I morti ululano dal carcere
Mi è capitato fra le mani un articolo di giornale:
-Dossier “Morire in carcere” I primi sei mesi dell’anno si chiudono con un bilancio da “Bollettino di guerra” per le carceri italiane: in 181 giorni sono morti 89 detenuti (1 ogni 2 giorni, in media) e 34 di loro si sono suicidati (Fonte: Francesco Morelli di Ristretti Orizzonti).
Non è un segreto che di carcere in Italia si muore più di qualsiasi paese al mondo.
Eppure nessuno ne parla, nessuno affronta il problema delle molte Guantanamo che ci sono in Italia e di tutti questi morti.
Su una popolazione di poco più di 60.000 detenuti, 89 morti in 181 giorni, di cui 34 suicidi, non è un bollettino di guerra, è una vera e propria strage di Stato.
Non starebbe a me dire certe cose, io non ho la moralità e l’intelligenza dei nostri governati, politici, intellettuali e uomini di chiesa.
Io sono un avanzo di galera, un delinquente e per giunta pure ergastolano.
Ma ho il coraggio di chi non ha più speranza, di chi sarà sempre considerato colpevole e scrivo e dico quello che penso anche se a volte le mie lettere vengono trattenute dal magistrato di sorveglianza.
Tutti sanno che in Italia il carcere quando va bene è una fabbrica di stupidità umana e quando va male è una fabbrica di morti.
È come se chi andasse all’ospedale morisse, invece di guarire.
Il carcere così com’è produce carcere, si nutre di male per produrre altro male e nuovi detenuti.
La privazione della libertà non dovrebbe essere considerata l’unica forma di pena.
Sì, è vero, il carcere, per qualsiasi classe politica e per qualsiasi governo, porta consensi e voti elettorali, ma sono consensi e voti che grondano di sangue e di morti.
Questa non è più giustizia è solo vendetta culturale e sociale di uno Stato ingiusto che guadagna sulla sofferenza sia delle vittime sia degli autori dei reati.
Spesso i buoni fanno i criminali per nascondere di non essere buoni mentre i veri criminali fanno i forcaioli per continuare ad essere criminali.
Con il nuovo “pacchetto sicurezza” il governo è andato a gettare benzina in fondo all’inferno.
Ma proprio in fondo, nel girone più basso.
Dove ci sono uomini che non possono vedere il cielo, che non possono abbracciare i padri, le madri, i figli, uomini che dovranno stare chiusi 22 ore in una cella con solo due ore di aria.
…Erode mandò a decapitare Giovanni nel carcere. Quelli che mangiavano con lui a tavola non alzarono un dito contro quell’iniquità, ma continuarono a sganasciare. Col silenzio sono diventati complici. (Fonte:Don Oreste Benzi “Scatechismo” )
Carmelo Musumeci
Agosto 2009