Diario Settembre 2012

 

Diario Settembre 2012

1/09/2012
Io e due miei compagni abbiamo scritto questa lettera al direttore:

Lettera aperta al Direttore del carcere di Padova
(e agli organi di Stato e Stampa)

“Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci”  (Gandhi)

Dall’Assassino dei Sogni (come chiamo io il carcere) di Spoleto, a causa della rottamazione della sessione AS1 di quell’Istituto, mi hanno deportato presso l’Assassino dei Sogni di Padova.
Nell’Assassino dei Sogni di Spoleto svolgevo l’attività di bibliotecario per tutti i detenuti dell’Istituto classificati AS1, AS3 e m.s. e svolgevo talmente bene tale mansione che nel mese di Giugno 2012 mi è stato rilasciato il seguente encomio:
“Visto l’esemplare impegno e l’ottima applicazione nell’attività lavorativa di bibliotecario, tradottasi anche nella fattiva e disinteressata ricerca di donazione di libri con cui arricchire il patrimonio librario della biblioteca di questa casa di reclusione, si concede a Carmelo Musumeci Encomio”.
Qui nell’Assassino dei Sogni di Padova sono divenuto disoccupato dato che i detenuti AS1 non svolgono attività lavorativa fuori dalla sezione e su 28 detenuti, di cui 22 ergastolani, lavorano solo 2 detenuti a rotazione.
Eppure in un articolo relativo il carcere di Padova leggo: “Solo il lavoro può dare dignità e speranza alle persone detenute. Questa la convinzione che ha accomunato l’Assessore regionale al Sociale e i Consiglieri regionali della quinta commissione (…) - spiega il Direttore della Casa di Reclusione Salvatore Pirruccio - oltre la metà svolgono un’attività retributiva o nei servizi interni della Casa di reclusione o nei vari laboratori attivati dalle cooperative sociali e da altre realtà del privato sociale” (Fonte: ARV Padova 6 Aprile 2011)
Direttore Salvatore Pirruccio, a questo punto mi faccio portavoce degli Uomini Ombra del ghetto della sezione AS1 (ex e.i.v.) del carcere di Padova, e le dico che anche se non siamo tutti uguali davanti alla legge lo dovremmo almeno essere davanti al carcere.
Poi le ricordo che anche per i detenuti più cattivi la nostra Costituzione prevede che le pene devono tendere alla rieducazione (art.27). e la legge sancisce che “La pena dell’ergastolo (…) è scontata (…) con l’obbligo del lavoro (art.22 C.P)”.
Egregio Direttore Pirruccio, concludo ricordando a Lei e ai suoi superiori del Ministero della Giustizia che i detenuti AS1 dovrebbero avere gli stessi diritti degli altri prigionieri, compresa la possibilità di lavorare, con la sola differenza di una maggiore sorveglianza.
Se dopo 21 anni e più di carcere continuate ancora a tenerci murati vivi, in una prigione dentro una prigione, senza darci la possibilità di lavorare né di relazionarci con il volontariato, non potremmo mai sapere chi siamo oggi e cosa diventeremo domani.
Egregio Direttore Salvatore Pirruccio se continuerete a ghettizzarci e a farci sentire irrecuperabili, pericolosi e cattivi, forse potremmo diventarlo davvero e per sempre.
Le chiedo con questa mia di considerarci parte integrante della società, persone normali, seppur ergastolani, esseri umani seppur reclusi, individui sui quali iniziare ad investire (dopo 20 anni e più di pena) un inizio di credibilità, in quanto oramai capaci di cooperare alla crescita e al progresso di questa nostra società.
Ci sarebbe così finalmente preclusa la possibilità di divenire automi, esseri inghiottiti dall’inutilità e dal tedio, interiormente morti.
La ringrazio per la sua cortese attenzione e le auguro un buon lavoro, sperando che questo includa anche la presa in considerazione del nostro futuro.

Carmelo Musumeci
Gaetano Fiandaca
Agostino Lentini

Padova, Settembre 2012

2/09/2012
Spero che l’Assassino dei Sogni di Padova mi dia presto il mio computer e la stampante in cella, come avevo a Spoleto, perché senza scrivere i miei romanzi non riuscirei più a vivere e a esistere.

3/09/2012
Tutte le mattine appena mi alzo saluto l’albero che ho ad una decina di metri dalle sbarre della mia finestra. In 21 anni di carcere non mi era mai capitata una fortuna del genere. Non è facile per un uomo ombra vedere ed essere amico di un albero. Questa volta Zanna Blu è stato veramente fortunato.

4/09/2012
La mia strada è una strada senza uscita, dovrei solo arrendermi, ma io non ci riesco e oggi ho inoltrato questa richiesta all’Assassino dei Sogni:

Oggetto: richiesta per essere autorizzato a possedere il proprio computer da banco con stampante e scanner in una sala comune

Il sottoscritto, Carmelo Musumeci, a sostegno della richiesta espone quanto segue:
premesso che in data odierna, questo direttore, ha respinto la propria richiesta di essere autorizzato a usare il proprio computer da banco, con stampante e scanner, nella propria stanza, come era autorizzato nel carcere di Spoleto, con questa motivazione:
- Attenersi alle circolari vigenti che disciplinano la materia;
premesso che l’istante auspica che questo direttore sia così fiscale e preciso anche quando le circolari vigenti sono a suo favore;
premesso che la circolare DAP 15 giugno 2001, n.3556/6006 vigente prevede:
- (…) Che viceversa potrebbe/potrebbero essere utilizzati nelle sale comuni.

p.q.m.

l’istante chiede di poter portare il proprio computer fisso depositato in magazzino in una sala comune e di essere autorizzato anche a tenere stampante e scanner per motivi di lavoro e studio.

5/09/2012
Un reclamo al giorno leva il medico di torno e anche oggi ho inoltrato questa richiesta:

Oggetto: ritiro dal magazzino di un paio di scarpe ginniche, di un rasoio, di una pinzetta e di una borsa porta documenti depositata in magazzino

Premesso che all’arrivo in questo istituto al sottoscritto gli sono stati ritirati quanto in oggetto;
premesso che il sottoscritto è in carcere ininterrottamente da 21 anni e che non viene dalla libertà, ma da un altro istituto;
premesso che gli oggetti elencati sono stati acquistati nell’istituto di provenienza e sono razionalmente del tipo consentito e facilmente controllabili;
premesso che d’altronde il sottoscritto non può acquistare un paio di scarpe e un rasoio (Nei locali di pernottamento è consentito l’uso di rasoio elettrico art. 8 del D.P.R. 30 giugno 2000, n.230) in ogni istituto in cui viene trasferito perché ad un Direttore le scarpe piacciono di colore nero e ad un altro di colore rosso (sic!)
premesso, che a proprio parere, i divieti stupidi e illegali in carcere esistono perché li fanno esistere gli stessi detenuti perché non fanno nulla per abbatterli;
premesso che forse la mia richiesta è talmente semplice che probabilmente è la sua semplicità che fa paura
p.q.m.
l’istante chiede con la testa e con il cuore di venire in possesso degli oggetti depositati in magazzino che sono stati regolarmente acquistati nel carcere di provenienza e che teneva nella propria stanza, in particolar modo le scarpe ginniche perché privo di quelle di ricambio.
L’istante ringrazia per essere stato ascoltato e sentito.

6/07/2012
I detenuti diventano abitudinari e qualsiasi novità, anche quelle positive, li spaventano. Non sono ancora riuscito ad abituarmi al nuovo Assassino di Sogni, mi manca soprattutto il mio lavoro nella biblioteca del carcere di Spoleto. Qui non ho accesso alla biblioteca perché sono detenuto AS1. Non è giusto, i libri e l’accesso alla biblioteca dovrebbero essere per tutti. Zanna Blu mi sta consigliando di fare uno dei suoi quintupli salti mortali per iniziare una nuova lotta. Per lui tutto è facile, tanto poi le punizioni le sconto solo io sic!

7/07/2012
Con dei ragazzi della sezione dove ho scontato la punizione sono nate delle forti simpatie e appena possono mi mandano i saluti. Oggi ho ricambiato e ho mandato loro il mio ultimo libro di Zanna Blu. Spero che le avventure di quel brutto lupaccio possano servire a quei ragazzi per dar loro un futuro e una speranza o male che vada a strappargli un sorriso.

8/09/2012
Coda Bianca ha detto a Zanna Blu di reclamare, degna figlia di suo padre, perché nell’Assassino dei Sogni di Padova non si può fare colloqui il giorno di sabato.
E per Zanna Blu i desideri di sua figlia sono ordini ed ha subito inoltrato questa istanza al magistrato di sorveglianza:

Oggetto: reclamo (ex artt. 14 ter 35 e 69 commi II e V della legge n.354 del 1975) per poter usufruire mensilmente, a turno con gli altri circuiti, di colloqui di sabato.

Ritenuto che la legge 354/1975 prevede all’art. 28 (“Rapporti con la famiglia”) che “particolare cura è dedicata a mantenere a ristabilire le relazioni dei detenuti con le famiglie” e prevede altresì all’art. 45 comma 1 e 2 (Assistenza alle famiglie) che “il trattamento dei detenuti deve essere integrato da un’azione di assistenza alle loro famiglie. Tale azione è rivolta a conservare e migliorare le relazioni dei soggetti con i familiari e a rimuovere le difficoltà che possono ostacolare il reinserimento sociale”;
che il Regolamento di Esecuzione 230/2000 che prevede all’art. 61 comma 2 (Rapporti con la famiglia e progressione nel trattamento) che “particolare attenzione è dedicata ad affrontare la crisi conseguente all’allontanamento del soggetto dal nucleo familiare, a rendere possibile il mantenimento di un valido rapporto con i figli (…);
che le Regole Penitenziarie europee Raccomandazione R (2006) che “Le modalità delle visite devono permettere ai detenuti di mantenere e sviluppare relazioni familiari il più possibile normali” (art. 24)
premesso che per i detenuti classificati AS1 il giorno del colloquio è categoricamente il giovedì di ciascuna settimana;
premesso che tutti i familiari del reclamante per vivere (come i familiari di molti miei compagni) svolgono attività lavorativa e non possono perdere una giornata di lavoro tutte le volte che lo vengono a trovare;
premesso che se anche i detenuti non sono tutti uguali davanti alla legge lo dovremmo essere almeno davanti al carcere e se proprio questo non è possibile almeno i familiari dei prigionieri dovrebbero avere tutti lo stesso trattamento e la possibilità di vedere a turno con gli altri circuiti i loro congiunti di sabato;
premesso che l’articolo 37 del D.P.R. 30 giugno 2000, n. 230 al comma 13 prevede:
- Nei confronti dei detenuti che svolgono attività lavorativa articolata su tutti i giorni feriali, è favorito lo svolgimento dei colloquio nei giorni festivi, ove possibili.
per logica o analogia questa norma dovrebbe essere applicata anche per i familiari che lavorano;

premesso l’importanza che l’ordinamento penitenziario da ai contatti con i familiari nell’agevolare e promuovere i colloqui con i congiunti

p.q.m.

l’istante chiede, anche a nome dei suoi compagni del regime a circuito AS1, di poter usufruire, almeno una volta al mese, di colloquio nella giornata di sabato.

09/09/2012
Il campo sportivo di Padova è una delle cose più belle di questo carcere, peccato però che ci diano l’accesso una sola volta a settimana.
Quando ci vado mi porto gli occhiali perché da lontano non ci vedo più.
Da tanti anni, troppi, i miei occhi hanno sempre avuto un muro e delle sbarre davanti e non sono più abituati a spazi aperti.
È risaputo che chi s’è fatto tanti anni di carcere ha la vista corta perché l’orizzonte di un prigioniero è solo il muro che è di fronte a lui.
Questa mattina ho passeggiato per tutto l’orario del campo con Gaetano.
Siamo tutti e due siciliani, lui trapiantato a Genova ed io a La Spezia.
E ci siamo messi a parlare bene, lui dei genovesi ed io degli spezzini.
Sono stato bene al campo sportivo, c’era un odore di erba di terra, un odore diverso dal puzzo delle sezioni di cemento, di metallo, sofferenza e morte.

10/09/2012
Grazie all’albero che ho davanti alle sbarre della mia finestra al mattino mi sveglio più rilassato e vado subito a guardarlo come se fosse una bella donna.
Ho una paura infantile che se l’Assassino dei Sogni scopre che sono innamorato di questo albero lo taglia o mi cambia di cella.
L’altra notte ho persino sognato che ero nel cortile pronto a scappare, a scavalcare il muro di cinta e a darmi alla fuga; ed invece, ad un tratto, sono tornato indietro e sono salito nell’albero che ho davanti alla mia finestra.

11/09/2012
Ho scritto all’Assessore della Regione Umbria, Stefano Vinti:
- Le sono particolarmente grato per la Sua solidarietà ed il suo assenso sulla nostra “Proposta di iniziativa popolare per l’abolizione della pena dell’ergastolo”.
Gli ergastolani ostativi vivono come ombre, o forse come fantasmi, ed il mio cuore Le dice grazie per averci dato voce e luce con la Sua adesione.
Molti di noi non sono più le persone di venti, trenta anni fa e non potranno mai sapere chi siamo oggi se i “buoni” continuano a tenerci murati vivi.
In fondo chiediamo solo un fine pena o, in subordine, la pena di morte, perché la sofferenza degli uomini ombra è diversa da qualsiasi altro dolore poiché è eterna.
Ancora grazie per la Sua adesione, che spero serva da esempio a tanti altri perché è impossibile rieducare una persona senza perdonarla e amarla.
Un sorriso tra le sbarre.

12/09/2012
Finalmente è sera.
Oggi la giornata è durata un’eternità.
Il tempo in carcere non passa mai.
Forse perché, a differenza di fuori, il tempo dentro l’Assassino dei Sogni è tempo perso, vuoto e senza amore.

13/09/2012
Ci sono certi giorni che mi sembra di resistere per nulla.
Sono ventuno anni che mi sento in trappola.
E ogni giorno, ogni notte, m’invento qualcosa per non arrendermi.
Che palle!

14/09/2012
Ho scritto a Padre Ugo:
- Padre, ci dia spazio sul suo “Messaggero di Sant’Antonio” per questa nostra testimonianza: “Uomini ombra offrono lavoro gratuito alla città di Padova”.
E ci dia spazio anche per promuovere la proposta di iniziativa popolare per l’abolizione della pena dell’ergastolo" nel sito internet www.carmelomusumeci.com .
Padre, una pena che non finisce mai e che non dà nessuna speranza non potrà mai assolvere nessuna funzione rieducativa o deterrente, potrà solo produrre malattie, dolore e morte.
Le invio un sorriso tra le sbarre, a lei e a tutti gli uomini di buona volontà.


 

15/09/2012
Molti uomini ombra che erano con me nel carcere di Spoleto mi stanno scrivendo confidandomi che nei nuovi carceri non riescono ad adattarsi.
Non è un caso che i capi degli Assassini dei Sogni usano, fra le loro armi preferite, quelle del trasferimento: per fiaccare, demoralizzare e distruggere la resistenza dei loro prigionieri. Questa volta i capi degli Assassini dei Sogni hanno avuto un obiettivo in più: cancellare e distruggere il gruppo di ergastolani che si era formato nel carcere di Spoleto, che lottava collettivamente per sensibilizzare l’opinione pubblica per l’abolizione della “Pena di Morte Viva”.
Forse però gli uomini dal cuore nero del Dipartimento Amministrativo Penitenziario hanno fatto male i loro conti perché la raccolta delle adesioni "Firma contro l’ergastolo" sta andando bene.
E ancora meglio sta andando la raccolta dei Primi Firmatari (i nomi autorevoli) che stanno dicendo no alla pena del carcere a vita.

16/09/2012
L'altro giorno mentre scrivevo il mio diario mi è entrato in cella Giuseppe e mi ha letto un pezzo della lettera che gli ha scritto la figlia Raffaella:
- Da quando ho letto che il signor Musumeci è a Padova vado anche a leggere regolarmente quello che pubblica sul suo sito e mi fa sentire più vicino a te.
Questa cosa mi ha fatto tanta tenerezza e approfitto di questo spazio per mandarle un bacione da suo padre e un sorriso da me.
Raffaella, tuo padre mi ha anche detto di mandarti a dire che ti ama.

17/09/2012
Zanna Blu s’è messo di nuovo nei guai: s'è iscritto all’Università degli Studi di Padova, alla Facoltà di “Lettere e Filosofia”.
Peggio per lui perché se studia non avrà più tempo per lottare e fare conoscere la “Pena di Morte Viva” che esiste in Italia.

18/09/2012
Il Senatore Francesco Ferrante mi ha mandato, per conoscenza, la lettera che ha spedito alla Magistratura di Sorveglianza di Padova:
- Il prossimo 2 ottobre si svolgerà presso il Senato della Repubblica un'iniziativa organizzata insieme alla Comunità Giovanni XXIII, l’Associazione Antigone e Dipartimento di Teorie e Metodi delle Scienze e Umane Sociali dell’Università. di Napoli, di cui si allega locandina.
In considerazione della recente produzione letteraria e del suo contributo al dibattito pubblico sulla questione dell'ergastolo, la presente per chiedere un permesso speciale per il detenuto Carmelo Musumeci in modo da permettergli di rendere direttamente lo sua testimonianza in quella sede.
In attesa di un vostro riscontro e restando a vostra disposizione per ulteriori informazioni.

Non credo ai miracoli, ma ci spero lo stesso: non è mai accaduto che un ergastolano in permesso varcasse la soglia del Senato.
E poi nella locandina c’è scritto: “Per gli uomini è obbligatorio indossare la giacca e cravatta”, ed io non ho nè l'una né l'altra, sic!

19/09/2012
Matteo, l'amico che tutti vorrebbero avere e che è appena partito per la Palestina, mi ha scritto:
- Sto leggendo tutte le tue peripezie sul sito, ciò che fai è particolarmente corretto ed indirettamente è un monito per chi è lì dentro, e per chi anche non lo è, a non fermarsi ad accettare qualsiasi cosa gli venga imposta e proposta. Purtroppo viviamo in un momento storico nel quale chi manifesta un disappunto è un maleducato, perché l'educazione di massa spesso fatta dai mass media porta lo maggioranza ad accettare ciò che ci circonda, senza necessariamente dover esprimersi. È un po' come dire: se dici la tua sei diverso perché nessuno lo fa. Quindi, come si faceva in tempi recenti con i diversi, meriti l'esclusione, o peggio, in quel caso, il manicomio. ( ... ) Continuerò a osservare i tuoi movimenti online, a leggere i tuoi scritti e riflettere... Il tuo modo di affrontare la tua situazione, quindi la realtà e la vita quotidiana aiuta molto a pensare e stimola semplicemente a darsi da fare.

20/09/2012
La mia suora del cuore mi ha scritto, iniziando la sua lettera con questa bellissima frase di Sidney Smith:
- Gli amici sono come un baluardo solido e inespugnabile contro tutti i mali della vita.
( ... ) Ho saputo che sei riuscito ad ottenere lo cella singola e di questo ne sono enormemente felice, ma poi c'è un'altra cosa che ha reso il mio cuore contento ed è che dalla tua cella riesci a vedere un albero e quindi anche gli uccelli: dovrà essere l'albero che chiama gli uccellini, così avrai una dolce compagnia.
Sai anche questo è un dono. Un dono che magari tanti lo danno per scontato ma per te no, sono sicura che la tua sensibilità ti aiuterà a sognare davanti a quell’albero. Forse ti dico queste cose perché anch’io dalla mia cella vedo sempre le stesse cose, ma ogni giorno le vedo diverse, questo è il dono di Dio. Sai mi capita spesso di pensarti seduto in cella a scrivere, a leggere e pensare. E non ti penso mai solo… perché con te c’è Dio (…)

 

21/09/2012
Sembra che Zanna Blu, non sia più solo ad ululare alla luna:
“ (…) Desidero esprimere la mia solidarietà e il mio assenso per tutto quello che lei ha detto.
Ritengo che la pena dell’ergastolo rappresenti un contro senso nel nostro ordinamento costituzionale.
Sostanzialmente l’ergastolo corrisponde ad un atto di inciviltà.
Io ho 78 anni, ho fatto l’avvocato penalista per cinquanta anni, sono stato in Parlamento (Camera e Senato). E sono stato membro del Consiglio Superiore della Magistratura per 5 anni. Per questa ragione credo di intendermene un po’.
Dopo 20/25 anni di reclusione il detenuto subisce una metamorfosi e sostanzialmente diventa, con il trascorrere del tempo, un’altra persona. Capisco che questo mio contributo è una goccia nel mare, ma spero che serva anche essa ad allargare la sua speranza e quella di tutti coloro che sono nella sua situazione. Cordiali saluti

 

22/09/2012
Cambia l’orchestra, ma la musica è la stessa.
Mi hanno respinto il permesso per andare a Roma.
Per molti miei compagni basta la speranza di ottenere benefici (che probabilmente non prenderanno mai) per non fare nulla.
Io invece preferisco contare più sulla luna e sul mio albero fuori dalle sbarre della mia finestra e su tutte le persone che mi vogliono bene che sulla speranza.

23/09/2012
La forma di protesta che l’Assassino dei Sogni teme più di tutti è la carta e la penna.
Ignazio ed io, sulla visita di lunedì scorso della Ministra della (in)giustizia abbiamo scritto questo documento:

Gli uomini ombra devono stare al buio
“E’ un appello legittimo perché è proprio vero che l’ergastolo toglie la speranza e allora questo appello lo vedo come un desiderio, una volontà del detenuto che ha commesso anche delitti efferati, di rientrare nella società e di restituire alla società quello che ha rubato.”
(Cardinale Dionigi Tettamanzi durante la messa di Natale 2008 agli ergastolani del carcere di “Opera” – Milano)

Forse la Signora Paola Severino sarà la Ministra della Giustizia di tutti, ma non certo degli uomini ombra (come si chiamano fra loro gli ergastolani ostativi).
Avevamo saputo della Sua visita nel carcere di Padova in largo anticipo e avevamo preparato questo messaggio da darle con le nostre mani, insieme ad una raccolta di firme:
Gentilissima Ministra della Giustizia, abbiamo saputo che lunedì 17 settembre visiterà il carcere di Padova e alcuni ergastolani hanno pensato di cogliere l’occasione per ricordarle l’esistenza in Italia della “Pena di Morte Viva”. E molti di noi sperano che nell’occasione della Sua visita ricordi ai mass media e ai politici che in Italia i tipi di ergastolo sono due: quello normale, dove esiste una piccola speranza un giorno di poter uscire, e quello ostativo, dove non ne hai nessuna. Per questo motivo molti ergastolani sono destinati a morire in carcere se al loro posto in cella non ci mettono qualcun altro, perché da noi esiste una legge che prevede che se non parli e non fai condannare qualcun altro al tuo posto, la tua pena non finirà mai e si esclude completamente ogni speranza di reinserimento sociale. Signora Ministra, questa condanna è peggiore, più dolorosa e più lunga della normale pena di morte, perché è una pena di morte al rallentatore, che ti ammazza lasciandoti vivo.
Signora Ministra, c’eravamo rasati e messi l’abito della domenica e avevamo pulito bene le nostre tombe per farle sembrare delle stanze, ma da noi lei non è venuta.
Noi però, uomini ombra, cattivi e colpevoli per sempre, nel regime /circuito AS1 Lato A Reparto 7, l’aspettavamo.
Le volevamo dire, fra l’altro, che nella nostra sezione siamo in 28 e lavorano solo 3 persone con stipendi da fame.
Le volevamo dire che svolgere un lavoro in carcere aiuta a non rimanere “schiacciati” dalla pena. Le volevamo dire che in questo istituto lavorano quasi tutti i detenuti fuorché gli uomini ombra del regime /circuito AS1, eppure il lavoro dovrebbe essere un diritto per tutti i prigionieri.
Le volevamo dire che noi del circuito AS1, nonostante che siamo in carcere da più di 20 anni, siamo emarginati, additati, appestati, esclusi da qualsiasi trattamento rieducativo fuori dalla sezione perché siamo chiusi in un carcere dentro un altro carcere.
Le volevamo ricordare la domanda che le ha fatto una giornalista: “Le ha effettuato visite in diversi istituti penitenziari” E la Sua risposta: “Ho trovato abissi di degrado e di disperazione” (Avvenire, 31 agosto 2012)

Signora Ministra, Le volevamo anche dire che l’unica paura che l’uomo ombra non ha è quella di morire perché per Lei e per la società noi siamo già morti.
Buona Vita

24/09/2012
Sta girando voce negli Assassini dei Sogni che per recuperare spazio e risorse umane, gli uomini dal Cuore Nero di Roma vogliono chiudere un paio di sezioni a regime/circuito AS1, e mettere tutti in cella.
Con me non ci riusciranno mai fin quando non mi daranno una speranza e non mi diranno quando finisce la mia pena.

25/09/2012
Oggi riflettendo sul sovraffollamento delle carceri ho pensato: chissà perché allo zoo gli animali sono tenuti in spazi più grandi di dove ci tengono noi.
Forse perché allo zoo i buoni cittadini qualche volta ci portano i loro figli a vedere gli animali e ci tengono a dimostrare alla loro prole che non sono così crudeli da trattare male gli animali.
Invece in carcere i bambini non possono entrare a visitare le nostre gabbie e non possono vedere che i detenuti sono trattati peggio degli animali, uno sopra l’altro, accatastati come pezzi di legno in una legnaia.



26/09/2012
L’assassino dei Sogni è forte e fa quello che vuole, ma non può impedirmi di combatterlo.
Ed ho scritto quest’altro articolo:

Luci e ombre dell’Assassino dei Sogni di Padova

Il carcere è come l’amore: se non lo vivi non sai com’è (Salvatore).

Lo so.
In carcere non c’è mai nulla di scontato.
L’Assassino dei Sogni è lento, disorganizzato, imperscrutabile, cattivo e spesso infantile.
La cosa che gli riesce meglio è di non funzionare quasi mai, ed è più facile che ti risolva un problema un agente di sezione che un commissario o un direttore che non ha mai fatto servizio nel muro di cinta.
All’arrivo nell’Assassino dei Sogni di Padova non mi sono entrate le scarpe da ginnastica perché di “colore” non consentito, un altro paio invece perché avevano il tacco di gomma troppo alto.
E mi sono lamentato che non posso in ogni nuovo istituto in cui vengo trasferito comprare scarpe nuove.
Ora sono venuto a scoprire anche che persino tutti gli indumenti con il cappuccio per ripararsi dalle intemperie non passano. In quello di Spoleto era possibile, qui nel “civile”, “democratico”e padano carcere di Padova invece no.
La cosa strana però è che passano i berretti di lana, come se cappucci e berretti di lana non fossero la stessa cosa (questi ultimi se li tiri giù possono diventare addirittura dei passamontagna).
Sono queste angherie quotidiane che danneggiano fisicamente e psicologicamente il corpo e la mente del prigioniero.
Queste disposizioni, più che motivi di sicurezza, appaiano imposizioni di uomini cattivi che vogliono annientare il cuore e il cervello dei prigionieri per farsi obbedire.
A questo punto che fare?
Decido di chiedere il regolamento interno dell’istituto per controllare se esiste un provvedimento così stupido, inefficace e contraddittorio che autorizza i berretti di lana e non invece le felpe con il cappuccio.
Prendo carta e penna e faccio regolare domandina, come prevede la legge, per prendere in visione il Regolamento interno dell’Istituto e scrivo:
- L’ordinamento penitenziario all’art. 16 prevede: “Le modalità del trattamento da seguire in ciascun istituto sono disciplinate dal regolamento interno (…) Il regolamento interno e le sue modificazioni sono approvati da Ministero di Giustizia.
Sempre sull’argomento, il Regolamento di Esecuzione all’art. 36 comma quinto prevede:
- Il regolamento interno deve essere portato a conoscenza dei detenuti e internati.
L’Assassino dei Sogni di Padova mi risponde: “Il Regolamento non c’è e si rimanda alle norme vigenti”.
Che altro aggiungere sennonché il carcere è il luogo più illegale che qualsiasi altro posto?

27/09/2012
Ignazio ed io abbiamo scritto anche quest’altro documento:

Omertosi come mafiosi
Ci sono azioni illegali perché vanno contro la legge, ma c’è anche gente che ha fatto dalle leggi per compiere azioni illegali con quella copertura. (Don Oreste Benzi)

Il grande Capo degli Assassini dei Sogni (i carceri, come li chiamiamo noi detenuti) forse pressato dai mass media e dopo una guerra fra bande di parlamentari di destra, sinistra e centro ha emanato una circolare ministeriale per disciplinare i modi di visita dei membri del parlamento.
Ed ha ordinato che la convenzione fra detenuti e parlamentari deve essere destinata solo sulle condizioni di vita dei detenuti e non su altri argomenti.
In caso contrario ha stabilito che bisogna:  “Intervenire, con cortesia pari alla fermezza, per interrompere immediatamente il colloquio stesso (…) mediante il pronto allontanamento del detenuto che partecipi alle interlocuzioni non consentite”. (Fonte: circolare 3640/6090, 10 agosto 2012).
La circolare ci ha fatto sorridere sul “pronto allontanamento del detenuto” poiché il Capo degli Assassini dei Sogni, che si occupa dei carceri, non sa che di prassi il parlamentare passa nelle sezioni e quando si ferma a parlare con i detenuti questi sono già chiusi dentro le loro celle.
Quindi come farebbe il direttore di turno, o il suo delegato, ad attuare “il pronto allontanamento del detenuto che partecipi all’interlocuzioni non consentite” se questo è già prigioniero della sua cella?
Sarebbe più logico dare ordine di allontanare di peso il parlamentare libero nel corridoio ma non certo il detenuto già chiuso come un cane dietro una gabbia.
Forse il capo degli Assassini dei Sogni preferisce prendersela con il detenuto in quanto più debole e non con il parlamentare in quanto più forte.
In tutti i casi noi cogliamo l’occasione per dichiarare già d’adesso che non ci stiamo ad essere omertosi mafiosi perché siamo prigionieri liberi e nessuno ci può ordinare l’argomento da trattare o cosa dire o cosa non dire durante una visita/ispezione parlamentare.
La libertà di parola e di pensiero è riconosciuta dalla nostra Costituzione e non è democratico e giusto tappare le orecchie ai parlamentari e la bocca ai prigionieri.
Piuttosto signor capo degli Assassini dei Sogni si occupi di cose più serie, come dei numerosi detenuti che si stanno togliendo la vita nei carceri.
Buona Vita.

28/09/2012
Ieri sono venuti a trovarmi mia figlia e la mia compagna.
È tanto tempo che la mia vita non appartiene più a me, ma all’Assassino dei Sogni, però quando abbraccio Coda Bianca e Lupa Bella mi sento ancora un lupo fiero e felice.

29/09/2012
Francesca è dolce come il miele, bella come i girasoli e mi scrive sempre cose carine:
(…) Per me ormai, tutti gli uccelli in gabbia, tutti gli animali sofferenti e portati al guinzaglio si chiamano Carmelo, gli animali dello zoo si chiamano Carmelo e anche quelli del circo e protesto perché vorrei che fossero liberi, liberi dalle grinfie dell’uomo, e vorrei che anche tu tornassi presto libero, ma ce la faremo, ne sono certa. Ci accaniremo contro questa sorte umana avversa.
Non si può chiudere un cagnolino in carcere? Quando verrò a trovarti mi piacerebbe portarti qualcosa di vivo oltre me stessa, non so un canarino, qualcosa che ti faccia compagnia e di cui tu possa occuparti… Sono proprio tutti cattivi in questo carcere!!! (…)

30/09/2012
L’ex Magistrato di Sorveglianza Alessandro Margara ormai in pensione, sulla lettera che mi ha invitato l’ex Presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida ha scritto:
Mi riporto al mio scritto (da pag. 35 a pag.52), apparso sul volume “Contro l’ergastolo”, edito dalla “Società della ragione”, nel mese di novembre del 2009, che si conclude con l’incostituzionalità dell’ergastolo: credo che non verrà riconosciuta e si resterà alla mediocre sentenza 1974. Quando l’ergastolo ostativo, l’eccezione è stata da me sollevata quando ero al Tribunale di Sorveglianza di Firenze. La sollevai all’epoca e può darsi che coincida con quella decisa dalla corte costituzionale. Sono del tutto d’accordo con la conclusione di Onida sulla incostituzionalità dell’ergastolo ostativo. Si tratta di vedere se può essere ripetuta.
Sandro Margara.

 

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