Diario marzo 2015
Diario Marzo 2015
01/03/2015
Dopo tanti anni di carcere i miei sogni sono ormai tutti sbiaditi, per fortuna ho preso in prestito prima quelli dei miei figli e ora quelli dei miei nipotini.
02/03/2015
Mi ha chiamato la mia educatrice e mi ha fatto sorridere, perché leggendo dal mio fascicolo la cartella personale mi ha detto che c’è scritto che risulto essere il migliore e nello stesso tempo il peggiore dei detenuti.
03/03/2015
Oggi non avevo voglia di vedere e parlare con nessuno, ma non sono riuscito a rimanere solo con la mia solitudine.
Incredibilmente il carcere, se non ti trovi nelle celle di punizione, è il posto più difficile per poter stare soli.
04/03/2015
Da un po’ di anni mi sto accorgendo che ormai il carcere non fa più per me.
Non posso però farci nulla perché, con la mia pena che non finirà, ormai potrò scegliere ben poco.
05/03/2015
Oggi durante il progetto “scuola carcere” ad una domanda di una studentessa ho risposto che amo tanto i miei figli perché sono tutto quello che io non sono riuscito ad essere.
E poi ho aggiunto che è difficile amare un ergastolano, eppure la mia compagna ci sta riuscendo da 24 anni.
06/03/2015
Oggi pensavo che i detenuti conducono la vita più sicura al mondo, forse anche perché è difficile che possano fare un incidente stradale.
Eppure i dati dicono che i detenuti si tolgono la vita molto più delle persone libere, ma nessuno dice nulla sul fatto che hanno buoni motivi per farlo.
07/03/2015
Nella rassegna stampa ho letto che un altro detenuto s’è impiccato.
Non c’è nulla da fare, in carcere la morte è sempre dietro ogni angolo.
Nascosta nel buio.
Pronta ad inghiottirti.
E può colpire chiunque.
Chissà quando toccherà a me o al mio compagno che è di fronte la mia cella.
08/03/2015
15/03/2015
Non capirò mai perché l’Assassino dei Sogni ti deve separare così duramente dalle persone che ami e che ti amano. Ho trascorso tutto il giorno pensando alle nove ore di felicità che ho trascorso ieri insieme ai miei familiari e tra le persone che mi vogliono bene.
16/03/2015
Un mio amico mi ha scritto: Allora…che dirti…ancora non mi pare di crederci. Nel senso che in molti momenti la mente mi rimanda l’immagine di te come ergastolano ostativo… devo essere io con un sforzo cosciente a dirm:i “Alfrè… ricorda… non è più ergastolano ostativo… anzi… potrebbe uscire anche tra breve… e comunque… soprattutto non è un ergastolano ostativo”.
Carmelo, il fatto che tu non sia più un ergastolano ostativo è già, di per se, una vittoria… una vittoria epocale. Tu hai già vinto. Non dimenticarlo mai. Hai vinto anche se domani, per assurdo, ti colpisse un fulmine (dio ce ne scampi) o se capitasse chissà che cosa. Tu in più di due decenni hai ribaltato tutto. Ti sei laureato, hai scritto libri, hai conosciuto tantissima gente, sei stato un punto di riferimento per tanti… e hai superato il muro che sembrava che dovesse durare a vita, l’ostatività. Tu per certi aspetti sei il simbolo degli ergastolani ostativi, e pensare che l’ostatività per te venisse meno, era qualcosa che sembrava utopico. Eppure ci sei riuscito. L’ostatività non è ancora morta in Italia, ma tu le hai inflitto una delle sue peggiori sconfitte. Una volta venuta meno per te, tutti potranno coltivare la speranza. E poi, come ti dicevo, è proprio anche una tua vittoria personale contro il sistema carcere, contro il modo in cui il sistema carcere ti aveva “immaginato”. Tu entrasti in carcere ergastolano ostativo ed in poco tempo 41 bis all’Asinara… ovvero tu partivi dal girone più basso dell’inferno. Oggi ti cade l’ostatività. Oggi tu sei sul bordo del fiume e sorridi a tutti quei direttori di carcere, quegli “educatori, quei poliziotti penitenziari, quei cittadini, quei perbenisti che ti avevano sempre detto che tu non saresti mai uscito dal carcere, che la tua lotta era da illusi, che ti agitavi troppo. Bene tu hai vinto. Per certi aspetti avevi già vinto su un piano più profondo, anche se non ti avessero tolto l’ostatività. Ma con questo evento, tu realizzi una vittoria anche da altri punti di vista. Hasta seimpre esperanza compagnero.
17/03/2015
La voce che non sono più ergastolano ostativo si sta spargendo in molti carceri in Italia, persino fra le detenute.
E Johanna mi ha scritto:
"Devo dirti che ho provato una felicità indescrivibile. Ti posso giurare che mi sono uscite le lacrime di felicità. Sono contenta. Te lo giuro, perché lo meriti. È questo sarà il primo passo per iniziare.
Quando l’ho saputo sono andata dalla detenuta spagnola, lei sta leggendo il tuo libro, e ci siamo abbracciate."
18/03/2015
Ho letto che un altro detenuto s’è tolto la vita. Il carcere non insegna molte cose, ma una cosa la sa fare molto bene: sa convincerti a toglierti la vita.
19/03/2015
Nell’arco di questi ventiquattro anni per sopravvivere avevo imparato molte strategie mentali per stare nel mondo delle ombre.
Ed ora mi sento come un soldato felice perché è finita la guerra ma disorientato perché non conosce più la pace, ma ce la metterò tutta per ritornare nel mondo dei vivi.
20/03/2015
Molti miei compagni venendo a sapere che non ho più l’ergastolo ostativo ai benefici mi stanno scrivendo da tutti i carceri d’Italia raccomandandosi di non abbandonarli e di continuare a combattere contro l’esistenza della “Pena di Morte Viva”. Come potrei farlo? Lotterò sempre e più di prima affinché nessun uomo possa essere condannato e maledetto ad essere cattivo e colpevole per sempre, perché la pena dell’ergastolo rende ingiusta e crudele la giustizia più della pena di morte.
21/03/2014
Ho ricevuto i ringraziamenti che mi riguardano sulla tesi di laurea di Giulia, che mi hanno riempito il cuore di gioia:
Grazie Carmelo, per la tua storia, per i tuoi occhi che mi hanno fatto cambiare idea. Non c’è al mondo regalo più bello. Grazie per il tuo coraggio, per non mollare dove chiunque altro mollerebbe, per combattere, non solo per te stesso, ma per tutti quelli che hanno meno voce e meno forza. Grazie per avere condiviso con me parte della tua vita, hai aperto il tuo diario e il tuo cuore ad una sconosciuta, solo i generosi e i buoni lo sanno fare. Grazie. Zanna Blu, ti auguro con tutta me stessa di correre al più presto libero fra i boschi.
22/03/2015
Papa Francesco è uno dei pochi punti di riferimento dei condannati e maledetti ad essere cattivi e colpevoli per sempre perché in un recente intervento pubblico ha dichiarato ancora una volta:
L’ergastolo e le lunghe detenzioni che comportano l’impossibilità per il condannato di progettare un futuro in libertà possono essere considerate pene di morte occulte, poiché con esse non si priva il colpevole della sua libertà, ma si cerca di privarlo della speranza.
23/03/2015
Domani ho l’esame di “Filosofia del linguaggio” e sono in ansia perché non mi sento pronto come vorrei.
Da quando sono diventato uomo penombra non riesco più a studiare come prima perché adesso penso di più alla libertà.
24/03/2015
Anche quest’altro esame è andato: voto 30.
Sono particolarmente contento perché era una prova difficile ed ho dovuto studiare su cinque libri.
Ho subito telefonato a mia figlia per prendermi qualche coccola.
Forse continuo a studiare solo per questo.
25/03/2015
Ho ricevuto in ritardo il biglietto di auguri che mi ha scritto mia figlia per la festa del papà e sono felice perché ormai ero convinto che l’Assassino dei Sogni si era divorato la sua lettera.
-Caro papà, finalmente ce l’abbiamo quasi fatta. La strada ormai è in discesa, ed è solo questione di tempo, quel tempo che finora ti è sembrato un nemico, ma ti ridarà indietro tutto. Forse non sarà sempre facile, forse dovremo superare qualche altra difficoltà, ma sicuramente io sarò sempre al tuo fianco, perché sei il papà migliore che esista.
26/03/2015
Ho scritto a mia figlia:
Amore Bello del papà, senza di te (e Mirko) non ce l’avrei mai fatta né a stare ventiquattro anni in prigione né a diventare la persona che sono diventata. Tu, Mirko e la mamma siete l’amore della mia vita.
27/03/2015
Ho scritto una recensione del libro di una mia amica scrittrice che mi segue da tanti anni:
Ci sono dei giorni che il carcere dà un tal senso d’inutilità che non riesci neppure a sentirti infelice. E quando mi viene il desiderio di uscire e non posso farlo mi metto a leggere, perché i libri mi aiutano a segare le sbarre della mia finestra e mi trasmettono la forza per esistere e resistere.
In questi giorni ho letto un bel libro della scrittrice e poetessa Miriam Ballerin dal titolo “Fiori di Serra” (Rapsodia Edizioni ISBN 978-88-99159-12-2 pag. 239 euro 15) che sarà presentato a Francoforte alla tradizionale fiera del libro della città (…) L’opera di Miriam è un libro che emoziona e ti fa immaginare come vive e cosa pensa un prigioniero e conferma che è carcere è la privazione di tutto, dalla libertà di scegliere, che è l’atto fondamentale della condizione umana, fino al divieto di amare. Dentro il libro ci sono sentimenti, passioni e sofferenze che provano tutti i detenuti dietro le mura di una prigione. È un opera che merita non solo di essere letta ma anche di fare il passaparola, per farlo conoscere e farlo adottare nelle scuole. Vi confido che una delle cose che mi ha colpito più di tutto in questo libro è il titolo “Fiori di Serra”, perché Miriam con la sua umanità e sensibilità paragona i detenuti, nonostante il male che hanno fatto, a dei fiori che vivono e crescono in una serra. Buona lettura.
28/03/2015
Oggi ho letto una bella poesia che mi ha fatto venire in mente quand’ero sottoposto al carcere duro all’Asinara, 23 anni fa, in totale isolamento.
Ed avevo iniziato a scrivere nel muro della parete perché non avevo carta e con un chiodo perché non avevo una penna.
Non l’avessi mai fatto, perché se pensi soffri solo tu, ma se pensi e scrivi soffre anche il tuo cuore.
Maledetta la volta
Maledetto il giorno
in cui ho cominciato a scrivere
non perché
sia male scrivere
ma perché
era un giorno maledetto
quello in cui ero solo
e piangevo
e per questo scrivevo
(Federico Tavan)
29/03/2015
Domani Pietro Ingrao compie cento anni.
Forse i più giovani non sanno che Pietro Ingrao è stato un importante e famoso partigiano della Resistenza italiana e uomo politico del dopoguerra.
Ha militato nel Partito comunista fin dal 1942 ed è diventato uno dei massimi dirigenti del PCI.
È stato pure direttore del quotidiano “L’Unità” dal 1946 al 1956 ed ha ricoperto la carica di presidente della Camera dei deputati.
Fra gli uomini ombra (come si chiamano fra loro gli ergastolani Pietro è molto famoso per avere dichiarato in una intervista: Io sono contro l’ergastolo prima di tutto perché non riesco ad immaginarlo.
Ed ha ragione perché per una persona normale è difficile immaginare che un uomo debba stare chiuso in una gabbia per tutta la vita, olo per vedere tutti i giorni il sole tramontare senza speranza, in attesa di un’alba che arriverà troppo presto per dimostrarti che oggi sarà uguale a ieri e per giorni inesistenti e per notti inutili, fino all’ultimo dei suoi giorni.
30/03/2015
Chi ha tempo non aspetti tempo.
Ho deciso di sostenere subito un altro esame universitario.
E oggi ho iniziato a preparare il prossimo esame: Sociologia della devianza.
31/03/2015
Nel libro che sto studiano l’autrice, Prof. Francesca Vianello, si domanda: “Perché a fronte del suo indiscusso fallimento, la prigione continua a godere di buona salute?” Ed ho pensato che il carcere funziona proprio perché il suo reale obiettivo politico è quello di non funzionare.