Diario Gennaio 2016

Diario Gennaio 2016 

1/01/2016
Oggi è il primo giorno dell’anno ed ho iniziato l’anno con il sorriso sulle labbra.
Erano venticinque anni che non mi capitava più.
Ho giurato a me stesso che continuerò a lottare contro l’esistenza in Italia della “Pena di Morte Viva” per me e i miei compagni.
Ho sentito al telefono tanti amici e amiche che per molti anni mi hanno dato il loro affetto sociale.

2/01/2016
Una volta, tante vite fa, venivo chiamato “Il signore delle bische”.
Questa sera ho giocato a carte a “Scala quaranta” con il mio nipotino Lorenzo di nove anni.
E mi sono subito accorto che non gli andava di perdere.
Devo ammettere che non piace neppure a me.
…E ci sono rimasto male perché mi ha vinto venti euro.

3/01/2016
Questa sera mia figlia mi ha portato a cena al ristorante.
Sono stato tanto felice.
E ho pensato che la cosa che conta più di tutto nella vita è l’amore; l’amore è il metro per misurare tutte le cose.

4/01/2016
Questa sera ho raccontato un po’ di fiabe al mio nipotino Michael di sette anni, fiabe che non ho mai potuto raccontare ai miei figli.
E mentre io parlavo, lui scriveva.
Poi mi ha raccontato, quasi con un senso di colpa, che nel compito in classe sui nonni lui ha nascosto che il suo era in prigione.
L’ho baciato con amore.
E gli ho risposto che aveva fatto bene.

5/01/2016
Domani rientrerò di nuovo dentro l’Assassino dei Sogni, ma cerco di non essere triste perché penso che ho tanti nuovi ricordi d’amore che mi aiuteranno a continuare a sopravvivere nel mondo dei morti.

6/01/2016
Sono tornato alla mia tomba buia e triste, ma il mio cuore è illuminato e felice dal ricordo del sorriso dei miei nipotini.
I miei figli ormai sono grandi e forse non hanno più bisogno del mio amore come quando erano piccoli, ma i miei nipotini ne hanno ancora bisogno e continuerò a lottare e a vivere per loro.

7/01/2016
I miei compagni mi hanno domandato com’era il mondo dei vivi. Mi è venuto in mente il “mito della caverna” di Platone e ho risposto loro che da dentro una prigione possiamo vedere solo le ombre della vita. Poi ho aggiunto che, al di là del muro di cinta, tutto è bello e vivo.

8/01/2016
Ho trovato un sacco di posta e mi ci vorrà un bel po’ per rispondere a tutti, ma lo devo e lo voglio fare.
Fra le molte lettere che ho ricevuto in questi giorni dai miei compagni, mi hanno colpito le parole di Alfio: “Sei il nostro compagno eroe. Sei quello che ce l’hai fatta”. Questa frase mi ha fatto pensare che non sarò mai un eroe se non ce la faranno anche gli altri.
E da domani continuerò a lottare più di prima affinché tutti gli ergastolani abbiano un calendario in cella e un fine pena.

9/01/2016
È uscito il mio ultimo libro scritto con il Professore costituzionalista Andrea Pugiotto, con un’appendice del Prof. Davide Galliani e la prefazione del Presidente emerito della Corte Costituzionale Gaetano Silvestri, dal titolo “Gli ergastolani senza scampo” (Editoriale Scientifica ISBN 9 788863 428377).
Spero che lo leggano molti ergastolani e soprattutto i loro avvocati perché offre molti consigli tecnici e giuridici per continuare a lottare contro l’ergastolo.
E poi c’è la mia parte che fa sapere come vive e cosa pensa un ergastolano.
Il libro si può ordinare in qualsiasi libreria, ma anche tramite questi due indirizzi email: ergastolani@gmail.com o zannablumusumeci@libero.it.

10/01/2016
Oggi ho ricevuto queste parole da Virginia, che mi hanno fatto sorridere:
“Non so bene a chi sto scrivendo, non so chi mi leggerà… so che sto scrivendo perché ho letto ciò che scrive Carmelo e ho un’insaziabile voglia di leggere ancora, leggerei 9.999 libri se lui li scrivesse e se… per ogni libro potessi levargli un giorno di morte viva. Richiedo di poter ricevere per il momento: “L’Urlo di un uomo ombra”, “Le avventure di Zanna Blu” e “L’Assassino dei Sogni. Lettere fra un filosofo e un ergastolano”.

11/01/2015
Ho risposto a Virginia:
Nadia, volontaria della Comunità Papa Giovanni XXIII e mia tutrice, che cura questo indirizzo email, mi ha fatto avere il tuo messaggio e le tue parole mi hanno strappato un sorriso perché chi mi legge mi allunga la vita. Ma non vorrei proprio arrivare nell’anno 9999 come c’è scritto nel mio certificato di detenzione, sic! Leggi soprattutto il mio ultimo libro “Gli ergastolani senza scampo” e scoprirai che quando vuoi mentire a qualcuno devi dirgli la verità, perché quella non la crede nessuno!

12/01/2016
In questi giorni sto pensando a tutte le cose belle che mi sono accadute quando ero fuori da queste mura. E alla sera cerco di smettere di pensare, per cercare di dormire.

13/01/2016
Oggi ho letto questa frase di Isacco che mi ha fatto pensare a quanto anch'io ero disperato quando avevo sulle spalle l’ergastolo ostativo, che mi dava la certezza di morire in carcere:
-Niente è più forte della disperazione. Essa non può essere vinta da nessuna cosa… allorché l’uomo dentro di sé ha tagliato la speranza dalla sua vita, allora nessuno ha più coraggio di lui.

14/01/2016
Oggi ho ricevuto queste parole di un compagno:
-Carissimo Carmelo, proprio dieci minuti fa ho ricevuto la tua lettera e sono contentissimo di sapere che mentre io sto scrivendoti tu, immagino, stai preparandoti per festeggiare il nuovo anno con la tua famiglia.
Non credo che ci sia cosa più bella al mondo che trascorrere, dopo venticinque anni di tormenti, un evento come il nuovo anno, abbracciati alle persone care. Tu riceverai questo scritto quando la tua gioia attuale sarà diventata un ricordo e nostalgia, questo perché l’Assassino dei Sogni ti riporterà in quella dimensione dove dovrai ancora lottare per ottenere ciò che a sorsi ti viene dato. Comunque anche se a sorsi è sempre qualcosa di straordinariamente bello ed è proprio per questo che, con più vigore e carica, dobbiamo lottare per raggiungere il fine ultimo: la libertà.

15/01/2016
In una recensione di un libro ho scritto:
Senza speranza è difficile rimanere umani. L’arma più grande che abbiamo per sconfiggere la criminalità non è il carcere, neppure il regime di tortura del 41 bis, ma è la nostra Carta Costituzionale. È difficile migliorare quando capisci che non esisti più e non conti più nulla. Ogni essere umano per migliorare e riflettere sul male che ha commesso ha bisogno di sperare e di essere condannato ad amare ed essere amato, perché solo l’amore sociale ti fa uscire il senso di colpa.

16/01/2016
Dopo i quindici giorni di permesso che ho trascorso fuori sto continuando a ricevere lettere dai miei compagni.
E alcune un po’ tristi.
Da Sulmona, ho ricevuto queste parole di Giuseppe:
-Carmelo, ho letto tutto quanto mi hai mandato e pur se i tuoi scritti mi aiutano a vedere in positivo, in questo posto, dove sembra assente anche l’eco di una campana, non si può certo avere un minimo di gioia. Qui la vita è triste e monotona, i giorni sono diventati lunghi e le notti ancora di più, primo per le condizioni carcerarie e secondo perché da circa tre mesi non sto bene con la salute. Nel tuo scritto mi dici che non hai ricevuto mie notizie, sicuramente non ti sbagli quando dici che qui si sono fregati qualche lettera scomoda. Io desidererei con tutto il cuore ritornare a Padova, perché lì avevo trovato quella pace e serenità che in tutti gli anni di prigione non avevo conosciuto. Ora purtroppo sono ripiombato nel buio più totale, dove non faccio nulla dalla mattina alla sera, dove non mi confronto più con nessuno, dove non metto in gioco né i miei pregi né i miei difetti. Carmelo, non riesco più a odiare nessuno e questo non fa altro che far ammalare me, perché se prima imprecavo e odiavo questo mi dava la giusta carica per sopravvivere, mentre adesso, che impreco e non riesco a odiare, mi sento morire ogni giorno, in quanto ciò che non so più rivolgere verso gli altri lo uso contro di me. E questo sono certo mi porterà al disfacimento.

17/01/2016
Questa mattina mi sono svegliato alle cinque per continuare a scrivere il mio ultimo romanzo.
È difficile essere liberi in carcere, ma si può pensare di esserlo.
E io ci riesco meglio quando scrivo, forse perché nei romanzi è tutto molto più semplice
.

18/01/2016
Credo che dovrò fare una visita oculistica perché da lontano non ci vedo più.
Penso che questo dipenda anche dal fatto che in carcere col passare del tempo i sensi dei prigionieri si dimenticano di funzionare.

19/01/2015
Oggi durante gli incontri del progetto “Scuola-Carcere” per spiegare certi fenomeni criminali del sud del nostro Paese ho detto agli studenti che dalle mie parti è difficile trovare una famiglia che non abbia un padre, o un fratello, o un figlio che non abbia conosciuto la prigione.

20/01/2016
Durante l’ora d’aria ho dato un consiglio a un giovane detenuto in attesa di giudizio, che rischia una condanna all’ergastolo.
E gli ho detto che molti prigionieri si aggrappano ai sogni io invece ho sempre preferito aggrapparmi agli incubi, così ci si rimane meno male quando gli incubi diventano realtà.

21/01/2016
Oggi mi hanno chiesto come si vive con la pena dell’ergastolo addosso.
Ho risposto che con l’ergastolo vivi nascosto dal resto dell’umanità perché vieni strappato dal futuro.
E perdere la libertà per sempre è come scomparire dalla vita.

22/01/2016
Ho scritto a un giornalista che il carcere ti fa disimparare a vivere, ti fa odiare la vita e ti fa sentire innocente anche se non lo sei.
E credo che se cambi il tuo modo di vedere soffri di più.
Forse per questo molti detenuti preferiscono non cambiare, per difendersi dalla sofferenza.

23/01/2016
Questa mattina quando mi sono svegliato ho pensato che sono stanco di sentire le urla che rimbombano nei corridoi, il rumore dei cancelli, dei blindi, delle chiavi che scattano nella serratura, degli sciacquoni rumorosi dei gabinetti, del carrello del vitto che sferraglia ai soliti orari e dei cortili dell’aria scalcinati, ma che ci posso fare?

24/01/2016
Ho rivisto un giovane ergastolano che non vedevo da tempo e mi sono accorto che sta dando i numeri.
E ho pensato che se forse c’è speranza nella disperazione, non ce n’è nessuna in una pena che non finisce mai, perché è difficile vivere sapendo che il tuo futuro sarà come il tuo passato.
Non sapevo che cazzo dirgli.
E gli ho consigliato di incominciare a trovare la libertà dentro di se.

25/01/2016
Per fare arrabbiare un’educatrice le ho detto che il carcere ti vuole solo sottomettere e distruggere perché la prigione è l’anti-vita.
Poi ho aggiunto che forse quelli che stanno in carcere non sono migliori di quelli di fuori, ma forse non sono neppure peggiori.
Subito dopo ho notato che sono riuscito a farla arrabbiare.

26/01/2016
È un po’ di tempo che di notte dormo a tratti.
E quando non riesco a dormire mi alzo dalla branda e mi metto a camminare su e giù per la cella.
Da un muro all’altro, dalle sbarre della finestra al blindato e dal blindato alle sbarre della finestra.
D’altronde che altro posso fare?

27/01/2016
In carcere, purtroppo, ti dimentichi spesso chi sei e cosa sei e c’è il rischio di diventare cose fra le cose.
Mi ha scritto un compagno ergastolano da un carcere della Sardegna lamentandosi che i suoi compagni non pensano più, non sognano più, non si battono più, perché si sono adattati a stare in prigione.
Gli ho risposto che purtroppo questo sta accadendo a molti detenuti che sono dentro da tanti anni, perché questa è l’unica maniera che è rimasta loro per continuare a sopravvivere.
Purtroppo però sopravvivere non è vivere, ma forse loro non lo sanno.

28/01/2016
A volte quando penso al mio fine pena che non ho, mi domando perché continuano a farmi pagare qualcosa che ormai è così lontano dal mio presente.
Sono venticinque anni che sono in prigione.
Perché mi fanno questo?
E mi danno l’anima che non riesco a trovare una risposta.

29/01/2016
Ho iniziato a leggere un nuovo libro.
Adesso che ho finito di dare gli esami universitari leggo di più perché i libri sono dei buoni strumenti per dare vita alle idee, per imparare, per sapere e continuare a vivere da prigioniero libero.

30/01/2016
Oggi pensavo che è più di un anno che nessuna guardia mi fa un rapporto disciplinare.
E che è da due anni che non vengo punito.
In venticinque anni di carcere non è mai accaduto.
Per un attimo mi è venuto il dubbio che forse il carcere è riuscito a istituzionalizzare anche me e a farmi diventare una cosa fra le cose.
Spero di no.
E mi è venuto in mente che in venticinque anni spesso sono stato punito solo per il fatto di sentirmi un prigioniero diverso dagli altri.
Una volta il direttore del carcere di Parma dopo il Consiglio di disciplina mi aveva urlato:
Musumeci, lei ragiona come se fosse un cittadino libero, ma quando si renderà conto che lei è un detenuto?
Mi ricordo che mi avevano trovato in cella più libri del numero consentito e mi avevano punito con dieci giorni d’isolamento.
E io avevo sorriso perché pensavo che leggere faceva bene, invece a me aveva fatto male perché mi avevano portato alle celle di rigore.

31/01/2016
In galera hai poche possibilità di scelta perché spesso l’Assassino dei Sogni (il carcere come lo chiamo io) condiziona come, quando e cosa pensare.
Io però oggi l’ho fregato perché ho pensato per tutto il giorno ai quindici giorni di felicità che ho passato a casa.

 

 

 

 

 

 

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