Diario Novembre 2015

 

Diario Novembre 2015

1/11/2015
Il professore Giuseppe Ferraro ha commentato il mio ultimo articolo dal titolo “La tortura delle torture: l’isolamento diurno degli ergastolani” mi ha scritto queste bellissime parole:
Lo porti nelle mani, Carmelo, quell’isolamento, quel tempo, che non è passato, lo porti negli occhi, nel volto, nella voce, lo doni. Sei forte della tua fragilità. Fai pensare che uomo si diventa, non si è, e si diventa quando si “risorge”. Penso che Cristo sia diventato uomo con la sua resurrezione, penso a quando sei uscito da quella tomba dell’isolamento, penso alla tua voce dell’altro giorno, mi è venuta come dall’impossibile e mi ha spalancato la porta di ogni tempo, portando il respiro di vento della gioia e il tuo viso, il tuo sorriso, la tua voce, grazie di te, Carmelo. A presto. Ti abbraccio.

2/11/2015
Una detenuta mi ha scritto questa bellissima frase, che mi ha fatto amaramente sorridere: “I sogni sono come le stelle, basta aspettare la notte per vederle”, perché sono stato tanti anni chiuso in una cella dove non potevo vedere neppure il cielo dalla finestra.

3/11/2015
Ho iniziato a scrivere la mia tesi in “Sociologia della devianza” ed ho pensato di intitolarla “L’amore per la devianza”.
E ho iniziato partendo da lontano:
Credo di avere incominciato a deviare nella pancia di mia madre ancora prima di nascere, perché mi raccontarono che calciavo di giorno e di notte. E quando mia madre mi stava per partorire non volevo venire fuori, forse perché il mondo là fuori mi faceva già paura. Alla fine però non ebbi scelta. E dovetti per forza nascere. Dopo poco tempo fui però già abbastanza sveglio per capire che in quello strano mondo dove mi trovavo comandavano i grandi. A me questa cosa non piacque molto.
E iniziai presto a ribellarmi contro la mia numerosa famiglia.

4/11/2015
Oggi per tutto il giorno e tutta la notte mi sono sentito felice e disperato nello stesso tempo perché ho pensato che in tutti questi anni di carcere ho sprecato tutte le forze che avevo per sopravvivere.

5/11/2015
Ho scritto questo articolo:
Amore tra le sbarre: audizione in videoconferenza in Parlamento

Tempo fa mia figlia ha scritto queste parole: Nessun uomo al mondo potrà mai essere paragonabile al mio dolcissimo papà… nessuna persona sa amare come lui! Ed io ti aspetto. (Diario di un ergastolano www.carmelomusumeci.com)

Da tempo è stata presentata una proposta di legge per cercare di mantenere e migliorare le relazioni affettive con i propri familiari che vivono dietro le sbarre.
L’altro giorno, nel carcere di Padova dalla Redazione di “Ristretti Orizzonti”, in collegamento via skype, alcuni detenuti e i loro familiari hanno dato la loro testimonianza alla Commissione Giustizia della Camera sul tema degli affetti in carcere.
Contemporaneamente alcune dichiarazioni di certi politici “Bordelli in carcere”; “I nostri penitenziari non devono diventare postriboli ed i nostri agenti penitenziari non devono diventare guardoni di Stato” mi hanno fatto cadere le braccia e il cuore per terra. E ho pensato come a volte sanno essere “cattivi” i “buoni” che non commettono reati, che hanno la fedina penale pulita e che forse fanno la comunione tutte le domeniche durante la messa. Si parla spesso di responsabilizzazione dei detenuti, ma difficile che un detenuto si senta responsabile quando su certi giornali legge titoli come “Celle a luci rosse”. È difficile pentirsi del male fatto quando una volta in carcere, in nome del popolo italiano, ti proibiscono di dare, o ricevere, un bacio o una carezza in intimità con i propri genitori o con la propria compagna o con i propri figli. In questo modo con il passare degli anni in carcere smarrisci la forza e la voglia di amare. E la cosa più tremenda è che non ti accorgi neppure di perderla perché col passare del tempo “l’Assassino dei Sogni” (come chiamo io il carcere) ti mangia tutto l’amore che avevi prima di entrare in galera.
Alla lunga il carcere divora l’amore di chi sta fuori e uccide l’amore di chi sta dentro. E l’amore in carcere quando finisce non fa rumore, ti spezza solo il cuore.
Credo che nessuna pena, nessuna legge, neppure Dio, dovrebbe impedirti di amare, di dare un bacio, una carezza alle persone che ami, neppure in nome della sicurezza sociale. Eppure nelle nostre Patrie Galere accade anche questo. Sembra che l’Assassino dei Sogni odi l’amore e usi le sbarre, i blindati e i cancelli, per non farlo entrare. E quando l’amore riesce a entrare sa di ghiaccio perché non puoi sfiorarlo e toccarlo.
Credo che in fondo i detenuti italiani non chiedano molto, neppure la luna, chiedono solo, come accade in molti paesi del mondo, di continuare a rimanere umani per potere amare ed essere amati.

6/11/2015
La cosa più brutta del carcere che hai tante cose da pensare e niente da fare.

7/11/2015
Oggi sono sfilati nel mio cuore e nella mia mente tutti gli attimi di felicità che ho vissuto nei giorni che sono stato in permesso.
Spero tanto che, dopo venticinque anni di carcere, a Natale mi diano un permesso da passare in famiglia.

8/11/2015
In questi giorni ho ricevuto da un mio compagno queste parole, che mi hanno fatto stare male ma mi hanno dato ancora più energia per scrivere e lottare contro l’esistenza in Italia della “Pena di Morte Viva”:
-Riuscirò a ottenere qualcosa? Non lo so! Ma è giusto che ci provi. Adesso ho superato i ventiquattro anni di galera e sono costretto a pensare che non saranno ancora molti gli anni da trascorrere qui dentro, ma è un pensiero del cuore, perché quello della mente mi dice invece che qui ci morirò. Per adesso ascolto il cuore perché mi fa comodo, ma mi preoccupo di quando diverrò sordo al suo pensiero.

9/11/2015
Le lettere che ricevi in carcere sono gocce di vita e dopo venticinque anni di carcere mi aiutano ancora a sentirmi umano.
Lia mi ha scritto:
-Ciao Carmelo. È tantissimo che non ti scrivo, ma spesso ti penso, sai? E ti ho anche sognato…
Non so se si chiama telepatia, o vicinanza dei cuori, o affinità, o fratellanza, ma ti ho sognato.
Bravo Carmelo. Tieni duro, continua a lottare, che di sicuro l’Assassino dei Sogni soffre e si contorce ogni volta che sei felice. E tu, ora che hai nel cuore anche nuove immagini del fuori, e dei tuoi cari, hai ripreso a sognare la notte?

10/11/2015
Oggi ho preferito stare tutto il giorno sdraiato sulla branda, senza mai uscire dalla cella, ma ho sempre avuto la testa tutta da un’altra parte.

11/11/2015
Nella tesi che sto preparando su “Sociologia della devianza” ho espresso questo concetto:
Credo che non sia facile vivere e pensare da devianti perché spesso ci si trova soli contro tutti e in certa misura anche contro se stessi. Distinguerei ulteriormente fra l’asociale e il deviante, considerando il primo come persona chiusa, introversa e carente di coscienza sociale, laddove il secondo è persona aperta che di coscienza sociale forse ne ha fin troppa. Credo che sotto un certo punto di vista, e a suo modo, nell’epoca in cui viveva, anche Gesù sia stato un deviante.

12/11/2015
Oggi vedendo alcuni miei compagni correre in cerchio nel cortile del passeggio mi sono ricordato di quando lo facevo anch’io.
Da un po’ di anni ho smesso, quando mi sono accorto che non andavo da nessuna parte.

13/11/2015
In ambito penitenziario, in questo periodo, sta accadendo un po’ quello che avveniva quando Penelope nel tessere la tela ogni notte disfava il lavoro del giorno, perché mentre il Ministro della Giustizia ha istituito gli Stati Generali sulla esecuzione della pena per migliorare la vivibilità in carcere, alcuni funzionari del Dipartimento amministrativo remano contro, cercando di peggiorarla ancora di più. Proprio in questi giorni mentre uno dei tavoli degli Stati Generali sta discutendo se proporre di abolire alcuni circuiti infernali delle nostre “Patrie Galere”, per le subculture stagnanti che si formano in questi ghetti, è stata emanata una circolare ministeriale che di fatto crea un altro girone infernale. In questo modo i detenuti di media sicurezza saranno divisi fra cattivi, meno cattivi, fra buoni, meno buoni, e chi ci capisce qualcosa è bravo. Probabilmente i detenuti cattivi che fanno i “buoni” saranno trattati meglio e i buoni che faranno i “cattivi” saranno trattati peggio, con meno opportunità di movimento, meno colloqui, meno ore d’aria ecc. È come se in ospedale trattassero meglio i sani che gli ammalati perché i primi danno meno problemi. Mi sono sempre chiesto a cosa servono i carceri se non a fare crescere rabbia e delinquenza.

14/11/2015
Do sempre volentieri una mano agli studenti universitari quando devono fare le loro tesi.
L’altro giorno Federico mi ha mandato una copia della sua tesi dal titolo “L’ergastolo ostativo in Italia. Aspetti normativi e sociologici” e nella pagina dei ringraziamenti mi ha dedicato queste parole, che mi hanno fatto particolarmente piacere:
-Sentita riconoscenza a Carmelo Musumeci per avere fornito i dati inerenti i detenuti condannati all’ergastolo, per l’importante lavoro di raccolta fatto e per l’opportunità datami nel dar voce ai cosiddetti “uomini ombra”.

15/11/2015
In questi giorni è stato emanato un decreto con il quale si aumenta di oltre il 100% le spese di “mantenimento carcere” a carico delle persone detenute. Forse molte persone non sanno che i detenuti pagano per stare male e in alcuni casi anche per essere sottoposti a regimi inumani.
In questi giorni un compagno mi ha scritto: “Apprendendo dell’aumento sulla quota del mantenimento carcerario, avevo pensato di chiederti un consulto su cosa si potesse fare, se è possibile rivolgere un reclamo al magistrato di sorveglianza in attinenza ai raddoppi della quota di mantenimento carcerario. Per cui se ci dovesse essere un qualche spiraglio informami, proverò a inoltrarlo anch’io un reclamo, dal momento che da quando lavoro mi sembra di lavorare per loro.
Incredibilmente diminuiscono le ore di retribuzione e raddoppiano la quota di mantenimento. A questo punto dobbiamo lavorare solo per il mantenimento carcerario. E poi dicono che i ladri siamo noi”.

Pochi sanno che nella maggioranza dei casi il detenuto, quando ha la fortuna di lavorare, lavora un’ora al giorno, o per un giorno a settimana, o per una settimana al mese, o per un mese all’anno, perché da tempo è stato introdotto il sistema di lavoro a rotazione. Si può dire che il carcere ha scoperto la flessibilità e la precarietà molto prima del mondo libero. Si potrebbe anche dire che il carcere è il laboratorio del neoliberalismo dove si fanno gli esperimenti sociali, con la differenza che noi non abbiamo neppure i sindacati e non possiamo neppure scioperare. Qualcuno ha pensato che i ricchi sono pochi, i poveri sono tanti, i detenuti sono anche colpevoli, e hanno deciso di spolpare le ossa ai detenuti che lavorano.

16/11/2015
Credo che dopo i bruttissimi fatti di Parigi ci sarà un arretramento culturale.
E capisco che è difficile continuare a essere umani con persone disumane che in nome del Dio di turno ammazzano e uccidono gente innocente.

17/11/2015
Agnese, la figlia dello statista Aldo Moro, mi ha scritto queste belle parole che mi hanno riscaldato il cuore:
-
Caro Carmelo, davvero non deve essere facile vivere le uscite e poi dolorosi rientri. Ma sono certa che sarà ancora per poco; e già che stia succedendo mi sembra un miracolo. Anch’io, come tante persone, ti voglio davvero bene e ammiro sempre la tua capacità di dirti la verità e la voglia di sperare. Sperando di vederti presto ti abbraccio. Agnese.

18/11/2015
Durante l’ora d’aria ho sentito un compagno affermare che lui non aveva paura del carcere.
Gli ho sorriso amaramente.
E poi gli ho risposto che tutti i prigionieri hanno paura del carcere, ma nessuno lo dice forse perché è un modo di nascondere la paura.

19/11/2015
Si stanno avvicinando le feste natalizie e sto pensando con ansia se per Natale mi manderanno in permesso a casa.
In carcere non c’è mai nulla di certo, ma spero tanto che dopo ventiquattro Natali da solo dentro di passarne uno insieme ai miei familiari.

20/11/2015
Ricordando il periodo d’isolamento, durato un anno e sei mesi, quando ero detenuto nell’isola dell’Asinara, nella tesi sulla sociologia della devianza ho scritto:
-Speravo che all’improvviso la porta si aprisse, ma non accadeva mai. Nelle celle di isolamento si sente di più la solitudine. In quel periodo desideravo più di qualsiasi altra cosa una voce umana.
Mi ricordo che quando calava il buio e i gatti uscivano dal loro ripostiglio per andare a caccia di topi io stavo con il viso incollato alle sbarre della finestra a tifare per i topi. Speravo che i gatti non li prendessero perché sono sempre stato dalla parte dei più deboli.

21/11/2015
Ho ricevuto queste parole di Claudio che mi hanno fatto amaramente sorridere perché più che una bandiera mi sento uno straccio consumato che continua a sbattere fra le sbarre dell’Assassino dei Sogni:
-Carmelo sei simile alle bandiere tibetane che ondeggiano nel vento al fine di portare le benedizioni, i mantra, i buoni messaggi. In Tibet, così come in tutto il mondo, persone sensibili, appendono alle case le bandiere sulle quali stanno scritte preghiere, messaggi di speranza, in modo che il vento le sparga nel mondo. Tu con i tuoi scritti arrivi in tanti cuori e tocchi l’anima delle persone.
Ti penso. Ti voglio bene.

 22/11/2015
Oggi sono stato tutto il giorno solo con me stesso, chiuso nella mia cella, sdraiato nella mia branda come un cadavere, a fare la guardia al mio cuore che stava male perché è stanco di stare prigioniero dell’Assassino dei Sogni. E forse anche di me.

23/11/2015
Continuo a lavorare sulla tesi, ma questo mese non passa mai. Non ho mai atteso Natale con tanta ansia come quest’anno.

24/11/2015
Il mondo è spietato dentro le mura di un carcere.
Hanno trasferito un mio compagno perché gli hanno trovato un telefonino che usava per telefonare alla sua bambina che ha una grave malattia e quei miseri dieci minuti che ci concedono ogni settimana non gli bastavano.

25/11/2015
Ho letto che un altro giovane detenuto s’è tolto la vita e ho pensato che è facile cadere nella disperazione, quando sei chiuso in una cella, perché è l’unico piacere che ti resta.

26/11/2015
A un compagno che mi ha fatto i complimenti per come affronto il carcere, ho risposto che sì, è vero, certi detenuti sono più forti degli altri, ma spesso questi soffrono di più di quelli deboli.

27/11/2015
Un compagno, da un altro carcere, mi ha scritto:
-C’è una frase che ho letto tempo fa e ora collego a te, Carmelo: “Hanno scelto di seppellirmi vivo… ma non si sono accorti che sono un seme”

28/11/2015
Ho saputo che un altro detenuto s’è suicidato impiccandosi alle sbarre della sua cella.
Ed ho pensato che quando sei circondato da tenebre basta una spinta allo sgabello.
Una sola, per vedere un po’ di luce.

29/11/2015
Tanti anni di carcere e regimi duri, manganellate, angherie, trasferimenti da un carcere all’altro, mi hanno fatto diventare più “duro” di quando sono entrato, ma riesco ancora a commuovermi.
E ieri durante la telefonata settimanale con mia figlia, senza nessun motivo, ho sentito un paio di grosse lacrime uscire dai miei occhi.
Forse perché ho pensato che nonostante l’Assassino dei Sogni mi abbia tolto tutto, non mi ha potuto portare via l’amore.

30/11/2015
Alessio, un laureando in lettere che dedicherà un capitolo della sua tesi all’analisi del mio libro “Gli Uomini Ombra”, mi scrive sempre belle parole; oggi nella sua lettera ho letto anche queste: Carmelo, abbraccia la felicità e la luce, che grazie alle tue forze e alle persone che ti sono a fianco, sei riuscito a trovare.Non esisterà mai il "troppo tardi", sappi che hai fatto e stai facendo la differenza.
Ci proverò, lo devo a tutti quelli che mi vogliono bene e che mi stanno aspettando.

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