Diario 1-31 Marzo 2013
Diario Marzo 2013
01/03/2013
Oggi pensavo che mi sono rimasti solo i miei sogni.
Solo loro sono ancora vivi.
02/03/2013
Ieri sera la mia cella era così triste e il mio cuore così malinconico che ho spento la luce e la televisione e mi sono rifugiato nel sonno.
03/03/2013
Mi ha scritto Anna:
(…) Hai saputo che ho ordinato i libri, ma forse non sai che questo l’ho fatto proprio perché ne avevo già letti due ( “Gli uomini ombra” e “Zanna blu”) presi in prestito in biblioteca, che mi hanno letteralmente tenuta inchiodata alle loro pagine quasi ininterrottamente.
Altroché se mi sono piaciuti!....
La prima cosa che ho pensato è stata quella di acquistarli per poterli condividere con altre persone, per farti conoscere, per far conoscere.....
Se mi posso permettere, con tutta umiltà, direi che chiamarli libri è riduttivo.
Ascolto fra le sue pagine tutta la sofferenza e la gioia della nostra vita, c’è molta energia, moltissima, che scorre LIBERA come il vento spronandoci a svegliarci affinché l’amore non conosca ostacoli e la tua penna secondo me riesce a narrare tutto questo molto bene.
Grazie e Complimenti!Un sorriso oltre le sbarre.
04/03/2013
Oggi una infermiera, mentre mi passava l’antibiotico per l’influenza che ho preso, mi ha detto che ha letto il mio libro “Gli uomini ombra”.
E poi mi ha chiesto perché chiamo il carcere l’Assassino dei Sogni.
Le ho risposto che in galera per vivere devi sognare e l’Assassino dei Sogni è ghiotto dei sogni dei suoi prigionieri. I sogni che però gli piacciono più di tutti sono quelli degli uomini ombra perché fanno i sogni più belli.
05/03/2013
Oggi c’è stata una vivace e costruttiva discussione nella Redazione di “Ristretti Orizzonti”. Adesso incomincio a sentirmi più a mio agio nel confrontarmi e a discutere con le persone: dopo 22 anni di carcere a discutere e a bisticciare solo con me stesso, avevo perso l’abitudine sic! Però ho promesso a me stesso che non rinunci rinuncerò mai a dire quello che penso, neppure quando dirò qualcosa contro di me.
06/03/2013
In carcere tutti i giorni sono uguali e nessuno è uguale all’altro. E oggi a differenza del mio cuore che si sente stanco, depresso e malinconico, io mi sento sereno, forte e fiducioso.
07/03/2013
Nel progetto “scuola carcere”, che partecipo con la Redazione di “Ristretti Orizzonti”, molte volte i ragazzi fanno la classica domanda: “Qual è la prima cosa che farete quando sarete fuori ?” Io scrollo leggermente la testa. Abbasso lo sguardo per terra.
E sto zitto.
Lascio rispondere ai miei compagni.
Io non posso farlo.
8/03/2013
Oggi è la festa delle donne e il mio cuore manda un sorriso di mimose fra le sbarre a tutte le donne, in particolare a quelle che in questo momento mi stanno leggendo nel mio sito o leggono il mio diario.
Sappiate che leggendo quello che scrivo mi aiutate a continuare ad esistere.
09/03/2013
Mi hanno fissato l’esame di “Storia della Filosofia politica”. Ho pochi giorni per ripassarmi gli appunti.
Questa mattina mi sono alzato alle cinque per iniziare a studiare ed ad un certo punto il mio cuore ha sussurrato: “Ma chi te lo fa fare?”
10/03/2013
Oggi nel cortile del carcere eravamo in tanti a passeggiare. E per passare il tempo mi sono messo a contare quanti eravamo.
E mi sono accorto che su 20 detenuti 18 erano uomini ombra.
Ad un certo punto gli ergastolani più anziani si muovevano così piano che mi sono sembrati dei fantasmi, morti viventi che non si sono ancora accorti di essere morti.
Ho giurato a me stesso che io non diventerò come loro perché non vivrò abbastanza.
11/03/2013
Mi ha scritto un uomo ombra:
“(…) Parlando di figli, sabato 16/02 è stato il mio compleanno e mia figlia, a sorpresa, è venuta a trovarmi, accompagnata da mia madre (proveniente da Napoli sic!). Ho pianto dalla gioia. Da tempo non effettuavo un colloquio con il sorriso nel cuore e lacrime agli occhi. Cosa dirti, questo briciolo di vita che c’è rimasta avremmo bisogno di trascorrerla accanto alle nostre compagne di vita e ai nostri figli, pur mangiando pane e cipolla”.
12/03/2013
Studiando un concetto filosofico oggi mi sono detto: “La vita è complicata, spero che la morte lo sia di meno”. È poi mi è venuto il dubbio che forse la mia pena continuerà anche nell’aldilà.
13/03/2013
Oggi ho fatto l’esame di “Storia della Filosofia politica”, ho preso 27.
Volevo prendere un voto migliore per fare bella figura con mia figlia, ma ho paura che non riuscirò mai a superarla perché lei prendeva sempre 30, sic!
Ho paura che anche in questa Facoltà non riuscirò a batterla, ma non è ancora detta l’ultima parola sic!
Zanna Blu non si arrende mai, neppure contro sua figlia Coda Bianca!
14/03/2013
Oggi l’Assassino dei Sogni mi ha fatto arrabbiare: l’uomo ombra non è più padrone di se stesso, ma io cerco, con i denti e con le unghie, di continuare ad esserlo lo stesso.
15/03/2013
Oggi pensavo che sono 22 anni che vivo chiuso in una cella.
Eppure sono ancora vivo (forse?).
L’uomo è proprio un animale.
Il più debole di tutti, pur di vivere si adatta a tutto, anche a sopravvivere.
16/03/2013
Sulla lettera aperta “Un padre di famiglia scrive agli “uomini ombra” ho letto questa risposta di Miriam, che non solo mi ha fatto sentire colpevole di tutti i reati che ho commesso, ma anche di tutti quelli che non ho fatto nulla per evitare che altri li commettessero.
...forse non è un caso che questa mail mi giunga in questa sera e in questo preciso momento...le parole che l'accompagnano trovano tutta la mia condivisione,compresa quella di non riuscire più a godere, completamente della propria libertà quando ci si confronta con la realtà dell'ergastolo.
Ho vissuto per circa trent'anni..."prigioniera" di una pesante eredità...che mi soffocava anche se mi trovavo sulla cima di una montagna o in mezzo al più cristallino dei mari.
Poi grazie ad un lungo percorso...doloroso...ma accompagnata dalla voglia di farcela e da un briciolo d'amore per me stessa...sono riuscita a superare...perdonando.
E solo quando sono riuscita a perdonare la persona che tanto mi ha ferita...lui si è reso conto davvero del male che mi ha procurato e liberandolo di questo peso ho liberato anche me...
Oggi sono abbastanza serena e l'abbastanza lo userò affinché resterà anche un solo uomo al mondo costretto a scontare l'ergastolo.
Non so se queste mie parole potranno essere di conforto a qualcuno...di sicuro mi conforta sapere che c'è chi la pensa come me al di fuori di quelle mura.
m.
17/03/2013
Oggi mio figlio al telefono mi ha fatto tanta tenerezza perché mi ha rimproverato, che a differenza dei miei nipotini e di mia figlia, nel diario che scrivo non parlo mai di lui. Gli ho risposto che lui è un uomo e sua sorella una donna e anche se in un modo diverso voglio bene in modo uguale a tutti e due.
18/03/2013
Ho quasi finito di leggere “Storia di un’anima”.
Non mi piacciono molto i libri religiosi, ma cerco di sopravvivere alla meno peggio. E cerco di leggere tutti i libri che mi trasmettono forza e speranza.
19/03/2013
Durante un incontro con le scolaresche, nel progetto “Scuola carcere”, una ragazza mi ha chiesto: “Cosa fai nel tempo libero?”
Le ho detto: “Non posso rispondere perché la mia mente non è mai libera. E neppure il mio cuore”
20/03/2013
È morto il fratello di un uomo ombra e gli hanno negato qualche ora di permesso con la scorta per andare ai funerali. Il mondo è spietato nelle mura di una prigione , per questo ho sempre paura di diventare più cattivo di quando sono entrato.
21/03/2013
Quest’anno compirò 58 anni e oggi pensavo che in carcere il tempo è più lungo, ma la vita è più breve.
Non riuscirò mai a capire perché gli uomini ombra murati vivi in una cella per sempre continuano lo stesso a vivere.
In fondo per noi non c’è poi così tanta differenza se muori o se vivi.
22/03/2013
Ieri è venuta a trovarmi mia figlia da sola ed ho fatto uno dei colloqui più belli della ma vita.
Il suo cuore mi ha confortato, consolato e trasmesso tanta energia.
E adesso mi sento l’uno ombra più forte di tutti gli ergastolani ostativi.
23/03/2013
Hanno perso di nuovo la mia richiesta di consegnare dei libri alla mia famiglia tramite colloquio.
Purtroppo il carcere è una guerra senza nemici e che non smette mai di essere combattuta ogni giorno.
24/03/2013
Oggi Biagio mi ha invitato a mangiare nella sua cella, ma non ci sono andato.
È un periodo che mi piace stare da solo per pensare, ingannare la mia mente e consolare il mio cuore.
25/03/2013
Qui, a differenza del carcere di Spoleto, gli uomini ombra s’illudono un giorno di uscire.
Non si rendono conto che c’è un grosso divario tra quello che pensano e la realtà.
26/03/2013
Nel progetto “Scuola carcere” ad una domanda se mi sentivo colpevole o innocente ho risposto:
“Credo di essere innocente e nello stesso tempo colpevole. Diciamo pure che mi sento colpevole di essere innocente perché credo di avere rispettato le leggi che mi hanno insegnato l’ambiente in cui sono nato e cresciuto, “leggi non scritte”, leggi diverse dalle vostre.”
27/03/2013
Ho iniziato a leggere un altro libro.
In carcere scrivere e leggere, leggere e scrivere può veramente rappresentare qualcosa per cui vivere.
28/03/2013
In questi giorni pensavo che per me la vita è cominciata ed è finita presto. La prima volta che mi hanno arrestato avevo sedici anni. Quest’anno ne compio cinquantotto e mi trovo ininterrottamente da 22 anni in carcere.
29/03/2013
Ho telefonato a mio padre anziano e ammalato per fargli gli auguri di Buona Pasqua. Non lo vedo da dieci anni.
Gli ho chiesto di continuare ad aspettarmi, di non morire perché un giorno andrò ad abbracciarlo da uomo libero.
È una bugia, ma questo lui non lo sa.
Lo sa però il mio cuore che l’ergastolano inganna se stesso quando penso e spera un giorno di uscire.
30/03/2013
Su “Il Mattino di Padova” del 27 marzo 2013 ho letto:
Lettere: Carmelo… chiedici tutto, ma non chiederci lo “sciopero della Messa”
don Marco Pozza (Cappellano Carcere Padova)
Come un grido disperato: perché a volte le parole rimangono l’unico arnese a disposizione per non morire davvero. E dentro le parole la voglia di dire al mondo: “Ci siamo anche noi!” Nonostante tutto. Gli “uomini-ombra”- così vengono definiti in gergo i detenuti sulle cui spalle pesa la condanna di un ergastolo ostativo- sono una porzione della mia parrocchia del carcere: i loro volti stanchi e le loro voci silenziose, i loro passi affaticati e il loro ansimare quotidiano, sono per me fonte di inquietudine e di passione ogni qualvolta celebro l’eucarestia per imparare a comprendere il male senza mai giustificarlo. La proposta che propongo stavolta -tramite le parole di Carmelo Musumeci- è una protesta che ha più colori della vendetta che della ricostruzione, di quella rivalsa che tante volte loro stessi condannano quando l’avvertono calarsi dentro le loro vite.
Se è vero che per fare il bene non occorre essere cristiani -come ha voluto sottolineare la Caritas di Padova nel suo convegno di quest’anno- è altrattanto vero che c’è una porzione di popolo cristiano che spende la sua vita dentro le trame confuse di un carcere: non solo preti e suore, ma anche uomini e donne di buona volontà che, dopo essere stati guariti da Cristo, avvertono il sogno di poter condividere la bellezza sanante e risanante di un incontro (…) Accettano la sfida non per loro stessi o per farsi belli di fronte al mondo ma perché invitati da un Dio che chiede loro di leggere nell’abisso del cuore umano una briciola di luce.
Tanti di noi ci entrano dopo aver pregato: è nella preghiera che trovano la forza di continuare a credere nell’uomo. Chiedere a costoro -a me prete- di scioperare il giorno di Pasqua è non aver forse compreso dove stia la forza per abitare con voi: una forza che abita nello sguardo di un Uomo Innocente crocifisso per amore che a noi ha dato appuntamento per incontrarci nel silenzio delle vostre vite. Carmelo, chiedici tutto e saremo disposti a metterci in gioco.
Non chiederci, però, l’assurdo, quell’assurdo del quale anche voi provate ribrezzo e vergogna quando s’attacca alla vostra pelle. Perché per noi l’Amore ha un volto e un nome: il Cristo Risorto.
Che il mattino di Pasqua ha firmato lo sciopero più bello: lo sciopero della disperazione.
31/03/2013
Ho risposto a Don Marco:
Un uomo ombra risponde al Cappellano del Carcere di Padova
Quando la mia mente si ferma
ed entro nella mia anima
prego sconosciuto Dio
ma non credo
quindi non puoi sentirmi
anche se forse ascolti.
Anche se a volte ti penso
non credo,
forse solo così posso amarti.
(Da “Zanna Blu” )
“Carmelo…chiedi tutto, ma non chiedere lo “sciopero della messa” (Don Marco Pozza, Cappellano Carcere Padova, il Mattino di Padova, 27 marzo 2013)
Don Marco, molti uomini ombra sono disperati e alcuni stanno perdendo anche il desiderio di vivere perché dopo decenni e decenni di carcere si sentono come cadaveri che camminano in attesa di cadere.
E non sappiamo più cosa fare per fare conoscere in Italia, la Patria del Diritto Romano e della Cristianità, l’esistenza della “Pena di Morte Viva”, molto più lunga, crudele e dolorosa di quella normale.
Don Marco, è difficile vivere senza nessuna speranza e senza neppure sapere quando finisce la propria pena.
Per sconfiggere il male basterebbe scorgere il bene anche dove c’è il male.
E trattare con amore i cattivi.
Lo sai, lo diceva anche Gesù, non è con il male che si può vincere il male, ma con il bene.
Don Marco, non mi sono mai accontentato di credere in Dio perché me lo dicono gli altri, preferisco che me lo dice il mio cuore.
E dopo aver letto le tue parole, il mio cuore mi sta sussurrando che non è giusto avercela con gli umani e prendersela con Dio non andando a messa.
Don Marco, non puoi immaginare come sia difficile vivere senza Dio.
E sentirsi solo, murato vivo in una cella.
Sappi però, che anche se non credo in lui, credo nel suo amore.
Don Marco, lo sai che, da quando sono qui nel carcere di Padova, (da questa estate) non sono mai venuto in chiesa a trovarti, ma domenica, per la Pasqua di Resurrezione, lo farò.
E ascolterò, insieme a molti uomini ombra, la Santa Messa.
Don Marco, mi hai scritto: “Carmelo…chiedi tutto, ma non chiedere lo “sciopero della messa”,
ti chiedo solo di pregare Dio per gli uomini ombra, per convincere gli umani a farci vivere o morire, perché è troppo doloroso continuare a tenerci in vita senza nessuna possibilità e speranza.
Un sorriso fra le sbarre.
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