Diario Agosto 2014
Diario Agosto 2014
01/08/2014
Mi ha scritto Alfio dal carcere di Sulmona:
Caro Carmelo, ho bisogno che tu mi scriva al computer un piccolo, breve, documento che vorremmo poi corredare di firme e nostri dati anagrafici per inviare al DAP, al magistrato di Sorveglianza e alla Direzione di Sulmona. Nel merito, qualora tu lo trovassi di un qualche interesse, puoi elaborarlo per poi estenderlo agli altri compagni detenuti negli altri carceri. Lo scopo che qui ci siamo prefissi è quello di procedere con una campagna di richieste per stimolare il Ministero di Giustizia e il Parlamento a mutare il senso cimiteriale della pena detentiva. Vogliamo ricordare a Lor Signori che siamo una popolazione viva, con idee e affetti vivi, che siamo in carcere perché ci siamo dovuti confrontare con una Società incompleta sotto gli aspetti educativi, culturali, occupazionali e ambientali. Non siamo quindi criminali nel dentro come vorrebbero far credere al pubblico, abbiamo semmai commesso errori nel reagire a una realtà matrigna e avversa alla nostra normale sopravvivenza. Questo è più o meno il pensiero che forse rozzamente mi sono costruito dalla mia esperienzae quella di moltissimi altri nati nelle trincee meridionali.(…) Se la “Giustizia” ha deciso di seppellirci, facendoci pagare tutti i peccati di questo mondo, non possiamo fare altro che chiedere un loculo singolo come è uso e legge nella società civile. Scusami i toni un tantino funerei, ma non vedo altro interesse in coloro che governano il “sistema”. Non ti rubo altro tempo e con l’occasione ti rinnovo la mia sincera stima. E una grande buona fortuna.
02/08/2014
Ho risposto ad Alfio:
Caro Alfio, inizio a risponderti dalla fine della tua lettera, tu non mi rubi mai tempo (ne ho semmai fin troppo) ma piuttosto mi dai speranza che c’è ancora qualche uomo ombra vivo, con la voglia di lottare per cambiare se stessi e il mondo che li circonda. Lo so, nelle nostre lotte ci sono ombre e luci, ma non dimentichiamo che prima c’era solo il buio. Dobbiamo imparare a lottare con tutte le forze perché possiamo perdere la speranza di uscire ma non dovremmo mai perdere la speranza di lottare. L’ergastolano se continua a ragionare da prigioniero morirà da prigioniero, per questo non possiamo continuare ad avere gli occhi chiusi, dobbiamo aprirli se vogliamo tentare di vedere l’orizzonte. La vita dell’ergastolano è una schiavitù di tutti i giorni della settimana e di tutti gli anni della vita. Per uscire non si può sperare nell’educatore, nell’insegnante, nel magistrato di sorveglianza, nel direttore del carcere, nel politico, nei mass media, nella fortuna, nel caso, ma bisogna contare solo sugli ergastolani, solo su di noi e sui nostri familiari. Un abbraccio fra le sbarre.
03/08/2014
Oggi pensavo che le persone cattive ti fanno “solo” del male, ma sono solo le persone buone che ti feriscono.
Le persone buone che continuano a tenerti murato vivo anche quando non è più necessario.
04/08/2014
Max mi ha scritto:
(…) Spero davvero potremmo riabbracciarci quanto prima perché un abbraccio, ascoltare voci, incrociare sguardi… mai come nel carcere di Padova mi sono sembrati atti straordinari e intensissimi (…) concezioni di un sistema che isola, spezza legami, controlla. Reprime… proprio a partire da quanto nel quotidiano è ordinario (tanto ordinario al punto che qua “fuori” ormai nessuno rallenta o fa caso all’importanza di tutti questi dettagli (…)
05/08/2014
In carcere per cercare di sopravvivere devi tentare di fare il morto.
Io però non ci sono mai riuscito, per questo sono morto e rinato tante volte.
06/08/2014
Mi sono arrivate le prime copie del mio nuovo libricino “L’Assassino dei Sogni”.
Spero che il costo di un euro sia invitante.
Mi auguro che in tanti si facciano avanti per acquistarlo.
E farlo girare.
Spero anche che questo libricino vada letto nelle scuole.
Sarebbe bello se qualche classe di ragazzi i lo “adottassero”.
07/08/2014
Le parole di Cinzia hanno riempito d’amore sociale la mia cella:
Caro Carmelo, dirti quanto mi ha emozionata il tuo racconto può farti immaginare lo tsunami che mi ha travolta. Stai vivisezionando e ripercorrendo esperienze e ruoli e la stessa vita umana per confermarci che il carcere è la privazione di tutto: della libertà di scegliere che è l’atto fondamentale della condizione umana. So che non ti arrenderai e continuerai a lottare con titanismo estremo.
08/08/2014
Oggi mi sono svegliato male.
È brutto aprire gli occhi il mattino e sapere come andrà a finire la giornata.
E vivere un’intera vita sapendo che le tue giornate non cambieranno mai.
09/08/2014
Ho letto sul giornale che un altro detenuto s’è tolto la vita.
Ed ho pensato che molti prigionieri si tolgono la vita perché non hanno altri modi per dimostrare la loro umanità.
10/08/2014
Sono due anni che la magistratura di sorveglianza non risponde a una mia richiesta di permesso.
Quest’attesa mi sta facendo odiare più la libertà che la pena dell’ergastolo.
Sembra che gli uomini ombra non meritino neppure una risposta negativa.
11/08/2014
Suor Lilia mi ha mandato un bel biglietto con scritto questa significativa frase “Si capisce la vita guardando indietro ma va vissuta guardando avanti” (S.Kierkegaard).
Io però davanti a me vedo solo buio nero che avanza per divorarmi gli ultimi anni della mia vita.
12/08/2014
Questa notte non riuscivo a dormire.
Ed ho pensato a questi ventitré anni di carcere.
Mi sono ricordato di tutte le botte che ho preso dalle guardie.
E i lunghi periodi d’isolamento che ho subito.
Mi sono venuti in mente gli anni che ho passato quando ero detenuto nell’isola del Diavolo dell’Asinara.
Il periodo di quando sono stato sottoposto al regime di tortura del 41 bis.
I colloqui con il vetro che m’impedivano di abbracciare e toccare i miei figli.
E mi sono pure ricordato i rimorsi di coscienza che ho avuto in tutti questi anni per i miei figli cresciuti senza di me.
Mi sono venute in mente tutte le lacrime versate per la rabbia, la nostalgia, la solitudine e l’amore in ventitré anni di carcere.
E quante cose la mia mente e il mio cuore se ne sono inventate per non impazzire.
Poi mi sono rotto le palle di pensare e mi sono addormentato come un ghiro, stanco di pensare e di vivere.
13/08/2014
In carcere può accadere veramente di tutto. E spesso accade l’inimmaginabile. L’altro giorno dal “famoso” carcere di Parma (dove non si può tenere più di tre libri in cella) Mimmo mi ha scritto:
Io, Giovanni,Corrado e altri avevamo inoltrato subito l’acquisto di diversi libri del “L’Assassino dei Sogni”. Dopo due giorni l’Ufficio spesa chiamò me, Giovanni e Corrado chiedendoci il perché dell’acquisto di tanti libri a testa. Gli spiegammo che tante copie le volevamo dare in regalo alla società civile, volontari, scuole e altri per sensibilizzare il nostro problema di ergastolo ostativo. Il giorno dopo venne di nuovo il responsabile dell’Ufficio spesa e ci riferì che l’ispettore responsabile ci aveva autorizzato all’acquisto di una sola copia a testa. Chiedemmo spiegazioni e lui rispose che dovevamo presentare una richiesta scritta con delle motivazioni. Giovanni l’ha fatto e l’ha intestata alla Direzione, per conoscenza al Magistrato di Sorveglianza e al Garante dei detenuti ed altri organi istituzionali.
Adesso siamo in attesa di risposte da parte della Direzione (…).
14/08/2014
Ho risposto a Mimmo:
(…) L’altro giorno ho letto che nel 1985 ad una domanda di uno studente che chiedeva quali consigli egli potesse dare ai giovani, Ludovico Geymonat rispose: “Contestate e create”. Ecco, io penso che anche gli uomini ombra per migliorare se stessi e il luogo in cui vivono, devono fare la stessa cosa.Invece per anni e anni molti di noi hanno vissuto senza accorgersene, senza cercare di capire. Probabilmente questo accade anche a molte persone in libertà, ma è un peccato che dentro all’ “Assassino dei Sogni”, dove si ha più tempo per pensare, pochi lo facciano. Lo so, il carcere così com’è ti vuole solo sottomettere, prima lo faceva con la forza fisica, ora lo fa con quella psicologica, perché qui nulla è lasciato al caso. Ormai il carcere non vuole prenderti solo il corpo, quello l’ha già. L’“Assassino dei Sogni” vuole di più, molto di più. L’ “Assassino dei Sogni” vuole prenderti anche il cuore e l’anima.
Resistiamo. Se non vi fanno acquistare altri libricini perché sono pericolosi, farò come Silvio Pellico. Farò le copie delle pagine del libro. E poche per volta te le manderò per lettera. Un sorriso fra le sbarre.
15/08/2014
Oggi mi sono visto per l’ennesima volta le fotografie che mi ha mandato mia nuora dei miei due nipotini che vanno in bicicletta. Ed ho riletto la loro letterina:
Caro nonno, come stai? Noi stiamo bene. Oggi piove quindi staremo in casa, dopo quando la mamma va a lavorare noi andiamo da papà. Quando tornerà il sole finalmente possiamo uscire, perché ci divertiamo tanto. Andiamo ai giardini, a mangiare il gelato, in bicicletta ed al mare. Un giorno speriamo di fare tutte queste cose con te. Intanto che ti aspettiamo ci divertiamo con papà, la mamma e la zia.
Lorenzo e Michael.
16/08/2014
Oggi ho pensato di andare a trovare i miei due nipotini e di giocare con loro.
La fantasia è l’unica risorsa che mi aiuta a vivere.
E in questi giorni forse riprenderò a scrivere le avventure di “Zanna Blu”, non più per i miei figli ma per i miei nipotini.
Sognare la libertà è una follia, ma mi permette di vivere.
17/08/2014
Oggi sono andato al campo sportivo e il compagno che passeggiava con me mi ha chiesto perché camminavo sempre dalla parte dove l’erba è più alta.
Gli ho detto che una delle cose che mi è mancata di più in tutti questi anni di carcere è camminare nelle spiagge e nell’erba.
18/08/2014
Oggi ho fatto ordine nelle mie carte.
E fra le mani mi è capitato un vecchio verbale del lontano 1992, quando ero detenuto nel carcere dell’Asinara.
Ed ho letto la frase che avevo urlato durante un Consiglio di disciplina: “I buoni hanno bisogno dei cattivi e del carcere per apparire buoni” che mi era costata 15 giorni di cella di rigore e una pioggia di manganellate.
19/08/2014
Non mettetevi a ridere. Non so fuori, ma in carcere il bagno funziona anche un po’ come biblioteca. Ed oggi ci ho portato il libro di Davide La Cara e di Antonino Castorina “Viaggio nelle carceri” (Editore EIR; ISBN:978-88-693-3006-3; prezzo 14,00). Questa mattina la lettura di questo libro mi ha talmente coinvolto che senza che me ne accorgessi ho perso la cognizione del tempo. E non mi sono accorto che era l’ora della conta (l’orario di quando le guardie passano a contare i detenuti per controllare se durante la notte qualche detenuto ha segato le sbarre ed è scappato). Poi ho sentito la guardia bussare allo spioncino per invitarmi a farmi vedere (in carcere non si può stare tranquilli neppure al cesso) e sono uscito dal bagno con il libro in mano per comunicare alla guardia che rinunciavo all’ora d’aria. Subito dopo mi sono messo tranquillo a leggere. Ci tenevo a finire questo libro, sia perché conosco uno degli autori (Davide La Cara) che mi è venuto a trovare in carcere con la deputata Laura Coccia, sia perché nel libro c’è anche il contributo del mio “Diavolo Custode” (Nadia Bizzotto della Comunità Papa Giovanni XXIII) con il capitolo dal titolo “L’ergastolo è una pena di morte viva” ed ero curioso di sapere cosa avevano scritto.
20/08/2014
Ho provato a scrivere una breve recensione del libro di Davide la Cara e di Antonino Castorina “Viaggio nelle carceri” (Editore EIR; ISBN:978-88-693-3006-3; prezzo 14,00).
(…) Non vi nascondo che a volte penso che la “criminalità” (organizzata o non), è un osso di cui le società capitaliste non vogliono (o forse non possono) fare a meno. E le galere servono a questo tipo di società per produrre criminalità e recidiva, per poi sfruttarla a fini elettorali. Mi addolora dirlo, ma in carcere è come se il bene sia passato dall’altra parte, quella del male. Spero di sbaglarmi. E voglia il buon Dio (il Dio dei prigionieri) che il mio pessimismo rimanga infondato, ma mi auguro che in Italia un giorno tutti i “buoni” si fermino a riflettere se non sia il caso di non guardare solo agli effetti del male, ma risalire alle cause e alle colpe.
Un’ultima cosa, a mio parere, questo libro conferma che il carcere ha clamorosamente fallito il suo obiettivo di fare diminuire i reati. E che la galera nel nostro Paese viola sistematicamente i diritti fondamentali. Non solo, ma distrugge anche la dignità umana dei detenuti e delle loro famiglie. Buona lettura. E buona vita. Un abbraccio fra le sbarre.
21/08/2014
Il mese di agosto in carcere è più noioso di tutti gli altri dell’anno.
Ed è il mese che studio più di tutti.
Sto preparando l’esame di “Analisi della letteratura”.
Ed ho iniziato a studiare “Fedro” di Platone.
22/08/2014
Oggi mi è venuta a trovare la figlia del mio cuore, Mita, insieme a suo marito Francesco.
Sono stato tanto contento di vederli e di abbracciarli.
Entrambi mi hanno ricordato del loro invito a cena che mi hanno fatto tanti anni fa.
Mi hanno detto che mi stanno ancora aspettando.
E che continueranno a farlo.
A parte la mia famiglia adesso ho anche loro che mi aspettano.
23/08/2014
Ho scritto tutto il giorno per non lasciare nessuno senza risposta.
E poi mi sono finito un capitolo del romanzo che sto scrivendo in questo periodo.
Scrivere mi fa trovare il mondo.
Poi la libertà.
E alla fine me stesso.
24/08/2014
Sono stato tutto il giorno malinconico perché, anche se là fuori sei amato, quando sei chiuso in una cella e aspetti una risposta importante sei solo con te stesso.
25/08/2014
Ho letto che un altro detenuto s’è suicidato.
Pochi sanno che molti detenuti in carcere si tolgono la vita perché l’Assassino dei Sogni non risponde mai ai loro appelli disperati.
Altri invece lo fanno per ritornare a essere liberi.
26/08/2014
A volte ho paura dei miei sogni.
Forse perché mi danno speranza, ma so che per soffrire di meno sarebbe meglio che un uomo ombra non sognasse mai.
Sto aspettando una buona notizia che non arriva mai.
E mi sembra che gli orologi in carcere vadano più lenti.
Forse perché sono in prigione anche loro.
27/08/2014
Oggi è stata una giornata da cani.
L’unica cosa che puoi fare in carcere è tentare di fare il morto, ma questo spesso è la cosa più difficile.
28/08/2014
Questo mese sembra che non finisce mai.
In carcere è difficile far passare il tempo.
I giorni sono così tutti uguali che il tempo passa solo se lo vuole lui.
E tu non puoi fare altro che guardarlo trascorrere.
29/08/2014
Grazia mi ha scritto dei bei complimenti sul mio libricino “L’Assassino dei Sogni”.
(…) È bellissimo. È denso di spunti, me lo sto sottolineando e vado avanti e indietro a leggerlo e rileggerlo, perché mi pare sempre che mi sfugga qualcosa. Avete avuto una magnifica idea. E poi il Prof. Ferraro sappiamo quanto disquisisca egregiamente entrando nei meandri della mente umana.
E tu dipingi magnificamente con le parole gli stati d’animo più difficili. Domani me ne ordino un po’ e poi, pensavo, quando capita che qualcuno mi chiede il mio libro io gli regalo insieme il tuo.
30/08/2014
Sto ricevendo, credo grazie soprattutto al contributo di Giuseppe Ferraro, tanti complimenti al libricino l’ “Assassino dei Sogni”.
Giancarlo Zilio mi scrive: “Lettere fra un filosofo e un ergastolano, l’ho letto tutto d’un fiato, bellissimo; fortissimo il filosofo napoletano, belle le sue lunghe lettere."
E suor Lilia pure scrive: “Che dire del filosofo Giuseppe Ferraro? Sei davvero fortunato d’averlo conosciuto; ora, con gioia, posso affermare che anch’io, grazie a te, ho conosciuto un uomo saggio, che va per la sua strada e non teme di rivelare il suo pensiero senza modificarlo minimamente. Per me questo professore è un uomo che ama la vita; l’ho capito, soprattutto nella lettera in cui spiega il delicato argomento del suicidio."
31/08/2014
Ho letto una vecchia lettera di Antonio Gramsci, che ha scritto dal carcere il 19 novembre 1928, che mi ha mandato Giancarlo.
Questa è la prima volta che la leggo intera, ne avevo letto solo uno stralcio, e mi sono commosso.
“ (…)È questa una macchina mostruosa che schiaccia e livella secondo una certa serie. Quando vedo agire e sento parlare uomini che sono da 5, 8,10 anni in carcere, e osservo le deformazioni psichiche che essi hanno subito, davvero rabbrividisco, e sono dubbioso nella previsione di me stesso. Penso che anche gli altri hanno pensato ( non tutti ma almeno qualcuno) di non lasciarsi soverchiare e invece, senza accorgersene neppure, tanto il processo è lento e molecolare, si trovano oggi cambiati e non lo sanno, ma possono giudicarlo, perché essi sono completamente cambiati”.
Mi sono commosso perché riflettendo su queste parole mi sono ancora più reso conto che dopo 23 anni di carcere non sono più una persona umana.