Diario Dicembre 2017

 

Diario Dicembre 2017

1/12/2017
     Quando rientro in carcere alla sera, c’è il mio compagno di cella che mi fa una testa come un pallone, lamentandosi dell’educatore, del magistrato di sorveglianza, del medico, dell’infermiere ecc…, forse perché in carcere nessuno ha la pazienza di ascoltare quello che dice un detenuto e quasi nessuno parla con lui. Io però lo ascolto con pazienza perché a suo modo è anche simpatico e dice alcune cose che condivido.

2/12/2017
     Ho saputo che domenica 10 dicembre all'esterno dei penitenziari di Cosenza, Bari e Napoli si terranno dei presidi di solidarietà per rendere visibile lo sciopero della fame dei detenuti, per dare voce alle ragioni di questa lotta. A Cosenza l’appuntamento è per le 12 di domenica sotto il carcere di via Popilia, a Bari alle 11 e a Napoli dalle 10, sotto il carcere
di Secondigliano. Non lasciamoli soli! Cosenza contro il Carcere, Non Solo Marange – collettivo di mutuo soccorso Bari, Liberiamoci dal carcere - Napoli. Associazione Yairaiha Onlus•

3/12/2017
     Ogni tanto dalla struttura dove lavoro vado al centro del paese di Bevagna a piedi, per fare qualche commissione. Sono tre chilometri ad andare e tornare, ma cammino volentieri pensando che fino ad un anno fa marciavo solo da un muro all’altro, privo di sogni e di ogni speranza. Passeggiavo nella mia cella, da una parte all’altra, senza saper cosa fare. Indeciso a volte se morire o vivere.

4/12/2017
     Per la “Campagna digiuna per la vita 9.999” sto scrivendo ad alcuni giornalisti, chiedendo loro di darci spazio, voce e luce per questa iniziativa, perché penso che per molti cittadini liberi la prigione sia un mondo ignoto, forse perché scrivere e parlare di carcere è pericoloso per chiunque e ci vuole coraggio a farlo.

5/12/2017
     Per il giorno di digiuno nazionale contro la pena dell’ergastolo di domenica 10 dicembre 2017, per sensibilizzare l’opinione pubblica continuo a scrivere brani: I passi degli ergastolani sono lenti e corti, forse perché non possono andare da nessuna parte e i loro sogni finiscono dove iniziano, e muoiono passo dopo passo. I loro cuori si spengono dentro a poco a poco, perché avranno sempre un presente uguale al futuro, poiché la loro vita diventerà una malattia o una morte lenta, bevuta a sorsi”.

6/12/2017
     Ecco cosa hanno scritto dalla Camera Penale di Milano: La Camera Penale di Milano, così come l’Unione delle Camere Penali Italiane, ormai da anni si batte per la revisione delle norme che hanno introdotto l’ergastolo ostativo. La pena dell’ergastolo, se comminata per i reati previsti dal primo comma dell’art. 4 bis del nostro ordinamento penitenziario, è caratterizzata dalla impossibilità di accesso ai benefici penitenziari. Una pena perpetua, senza via di scampo. In occasione dell’anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani del prossimo 10 dicembre ci sembra doveroso, dunque, rilanciare un appello pubblico per il superamento dell’ergastolo ostativo, aderendo all’iniziativa di digiuno per l’abolizione dell’ergastolo promossa per tale giornata dall’associazione “Liberarsi”.

7/12/2017
     Mi è arrivato lo scritto di un compagno ergastolano, per il digiuno del 10 dicembre 2017 contro l’ergastolo: Cosa comporti per un uomo espiare la pena dell'ergastolo proverò a spiegarlo meglio proponendovi questa riflessione: immaginate di vivere dentro una stanza grande quanto uno sgabuzzino, una stanza che abbia il lettino rivolto verso l'entrata e sia chiusa da un cancello e da una porta di ferro, che lascia spazio alla luce solo attraverso una piccola feritoia. Immaginate, ora, di aprire ogni mattino gli occhi e di trovarvi a fissare questo cancello e questa porta, avendo dentro il cuore la speranza che prima o poi si aprirà e, subito poi, fulminea, vi sovvenga la consapevolezza che questa speranza è soltanto un espediente per allontanare da voi la verità: quella di essere destinati a invecchiare e a morire in carcere. Ecco, vivere l'ergastolo significa proprio questo: abitare dentro un presente che trascorre uguale un giorno dopo l'altro senza prospettive né promesse, solo in attesa che la tua vita, inutilmente, si esaurisca. Salvatore Torre.

8/12/2017
     Questa sera al Tg5 delle 20 hanno trasmesso una mia intervista dove parlo della giornata di digiuno di domenica 10 dicembre, contro l'ergastolo: una pena di morte in vita.

9/12/2017
     Per sostenere il digiuno di domani, l’ex senatrice Maria Luisa Boccia ha pubblicato un bellissimo articolo sul giornale “Il Manifesto”:
“Abbiamo un sogno: l’abolizione dell’ergastolo in Italia. Con l’ergastolo la vita diventa una malattia, e gli ergastolani non vengono uccisi, peggio, sono lasciati morire. Molte persone pensano che la pena dell’ergastolo non esista, quindi è inutile toglierla. Ma se non esiste, perché c’è? Molti non sanno che con questa terribile condanna si raggiunge il confine dell’inesistenza perché la vita non vale più nulla e viene resa peggiore della morte”. Con queste parole si apre l’appello Una campagna digiuna per la vita. A me hanno ricordato la campagna “Mai dire mai”, promossa da ergastolani nell’autunno 2007. Consisteva in una lettera al Presidente della Repubblica, di poche righe. “Io – seguiva il nome - chiedo che la mia condanna sia tramutata in pena di morte, perché sono stanco di morire un poco ogni giorno.” . Il presidente Napoletano rispose, rinviando al Parlamento di intervenire nel merito. Senza alcun seguito, non certo per la rapida fine della legislatura. Oggi come allora sono gli ergastolani a porre con forza ed intelligenza la questione dell’abolizione dell’ergastolo. 

10/12/2017
     Oggi è giornata di digiuno nazionale contro il carcere a vita e voglio ringraziare in particolar modo per il suo sostegno alla “Campagna digiuna per la vita” Agnese Moro, per il suo articolo pubblicato su “La Stampa” di oggi, dal titolo: “La strada da percorrere per allontanarci dalla vendetta”.

11/12/2017
     Anche la giornalista Francesca De Carolis ha scritto un bell’articolo di sostegno alla “Campagna digiuna per la vita”:
Non so che programmi avete… fra il ponte dell’Immacolata e l’attesa della festa che verrà… forse già in molti, quelli che ne hanno possibilità e disponibilità, ad imbandire la tavola delle feste… fra fruscii di tovaglie e tintinnar di piatti, di vetri e di posate… Non per rovinarvi questo assaggio di Natale, ma vorrei invitarvi a sbirciare in alcuni luoghi dove si è digiunato. Perché sono più di duemilatrecento, per la precisione duemilatrecentotrentaquattro, le persone che ieri non hanno toccato cibo, lì, al chiuso delle mura dei nostri istituti di pena. Da Trieste a Siracusa, da Oristano a Fossombrone, da Torino a Rossano… persone condannate all’ergastolo, ma non solo… E con loro moltissimi altri che, fuori le mura, hanno aderito a questa giornata di digiuno voluta dall’Associazione Liberarsi, che da sempre ha un sogno: l’abolizione dell’ergastolo in Italia. (…) Disse Pietro Ingrao: “Io sono contro l’ergastolo prima di tutto perché non riesco a immaginarlo”. E voi, riuscite a immaginarlo? Ma non è solo una questione di bontà, anzi non lo è affatto. È questione piuttosto di diritti e di diritto. Del diritto e dei diritti che ogni giorno muoiono soffocati nelle nostre carceri… Dove si è digiunato… Il digiuno non fa rumore… ma vi è arrivato? Fra tanto tintinnar di stoviglie, vi arriva l’urlo di tutto questo silenzio?

12/12/2017
     Il freddo è proprio arrivato e quando esco alle sei e mezza del mattino trovo che intorno a me è tutto gelato, ma il mio cuore è caldo perché è felice di passare un’altra giornata fuori dalle mura del carcere.

13/12/2017
     Un altro prigioniero ha deciso di togliersi la vita, ancora un altro, e chissà quanti altri ancora lo faranno. Purtroppo quando ti senti solo e la tua vita diventa insopportabile non è facile trovare la forza per continuare a vivere.

14/12/2017
      Con l’Associazione Liberarsi, abbiamo scritto questo comunicato:
Carissimi amici, innanzitutto grazie per aver aderito allo sciopero della fame del 10 dicembre 2017 per l’abolizione dell’ergastolo. Cosa abbiamo ottenuto? Non poco. Diciamo che abbiamo agitato le acque dello stagno “giustizia”. Ne ha parlato il TG5, vari giornali, Radio Radicale, siti web e social network. Il Ministro della Giustizia, il D.A.P. e i direttori di quasi tutte le carceri hanno dovuto, ancora una volta, prendere atto che in Italia esiste una condanna peggiore della pena di morte, una condanna che tumula le persone murandole vive prima che giungano a morte naturale.
Noi dell’Associazione Liberarsi ci siamo, non ci fermeremo qua né abbandoneremo i detenuti, in modo particolare quelli che sono condannati all'ergastolo e quelli sottoposti al regime del 41 bis.
Il prossimo anno ci sarà un nuovo digiuno contro l’ergastolo. L’appuntamento è per venerdì 30 marzo 2018. Sarà nostra cura inviarvi i moduli per l’adesione. Buone feste. Per l’Associazione Liberarsi onlus Giuliano, Bruno, Carmelo, Anna, Franco, Paolo.

15/12/2017
     Oggi una mia lettrice mi ha mandato queste parole, che mi hanno riscaldato il cuore:
Caro Carmelo, le tue parole graffiano la carne e il cuore e mi fanno morire di dolore...di dolore pensando a come ti sei sentito in quei momenti… comunque Dio poi ti ha parlato nel corso degli anni e ti ha trasformato in un altra persona, quella che sei oggi.. Un uomo dolce sensibile, con dei valori che pochi hanno nella società moderna dei cosiddetti "normali"… Di normale oggi c'è rimasto poco, Carmelo, e a volte una persona deve attraversare il fuoco per risorgere. Io non so perché hai dovuto affrontare tutto ciò che ti è capitato, ma so solo che sono contenta che tu esista. Sono contenta di averti scoperto per caso ascoltando la tua storia a Romena. Dio ti ha fatto risorgere come ha fatto con Gesù... Questo è stato un grande dono…ha messo l'oro nelle tue ferite. Spero che il bene che io e tante altre persone ti vogliamo ti faccia comprendere che sei importante per noi, un esempio ... Spero che accada un altro miracolo e che tu possa uscire del tutto dal carcere, per stare sempre con la tua famiglia e aiutare le coscienze a comprendere cose che tu hai vissuto sulla tua pelle, che hai studiato e hai imparato per capire la legge e quello che stavi subendo. Ti voglio bene Carmelo, anche se non ti conosco, avevo la voglia di dirtelo…ti vorrei abbracciare… auguri di buon Natale a te e ai tuoi cari.

16/12/2017
     Spesso aiuto gli studenti universitari nelle loro tesi e oggi uno di loro, laureatosi con lode, mi ha mandato una foto di un premio e mi ha scritto:
“Questa medaglia è anche tua … l’ho ottenuta con una tesi alla quale hai dato un grosso contributo.”

17/12/2017
     Chi non ha tempo non aspetti tempo e per organizzare il prossimo digiuno sto scrivendo ai miei compagni:
Abbiamo deciso di battere il ferro finché è caldo (tiepido sic!). Come potrai leggere dalla “Rassegna Stampa dal fine pena 9.999, numero 15- Dicembre 2017” che ti allego, abbiamo pensato a un nuovo digiuno contro l’ergastolo per venerdì 30 marzo 2018, perché un evento fine a se stesso non serve a nulla, bisogna insistere. Ti allego i moduli per questo nuovo digiuno: lo so che gli ergastolani e i detenuti sono stanchi di mettere firme, ma non vedo altri modi per attirare l’attenzione. E quelli fuori senza la solidarietà e il sostegno di quelli dentro possono fare ben poco.

18/12/2017
     Ecco una recensione del mio ultimo libro “La Belva delal cella 154”:
Lo spaccato di una vita tra le mura di una cella che assorbe il lettore avvolgendolo e coinvolgendolo pienamente all'interno dei pensieri di un ergastolano che, seppur da lungo tempo arreso e reso bestia, ripercorre assieme a un gatto (unica relazione a mantenerlo umano) i momenti più significativi della sua vita e risveglia tutto quanto in lui era rimasto sopito e lo prepara a una nuova speranza... Una vera e propria catarsi, che mostra, gridandolo, come un uomo non possa essere ridotto all'ombra di se stesso, di quanto rischia di andare per sempre perso nella spirale di un male senza fine, fatto e subito. Un racconto con un lieto fine dal retrogusto un po' amaro, apparendo più come il racconto del sogno più profondo di chi scrive, mentre tante ombre continuano a svegliarsi ogni mattina nella stessa cella. La Belva della cella 154 è solo un uomo. Sei tu. Sono io.

19/12/2017
     Oggi mi è arrivata una lettera da un mio compagno che non sentivo da vent’anni e le sue parole mi hanno fatto ricordare il brutto periodo che ho passato nel carcere di Parma: Ciao Carmelo, non ti ricorderai di me, sono passati molti anni, eravamo insieme nel carcere di Parma, io non ti ho mai dimenticato. Ho sempre seguito tutte le tue battaglie contro l’ingiustizia di questa infame pena e di tutti i soprusi che ci sono nelle carceri e questo ti fa onore. Mi ricordo di quante volte sei stato qui a Parma in isolamento in punizione, quanti scioperi della fame hai dovuto affrontare per avere giustizia, poi risalivi a volte con la barba lunga e il fisico provato, ma sempre con il sorriso sulle labbra. (…) Io attualmente ho scontato 25 anni, ho passato più anni dentro che fuori e ti confido che sono stanco di sperare che qualcosa cambi. Vorrei avere la tua forza, ma non ce lo l’ho. Continua a lottare, se puoi, anche per me.

20/12/2017
      A una domanda di una studentessa, che sta facendo la tesi sull’ergastolo, ho risposto che questa terribile condanna è una pena di morte al rallentatore, perché senza speranza il cuore e la mente di un prigioniero muoiono lentamente.

21/12/2017
     Mi hanno concesso dieci giorni di licenza per trascorrere le feste a casa e sono molto felice di passare qualche giorno con la mia compagna, i miei figli e i miei nipotini, senza dover andare a dormire in carcere alla sera. Sento, però, un po’ di malinconia per i miei compagni ergastolani che passeranno le feste sepolti vivi nelle loro celle, lontani dai loro cari.

 22/12/2017
     Ho visto ieri sera che nel piazzale interno del carcere hanno allestito un albero di Natale con le luci e mi ha trasmesso malinconia perché mi sono ricordato tutte le festività che per un quarto di secolo ho passato dentro. Poi il mio pensiero è andato a tutti i prigionieri che passeranno questo Natale dentro una cella lontano dai loro familiari.

23/12/2017
     Oggi ho incartato i regali per i miei nipotini e i miei figli e ho fatto la valigia, domani parto per andare a casa, il mio cuore però è già arrivato da loro.

24/12/2017
     In macchina è più comodo viaggiare e si arriva prima, ma per uno che è stato 27 anni in carcere viaggiare in treno è bellissimo e romantico. E oggi sono stato per tutto il tempo a guardarmi intorno fin quando non sono arrivato a casa, poi ho guardato solo la mia compagna, che mi aspetta da più di un quarto di secolo.

25/12/2017
     Io e la mia compagna siamo andati a passare il Natale dai miei figli e nipoti e il momento più bello è stato quando ci siamo scambiati i regali sotto l’albero. Dopo mangiato abbiamo giocato a carte e ho perso perché ero troppo emozionato e felice per vedere le carte.

26/12/2017
     Devo firmare nella Caserma dei Carabinieri tutti i giorni e, nonostante abbia chiesto di farlo al mattino, mi hanno dato l’ordine di recarmi solo tra le ore 15.00 e le ore 15.30, complicandomi la vita quando devo prendere il treno per andare a trovare i miei figli e i miei nipotini, ma in questi giorni sono troppo felice per arrabbiarmi.

27/12/2017
     Come è bello svegliarsi al mattino e trovarsi a casa, l’ho sognato tante volte, ma senza la speranza che un giorno si avverasse e forse ce l’ho fatta proprio per questo.

28/12/2017
     Oggi ho fatto una lunga passeggiata sulla spiaggia. Il mare era mosso e le onde arrivavano quasi a toccarmi. Dio mio, quanto mi è mancato il mare in questi anni.

29/12/2017
     Oggi ho passato qualche ora con i miei nipotini, poi li ho portati a far merenda al bar e mi hanno fatto tante domande e mi hanno chiesto perché dormo in carcere e non in casa dalla nonna. Con i bambini non puoi mentire e ho detto che quando ero giovane sono stato tanto cattivo e adesso devo pagare il mio debito con la giustizia.

30/12/2017
     Oggi mia figlia mi ha portato a comprare un paio di pantaloni in un grande magazzino e mi è parso che le parti si siano invertite, una volta ero io che la portavo e sceglievo come vestirla. È stata una bella esperienza ed ho pensato che non è poi così male invecchiare quando sei circondato da persone che ti vogliono bene.

31/12/2017
     È l’ultimo giorno dell’anno e ho scritto questi auguri di Buon Anno:

BUON ANNO 2018 DA UN ERGASTOLANO SEMILIBERO

Buon anno ai prigionieri e a tutti i prigionieri di se stessi;
buon anno ai giudici che pretendono di giudicare senza essere giudicati;
buon anno a tutti gli innocenti, pure ai colpevoli e a quelli colpevoli di essere innocenti;
buon anno ai forcaioli purché si ricordino che il carcere è come un'autostrada e ci potrebbero passare pure loro;
buon anno a quelli che sono morti per essere vivi e a quelli che tentano di essere vivi per non morire;
buon anno a tutti quelli che soffrono, piangono, a quelli che ridono e sono felici, ai pazzi e ai normali che fanno i pazzi per non impazzire;
buon anno a quelli che hanno speranza, a quelli che l'hanno persa e a quelli che si illudono e sognano e a quelli che non reggono il peso della prigione e della sofferenza;
buon anno a tutti i prigionieri del mondo, pure a quelli con il fine pena nell’anno 9.999;
buon anno a tutti quelli che si sono tolti la vita in carcere e a quelli che se la toglieranno quest’anno;
buon anno a quelli che si sentono piccoli perché solo così si può essere grandi;
buon anno a quelli che credono che una verità non è che un aspetto della verità;
buon anno a quelli che credono che il giudizio per essere giusto dovrebbe tener conto non soltanto del male che uno ha fatto, ma anche del bene che potrebbe fare, non solo della sua capacità di delinquere, ma anche della sua capacità di redimersi;
buon anno a quelli che sono ciò che sono, che non si piegano alle ingiustizie e non si rassegnano;
buon anno anche ai deboli che sono forti perché non lo nascondono;
buon anno a tutte le vittime dei prigionieri e ai prigionieri vittime di se stessi e della società;
buon anno ai nostri guardiani che non ci fanno capire dove abbiamo sbagliato ma solo ci puniscono perché abbiamo sbagliato;
buon anno a quelli che capiscono la giustizia vivendo l'ingiustizia fra le mura di un carcere;
buon anno a tutti i prigionieri che pure in catene pensano da uomini liberi;
buon anno ai professionisti dell’antimafia che continuano a produrre solo altra mafia, perché la devianza e la criminalità si sconfiggono soprattutto culturalmente;
buon anno ai politici che usano i mass media per manipolare le coscienze;
buon anno a quelli che pensano che la vita presenti sempre nuove sfide, che aiutano a crescere e a mettersi in discussione;
buon anno a quelle persone che sono convinte che il terrorismo religioso o politico e la criminalità organizzata si combattano e si vincano con la pena di morte o con la pena dell’ergastolo, o con il regime di tortura del 41 bis, perché non sanno quanto si sbagliano: la storia ci insegna il contrario e il male, da solo, anche se dato in nome della legge o del Dio di turno, moltiplica altro male;
buon anno a quelli che cercano di trasformare i cattivi in buoni, perché solo così le vittime dei reati vengono “vendicate”, con il senso di colpa di chi comprende il male fatto, e chi perdona trova un po’ di pace e si libera, almeno di un poco, del male ricevuto;
buon anno ai deboli, ai derelitti, agli ultimi, ai poveri e ai ricchi che sono poveri, ai potenti della terra, a tutti noi che ci siamo e a quelli che non ci sono più;
buon anno anche a Papa Francesco che ha abolito la pena dell’ergastolo nella Città del Vaticano.

 

Torna alla lista