parte seconda della tua tesi. Hai fatto un eccellentissimo lavoro, complimenti! La parte seconda l’ho trovata molto profonda, commovente, affettuosa, sentimentale e piena di amore, non per niente mi sono emozionato più volte. Ciò che hai scritto, lo può capire solo chi sa cosa significa amore, e cosa significa essere amato. A volte mi domando: come fanno i signori politici a dichiararsi “LIBERALI” o MODERATI, sapendo che hanno votato delle leggi infami di tortura tipo il 41 bis “DURISSIMO”, togliendo anche la possibilità di potersi cucinare un po’ di pasta, cosa c’entra tutto questo con la sicurezza, o la non concessione dei benefici a chi come noi siamo stati condannati alla pena perpetua dell’ergastolo ostativo. Un liberale o un moderato dovrebbe ragionare in modo diverso, cioè dare una possibilità di recupero a chi a sbagliato, proprio come impone la nostra Costituzione.
Non lo so se riescono a capire che cavalcando la tigre della vendetta, della cattiveria, del forcaiolismo e dell’odio, diventano più criminali che noi, perché è assurdo che non sappiano che l’ergastolo ostativo ti uccide ogni giorno, quale linguaggio dovremo usare per fargli capire che tutto ciò è disumano.
Comunque, amico mio, noi continueremo la nostra lotta per dimostrare che l’ergastolo ostativo è incostituzionale.
Se ti trovi qualche istanza di permesso dove hai sollevato i due punti di incostituzionalità come viene riportato nell’ordinanza di rigetto del tuo permesso dal Tribunale di Sorveglianza di Perugia vorrei farlo presentare a qualche detenuto di qua che si trova nei termini di legge, sperando che accolgano la questione di incostituzionalità.
Volevo sapere come hai risolto la questione della paga mirante al lavoro all’interno del carcere, cioè è rimasta un’ora di paga? A Biella mi davano circa 100 euro, togliendo tutte le spese, la manutenzione al carcere, rimanevano 50 euro di cui 15-16 euro andavano al fondo vincolato: proprio come schiavi.
Ti comunico che ho presentato reclamo al magistrato di Sorveglianza di L’Aquila, per essere trasferito a Spoleto o altro carcere dove possa continuare gli studi interrotti non per mia volontà. (…)
Qui è tutto appiattito, la gente si è rassegnata, convinta che non dobbiamo chiedere nulla, perché sanno già che non ci danno niente; pensa tu con che clima mi trovo a combattere.
Forse non ci crederai che non abbiamo nemmeno il telecomando, non c’è la farina sulla spesa, la colla stik, non c’è computer nella saletta, e quando hanno letto sulla petizione che abbiamo presentato la richiesta di concederci di avere il computer in cella per questioni di lavoro, per poco “mi picchiavano”.
Vado al passeggio, anzi al campo, vado a salutare un mio computato: facciamo solo un’ora, perché oggi abbiamo la socialità.
Amico mio, oggi sembrava una giornata simile alle altre ma il diavolo, o l’assassino dei sogni, non hanno voluto. Stavamo rientrando dal passeggio, mancavano 5 minuti, la guardia ha detto all’amico mio, a cui voglio bene come un fratello, che era desiderato dall’ispettore. Dopo dieci minuti è risalito con le lacrime agli occhi, dicendomi che era morto suo figlio detenuto nel carcere di Trani: Gregorio, 34 anni, figlio di Giuseppe Durante. Mi ha spezzato il cuore, sarebbe bastato farlo ricoverare, anziché scrivere che stava simulando. Vigliacchi! Lo hanno ammazzato! Questi sono i criminali. In attesa di tue notizie ti abbraccio con il bene e la stima di sempre.
CIRO
 


 

DA GRAZIA A CARMELO

 

26.11.2011
Carissimo Carmelo,
buongiorno, bisogna che ti scriva subito perché intanto non riesco più a dormire e non penso ad altro che a scriverti.
Sai, sono andata alla presentazione del tuo libro ad Albenga, con tre figli e mia madre (84 anni suonati) perché ritengo che certe situazioni facciano un gran bene, a tutte le età. Mi spiace molto che non ci fossero mio figlio grande e mio marito … ma pazienza.
È stata una presentazione magnifica … ho provato una grande emozione… e mi sono detta “Cavolo, non siamo soli, c’è qualcuno che ci capisce !!!”
Provo ad andare con ordine. Appena entrata ho conosciuto Patrizia, che mi è tanto piaciuta da subito. Lei ha parlato molto, in modo bello, intenso, magistrale… ha parlato con il cuore. È in questi suoi interveti ha dedicato uno spazio per descrivere e lodare Nadia, e mi ha fatto un enorme piacere… perché Nadia io non la conosco di persona (per ora…) ma sono convinta che dovrebbero conoscerla tutti… Ad ascoltare il vissuto di persone così (come Nadia) penso che ognuno abbia l’opportunità per tirare fuori la parte migliore di sé. E poi Suor Lilia!!! Ci siamo subito abbracciate, e il primo abbraccio gliel’ho dato da parte tua, come mi avevi chiesto… gli altri sono stati per me… perché una così te la terresti stretta per sempre!!!
Inoltre ci siamo capite al volo, anche lei ha saputo all’improvviso di avere la “vocazione” per i detenuti … ha parlato in modo intenso, è una che comunica con la forza del cuore. Ha letto la tua lettera rivolta a Dio … commovente.
Devo dire che mi sono commossa più volte… c’era un’atmosfera vibrante, di forte condivisione, o almeno io ho provato questo… ma anche loro… quelli che hanno parlato… avevano gli occhi lucidi!!!
E poi l’avvocato, ora non ricordo il nome, un “ragazzo” fiero, semplice… grande. Ha raccontato la sua esperienza nelle carceri, ha lasciato trapelare la passione con la quale si lascia trasportare nel suo lavoro, in cui è palese che si pone come “uomo” e non solo come avvocato. Credo proprio che lo dovresti conoscere, in qualche modo.
Intanto per non lasciarmi sfuggire l’opportunità … l’ho “inseguito”all’uscita e mi sono presentata come “Amica degli Uomini Ombra”, non gli ho neanche ancora detto il mio nome. E mi sono fatta lasciare il suo indirizzo email e più tardi gli scriverò… non so bene che cosa, ma gli scriverò.
Poi c’era un signore, mi pare si chiamasse Giuseppe, che ha letto alcuni tuoi scritti … in un modo, con una voce … una partecipazione …
Leggendo la tua lettera di Natale ai tuoi figli, faceva fatica a continuare perché gli si spezzava la voce, dato che era molto commosso.
Lui mi è sfuggito e non sono riuscita a ringraziarlo… infine l’avvocato ha presentato il caso del ragazzo di Albenga che sta scontando l’ergastolo in India, ed è pure innocente, e un altro signore ha letto alcune sue lettere. Bellissime, forse potremmo scrivere anche a lui. A Patrizia ho proposto di fare la presentazione del tuo libro qui a Genova e lei mi ha accennato che qualcuno ha contatti con la Biblioteca Berio, la più importante della città, e che ci avevano già pensato. Magnifico!!!
Insomma è stata una grande serata, mi sono sentita veramente bene e ho deciso di non desiderare più la fine del mondo, perché forse possiamo ancora cambiarlo, non siamo soli, ci sono altri che provano i nostri stessi sentimenti, che hanno voglia di lottare, di mettersi in gioco, di conoscere e condividere … mi è venuta una notevole energia da tutto questo e sono sicura che verrà anche a te.
Inoltre, devo ancora dirti, che per me è stato molto importante conoscere “fisicamente” qualcuno come me, dato che siete tutti lontani o… “irraggiungibili” … Certo i cuori sono in sintonia, ma anche gli occhi che si “incrociano” fanno un gran bene.
Sai cosa pensavo stanotte… ma seriamente la pensavo… dovremmo scrivere un libro a più mani (esterne e interne …) dal titolo “Lasciatemi Entrare” e poi ne regaliamo una copia a tutti i Direttori delle Carceri italiane.

Basta, mi fermo, se no vado avanti a scriverti tutto il giorno… lo sai che sei una delle cose più “Belle”che mi sono capitate? L’ho già detto a qualcuno questo… ma seriamente a “pochi”.
Ora ti abbraccio … e ti abbraccio ancora.

Grazia.


 

DA ANNA A CARMELO

 


 

24/11/2011
Carissimo Carmelo,
ho letto il tuo libro “Gli uomini ombra”, tutto d’un fiato circa due mesi fa, non ricordo i particolari, ma posso dire però che mi ha dato forti emozioni.
Sono contraria all’ergastolo ed in modo particolare a quello ostativo
Non avevo mai immaginato prima di ora a quale degrado ambientale e strutturale si trovano le nostre carceri poiché ci si limita solo a parlare di affollamento delle stesse. Tantomeno avevo mai pensato ai tanti maltrattamenti, addirittura ai pestaggi, a cui sono sottoposti i nostri carcerati. Non nascondo la mia più sentita compassione di fronte a tanta miseria umana.
Ciò mi ha fatto veramente male e mi ha fatto riflettere ponendomi la seguente domanda: ma io posso fare qualcosa o non posso fare niente? La mia prima risposta è che posso pregare per tanta gente così offesa nella propria dignità di uomo, figlio di Dio – Là dove non arriva l’azione giunge la preghiera!-
L’altro punto che mi ha colpito, e questa volta positivamente, è che anche “l’uomo ombra” è amato ed a sua volta ama. Proprio con la forza di questo Amore (e lo confermano le varie storie da te riportate nel testo) l’uomo è in grado di sopravvivere ad ogni sorta di sopruso ed a difficoltà di ogni genere. L’uomo che ama, ed ogni uomo, nessuno escluso, porta in sé il germe dell’Amore, è capace di tutto anche di sperare al di là di ogni speranza…
Ti auguro con tutto il cuore che in forza di questo Amore che possiedi nel tuo intimo più intimo tu possa diventare “l’uomo di speranza” e che tu passi dall’ombra alla luce o meglio da “uomo ombra” a “uomo di luce”.
Fraternamente ti abbraccio.
Anna C. 

 


 

DA SABINA A CARMELO

 

 

 

Caro Carmelo,
non è un caso che sul biglietto che ti ha mandato sia rappresentata “la notte stellare” di Van Gogh.
C’è un motivo preciso. Ad aprile dell’anno scorso, dopo avere ricevuto già due tue lettere che tenevo nel mio cassetto, ho pensato di trovare una cartellina che mi piacesse e tenerle lì.
In quei giorni è capitato che mentre rimettevo a posto la mia camera, è venuta fuori una cartellina che raffigurava “la notte stellare” di Van Gogh, la mia cartellina preferita. Non perché questo dipinto sia il mio preferito, perché ce ne sarebbero anche altri, ma perché questa cartellina è un regalo a cui io tengo molto, e non la usavo perché mi sembrava sprecata per tutto…
Appena quel giorno l’ho vista, ho pensato che finalmente gli avevo trovato un uso perfetto, era proprio quello che cercavo!
Da allora ci tengo tutte le tue lettere, ora è strapiena, ma continuo ad usarla!
Sabato stavo in una libreria e ho visto questo biglietto. Ogni volta che vedo “la notte stellata”, ora penso a te e l’ho preso.
Un abbraccio!
Sabina
Novembre 2011
 



DA LUANA A CARMELO

 

 

 

Ciao Carmelo,
le belle notizie che mi sono giunte con la tua lettera mi hanno molto deliziata. Ringrazio per i complimenti rivolti ai miei bambini.
Per quanto riguarda l’intenzione di volere pubblicare sul Blog la mia lettera non oppongo obiezioni.
La notizia del tuo lavoro in biblioteca mi ha fatto balenare in mente un’idea: potremmo tentare di arricchire le biblioteche penitenziarie proponendo, in concerto con le altre associazioni presenti sul territorio nazionale, una campagna di bookcrossing for “freedom”.. to read (bookcrossing per la libertà di leggere, almeno quella. Anche se credo che l’iniziativa che ho in mente potrebbe realizzare molto di più, dentro e fuori). Mi spiego meglio incollando intanto la definizione di Bookcrossing.
“Bookcrossing anche noto come BC, giralibri, liberalibri, Libri liberi, Libri in libertà, consiste nella pratica di una serie di iniziative collaborative volontarie, e completamente gratuite, di cui alcune anche organizzate a livello mondiale, che legano la passione per la lettura e per i libri alla passione per la condivisione delle risorse e dei saperi. L’idea di base è di rilasciare libri nell’ambiente naturale compreso quello urbano, o “into the wild”, ovvero dovunque una persona preferisca, affinché possano essere ritrovati e quindi letti da altre persone.
Ecco, noi potremmo lanciare questa iniziativa nelle librerie italiane o anche in altri luoghi (università per esempio), proponendo un po’ di documenti, provenienti da tutti gli isituti penitenziari, in cui si informano gli interessati della realtà carceraria, su quelle tematiche più dolorose e rivolgendo loro l’invito a lasciare un libro e l’indicazione circa il carcere dove vorrebbero che quel libro arrivasse. Immagino che una simile iniziativa, se organizzata bene a e livello nazionale, potrebbe produrre una certa sensibilità verso il carcere, attuale grande rimosso. I luoghi di raccolta ideali credo sarebbero proprio le librerie.
Ho in mente anche uno slogan: MANDA IN GALERA UN LIBRO, SPRIGIONERA’ LIBERO PENSIERO.
Fammi sapere se può essere un’idea interessante da realizzare.
Voglio precisare che non mi interessano le politiche di umanizzazione del carcere, preferirei piuttosto venisse eliminato con politiche di giustizia sociale, ma allo stato attuale siamo ben lontani da discorsi che vadano in questo senso in modo minimamente soddisfacente. Qui fuori spesso si pecca di egoismo ideologico. Io ritengo giusto portare avanti le nostre idee più alte, tentando allo stesso tempo di realizzare qualche tappa intermedia, che possa intanto fare arrivare alle coscienze esterne la notizia che questo maledetto mostro esiste e fagocita tantissime persone.
Per quanto riguarda i tuoi testi, oltre ad un doveroso passaparola, garantisco che saranno i miei doni di Natale per alcune persone a me care. Li ordinerò direttamente nella mia libreria di fiducia, in modo da consentire ai proprietari di visionare i testi.
Sandra mi ha riferito l’intenzione di volere organizzare la presentazione de “Gli uomini ombra”, affiancata al concerto dei 99 posse, cosa questa che attirerebbe molta, moltissima gente. Per far ciò credo ci vorrà un po’ di tempo e si dovrà attendere anche la disponibilità ella band.
Ho ascoltato “morire tutti i giorni”, in realtà l’ascolto almeno una volta al giorno… oltre al suo, ha per me un significato particolare. Quando è stato consegnato il primo testo, ero presente anche io e fu l’ultima cosa che feci per l’associazione prima di entrare in letargo. Ascoltare la ballata unita alla mia lettera finalmente arrivata, mi dà l’idea che sto ricominciando esattamente da quell’ultimo atto.
Sul Blog avevo già letto il tuo scritto riguardante la situazione del sign. Liga, ne abbiamo parlato in associazione ed abbiamo inviato una lettera al Presidente della Repubblica; in più, credo domani, dovrebbe comparire il tuo scritto su un quotidiano locale, il cui direttore è Piero Sansonetti.
Mi scuso se rispondo e risponderò sempre con abbondante ritardo. Non ho mai troppo tempo libero a mia disposizione.
Un caro saluto a te ed anche a tutti i compagni di sventura.
Siete nel mio cuore e nelle mie preghiere, ma questo non diciamolo a nessuno, credo di essere l’unica credente dell’associazione!
Luana
Novembre 2011 


 

DA SUOR CATERINA A CARMELO

 

 

 

Carissimo Carmelo,
ho una quantità di cose belle che ti riguardano.
Le leggo con piacere e dopo le rileggo per capirne tutto il significato, così ti conosco sempre di più.
Le tue lettere e gli altri scritti rivelano la tua bontà e la tua semplicità. Ti auguro di continuare nella strada che certamente ti darà delle gioie che tu non puoi neanche immaginare, perché il bene è così: quanto più hai occasione di realizzarlo, tanto più sei sereno e stimolato a compierlo.
Mi rallegro di avere (se tu permetti) un amico come te. Una persona che sa di essere amata e che ama. Siccome il Mondo è creato per amore, perché il Creatore è l’Essenza di questo dilettissimo movimento, le creature ne siam coinvolte per ridonarlo liberamente ai nostri simili. Le occasioni non sono ostacolo per poterlo realizzare, se uno ama veramente. La mamma buona, quando il figlio ritorna non lo manda via, ma lo accoglie con la stessa tenerezza di quando lo cullava in fasce. Le gioie umane hanno lo stesso compito , sgorgano dalla Stessa Fonte. Sant’Agostino afferma: “ama e fa ciò che vuoi”, perché non posso fare che bene se amo. Preghiamo il buon Dio che si degni di farci questo DONO.
Nadia è un dono prezioso che il Signore ha voluto farti. L’ho chiamata, ma è una persona molto chiamata, quasi mi rincresce chiamarla. Spero che ti abbia dato i miei saluti dato che non ci riuscivo a poterti scrivere. L’ho chiamata perché tu non pensassi che mi ero dimenticata di te. Finché posso cercherò di farmi viva (se a te fa piacere).
Le tue letture mi fanno sempre gran piacere, sperando che tu stia sempre bene.
Ti mando un caro e affettuoso saluto, un ricordo e una preghiera per la tua famiglia, moglie e figli, perché la Madonna li protegga e li accompagni.
Un abbraccio da Suor Caterina.
Solignano 8 novembre 2001



DA VERONICA A CARMELO

 

Caro Carmelo,
mi fa davvero piacere sapere che quello che io ti scrivo nelle lettere ti faccia sorridere, perché è proprio quello che voglio. Non voglio che l’Assassino dei sogni vi rubi anche solo un piccolo sorriso, noo!!
Non dovete dargliela vinta, perché voi avete un’arma, che lui dà tanto fastidio. E’ l’amore che nessuno avrà mai il diritto di togliervi, solo perché siete degli “Uomini Ombra”, e quindi considerati “diversi”.
Anzi siete portatori di gioia e di tanta luce, siete uomini come noi. Non diversi solo perché avete commesso qualche reato. Allora se fossero tutti così dovremmo scegliere le persone “perfette”, che non esistono!!
E poi una persona non si deve giudicare da quello che è, mai!!!
Dobbiamo essere tutti uguali, con le nostre gioie e dolori, senza nessun tipo di distinzione…
A proposto del mio amico Zanna Blu, a cui io voglio tanto bene, non mi importa di quello che ha fatto, ma piuttosto del lupo che è diventato, capace di amare Lupa Bella e i suoi due cuccioli con un amore indescrivibile e inimmaginabile.
Ricordati bene che io ti voglio bene come se fossi un papà, o mio fratello più grande, e che ti penso in modo particolare, quando prego tutti i giorni.
Infine volevo dirti un’ultima cosa, ridendoci su, semmai è Nadia dovrebbe stare attenta a me che ne faccio di tutti i colori.
Ti voglio tanto bene,
Veronica

Ottobre 2011


 

DA ELISA A CARMELO

 


 

 

Caro Carmelo, è una bruttissima domenica di inizio ottobre e nel silenzio della mia camera, mentre fuori piove e tira vento forte, ho sentito, come spesso accade, il bisogno di scriverti,e di sentirti “vicino”.
Ti ringrazio infinitamente per avermi dato ancora una volta la possibilità di essere una privilegiata nella lettura in anteprima di un tuo racconto, che Nadia ha provveduto tempestivamente a farmi avere, e che ho appena iniziato a leggere.
Ma sono appena all’inizio, devo ancora andare a fondo, lo sai che a me piace lasciarmi trasportare dalle letture e arrivare in profondità. E poi c’è sempre un carico emotivo in più quando leggo i tuoi scritti, e non mi piace farlo frettolosamente, ma dedicandogli un tempo e, sembrerà assurdo, anche uno spazio, tutto speciale.
Ecco, stasera per esempio, stasera è la serata giusta…
Silenzio, sana solitudine, quiete intorno, che fanno da contrasto ai piacevolissimi rumori della natura fuori.
E, soprattutto quel po’ di voglia di evasione dal mondo, che così spesso mi prende, e di cui mi pare paradossale parlare proprio a te, che forse provi l’istinto opposto. In realtà neanche così opposto credo: infondo forse è normale che ogni uomo di tanto in tanto abbia bisogno di evadere da qualcosa, che solitamente è cioè che vive in continuazione, a cui si sente quasi inevitabilmente ed irrimediabilmente “condannato” e da cui si sente schiacciare.
Per me è il mondo, per te la cella: ma in realtà la tua cella è inclusa nel mio mondo, facendo parte dello stesso “tutto”, dello stesso creato.
Forse infondo ci stiamo ribellando allo stesso oggetto, provandone lo stesso disprezzo: certo, con le dovute e insanabili differenze, questo si sa.
Sì, credo che passerò così la mia serata. Io, la mia mentale evasione e “Il senza Dio”.
Ti ringrazio perchè, oltre che con le tue settimanali preziose lettere, anche con gesti come questo mi fai sentire in qualche modo “importante”, meno estranea, meno sconosciuta e meno distante da te di quanto la nostra vera condizione non mi consenta di essere.
Sono felice perchè ieri ho ricevuto una notizia che aspettavo da tempo: questo giovedì inizieremo l’attività di sportello in carcere, a Capanne. Siamo un gruppo di studenti, accompagnati dal prof Fiorio, per quel progetto di cui ti parlavo sull’apertura di un centro informazioni per le detenute.
Sono carica di aspettative e di emozione, come sempre quando intraprendo una cosa in cui credo e che mi prende “spiritualmente”.
Non potremo fare molto per loro, certo, ma è pur sempre un servizio quello che portiamo, e l’idea mi piace. è un modo, uno come tanti, per non stare a braccia conserte davanti alla sofferenza.
Spero tanto di non perdere un’occasione per dare un apporto, di qualsiasi tipo, anche soltanto quello derivante da un sorriso, di cui sono certa quelle persone avranno bisogno. E questo arricchisce il mio animo, forse ancor più che il loro.
A proposito di questo, mi torna in mente un ricordo, al quale nel tempo mi è capitato più volte di ripensare: il sorriso che ci scambiammo io e te, nel momento in cui stavo uscendo dalla biblioteca del carcere, dove vi abbiamo incontrato quel giorno di aprile.
Ero tra gli ultimi della “fila”, e, probabilmente come tutti, ti ho guardato e sorriso, prima di uscire dalla stanza.
Tu hai risposto sorridendo, ed è come se lo facessi anche ora, qui, davanti a me.
E così ogni volta che ci penso: mi sembra che tu mi stia sorridendo di nuovo. Tanto lo ricordo col cuore.
Quel sorriso mi ha lasciato qualcosa, che bene neanche riesco a spiegare.
So solo che mi sono fatta per tanto tempo un sacco di domande, e continuo a farmene.
Chissà se troveranno risposta.
Chissà se riuscirò ancora a vedere te, e quel sorriso.
Allora non ti conoscevo, oggi sì: e se allora quel piccolo gesto mi ha aperto il cuore, non oso immaginare cosa potrebbe succedere oggi.
Ti voglio bene.
Ti abbraccio
Elisa

Ottobre 2011


 

DA SUOR LILIA A CARMELO

 

 

Carmelo sempre carissimo,
forse non è necessario scriverti per dirti come è stato il nostro incontro al teatro S. Carlo di Albenga, perché tu eri così presente, così attento che, sono certa, nessun particolare ti sarà sfuggito.
Già altre volte ho frequentato questo luogo, ma raramente l’ho visto così al completo, anzi, avrai notato anche tu gente in piedi lungo i lati della sala. Non poteva che essere così dato l’ospite d’onore invitato. Ho goduto davvero quando Patrizia, rivolgendoti a te, ti chiamava: Dottor Musumeci, e lo sei veramente e … a quale prezzo!
Giuseppe,nel leggere i tuoi scritti, si è visibilmente emozionato, come è capitato a me nel presentarti come l’amico del cuore. E Roberto, il penalista, ha raccolto l’unanimità di consensi, quando, dopo aver magistralmente presentato l’ergastolo ostativo, ha dichiarato che tutto il nostro ordinamento penitenziario è da rifare.
Ho conosciuto anche la tua amica Maria Grazia da Genova: con lei mi sono intrattenuta a parlare di te e il mio cuore era nella gioia. C’era anche Nadia in sala, ma non so in quale punto del Teatro si fosse sistemata, ma non l’ha riparata la sua proverbiale umiltà, perché Patrizia le ha rivelato i nostri sentimenti grondanti di stima, affetto, ammirazione, facendo leggere da Giuseppe la stupenda poesia che tu avevi scritto appositamente per lei in occasione dell’8 marzo di quest’anno.
Ho l’impressione che la gente sia ritornata a casa portandosi in cuore questa carta d’identità di te: amante della vita, voce di chi voce non ha, guerriero intrepido nella difesa dei propri e altrui diritti, padre tenerissimo, poeta esimio, amico per sempre …
Carmelo amatissimo, non eri a Spoleto ieri sera, proprio no; avrai sentito quando Patrizia, rivolgendosi al lettore, lo ha chiamato “Carmelo”.
Devo dirti che ha preparato questo incontro con tanta passione. Ma non è finita qui: sono stata invitata in un Liceo di Alassio a parlare di te. Ci andrò con gioia e ammirerò il mare e la spiaggia per te. Come vorrei che, subito dopo l’abolizione dell’ergastolo ostativo, tu ottenessi la prima licenza premio e scegliessi di venire nella nostra terra ligure. Sogno troppo, Carmelo amatissimo? No, lo posso fare perché l’Assassino dei Sogni non ha alcun potere su di me.
Per ora mi fermo qui anche se avrei moltissime altre cose da dirti; però voglio ringraziarti perché quando mi scrivi mi fai sempre felice e tutto ciò che mi spedisci (fotocopie varie) leggo e rileggo con amorosa attenzione.
Ti affido a Maria, la nostra dolcissima Mamma del cielo perché ti prenda per mano e ti faccia sentire i battiti del suo cuore per te.
Ciao Carmelo, per me sarai sempre il mio carissimo Carmelo.
Tua aff.ma
Sr. Lilia
Albenga, 26-IX-2011 
 


 

DA SR GRAZIA A CARMELO

 

7/09/2011
Carmelo carissimo,
questa sera non vado a letto senza averti scritto… è tanto che lo devo fare, ma tu devi pensare che anche se sto in silenzio con la penna, non lo sono col cuore.
Oggi mi è arrivato il meraviglioso biglietto che mi hai mandato per il compleanno con degli auguri che solo tu potevi farmi: grazie!
La tua sensibilità mi sorprende, sei una persona speciale ha un cuore capace di amare e nella situazione in cui ti trovi è solo l’amore la forza che ti permette di vivere e di far vivere.
Ho tanti sentimenti nel cuore da manifestarti, ho paura di fare un po’ di confusione perché lo scrivere non è il mio forte e poi certe cose è difficile tradurle in parole, a volte si esprimono meglio con uno sguardo e stando in silenzio, ma nonostante tutto ci voglio provare a dirti qualcosa.
Ho tra le mani due capolavori: la pagina tratta dal tuo romanzo “la Belva della cella 154” dove ricordi un episodio della tua infanzia e poi finalmente il sospirato “Nato Colpevole” solo il primo capitolo.
Non ti nascondo che leggendo il tutto mi sono commossa e ho esclamato: Dio mio, perché così tanta sofferenza!
Nel mio cuore ho sentito sussurrare la frase del Vangelo: “Voi valete più di molti passeri”.
Voi avete il nido nelle mani di Dio.
Ogni volta di fronte a queste parole sento paura e dolcezza insieme, la paura di non cogliere il senso totale: un Dio che si prende cura dei passeri, un Dio che ti conta i capelli di un capo.
Immagini dolci della Provvidenza.
Eppure cadono in tema i passeri.
Eppure muoiono i bambini.
E nulla accade senza che Dio lo voglia, dice Gesù.
Ma allora è Dio che spezza il volo?
Allora è Dio che vuole la morte?
I passeri cadono, i piccoli muoiono, e Dio cosa fa?
Dio vive il dramma di coloro che gli stanno a cuore.
Il dramma è nostro ma anche di Dio.
È nel premio Nobel Elie Wiesel un toccante racconto intitolato “L’angelo dagli occhi tristi”.
In un campo di concentramento i prigionieri ebrei devono assistere all’impiccagione dei loro compagni.
Tra i condannati c’è un bambino di dieci anni, chiamato “l’angelo dagli occhi tristi”.
E mentre gli altri condannati sono raccolti in una morte pietosa e rapida, il bambino è quello che fa più fatica a morire.
E i prigionieri sono lì davanti e piangono.
E una donna grida: “Jahvè, dove sei?”
Il rabbino si gira, stringe a sé la donna e le dice piano: “ Donna, non vedi? Dio è lì che muore in quel bambino”.
Dramma di Dio, dramma della libertà.
Dio può tutto, certo.
Ma Dio è amore, e allora può solo ciò che l’amore può.
L’amore non può togliere la libertà, l’amore non può costringere.
Dio non è come quei genitori soffocanti di premure che vogliono evitare ai figli qualsiasi prova, qualsiasi sconfitta o fatica, genitori incapaci, il cui figlio resterà in eterno bambino, incapace a sua volta di affrontare la vita, senza obbiettivi e senza mezzi per raggiungerli, incapace di mordere il pane duro, delle lacrime.
Carissimo credo proprio di aver fatto un po’ di confusione ma voglio continuare dicendoti che la tua sofferenza non andrà persa e penso che il tuo non ricevere amore da piccolo, ti abbia fortificato e ora lo stai dando in sovrabbondanza agli altri.
Tu hai un cuore e un anima, tu sei più vivo che mai.
Nonostante la situazione che vivi, che mi fa rabbrividire perché non è possibile trattare un uomo così…, tu continui a combattere e lo fai non solo per te ma anche per gli altri.
È il disonore che fa morire.
Le anime morte sono quelle del disonore, quelle che non sono niente, né calde né fredde, né cristiane né pagane: anime morte.
Per essere vivi bastano due cose: una grande, ma invece semplicissima: amare qualcuno e la curiosità affettuosa verso il mondo, la scienza, l’arte, l’uomo.
“Noi sappiamo d’essere passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli” (1 Giovanni 3,14).

Carmelo, se ho capito bene “Nato Colpevole” è nato cioè l’hai scritto a causa di Nadia?
Ho tra le mani “Cronaca di uno spettacolo teatrale in carcere” e alla fine del dialogo Nadia è stata stupenda e ti chiede: “Ti prego, apri gli occhi domattina e raccontami la tua vita”.
Io aspetto di leggere anche il seguito di Nato Colpevole…
E poi anche “la Belva della cella 154”
Il titolo attira anche se però non mi piace che ti sei dato quel nome.
I tuoi romanzi mi piacciono tanto, e li voglio far conoscere.
Sarebbe troppo bello se tu potessi venire alla presentazione del tuo libro a Romena.
Ho letto sul tuo diario che “forse” andrai a Roma, te lo auguro di tutto cuore.
Nadia mi ha detto che giuridicamente è difficile che tu venga a Romena, ma io voglio sperare, sperare, sperare fino all’ultimo momento.
Sai Carmelo, io ci sono rimasta male che il Presidente Napolitano non abbia risposto alle vostre lettere! …
Invece molto carina è stata la figlia di Moro.
Io a volte mi chiedo come fai a scrivere a così tanta gente…
Non ti scrivo spesso anche per questo motivo, perché dopo ti metto in condizione di rispondermi e ne hai fin sopra i capelli.
È vero anche che le mie lettere non ti danno filo da torcere! …
Il mio pensiero e il mio cuore ti sono sempre vicini e prego per te.
Voglio strappare al Signore una grazia per te ed è quella del permesso premio che potrà dare una svolta alla tua vita.
Sai, da quando ti conosco a ora, a ottobre è un anno, stresso ogni giorno il buon Dio, non c’è giorno che non gli parli di te, io penso che prima o poi si stancherà e ci concederà quello che desideriamo.
Noi non dobbiamo smettere di desiderare! …
Prima che mi dimentichi ti devo dire che il commento firmato Grazia nel blog non ero io.
Se dovessi scrivere qualcosa mi firmerei sr. Grazia.
Ma toglimi una curiosità: Lupa Bella non è gelosa di tutta questa gente che ti scrive?
Ho letto che ti ha scritto una tua vecchia amica… mi raccomando non far ingelosire Lupa Bella perché la gelosia nei lupi è molto pericolosa! …
È vero che sto parlando con uno che il pericolo era il suo mestiere!! …
Riprendo dopo perché mi stanno chiamando, spero di tornare presto.

12/09
Come vedi sono tornata dopo qualche giorno, ci sono sempre mille cose da fare.
Forse è anche meglio che termino altrimenti mi dilungo troppo…
Sai Carmelo, sono felice di averti conosciuto e di avermi regalato l’amicizia con te e con Nadia, con lei ci scriviamo e a volte mi fa la sorpresa di una bella telefonata e il tempo è sempre poco, con lei mi trovo bene perché posso condividere l’esperienza con voi detenuti, io l’ascolto molto volentieri: Nadia è grande! …
È una persona che si dimentica di se stessa pur di far del bene agli altri.
Sei stato fortunato ad incontrarla, Nadia per te è un dono che l’infinita bontà di Dio ti ha voluto mettere accanto.
Ora concludo veramente perché voglio imbucare perché è tanto che non ricevi posta da me.
A proposito come sta la tua piantina di basilico?
Ciao Carmelo, ti voglio bene e ti sono vicina.
A presto,
sr. M. Grazia o.p.

P. S. Ti prometto la diffusione de “Gli uomini ombra”


 

DA ELISA A CARMELO

 

 

Carmelo, ti ringrazio moltissimo per avermi fatto leggere in anteprima la tua pagina su Marcellino!
Non ti conoscevo in veste di scrittore “romantico”, perchè “Gli uomini ombra” ha più un tono di cronaca secondo me, e solo in secondo piano è “romanzo”…
Eppure, nella loro evidente diversità di tema, di oggetto, di trattazione, i due scritti hanno qualcosa di forte in comune. E sì, forse sei tu… Ma questo sembrerebbe ovvio, io invece sto pensando a qualcosa di più profondo, più intimo.
In entrambi ho ritrovato la tua passione, il tuo impeto, la rabbia.
è spiazzante la forza di parole dure che, ogni tanto, affianchi a quelle dolci…Per alzare il tono, forse, oppure, credo, perchè questo sei tu: e il modo in cui scrivi non fa che rispecchiare inevitabilmente lo spirito combattivo che sei.
E allora mentre ricordi è come se le rivivessi certe sensazioni, e mentre le rivivi le racconti, le scrivi, e mentre le scrivi le rivivi ancora , e più forte…ed è un cane che si morde la coda…e i tuoi racconti non potrebbero essere più “vivi” di così.
Scusami. Mi sono lasciata prendere la mano dalla mia solita smania analitica! Questa specie di vivisezione che ho fatto delle tue pagine in realtà non è per niente interessante rispetto al tema delle nostre discussioni, ma mi sono accorta, ed è più forte di me, che quando ti leggo io non riesco a fermarmi a ciò che scrivi, non mi accontento… è come se cercassi sempre la cosa in più, il dettaglio, un accento, una parola, un senso, un non-detto sotteso al detto, che mi dia meglio la conoscenza di Carmelo. Ecco cosa cerco nei tuoi scritti: cerco te!
Cerco di capire chi sei, chi sei stato, che vita ti è toccata e come l’hai vissuta, di cosa è stata fatta la tua infanzia, di cosa la tua maturità…quali profumi, quali sensazioni, quali gioie e quali ire hai sperimentato…a quali prove sei stato sottoposto e come le hai superate, se le hai superate….
Non sono paranoica, nè ossessionata. E neppure curiosa, tutt’altro.
è che un po’ oramai ti sento vicino, e, d’altro canto, vorrei tanto capire cos’è che porta un uomo a sbagliare.
E cos’è che porta un uomo a non trattare nel modo “giusto” chi ha sbagliato.
Perchè forse la risoluzione di certi mali gravissimi che soffriamo ce l’avremmo sotto il naso e non vogliamo fare niente per vederla. Basterebbe “riflettere”. Non servono lauree, titoli, non serve ricoprire ruoli importanti. Basterebbe soltanto riflettere, anche nel leggere un libro.
Ma già, dimenticavo, siamo nel paese in cui la gente muore di galera e i giornali si preoccupano della solitudine dei suoi cani.
Come si può chiedere a questa classe di usare il cervello?! e poi, sempre posto che ce l’abbia.
Ti voglio bene.
Ti stringo forte.
Elisa

Settembre 2011
 


 

DA CAROLINA A CARMELO

 

05/09/2011
Ciao Carmelo
Ho ricevuto la tua lettera, che bello sentirti, non ci speravo più che ti sarebbe arrivata la mia lettera del 4 agosto, pensavo si fosse persa. Sicuramente è successo questo: te l’ho scritto anche nella lettera che stavo per mandarti, in questo mentre, poco prima di ricevere la tua. L’ultima lettera che ho mandato non l’ho portata alla posta ma direttamente imbucata, ed essendo che la posta si trova in un piccolo paesino vicino Gioia Tauro, non è che funzioni come dovrebbe, fanno ciò che vogliono, del resto come tutti in Calabria.
Comunque, sicuramente, per tutto questo tempo la buca è rimasta chiusa, essendoci state anche le vacanze. L’importante comunque è che ti sia arrivata.
Quanto al resto tutto bene. Olivier si è ripreso, stiamo continuando la cura di vitamine K, ma possiamo già dire che ormai si è ripreso del tutto.
Tra pochi giorni inizia la scuola, l’8 di settembre precisamente. In questi ultimi giorni che rimangono prima dell’inizio della scuola, mi sto dedicando ad ordinare libri, quaderni, e tutto l’occorrente scolastico. E poi mi rilasso un po’ perché questo sarà un anno molto duro.
Sai, mi sono fatta l’emocromo per vedere se posso dare il sangue. I risultati sono molto buoni, quindi lo posso donare. E’ una cosa molto bella donare il sangue, è un gesto di profondo altruismo. Siamo tutti molto egoisti noi uomini, e ogni tanto fare questi gesti è molto bello. E poi il sangue serve, infatti in Campania hanno dovuto chiudere due ospedali per mancanza di plasma. Che vergogna. Dobbiamo cambiare questa gretta e meschina mentalità, che purtroppo appartiene all’indole di ogni italiano, dobbiamo quindi contribuire a cambiare e migliorare il mondo.
Non conoscevo la storia di Marcellino. E’ molto triste, ma anche molto riflessiva. Anche io avrei fatto risuscitare la madre, invece di fare morire il bambino.
Nella lettera mi scrivi se sono religiosa o meno. Posso dirti che non sono atea, ma nemmeno tanto religiosa. La verità è che è molto difficile rispondere a questa domanda, che molte volte mi pongo senza trovare alcuna risposta. Sicuramente non sono praticante. Da una parte mi chiedo come l’esplosione del Big Bang abbia potuto portare alla creazione di tutto ciò che ci circonda e in una maniera impeccabile e precisa, basti pensare al corpo umano, e alla sua misteriosa precisione. Ma dall’altra parte la Bibbia è poco attendibile, come le molte metafore che contiene, come Adamo ed Eva e la mela del peccato. Oppure non capisco cose del tipo: la confessione. Non l’ho mai capita. Una persona compie un peccato, e anche se interiormente si è pentita e ha capito lo sbaglio che ha fatto, comunque il suo pentimento non vale, perché? Perché non è andata a confessarlo ad un prete qualunque che si spaccia per Dio o Gesù, perché, come sostengono, in quel momento non sono loro, ma è lo Spirito Santo ad agire. Tutte fantasie e cretinate, con le quali il clero riesce a plagiare gli uomini ignoranti. Tutte le schifezze che fanno loro non le confessano però? Hanno troppa vergogna: a partire dalla pedofilia, che non so bene come definirla, se reato o orrore. La cosa più schifosa, ma che in un paese come l’Italia è ritenuta reato minore. Si sconta qualche mese di carcere e via.
Ma certo, in Italia l’unica cosa che conta è la criminalità organizzata, tutto il resto può attendere. A mio parere non c’è cosa più brutta della pedofilia. Anche perché non ha motivazione. Oppure possiamo parlare anche del Papa che finge di interessarsi della pace del mondo, della miseria dei bambini africani, proclamando al popolo di andare a donare ai bisognosi. E poi lui è il primo a fare tutto il contrario, tanto che si fa fare i mocassini Prada su misura. Io non le digerisco proprio queste cose. Mi fa schifo pure ascoltare le cose che dice il Papa, non perché non siano cose giuste, ma perché sono verità affermate con profonda falsità e inumanità. Con i soldi che spende per le sue scarpe un bambino africano potrebbe campare quasi un anno. Ma non è questo il punto.
Perché si vedono persone che si mantengono molte cose, macchine, barche e altro, ma loro lavorano e se lo possono permettere, certo, donare qualche cosa ai bisognosi non gli farebbe male, ma sempre se vogliono e se si sentono di farlo, non sono mica il Papa loro, però vengono criticate perché c’è gente che ha molto bisogno, si fa peccato a comprarsi una macchina o altre cose. Oppure sono capaci di traumatizzare un bambino di quattro anni, dicendogli che deve mangiare tutto, anche se non gli va, perché ci sono molti bambini che non ne possono avere. Questa non è contraddizione oppure no? Secondo me sì. Perché non vendono tutto l’oro che hanno nascosto nel Vaticano, e donano tutto il ricavato ai bambini bisognosi?
Carolina


 

DA SUOR PIA A CARMELO

 

Pace e bene!
Carissimo Carmelo,
vuoi un giudizio sul libro “Gli uomini ombra”? Intanto abbiamo letto insieme “Zanna Blu”, con tutta la comunità.
“Uomini ombra” è un’altra cosa, e merita più attenzione e partecipazione affettiva e spirituale. D’accordo sugli articoli di Alberto Loggia, Russo Spena, Ramonda, e complimenti ai disegnatori che fanno vedere dal vivo il cuore degli ergastolani.
Una nota mia personale: ecco.. il “coltellista” mi ha addirittura entusiasmata. Una scena da Compare Turiddu, da Cavalleria Rusticana. Lui dice alla figlia “non piangere”, ma io ho pianto a calde lacrime. Un’altra scena molto bella e incoraggiante.. lui (mi pare Bruno) sempre chiuso in un buco di cella. Non parla.. non saluta nessuno. Lei gli scrive da Torino. Ma ha un male incurabile. Gli fa sapere che presto morirà. Lui si stava già <<slegando>>. Ritorna nel suo bunker. Lei con un incredibile forza di volontà si cura e guarisce. Anche lui, pur sempre in ergastolo, ricomincia a salutare i compagni di sventura, a parlare con loro. La potenza della speranza!
Salutami tutti i tuoi compagni ed amici, e ringrazia tanto da parte mia e nostra la cara Nadia Bizzotto. Io sono piemontese di origine. Ai miei tempi antichi, quando i ragazzini erano un pò discoli, marinavano la scuola, i papà li minacciavano: “Guarda che ti mando a Marassi”. Io ero una bambina tranquilla, andavo regolarmente a scuola, ma mi sento tanto vicina a te, a voi tutti.
Ciao,
Suor Pia
Monastero Santa Chiara di Lagrimone
Agosto 2011 


 

DA CAROLINA A CARMELO

 

 

04/08/2011
Ciao Carmelo,
ho ricevuto la tua lettera del 31 luglio. Oggi è una giornata un po’ così, sono stanca e triste. Il mio cane due giorni fa si è avvelenato con del veleno per topi. La veterinaria è intervenuta subito con punture, vitamine, e tante medicine. Adesso sembra essersi ripreso, per lo meno adesso cammina. Invece prima non riusciva neppure a camminare, avendo perso la sensibilità di tutto il treno posteriore. Solo che ancora è molto abbattuto. E’ sempre stanco, assonnato. La dott.ssa dice che ormai non è più in pericolo di vita, ma vuole comunque farlo visitare da uno specialista, perché sostiene che il fatto che abbia perso la sensibilità delle gambe non c’entra niente con il fatto che sia stato avvelenato, ma è solo una strana coincidenza.
Lui si chiama Olivier, è un cucciolo di labrador, ha un anno e sei mesi. Gli voglio tanto bene, solo che spero guarisca presto, perché è da quando l’ho preso che soffre di tante malattie, e con lui soffro anch’io. Da piccolo ebbe la parvovirosi, una gastroenterite acuta, che gli ha provocato la perdita di sei strati di intestino su sette. Dopo la gastroenterite parvovirosi ebbe il cimurro, poi per un periodo ha avuto problemi di stomaco, poi un’infezione causata dall’ingerimento di feci di piccione, poi la scorsa estate si è avvelenato per la prima volta, sempre con del veleno per topi, quest’anno poi si è nuovamente avvelenato, ma non so cosa fare. Purtroppo è inevitabile che succeda, perché abitiamo in aperta campagna, quindi è molto facile che ci siano veleni nelle proprietà confinanti. Allora i topi prendono il veleno per trasportarlo nelle loro tane, e magari, purtroppo, è possibile che qualche volta gli cada lungo il tragitto, come è già successo. Passa Olivier e lo ingerisce in un unico boccone. Bisogna stare molto attenti, perché il veleno attacca per prima volta la milza, e dato che è già due volte che successe, se malauguratamente dovesse succedere un’altra volta, ci sono delle probabilità che potesse non farcela più. Non ci voglio neanche pensare, ci tengo tanto a lui, per me no è solo un cane, per me è un amico, un amico fedele, che mi vuole bene, mi ascolta, mi fa compagnia quando studio, leggo, scrivo. Per esempio, adesso mentre scrivo lui è qui accanto a me, straiato a tappeto (la posizione tipica del labrador), che dorme. Mi capisce, riconosce subito i miei stati d’animo. I cani sono davvero molto sensibili, capiscono molte cose, e poi soprattutto sono molto molto fedeli. Ma adesso basta parlare di Olivier, scusa, forse ti ho annoiato.
Allora, voltiamo pagina. Penso che l’Associazione Fuori dall’Ombra è davvero un buon modo per coinvolgere e trasmettere ala gente il valore dei diritti inerenti ad ogni uomo. Voglio aderire anche io all’Associazione, scriverò a giorni una lettera a Sabina Buratta, chiedendole il modulo di adesione. Sono d’accordo con te. E’ ora che il mondo si svegli, che l’Italia si svegli, e soprattutto che gli italiani si sveglino. Ma penso che non vogliano farlo, perché tutti se ne fregano di tutto e di tutti, sono tutti contro tutti. Ho diciotto anni e mi accorgo ogni giorno di più quanto il mondo sia corrotto, di quanto la maggioranza delle persone siano ipocrite, asociali e totalmente indifferenti nei confronti di ogni cosa.
Giorni fa ho abbozzato un testo, riguardate l’indifferenza degli italiani. Tutti vogliono un mondo migliore, quasi perfetto, ma senza contribuire minimamente a cambiarlo. Vogliono che siano gli altri a fare le cose al posto loro. La verità è che viviamo in un mondo pieno fino all’orlo di falsità e adulazioni, in cui tutti sono stati contagiati da una brutta brutta epidemia: l’indifferenza. Ho letto l’articolo che mi hai mandato, sulla lettera che hai scritto al Presidente, è una bella lettera, molto toccante, riflessiva. C’è un passo della lettera in cui scrivi “Presidente ci aiuti a morire”. Leggendo queste drammatiche parole mi viene quasi da piangere. Tempo fa ho scritto anche io una lettera al Presidente, perché mi ero messa in testa di non volere crescere in un Paese privo di diritti e senso civico, così ho iniziato a scrivere pensieri, frasi, tutto ciò che mi passava per la mente, scrivendo di quell’utopico ma giusto mondo voluto da tutti. Poi, un giorno ho scritto una lettera al Presidente, ma non l’ho mai inviata, perché pensavo che non sarebbe comunque cambiato niente, ma adesso ci sto ripensando. Infatti penso che la rinvierò, solo che prima la spedisco a te, così mi dici che ne pensi. Se va bene oppure no. Due giorni fa, su Rai Uno, hanno trasmesso un bel film, in cui il protagonista veniva interpretato da Beppe Fiorello, il titolo del film non lo ricordo, comunque era la storia su un giovane, Daniele Barilà, condannato per sbaglio a sette anni di carcere, per un errore fatto dai carabinieri. La saprai già questa storia, te la ricorderai, io invece non ne ero a conoscenza, ero troppo piccola per ricordare. Sì che sbagliare è umano, ma questi non sono sbagli che ci si può permettere di fare, stiamo parlando di sette anni di carcere, non sette giorni. E’ davvero una cosa schifosa, soprattutto perché il capitano dei carabinieri, dopo qualche tempo dalla scarcerazione dell’innocente Barillà, aveva capito che era tutto uno sbaglio, e che a sbagliare erano stati loro stessi, scambiando la macchina di Daniele B. con quella dell’uomo che stavano cercando, ma senza nessun rimorso di coscienza ha tenuto tutto nascosto, convincendo anche un carabiniere, di grado minore rispetto a lui, a tenere la bocca chiusa, mentendo e soprattutto lasciando soffrire ingiustamente il povero Daniele. B. Mi è rimasta impressa una frase pronunciata dallo stesso capitano dei carabinieri, mentre parlava con il carabiniere, dice: “Noi siamo come degli spazzaneve, che hanno il compito di spazzare le strade dopo una lunga nevicata, ma se nella strada che noi stiamo per spazzare rimane intrappolato un topolino, noi non ci possiamo fare niente, dobbiamo andare avanti e continuare a spazzare”. Una frase che ti lascia senza parole, che fa perdere il respiro, che ti fa disgustare.
Ciao Carmelo, alla prossima lettera.
Anche il mio cuore ti manda un sorriso.
Un abbraccio,
Carolina


 

DA SABINA A CARMELO

 

 

Ciao Carmelo, ieri ti ho spedito un po’ di moduli e delle immagini che ho stampato dal computer. L’ho mandato come piego di libri, come quando mando le selezioni. Insieme al tuo ne ho spedito uno a Gino con i moduli e i bollettini. In realtà io a te volevo mandare solo i fogli
con le immagini, poi all’ultimo momento ho deciso di mettere dentro la busta anche un po’ di moduli… I disegni che ti ho mandato sono x farmi perdonare x avere fatto casino con le lettere e aver spedito la tua in ritardo! (…)
Qualche sera fa sono stata alla festa dell’Unità e ho rivisto gli stessi parenti che stavano alla presentazione del tuo libro il 9 luglio, e ne hanno riparlato (si vede che li ha colpiti!)
Mia madre questi giorni sta a Colle Romito, lavora da là, ma quella sera c’era anche lei e mi ha ridetto che è contenta di me e di quello che faccio. Ogni tanto le racconto del blog, dell’Associazione “Fuori dall’ombra” (è lei che mi ha aperto il fax) e a volte mi chiede di te e ti saluta. Io mi reputo fortunata perché tutti quelli che mi stanno vicino hanno capito e non interferiscono in nessun modo con le mie scelte. Su alcuni punti sono d’accordo con me, su altri un po’ meno, ma quello su cui sono d’accordo tutti è che se una cosa è importante x me lo è anche x loro, e mi sono resa conto di quanto sono fortunata. X me è scontato, ma non è sempre così, molti quando non sono d’accordo al 100% su una cosa diventano intolleranti, anche in famiglia. (…) Io non ti ringrazierò mai abbastanza x tutto quello che mi stai dando. Da quando ti ho incontrato è come se tu avessi preso la mia vita e mi avessi fatto capire qual è la direzione giusta. Forse se non ti avessi incontrato non l’avrei mai capito. Quello che è certo è che ci avevo provato tante volte a capirlo, ma solo adesso mi sento nel posto giusto. Nadia poco fa, mentre ti scrivevo, mi ha mandato su facebook il link del blog le urla dal silenzio con la lettera di Federico, il fidanzato di tua figlia. Che bella lettera che ti ha scritto! Ma la cosa più bella è la foto che Nadia ha messo, tu con in braccio tua figlia nel 1985. E’ una foto meravigliosa, Carmelo, siete bellissimi! Adesso ti saluto, vado a dormire.
Ti abbraccio fortissimo
Tvb!
Sabina
mercoledì 20 luglio 2011 


 

DA ELISA A CARMELO

 

 

Ciao Carmelo,
intanto ti faccio, e perdona il ritardo, gli auguri per il tuo compleanno che è stato qualche giorno fa!
Il mio cuore era con te il 27, e dal posto in cui mi trovo adesso non sai quante volte i miei pensieri ti raggiungono.
Sarà che il mare in questo è molto d’aiuto…Con la sua spiazzante bellezza ti ispira le riflessioni più dolci, e non di meno quelle amare.
Ma ispira anche cose belle: mistero, grandezza, infinitudine, libertà…..
L’altro giorno ero sulla spiaggia in silenzio ad osservare il mare, mi sono lasciata sorprendere dai suoi colori, dai suoi rumori, dalla forza e dalla rabbia con cui si infrangeva sugli scogli e mi è sembrato di cogliere in quella fisiologica irrequietezza qualcosa di non diverso da quello che è proprio dell’uomo. Che meraviglia!
Ma subito ho riflettuto sul come si possa negare per sempre ad un uomo la contemplazione di ciò che Dio ha fatto per tutti: e mi è sembrato ingiusto, innaturale…
Mentre con un po’ di tristezza mi attraversavi i pensieri tenevo tra le mani il tuo libro, che ho appena finito di leggere.
Aveva ragione il professor Fiorio, ancora una volta, : LA LUCE VINCE SULLE OMBRE.
E me ne sono accorta anche quando, leggendo le ultime righe del libro, mi è venuto un sorriso, ed ho capito che, in tutto lo schifo del mondo di cui parli, alla fine, può esserci e c’è anche la luce. Il solo fatto che tu abbia scritto il carcere, dato a tante persone la possibilità di “leggere” questo micro universo con gli occhi di chi lo vive, dato voce ad un mondo di cui si parla troppo poco, il fatto che un detenuto si sia reso autore di una simile opera è un grandissimo segno di luce: io credo che esistano uomini che sopravvivono alle ombre, per forza propria o per fede,per carattere o per disperazione, per particolare coraggio o solo per spirito di sopravvivenza…per tanti motivi. Tu sei uno di loro.
Tu per me Carmelo sei uno di quelli che da un corpo e una faccia alla parola “rieducazione”, che mai come in te ho potuto vedere concreta.
Ma questa possibilità deve essere data a tutti. A tutti gli uomini ombra, che vengono accantonati, giudicati, disprezzati, trattati come non-uomini, condannati irrevocabilmente ad una pena di morte viva: doppiamente crudele. Inaccettabile.
Mentre leggevo il tuo libro mi sono chiesta più volte come sia stato possibile che il caracere possa aver prodotto (o almeno non distrutto) un’anima bella come la tua.
Sicuramente eri già vent’anni fa l’uomo sensibile che emerge dai racconti che scrivi, ma dopo anni di un’esperienza così sconvolgente, tu oggi appari ai miei occhi come un mito, è così che parlo di te a casa, al mio ragazzo, ai miei colleghi. Mi chiedo solo cos’altro tu debba dimostrare o cos’altro tu debba ancora scontare prima di meritare la cosa più preziosa e incontaminabile che abbiamo: la libertà.
Riflettendo su tutto ciò penso seriamente che non mi sento al sicuro in un mondo in cui persone come te devono vivere per sempre chiuse in una cella: è disumano, antigiuridico e non serve assolutamente a nessuno.
Carmelo credo che tu non piaccia proprio all’Assassino dei sogni, anzi, forse sei proprio uno dei suoi peggiori nemici, tu che non ti sei lasciato piegare, distruggere, annientare. Davanti a te lui ha fallito. E questo libro per me non è stata che una semplice conferma.
Tu che continui a scrivere, gridare, denunciare…sappi che non sei solo.
Fortunatamente guardandomi un po’ intorno vedo che in mezzo a tanta ignoranza popolare e a tanta “maleducazione” politica, ci sono anche persone intelligenti e documentate che lavorano perchè le cose cambino.
Io sogno di lavorare proprio per questo “da grande”.
Grazie perché la tua amicizia mi ha arricchito e mi arricchisce continuamente, se un giorno arriverò a raggiungere i miei sogni so che sarà stato anche merito tuo.
Ti abbraccio forte forte
Elisa


Luglio 2011


 

DA UN DETENUTO DI BUSTO ARSIZIO A CARMELO

 

Domenica 12 giugno 2011
Signor Carmelo Musumeci,
io sono un ragazzo di 24 anni. Le invio questo mio scritto affinché le possano giungere l’ammirazione e il rispetto che provo verso la sua persona.
Io sono detenuto presso la casa circondariale di Busto Arsizio, e pur non esseno ancora definitivo prevedo una condanna non inferiore ai 10 anni.
Sono venuto a sua conoscenza dopo avere letto un articolo su “Famiglia cristiana” che dava notizia del conseguimento della sua laurea.
Ammiro moltissimo l’integrità che dimostra nella sua intervista.
Avendo una condanna come la sua, molti avrebbero ceduto facendosi schiacciare dal sistema, o, ancora peggio, sostenendolo.
La sua laurea in legge è un esempio di come lei sia riuscito a rialzarsi, senza scendere a compromessi subdoli.
Seguendo il suo esempio, intendo riprendere gli studi e impegnarmi al fine di conseguire un titolo in ingegneria informatica.
Questa mia lettera non ha nessun fine se non quello di farle sapere che grazie a persone come lei, la speranza che i propri desideri si avverino non viene meno.
 


 

DA MARIO P.  A CARMELO

 

 

Roma 27/05/2011
Ciao Carmelo,
rispondo alla tua graditissima lettera dal 13/05.
Tu non sei più un Uomo Ombra! Tu sei il simbolo di una lotta che va oltre l’ergastolo ostativo, ma certifica l’esistenza di vita di chi è stato cancellato dalle istituzioni per decreto. Come tu dici, le brave persone fuori ci sono. Io ti dico che tu con quei tre un minimo hai fatto capire che le brave persone ci sono anche dentro.
Sei stato un esempio più che per chi sta fuori, per chi sta dentro, e vede annientare la propria volontà di vivere; e si sente spinto alla rinuncia alla vita.
Tu sei libero dentro, Carmelo. L’hai dimostrato ai tuoi custodi, al giudice, alla società (in)civile. Come? Rientrando. Lì è stata la tua vittoria, la tua libertà. Dolorosissima è vero, soffertissima non c’è dubbio. Ma hai abbattuto i muri. Il muro dell’indifferenza, il muro del cinismo, il muro dell’essere prevenuti. E questo rimarrà scolpito nel tuo cuore, nella tua mente, nella tua rinnovata volontà di combattere, nella tua rabbia positiva.
Certo che ti aiuterò sempre nella tua battaglia contro l’ergastolo ostativo e non. Sono e sarò sempre al tuo fianco! A questo proposito ti dico che suor Consolata ha voluto i moduli stampati del ricorso alla Corte Europea. Li spedirà ad amici e conoscenti per fare fronte comune contro questa barbarie! Più si conosce più si può combattere il nemico, anche se è subdolo. Lei è ha contattato la segreteria del Prc regionale dell’Umbria, a cui ho dato il numero di Nadia, e che vuole farti un’intervista scritta sul tuo libro, che finirà su Metropolis, la rivista per l’Umbria de “Il Manifesto”.
Ti ringrazio di avermi nominato nei ringraziamenti, anche se io sono solo un messo, il fine sei tu!
Comunque, penso che riuscirò… comunque sto lavorando su una presentazione del tuo libro alla festa cittadina di Rifondazione (Federazione della sinistra), durante il dibattito su giustizia e carcere che si dovrebbe tenere verso il 20 di giugno. Se e quando sarà effettuato te lo comunicherò.
Ti devo dire una cosa. Mi ha telefonato tempo fa un ragazzo di Napoli (Torre Annunziata) che si chiama Ciro. E’ uno dei lavoratori fissi di Pomigliano, a cui tutti voi avete dato la solidarietà. Ora, riguardando le firme, si è accorto che a Spoleto, penso nella tua sezione, ci sono Francesco Bove e Tito Tammaro. Lui li vorrebbe salutare attraverso di te, se è possibile, e dire loro che è felicissimo che ci fossero anche le loro firme. Specialmente con Francesco Bove c’era (e c’è) forte amicizia. Mi ha detto, se ho capito bene, che lui è stato il padrino di suo figlio. Come vedi si chiude il cerchio anche se largo, e da questo si capisce che il corridoio è aperto, che una firma può sembrare nulla, invece è un certificato di esistenza in vita. In virtù di quella firma si è ricucito un rapporto, annientato dal carcere, ma fatto rivivere dalla volontà della gente. E forse non solo.
Fammi sapere Carmelo. Un forte abbraccio fraterno ed un saluto affettuoso a tutti i prigionieri.
Ciao
Mario,
E scusa il ritardo della risposta, ma il momento è caotico!


 DA SABINA A CARMELO

 

ROMA 14 maggio 2011
Carissimo Carmelo,
vederti è stata un’emozione indescrivibile. Non soltanto perché ti ho visto per la prima volta, ma soprattutto perché ti ho visto libero, fuori dal carcere, circondato dall’affetto della tua meravigliosa famiglia e di tutti i tuoi amici.
Ero felicissima nel vederti così felice, e la sera a cena con la tua famiglia eravate bellissimi.. quello è il posto in cui dovresti stare sempre. Quella dovrebbe essere la tua realtà.
Avrei voluto fermare il tempo e continuare a vedervi lì… Quando Nadia è tornata, dopo averti accompagnato a Spoleto, mi è sembrato assurdo che prima eri là, con noi, e poco dopo non potevi esserci più. Lo sapevo che sarebbe stato così, però mi è sembrato impossibile per quanto era ingiusto. Tutto per delle leggi che non tengono in considerazione i sentimenti, e non hanno nemmeno un minimo di senso di giustizia. Se ce l’avessero, non rinchiuderebbero un uomo come te, che è capace di dare così tanto agli altri, non ostacolerebbero i suoi rapporti con la gente che sta fuori… Possono solo ostacolarli, non di più, perché tu sei più forte, ed hai anche l’amore dalla tua parte! Tornando a mercoledì sera, la tristezza e la rabbia non hanno offuscato l’immensa gioia di averti avuto lì tutto il giorno. Pensarti dopo, in un carcere è stato brutto, ma io e Nadia non ci siamo buttate giù, perché anzi questo è il momento di lottare con ancora più determinazione!
Questo è stato un grande passo. Nella tua prima lettera in cui mi hai parlato della richiesta di questo permesso, mi hai detto che se fossi tornato in carcere con le tue gambe, non ti avrebbero più potuto dire che eri pericoloso.
Ora, non lo possono proprio dire!
Ti faccio i complimenti per la laurea, che in tutto questo è passata un pò in secondo piano (perché in primo piano c’era una cosa straordinaria!!!).
Ti ringrazio tantissimo per quello che mi hai scritto nei ringraziamenti.. TVB!
Ti ringrazio anche per i complimenti che mi hai fatto. Io non credo di essere addirittura bellissima, mai tu troppo gentile e dolce!! Grazie di tutto Carmelo, per il tuo esserci nella mia vita e per essere così come sei.
Davanti all’università, prima di andare da Nadia, ho conosciuto un po’ di gente che conoscevo solo di nome, tra cui Alessandro del sito Informacarcere e Adriano Ascoli.
Ora che ci penso lo sai che ho conosciuto Alessandro perché c’eri anche tu, e mi hai detto della foto del loro bambino… Poi al chiostro ho conosciuto i famosi Marcolino e Lia (li conoscevo dal tuo diario):
Sono stata contente anche di avere rivisto Mita di avere conosciuto il marito.
Sono stati due giorni pieni di emozioni. Ovviamente la più grande e bella è stata incontrarti.
Il tuo abbraccio mi ha scaldato il cuore e lo tengo stretto nei miei ricordi.
Te ne mando uno forte, insieme a tanti sorrisi.
Sabina 
 



 DA FEDERICO A CARMELO

 

Ciao Carmelo! Come stai?
E’ stato bellissimo ieri poter passare una cosi bella giornata tutti insieme!
E’ stato poterti vedere fuori dal solito stanzino dei colloqui, senza limitazioni di nessuno tipo, vederti libero o quasi…
Inizio a farti i complimenti per la tesi, mi è piaciuta tanto la tua discussione, il tuo mettere in discussione il sistema… anche se quando hai iniziato a esporre, ho pensato…”Ma sai cosa gliene frega a Carmelo in questo momento di discutere la sua tesi… quando è qui libero con tutti vicino…”
Ieri sono stato veramente bene, mi ha fatto tanto tanto piacere stare con voi ieri, tutti insieme, tutti liberi, ho trascorso veramente una bellissima giornata! Una bella giornata insieme alla mia seconda famiglia…
Tanto di cappello a Nadia e Mita, che hanno organizzato veramente una bella giornata! E sono due bellissime persone!
Immagino quanto sia stato brutto per te ieri dover rientrare dopo che probabilmente non avevi neanche avuto il tempo per realizzare e razionalizzare bene quello che hai vissuto. Purtroppo ti hanno dovuto togliere tutto nuovamente, e te lo hanno tolto proprio dopo che per un attimo quel tutto te lo avevano reso!
Però Carmelo forza, perché io credo con tutto il cuore, che le cose stiano migliorando, che questo non sarà l’eccezione, ma il punto di partenza! Sono sicuro, che ora che hanno visto che non sei la persona per la quale ti vogliono far passare, ora che hai le prove per dimostrarglielo, penso e spero che un minimo di sensibilità possa intaccare il cuore di quelle persone che non ti hanno voluto concedere niente per tanto tempo…
Ieri hai reso felici veramente tante persone, la Barbi era una vita che ti aspettava fuori… e finalmente anche se per un solo giorno ti ha potuto avere con se! Penso sia stato il giorno più bello della sua vita! Hai fatto una figlia veramente speciale, con un cuore così grande che è impossibile misurarlo…
Carmelo, forza e coraggio, che vedrai che ce la farai, poi hai due guerriere come Nadia e Mita che si faranno in 4 perché possano continuare questi più che giusti permessi premio, quindi tranquillo che è solo questione di tempo prima che potremo passare un’ altra bellissima giornata come ieri! Carmelo, ti porto anche i complimenti di mio padre, che avrebbe voluto scriverti due righe, ma visto che non avete avuto modo di conoscervi o dialogare tramite corrispondenza, penso fosse un po’ timido e imbarazzato a scriverti così di punto in bianco!
Carmelo, ti abbraccio forte forte, e un grosso in bocca al lupo! A presto, e stai tranquillo per la Barbi, te la controllo io, anche se non ce n’é bisogno, perché è tanto forte di suo!
Un bacione!

Fede

PS: appena stampiamo le foto te le mandiamo, anche se penso che non dovrai aspettare le nostre per vederci, perché penso che te ne abbiamo fatte almeno 1000 000 CIAO !
12 maggio 2011 
 


 

DA MARIO MORETTI A CARMELO

 

Ciao Carmelo, intanto ti ringrazio per avermi risposto, ti volevo fare leggere una cosa che ho scritto sulla libertà.
Qualche volta scrivo sugli argomenti più disparati, e anche prima di venire a conoscenza della tua storia avevo scritto cosa penso a riguardo, anche se dopo avere letto alcune delle tue pagine credo che è irraggiungibile la profondità delle tue parole. Comunque quello che una volta vedevo come una cosa fisica, non mentale.. la libertà.. il potere andare dove mi pare, quando mi pare, senza regole, né limiti, non guardare in faccia a niente e a nessuno.. ora credo che non sia veramente una libertà reale, sconfinata.. è solo voglia di evadere da se stessi, cosa che peraltro è impossibile.
Io non mi sento di darti consigli né tanto meno “pacche sulle spalle”.. solamente un augurio, cioè di non farti fregare da un po’ di calcestruzzo. Ti auguro che la tua mente, i tuoi pensieri.. siano sempre liberi, come hai dimostrato.
Credo che ognuno di noi ha la propria libertà. Io, ad esempio, vedo come massima espressione di libertà le rondini, che volano in cielo in quei voli vertiginosi, nutrendo il proprio spirito di sole tiepido al tramonto, oppure un delfino che “vola” in acqua e guizza in aria incantando grandi e piccoli. Questi animali hanno un senso di libertà ad un livello che io non potrò mai raggiungere, né fisicamente, ed ancor meno intellettualmente. Le rondini non hanno bisogno della macchina bella, del vestito costoso o di una casa lussuosa. Loro possono volare, e quattro rami intrecciati per costruire la propria dimora gli avanzano per farle riposare e tornare a volare.. e ri-volare.
Io al massimo posso camminare, fare un salto o un tuffo in acqua.. ma ho imparato a farlo con coscienza, ascoltandomi, ascoltando il mio respiro, il rumore dei miei passi e le mie sensazioni. E da dentro sento che con la mente, con il cuore, con lo spirito.. posso volare.
Ho sentito spesso di essere imprigionato.. mentre facevo sport ero schiavo della prestazione sportiva, della paura e della tensione prima di andare a combattere, di salire sul ring quando mi sono messo a fare pugilato.
Nella vita ho cominciato a volere riscattare il mio passato con titoli di studio, corsi su corsi per farmi chiamare Dott. Moretti (per passato burrascoso “si parla di ragazzate”), ma ero comunque additato dai perbenisti, in un quartiere di Perugia che è più d un paesino (case bruciate) che faceva di me uno dal quale stare alla larga.
A dire al verità, anni fa ho vissuto l’esperienza di rimanere una notte in questura per una scaramuccia davanti ad una discoteca. La sensazione che non puoi andartene pur volendo, un pò mi ha fatto pensare.
Parlo di queste cose per dirti che spesso non mi sono goduto le cose belle, imprigionato dalla mia stessa mente. Facevo le cose non per il gusto di farle, ma perché me lo imponevo. Pensa che coglione… libero fisicamente e imprigionato dalla mia stessa testa. Il continuo dover fare, dovere maturare, dover studiare.. ora crescendo e maturando veramente, ma in un processo inverso, cerco di guardare le cose con meno rigore, come da bambino, senza responsabilità per forza.. sto riassaporando la libertà.. quella più importante, la libertà del cuore, incolume da qualsiasi pregiudizio, sbarra, muro o toga.
Ti mando un abbraccio con tutto il cuore, spero che il tuo cuore e i tuoi pensieri siano come rondini e delfini.
Mario Moretti
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Libero..
Libero è solo chi non si sofferma alla nascita, alla vita, alla morte.
Libero è solo chi nell’anima è libero.. non ci sono prigioni per chi crede di poter vivere per sempre.
E’ quel meccanismo perfetto dove scorre sangue per regalare vita, il corpo umano, che ci permette di conoscere, amare, e odiare, che ci permette di piangere di gioia o di dolore, che ci dà la possibilità di poter odorare profumi e ricordare, di sentire e ripensare, di vedere e avere i brividi, di cantare e cantare.
Credo che, se chi può camminare lo apprezzasse come se potesse volare, e chi può vedere, lo facesse come se fosse per la prima volta, amerebbe così tanto la propria vita da ballare ad ogni occasione, e rivolgerebbe un pensiero d’omaggio a chi non lo può fare, dedicandogli un volo tra piroette, danze e colori.
Quest’amore non appartiene a gambe ed occhi. Quest’amore arricchisce quello che non può morire, appartiene a quello che ti senti dentro e che indichi tamburellandoti il petto con le dita.
Prepotentemente assale il dubbio della vita,.. ma chi è? Cos’è?.. è dentro di me o fuori di me? Tutto quello che sento, ma non vedo e non tocco.. che cos’è? Chi è?
Non credo più in un equivoco chiamato vita.
Non credo più nelle “ferite profonde” che non rimarginano mai del tutto, se riguardassero un corpo che smettendo di pulsare si porta con sé il ferito.
Non credo in una vita solamente terrestre quando la fede di una sposa può essere bagnata dal suo pianto.
Credo che sentimenti, ricordi e sbalzi d’umore non appartengono ad un meccanismo.. anche se perfettamente funzionante come il corpo che ci ospita.
Credo che un “bacio” mai dato meriti prima o poi un abbraccio.
Altalenante come sempre, credo di credere e di essere da qualche tempo finalmente libero.