Diario Giugno 2018
Diario Giugno 2018
1/06/2018
Ho ricevuto questa bellissima lettera:
Caro papà di “Coda Bianca”,
lo so, questo non è il suo vero nome, e anche se il nostro professore ci ha detto come si chiama, io ho preferito iniziare la nostra lettera così. Non perché non lo ricordassi, anzi se devo essere sincera il suo nome mi è rimasto impresso nella mente. Perché? Semplice! Non ho mai “conosciuto” una persona dal cuore così puro. So di non conoscere la sua storia. Non ho idea dello sbaglio che ha commesso per finire in quel “limbo” che è il carcere – che non augurerei neanche al mio peggior nemico. Ma quella meravigliosa lettera dedicata a “Coda Bianca” il giorno del suo compleanno… non posso non dire di non aver pianto. Mi sono sentita come se il mio “Principe” – così chiamo il mio Babbo – fosse stato sbattuto dietro a quelle freddissime sbarre. Il mio mondo si è come colorato di grigio. Ogni singolo colore era come svanito, e al suo posto davanti ai miei occhi è comparsa la figura di un uomo che veniva portato via dalla polizia e una bambina che si disperava mentre vedeva il suo principe portato via. Ho immaginato il suo dolore e, senza che io gli dessi alcun permesso, è entrato nel mio cuore, riempiendo quest’ultimo di tristezza e paura. Tristezza, perché non riuscivo a capire come si potesse punire un figlio a tal punto da separarlo per chi sa quanto tempo dal padre; e paura, paura per Coda Bianca, che magari pensava di non rivedere più il suo principe. Ma, come in tutte le favole, il principe oggi è tornato dalla sua principessa e adesso vivono felici e contenti.
L’ultima frase della lettera: “Buon compleanno figlia dell’uomo ombra” mi ha davvero colpito. Però io non la considero un “uomo ombra”, anzi, io la chiamerei “uomo luce”, perché sono certa che con le sue parole è riuscito a portare tantissima luce nel cuore “nero” di sua figlia. Ma non si preoccupi: non è nero perché lei è una persona malvagia – con un padre come lei penso sia tutto il contrario. Il suo cuore è nero perché in esso c’è paura, incertezza e molta ma molta tristezza, ma sono certa che con quelle parole lei è riuscito a portare nel suo cuore tutta la luce necessaria per eliminare l’oscurità che si era creata.
Mi dispiace, ma devo concludere velocemente la lettera, mancano solo cinque minuti al suono della campanella. Però ho un’ultima cosa da dirle: grazie! Ho finalmente capito che tipo di genitore voglio essere da grande. Giorgia.
2/06/2018
Ho fatto leggere la lettera di Giorgia a Don Saulo e mi ha risposto con queste parole: Anche quando Gesù entrò in Gerusalemme (la domenica delle palme), quelli che applaudivano e cantavano di più erano i bambini... E i grandi avrebbero voluto zittirli! Ma Gesù no... Anche adesso, i bambini/ragazzi sono i più capaci di percepire anche i sentimenti nascosti... Coraggio, Carmelo! Don Saulo
3/06/2018
Oggi sono stato in una di Assisi perché la lotta per l’abolizione della pena di morte mascherata, come chiama l’ergastolo Papa Francesco, dev’essere fatta anche nelle chiese. Ho detto a suor Francesca che nel Medioevo ti ammazzavano, ti cavavano gli occhi, ti tagliavano un braccio, ma il dolore non durava per sempre. Ora, invece, la pena dell’ergastolo è nello stesso tempo una pena di morte, una tortura e un dolore all’infinito. Un vero e proprio incubo a occhi aperti, da cui non è possibile svegliarsi.
4/06/2018
Quando parlo della Comunità dove mi trovo, nelle mie testimonianze dico che la Papa Giovanni XXIII è una grande famiglia che dona piccole famiglie a chi non ne ha e faccio l’esempio dei bambini nati con gravi problemi fisici che se abbandonati in un ospedale avrebbero pochi anni di vita, invece adottati riescono a vivere più a lungo e bene, perché l’amore è la migliore delle medicine. E perché non dare questa medicina anche per i cattivi e colpevoli per sempre?
5/06/2018
Ho scritto in un articolo che in Italia ci sono molti umani che tengono chiusi in una cella altri umani da più di 30 anni e, in alcuni casi, da oltre 40 anni. Ci sono molti giovani ergastolani che aspettano solo di invecchiare e vecchi ergastolani, stanchi e ammalati, che invece aspettano di morire, per finire la loro pena. Una pena senza fine non potrà mai essere né giusta, né umana.
6/06/2018
La notizia che un ergastolano di 58 anni si è suicidato, la sera del 5 giugno nel bagno della sua cella del circuito Alta sicurezza della casa circondariale Le Sughere di Livorno, mi ha fatto stare male perché mi ha fatto ripensare che per un quarto di secolo spesso ho pensato anch’io di farla finita.
7/06/2018
Questa mattina uscendo dal carcere ho trovato nella mia posta queste parole che mi hanno dato un buon buongiorno: Gentile Musumeci, da tempo sto seguendo i suoi interventi in una rivista mensile, che mi hanno avvicinato ad una realtà, tragica, della condizione di ergastolano, che spesso "noi" giudichiamo con superficialità, indifferenza, se non con spocchia saccente e disinformata. La Sua sensibilità trasmette il senso della possibile distorsione tra il reato e la pena, intesa anche come veicolo di cambiamento profondo e non solo fine a sé stessa. Credo che Lei sia un unicum, nella realtà carceraria, ma comunque un esempio di come le cose possano essere discusse e cambiate da parte delle Istituzioni. La ringrazio della possibilità offertami di guardare oltre l’ovvio ed il banale e cercherò anche di comprare i suoi libri. Non si finisce mai di imparare. Cordialmente Francesco.
8/06/2018
Sembra che più che in primavera siamo in autunno e ieri sera proprio mentre rientravo in carcere è scoppiato un temporale. Per fortuna c’era un’ergastolana semilibera come me che mi ha aspettato, con l’ombrello, e siamo entrati insieme dentro l’Assassino dei Sogni.
9/06/2018
Un mio vecchio amico ergastolano, da più di trent’anni in carcere, che conosco da una vita, mi ha scritto: “Continuo a sognare un calendario per marcare i giorni che passano, per arrivare al mio fine pena.”
10/06/2018
Riguardo alla recidiva di quei detenuti che ritornano in galera, oggi ho detto a una guardia che spesso lo Stato è complice di chi esce dal carcere e ricommette reati, perché che altro potrebbe fare se non trova un lavoro, una casa, una famiglia, degli amici?
11/06/2018
Per il nuovo digiuno del 26 giugno, per chiedere l’abolizione dell’ergastolo, sto scrivendo a molti ergastolani chiedendo loro di aderire, per dimostrare che siamo vivi, siamo qui e continuiamo ad esistere.
12/06/2018
Ho saputo che è morto Nino. Era calabrese, piccolo di statura, pelle scura, occhi celesti.
Sorrideva sempre, amava la vita e la famiglia.
Io e Nino siamo stati in cella insieme per sei mesi.
Da tempo sapevo che Nino era malato e una volta mi aveva confidato che il suo desiderio più grande era quello di morire libero con accanto i suoi familiari.
Purtroppo invece è morto solo e murato in una cella.
13/06/2018
Ho scritto una lettera di condoglianze ai parenti di Nino e ho pensato che non tutti sanno, o fanno finta di non sapere, che per malasanità non si muore solo fuori, in carcere si muore più spesso e più soli.
Il carcere in Italia oltre a non rieducarti ti ammazza e lo fa in silenzio, senza che nessuno sappia nulla.
14/06/2018
Come commento di un mio articolo sui suicidi in carcere, Don Saulo mi ha scritto queste belle parole:
...mistero del buio che attira come in un baratro...
Mistero di una stella che nonostante il buio continua a brillare...
Tu sei testimone di questa “resurrezione”: grazie!
Il Cardinal Martini diceva a noi preti di non parlare del dolore se prima non si è sofferto.
Tu - non noi preti! - sei autorizzato a parlare anche del suicidio.
Grazie che trasmetti speranza; nonostante tutto.
La tua poesia, assomiglia a una preghiera nascosta: posso farla diventare preghiera svelata?
15/06/2018
Che stupidi che sono i nostri governanti: vogliono aumentare le pene, non hanno ancora capito che, per quanto possa sembrare strano, non devono essere aumentate, semmai diminuite, per sconfiggere certi fenomeni criminali. Ricordo a proposito che, per i detenuti che scontano l’intera pena, la recidiva sale il 70%, invece per chi sconta pene alternative al carcere, la recidiva non supera il 12%.
16/06/2018
Ho letto: Detenuto suicida con la bombola a gas. Il sindacato degli agenti di Polizia penitenziaria ha chiesto che siano vietate. Come se uno non si potesse suicidare impiccandosi con le lenzuola, le maniche di una camicia,ecc… Per esempio, uno l’ha fatto con un semplice maglione.
È come proporre di non costruire più automobili perché nelle strade italiane ci sono troppi decessi per incidenti di macchine.
Se si levassero i fornellini a gas nelle prigioni, come farebbero i detenuti a mangiare? Non lo sa il sindacato degli agenti della Polizia penitenziaria che il cibo che passa l’Amministrazione dell’istituto non basterebbe neppure per i topi che vivono in carcere?
17/06/2018
Alcune dichiarazioni dei nuovi governati mi fanno pensare che spesso i politici usano la mafia per andare al governo e poi, sempre gli stessi politici, usano la mafia per farlo cadere.
18/06/2018
In rete mi fanno spesso commenti forcaioli, ad uno ho risposto così: Non tutti gli ergastolani sono stati spietati e senza scrupoli, cosa che forse sono anche coloro che non hanno mai infranto la legge scritta.
19/06/2018
Ricevo sempre continuamente brutte notizie dalle nostre “patrie galere”. Credo che il carcere non potrà mai funzionare, perché invece di fare bene fa tanto male. E neppure può rieducare, perché, piuttosto, ti diseduca alla vita. Può solo farti diventare più cattivo di quando sei entrato.
20/06/2018
Per il digiuno del 26 di giugno, contro la pena dell’ergastolo, ho scritto ad un mio compagno:
Lo so! Il momento non è dei più propizi: cresce la richiesta di lotta alla criminalità, confusa con quella ai migranti e poveri, ma che abbiamo da perdere? È ovvio che non otterremo un granché, ma gli uomini e donne che combattono e lottano vincono sempre, anche quando perdono. L’ergastolano può perdere la speranza, molti l’hanno già persa, ma almeno alcuni non devono mai perdere la forza di lottare.
21/06/2018
Mi hanno concesso la licenza per essere domani al Palazzo di Giustizia di Milano, per la presentazione dei miei libri, e coglierò l’occasione per parlare della pena di ergastolo.
22/06/2018
Oggi è stata una giornata particolare: sono ritornato al Palazzo di Giustizia di Milano, ma non da detenuto con le manette ai polsi, bensì da uomo libero (semilibero) per presentare il mio libro “La Belva della cella 154” e parlare dell’ergastolo ostativo.
23/06/2018
Sono rientrato dalla trasferta Milano. Domani rientrerò in carcere. Ogni volta che esco mi sento un uomo libero, ma l’Assassino dei Sogni è sempre lì, pronto, a ricordarmi che sono ancora un suo prigioniero.
24/06/2018
Oggi un amico, commentando il mio attivismo in rete per l’abolizione dell’ergastolo, mi ha scritto:
Dalle strade, alle scuole, ai conventi fino ai Palazzi di Giustizia, che il vento ti aiuti a divulgare questa grande Battaglia. Un abbraccio!!
25/06/2018
La figlia di un ergastolano ha scritto a suo padre queste bellissime parole: “Il 26 giugno digiunerò insieme a te, perché, papà, questa non è solo la tua lotta, non è solo la lotta degli ergastolani, questa è anche la mia lotta.”
26/06/2018
Oggi, giorno del terzo digiuno nazionale, ho fatto girare queste parole:
La certezza della pena produce altra criminalità.
Nuovo digiuno per l’abolizione dell’ergastolo, martedì 26 giugno 2018.
Probabilmente le maggioranze politiche, e quella del Paese, sono contrarie all’abolizione dell’ergastolo, ma la storia è piena di maggioranze che sbagliano. Essere in molti non significa di per sé che si abbia ragione. (Associazione Liberarsi)
27/06/2018
Mi è capitato di leggere il contratto di governo M5S-Lega sulla giustizia e sono rimasto perplesso di fronte al programma di costruire nuovi istituti penitenziari, perché nei Paesi in cui ci sono pochi carceri ci sono anche meno delinquenti.
28/06/2018
Ieri sera ho scambiato due chiacchiere con la guardia che mi ha accompagnato in cella e ho detto che spesso non sono i reati commessi a far diventare una persona criminale, bensì i luoghi in cui è detenuta e gli anni di carcere inflitti. Si vuole assumere nuovo personale di Polizia, ma siamo il paese nel mondo che, in rapporto al numero di detenuti, ha più agenti penitenziari. Credo che sarebbe meglio se in carcere ci fossero più educatori, psicologhi, psichiatri, insegnanti o altre figure di sostegno.
29/06/2018
Ho letto sul giornale che il nuovo governo vuole revisionare la ‘sorveglianza dinamica’ e il regime penitenziario ‘aperto’, ma come si fa a migliorare stando chiusi in una cella, sdraiati in una branda guardando il soffitto 22 ore su 24? Credo che si dovrebbe stare molto attenti al trattamento delle persone in carcere, perché quando usciranno, molto probabilmente, saranno diventate più devianti e criminali di quando sono entrate. E odieranno la società e le istituzioni ancora di più, per averle fatte diventare dei “mostri”.
30/06/2018
Credo che i politici che per consenso elettorale invocano a gran voce la “certezza della pena” non facciano gli interessi di chi li ha eletti, ma facciano piuttosto, senza volerlo, gli interessi della criminalità, perché i suoi adepti in carcere non saranno mai stimolati a cambiare. Chi sconta la pena fino all’ultimo giorno esce arrabbiato e convinto di avere pagato il suo debito.
Torna alla lista