Diario Aprile 2017

 

Diario Aprile 2017

1/04/2017
     Fin da bambino ero molto curioso ed iniziai presto a rivolgermi le prime domande.
Solo con il passare degli anni capii che spesso le risposte erano già contenute nelle domande.
Una studentessa universitaria a cui sto dando una mano mi ha confermato questa mia tesi e che spesso le domande sono più interessanti delle risposte:
A quale titolo lo stato può prendersi la vita di un condannato all’ergastolo? Che cosa ci turba così profondamente? È il pensiero di vendetta o la paura di queste persone?
A noi come società esterna ci fa più bene pensare che le persone che commettono reati non ci siano più fisicamente o ci fa stare meglio l’idea che soffrano? (devono marcire dentro buttiamo la chiave).
È stato proposto un giudizio di incostituzionalità dell’ergastolo come pena perpetua, ma nonostante questo ci dice sempre che “non siamo ancora pronti, che i tempi non sono ancora maturi”. Ma perché? Cosa dobbiamo fare per far maturare i tempi o essere pronti?
Abbiamo abolito l’ergastolo per i minorenni, ma non per gli adulti. Qual è la ragione? Perché questa differenza?
Che cosa ne pensi dell’ eutanasia per gli ergastolani? Secondo me questa rappresenta il problema e non la soluzione? Tu che ne pensi?
Che cosa diresti ora, dopo tutti questi anni, alle persone che hanno deciso di condannarti all’ergastolo?
Voglio arrivare un po’ alla domanda iniziale che mi sono posto quando ho scelto di fare la tesi su questo: Perché l’ergastolo? Che soluzione pensavamo di ottenere? Che benefici ci ha portato?
A volte sento dire la frase “Punire uno per educare 100”, e mi sembra un po’ questa la logica che sottoposta alla scelta di pene detentive lunghe. Ma davvero se puniamo di più le persone delinquono di meno? Le pene lunghe sono un deterrente? Visti i tassi di recidiva c’è da chiedersi se il lavoro da fare non sia di altro genere.
Ogni persona nel corso del tempo può socialmente e scientificamente cambiare. Ma questo cambiamento da cosa può dipendere? (hai sempre detto che non dipende dal carcere).
La giustizia è pur sempre fatta dagli uomini! Mi viene in mente la frase del giudice Fassone: “Anche noi stiamo spegnendo una vita, sia pur dietro lo scudo della legge”.
Eppure nessuno pensa mai a questo, perché? Forse anche la formazioni di questi professionisti è impregnata nella mentalità del punire, sempre di più, senza scampo!

2/04/2017
     Molte persone che mi hanno scritto per anni, continuano a farlo. Oggi ho ricevuto queste belle parole di Claudio:
Carmelo e Nadia carissimi, un grazie per ciò che fate e per come lo raccontate. Attraverso il libro e i tanti scritti siete testimoni di vicende dell’animo umano e della vita. Siete il fior di loto che pesca dal fango le sue risorse. Siete la bellezza e il profumo del loto. Vi abbraccio forte.

3/4/2017
     Da un paio di giorni l’autobus che prendo davanti al carcere ritarda ed è un paio di mattine che perdo il treno.
Quello successivo arriva dopo un’oretta e sto pensando di portami con me un libro così inizio di nuovo a leggere perché da quando esco in semilibertà non ho avuto più il tempo per leggere un libro.

4/04/2017
     Una mia lettrice che ha letto il mio ultimo libro “Angelo SenzaDio” distribuito da Amazon.it mi ha scritto:
È stato piacevole leggere il tuo ultimo libro e, come sempre, anche arricchente. La figura trasgressiva dell'Angelo è simpaticamente originale e quella di Lorenzo carica di umanità e sensibilità; dietro la cortina di sofferenza trapelano speranza e, ancora, fiducia nella vita, nonostante tutto. Dolcissimo il rapporto con la natura: che sia cielo o luna, il dialogo sempre aperto consente al cuore di sopravvivere e alla mente di evadere. Struggente la spossatezza che, a tratti, coglie l'animo stanco di sognare e desideroso, invece, di vivere. Spero che tante copie di questo tuo libro raggiungano altrettante anime per trasmettere il tuo messaggio sull'amore, che non muore, nonostante tutto! Grazie Carmelo e alla prossima! Laura

5/04/2017
     Fuori il tempo vola.
E all’improvviso, senza neppure che me ne accorga, è già l’ora di ritornare in carcere.
Ieri sera pensavo che mentre dentro avevo fin troppo tempo, fuori ne ho troppo poco per poter fare tutto quello che il mio cuore desidera. Ma ciononostante, ci provo!

6/04/2017
     Un compagno ergastolano mi ha scritto:
Hai ragione quando dici che la lotta paga. Tu forse non ci credevi, ma io sono sempre stato sicuro che un giorno ce l’avresti fatta. Non poteva essere altrimenti, hai lottato fin dal primo giorno che sei entrato in carcere. Ti ricordi quando ti hanno portato a Spoleto? Sei arrivato lì perché nessun altro carcere ti voleva, rompevi troppo per i loro gusti, insomma, non ti sei mai “accamosciato”. I tuoi non sono certo stati giorni tranquilli in carcere. Per questo che adesso tutto quello che ti succede di buono te lo meriti. Gli altri aspettano il “miracolo”, intanto agli atei come noi, che non crediamo ai miracoli, non resta altro che lottare. Sono davvero felice per te. La tua famiglia ti ha ritrovato e tu hai ritrovato loro. Non c’è nulla di più caro al mondo che riuscire, dopo tanti anni di carcere, a riabbracciare la propria famiglia da “libero”. Sì, tra virgolette perché come ben sai, non sei ancora libero nel vero senso della parola e forse, per noi ergastolani, questo non succederà mai.

7/04/2017
     Mi è capitato di leggere una circolare dell’Amministrazione Penitenziaria che mi ha fatto sorridere amaramente perché da oggi in poi le celle dei carceri le chiameranno “camere di pernottamento”. Ma io non ci sto e continuerò a chiamarle per quelle che sono.

8/04/2017
     Oggi sono stato in licenza a Firenze al Convegno “1992-2017: 25 anni di 41 bis, 25 anni di tortura” ed è stata una bella esperienza, anche perché questa sera non rientrerò in carcere, ma dormirò nella struttura dove lavoro.

9/04/2017
     Questa mattina niente autobus e niente treno perché mi sono svegliato fuori dal carcere e i cipressi davanti alla mia finestra hanno subito sorriso ai miei occhi.

10/04/2017
     Oggi mi sono fatto una bella passeggiata a cielo aperto e senza mura davanti a me.
E mi sono ricordato con tristezza quando potevo fare solo qualche passo avanti e indietro nei numerosi cortili di cemento dei tanti carceri dove sono stato per 26 anni.

11/04/2017
     È più forte di me: non riesco a stare zitto! A proposito della circolare del Dipartimento amministrativo penitenziario che cambia il linguaggio burocratico delle carceri trasformando il lessico e chiamando le “celle” col termine “camere di pernottamento”, ho scritto un articolo descrivendo una delle tante celle dove sono stato:
“Stanza di pernottamento” di punizione a una stella
Scendemmo una scala stretta e rigida con i gradini di pietra. Poi sbucammo in un corto corridoio che sembrava un sotterraneo. La guardia davanti si fermò alla prima cella. Era chiusa con un pesante blindato di ferro e con macchie di ruggine dappertutto. La guardia infilò nella serratura una grossa chiave di ottone e la girò con fatica. La porta di ferro si aprì cigolando. Poi la stessa guardia con un’altra chiave aprì il pesante e spesso cancello. E si mise di lato per farmi passare. Aggrottai le ciglia ed entrai. Le guardie uscirono dalla cella sbattendo il cancello. E chiusero il blindato con una mandata. Mi colpì subito un forte odore di umidità. E di urina. La cella era quasi buia. Per un attimo mi guardai intorno con lo sguardo spaesato. E mossi la testa da un lato all’altro. Poi esaminai la cella. Era piccola. Misurava quattro passi di lunghezza e due di larghezza. Faceva caldo. Le doppie sbarre della cella scottavano sotto il sole rovente. L’acqua che scendeva dal rubinetto non era potabile. Era marrone.

12/04/2017
     La primavera è bellissima.
Non me la ricordavo così bella.
Oggi mi sono fatto una bella passeggiata sopra l’erba.
E ogni tanto mi fermavo ad accarezzare qualche albero.

13/04/2017
     Dopo il mio articolo dal titolo “Non ci sto: continuerò a chiamarla cella” a commento della Circolare del Dipartimento Amministrativo Penitenziario che cambia il linguaggio burocratico delle carceri, trasformando il lessico e, tra le varie, disponendo di cambiare il nome alle “celle” in “camere di pernottamento” ho ricevuto alcune critiche da persone delle Istituzioni, ma anche alcuni consensi. Giuliano mi ha scritto:
Camere di pernottamento significa che di giorno si debbono tenere chiuse ...Ma per i 41 bis (e non solo) il pernottamento è di 22 ore su 24 ... un po' eccessivo! Secondo me, ritornando ai cambiamenti lessicali della circolare, la prima lettura è quella tua, che a me sembra super valida. È fastidioso sentire l'ipocrisia di ciò che scrive il DAP... Non più le dame di compagnia ... ma sì che rimangano le aree riservate (e anche lì, non potrebbero trovare una parola diversa da "riservate"? Una parola più vera? Per esempio "aree di isolamento"?). Ci sentiamo presto. Un abbraccio

14/04/2017
     È morto Franco, un componente della “Casa Famiglia” di Spoleto.
Sono stato al suo funerale anche se non lo conoscevo.
È stata la prima volta nella mia vita che ho assistito a un rito funebre e mi sono commosso.
Non tanto per il morto, ma per i vivi che stavano male per la sua scomparsa.
E ho pensato che quando morirò io spero che nessuno stia male.

15/04/2017
    In questi mesi in regime di semilibertà a fare il volontario e aiutare i bambini e adulti disabili nelle Case Famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII sto imparando molte cose e mi sento molto più umano di quando ero chiuso in cella condannato a essere cattivo e colpevole per sempre.

 

 

16/04/2017
     Oggi è il giorno della Resurrezione e anche se sono ateo pure io mi sento risorto a una nuova vita familiare e sociale.

17/04/2017
     Oggi è Pasquetta e sono felice, ma non riesco a non pensare con tristezza ai miei compagni murati vivi senza nessuna speranza.
E sto pensando di lottare con più forza contro il carcere a vita, perché tutti dovrebbero avere una seconda possibilità.
Forse qualcuno la sprecherebbe, ma altri no, per questo non bisognerebbe buttare via le chiavi per nessuno.

18/04/2017
     Non è facile uscire dall’oscurità di una cella dove hai vissuto per 26 anni, ma pian pianino penso che ci sto riuscendo.
Solo che quando sono felice mi viene in mente quanto sono stato infelice per un quarto di secolo.

19/04/2017
     Oggi ho ricevuto queste parole da un detenuto con problematiche di tossicodipendenza, che mi hanno amareggiato perché posso fare ben poco per aiutarlo:
 -Qui sto passando le pene dell’inferno, è un carcere cattivo con regole molto rigide e mi sto mettendo nei casini collezionando denunce e rapporti disciplinari. Da tempo chiedo continuamente un trasferimento per avvicinarmi a mia madre che è ammalata, ma non c’è nulla da fare. Cosa devo fare? Tu mi puoi aiutare in qualche cosa? Perché alcuni secondini mi minacciano pure di botte. Ti prego dimmi cosa devo fare per non subire minacce dalle guardie perché sono molto stanco di questo e non solo.

20/04/2017
     Ogni sera che rientro dentro l’Assassino dei Sogni e che mi vedo circondato di nuovo di sbarre e cemento, mi chiedo se sono mai uscito veramente o se ho solamente sognato.

 21/04/2017
     Oggi sul sito di Amazon dove è in vendita il mio ultimo libro dal titolo “Angelo SenzaDio” ho trovato questa bella recensione:
Complimenti a Carmelo Musumeci, con coloro che lo hanno supportato nello scrivere questo nuovo libro, avvincente e coinvolgente più di altri dello stesso autore. L'evoluzione culturale ed umana di Carmelo traspare evidente in questo scritto, ricco di sentimento e di desiderio di trasmettere a chi lo legge gli umani pensieri e le emozioni di un uomo che, nonostante un passato molto difficile e problematico, coltiva in se' valori e sentimenti davvero positivi ed ammirabili. Lorenzo, nonostante ogni ostacolo, aspira a dare il meglio di se per sentirsi "uomo" e per ottenere la stima e l'affetto del "suo angelo immaginario". Da leggere, rileggere, meditare e condividere.

22/04/2017
     Ricevo spesso belle lettere in risposta ai miei articoli, ma non sempre accade così e queste parole di commento in un sito dove è stato pubblicato un mio scritto dal titolo “Che cosa è il regime di tortura del 41 bis?” mi hanno amareggiato, ma mi hanno anche fatto sentire meno colpevole perché ho capito che la cattiveria non sta tutta da una sola parte:
Ho letto l'articolo, che goduria leggere che queste bestie soffrono al 41bis .....ma le bestie sono coloro che oggi lottano per i diritti di quegli animali. Come si fa ad avere compassione per quella gentaccia al 41bis ?Ho vissuto per anni in una città sotto il controllo di queste merde ed oggi che lo stato ci ha liberati .....io dovrei avere pena??MAIIIII!!!! Ci hanno avvelenato le terre, costretti a lottare contro malattie tumorali, ed io, noi dovremmo avere pena!!! Gli auguro una morte cerebrale degenerativa, la pazzia....ed una lunga vita in 4 mura!!! Sono felice di pagare le tasse per vederli soffrire li dentro!

23/04/2017
     Oggi ho fatto una bella passeggiata nei prati perché mi piace molto ascoltare i rumori dei miei passi sull’erba.
E mi sono ricordato con tristezza il suono rimbombante che facevano le mie scarpe nei cortili col pavimento in cemento armato, in carcere durante l’ora d’aria.
24/04/2017
     Quando la società mi ha maledetto e condannato a essere cattivo e colpevole per sempre mi sono chiuso in me stesso, ma quando ricevo parole come queste mi sento ancora umano:

Ciao Carmelo, Giovedì, dopo tanta fatica, mi sono laureato. La tesi è piaciuta molto, mi hanno dato 110 con lode ed encomio della commissione. Volevo ringraziarti per il dialogo che mi hai concesso in questi mesi, per il materiale e per gli spunti che mi hai offerto. Come diceva un mio professore per fare una bella tesi bisogna credere che l'argomento del quale si parla sia il più importante del mondo... e tu sicuramente in questo mi hai aiutato, perché scrivendo e studiando ho capito, grazie alla tua esperienza, quanto il problema carcerario sia grosso e questo mi ha dato le giuste motivazioni per superare i miei limiti. Voglio portarti una copia ben rilegata della tesi, anche perché nelle dediche ci sei anche tu... ed ho scritto due righe per tutti coloro che vivono all'interno del carcere. Ti ringrazio sinceramente per tutto... e chiaramente con questa mail non ti saluto perché se tu sei d'accordo continuerò a scriverti ed a mantenere questa bellissima collaborazione che è nata. Un sorriso. Daniel

25/04/2017
     Tutte le mattine quando esco dal carcere accarezzo subito con lo sguardo ogni cosa che i miei occhi riescono a vedere.
Forse perché ho sempre paura che un giorno non mi faranno più uscire, e il mio fine pena rimane sempre nell’anno 9.999.

26/04/2017
     Non è facile vivere senza sicurezze e ancor oggi, nonostante che siano passati 26 anni, non mi sono abituato a vivere senza certezze, per questo vivo questo periodo della mia vita come se questi fossero i miei ultimi giorni di libertà.

  

 

 

27/04/2017
Ogni mattina, quando esco dal carcere, la prima cosa che faccio è quella di alzare la testa e di osservare per qualche istante il cielo come se fosse una bella donna.
Poi telefono alla mia compagna che alle sei e mezza è già sveglia e  aspetta il mio buongiorno.

28/04/2017
Da una lettrice che sta leggendo il mio ultimo libro distribuito da Amazon dal titolo “Angelo SenzaDio” ho ricevuto queste parole che mi hanno fatto molto piacere: Ciao Carmelo, ho iniziato a leggere il tuo libro, ora sono a pagina 111. L'ho trovato completamente diverso dagli altri. È un romanzo che tocca il cuore e permette, anche, di comprendere la tua continua evoluzione verso una scrittura imperniata di realtà e fantasia.
Dal mio punto di vista, è un racconto che rispecchia come il carcere possa cambiare una persona costringendola a modificarsi continuamente all'ambiente circostante se vuole sopravvivere.
Il lettore entra pian piano in un mondo carico di solitudine dove solo la consapevolezza, anche se prodotta dalla propria mente, di avere qualcuno vicino può salvare il protagonista aiutandolo a reagire allo sconforto. Appena lo termino, scriverò la mia recensione su Amazon.

29/04/2017
Ci sono dei giorni che il carcere dà un tal senso d’inutilità che non riesci neppure a sentirti infelice. Fuori invece il tempo vola e anche se sono pieno di problemi mi sento tanto felice - almeno di giorno - di essere di nuovo fra gli umani.

30/04/2017
Oggi ho passato una giornata bella, strana e particolare. In mattinata ho fatto una testimonianza durante un messa e, al pomeriggio, ho visitato una parrocchia a Perugia.
Ho fatto amicizia con Don Saulo un prete alla Papa Francesco, che mi ha fatto sentire nella sua chiesa come se fossi a casa mia.

 

Torna alla lista