Diario Marzo 2012
Diario Marzo 2012
1/03/2012
Ho risposto a una domanda di Maria nella mia rubrica di “Posta Diretta” in questo modo:
Ciao Maria, grazie, prima del sorriso, poi della citazione.
Ti mando una citazione anch’io, indirizzata alla società che chiede giustizia, ma in realtà vuole vendetta.
Volete essere felici per un Attimo? Vendicatevi! Volete essere felici per Sempre? Perdonate! (Henri Dominique Lacordarie).
Maria, il prossimo mese lo zio Totò (ergastolano ostativo) compie 79 anni ed ho pensato che la morte per fare un dispetto agli uomini ombra li lascia vivere un po’ di più degli altri detenuti che hanno un fine pena.
Speriamo che a me capiti di morire prima di compiere 79 anni e di mandarti qualche sorriso anche dall’aldilà sic!
Intanto te ne mando uno da dentro l’Assassino dei Sogni.
2/03/2012
Oggi ho risposto ad alcune persone che mi scrivono nel mio sito:
-Grazie del tuo messaggio.
Mi chiedi cosa mi ha potuto portare alla “Pena di Morte Viva”?
Ti rispondo con una riga: sono “Nato colpevole” (il titolo di un mio libro che forse un giorno pubblicherò) e poi un po’ me la sono anche cercata.
Se ne vuoi sapere di più del mio universo leggi “Gli uomini ombra” (Gabrielli Editori) e scoprirai che a volte i “cattivi” sono migliori dei “buoni”.
Leggo di tutto, (sono anche quello che leggo) ma mi piace moltissimo la fantascienza perché un uomo ombra per continuare a vivere ha bisogno di fantasticare con la mente.
-Il tuo grazie per la lettera a mia figlia mi ha fatto sentire ancora umano e per un uomo ombra è importante sapere che fai parte ancora dell’umanità.
Questo ci aiuta a fare mattino e a fare sera.
Il mio cuore ti manda un sorriso.
3/03/2012
Ho scritto all’ex Senatrice Maria Luisa Boccia, chiamata da me la “ Fata rossa degli uomini ombra” per il suo attivismo contro l’abolizione dell’ergastolo:
-Carissima Maria Luisa,
fai con calma, inutile dirti che la tua salute è più importante della recensione del mio libro.
Metticela tutta: sogno nella prossima legislatura di trovarti combattiva di nuovo al Senato a lottare per l’abolizione della “Pena di Morte Viva” in Italia.
Io non credo in Dio ma credo nell’energia sociale dell’amore, dell’amicizia e della solidarietà, e ti mando con il pensiero un po’ della mia energia.
D’altronde chiuso in questa cella della mia energia non so che farmene, sarà più utile a te.
Il mio cuore ti manda il migliore dei suoi sorrisi.
4/03/2012
Mi ha scritto la mia dolce Lia e mi ha molto commosso.
-Carmelo, ho letto “Undici ore d’amore”… e vorrei solo darti un abbraccio forte e lasciarti il mio cuore a parlarti, sarebbe un po’ più facile, perché così con la penna è difficilissimo. Ma ci provo.
Grazie. Grazie per avermi fatto commuovere. Il tuo racconto è bellissimo… Bellissimo e tremendo.
Carmelo, quanto coraggio hai avuto a reggere gli eventi, e il ritorno dentro. Ti immagino i giorni dopo… ancora tutto più faticoso di prima, più insopportabile. Ma tu non solo continui a sopportare, tu reagisci, e lotti e ancora e sempre riesci anche a dar forza a quelli “fuori” o agli altri dentro. Sei davvero speciale, Carmelo, e quasi mi sento fortunata a condividere con te la nostra amicizia, e quasi mi sento privilegiata ad aver fatto parte in un piccolo pezzetto di quelle 11 ore.
Sì, siamo partiti da lontano, ma 1000 volte lo rifarei quel lungo viaggio. Per abbracciarti.
5/03/2012
Per essere documentato cosa accade nel mondo dei buoni, la mia figlia del cuore mi manda spesso notizie che scarica in rete e ho letto questa notizia dell’Ansa del 10 febbraio 2012:
-Colloqui in videoconferenza tra detenuti e magistrati di sorveglianza: è partita oggi la sperimentazione nella Casa Circondariale di Rebibbia- Nuovo Complesso- a Roma. Lo comunica, in una nota, il direttore del carcere Carmelo Cantone spiegando che “tale tipo di collegamento -che non sostituisce in nessun modo il colloquio diretto e personale tra Magistrato e detenuto, ma si aggiunge come ulteriore strumento di contatto- viene attuato tra una sala dell’Istituto penitenziario e gli uffici dei magistrati di Sorveglianza di Roma”. In questo modo, spiega, “sarà possibile con periodicità garantire i colloqui con i Magistrati di riferimento che, date le dimensioni dell’Istituto (oggi sono 1.778 detenuti), molto difficilmente possono essere sentiti a richiesta con la desiderabile tempestività. L’azione innovativa ideata e sostenuta dal Presidente uscente del Tribunale di Sorveglianza di Roma, Giovanni Tamburino, e pienamente condivisa dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sarà inizialmente sperimentata dai magistrati di Sorveglianza di Roma Paola Cappelli e Antonio Minchella”. Secondo il direttore l’intervento “permetterà di accelerare le procedure di contatto dei detenuti con i Magistrati di Sorveglianza, migliorare la qualità della vita nell’istituto penitenziario, integrare la conoscenza del detenuto da parte dei Magistrati di Sorveglianza, accelerare l’analisi e la soluzione di casi critici”.
Ho pensato di mandare quest’articolo al magistrato di Sorveglianza di Spoleto con queste due righe di accompagnamento:
-Leggendo quest’articolo mi è venuto da sorridere pensando che lei concede colloqui ai detenuti, almeno ai più fortunati come me, ogni cinque anni, ai più sfortunati ogni quindici. Spero che con le video conferenze i tempi si abbassino almeno di qualche mese. Buon lavoro e mi scuso per l’ironia ma insieme all’amore e la fantasia io con l’ironia ci faccio sera e poi mattina con il sorriso nelle labbra.
6/03/2012
Mi sono arrivate le foto e le notizie della presentazione che c’è stata mercoledì scorso all’Università di Perugia del mio libro “Undici ore d’amore” e mi hanno detto che tutti sono stati molto bravi.
E sono particolarmente felice che la manifestazione si sia fatta lo stesso anche senza di me.
Ringrazio tutti, in particolare il Professor Carlo Fiorio che ha lottato e voluto questa presentazione, il Professor Stefano Anastasia che ha letto qualche passo del mio libro, il Professor Maurizio Oliviero che nel suo intervento ha letto questa bellissima frase “La legalità è il potere dei senza poteri”, Elisa che ha avuto il coraggio di essere la mia voce, naturalmente i miei Nadia, Giuseppe e Francesco, tutti quelli che hanno comprato i miei libri e tutto il pubblico che ha ascoltato la mia storia perché “ Ogni persona che viene a conoscenza della mia storia mi allunga la vita di un giorno” (Pino Masciari)
7/03/2012
Ho ricevuto questa lettera da un giovane detenuto che quando mi scrive mi fa sempre tanta tenerezza:
Ciao carissimo Carmelo, ancora una volta ti ringrazio per aver risposto alla mia lettera. Sai, ho riletto per la quarta volta il tuo libro “Gli uomini ombra” e ancora una volta è riuscito a emozionarmi. Non so se te l’ho mai detto, ma un po’ invidio i tuoi figli, avrei tanto voluto anch’io un padre come te. Sono sicuro che se anche non puoi essere vicino, con i tuoi modi di fare riesci a non fare sentire la tua mancanza. Vorrei sapere se stai continuando a studiare, e poi vorrei chiederti se riuscirò a farmi trasferire lì se c’è la possibilità di poterci incontrare e conoscerci personalmente. In attesa di una tua risposta, ti saluto affettuosamente.
8/03/2012
L’amore mi ha sempre dato la forza di combattere meglio l’Assassino dei Sogni e mi ha dato la possibilità di vedere meglio gli altri.
Oggi è la festa delle donne e questa mattina quando mi sono svegliato ho mandato, tra le sbarre della mia finestra, il migliore dei miei sorrisi a tutte le donne del mondo, in particolar modo alle detenute prigioniere dell’Assassino dei Sogni.
9/03/2012
Ho risposto a due ragazze che sono state mercoledì scorso alla presentazione del mio libro “Undici ore d’amore”:
Ciao Francesca,
il mio cuore ti dice grazie di essere stata alla presentazione del mio libro.
Anche se l’Assassino dei Sogni mi sta divorando i miei ultimi sogni non potrà mai mangiarsi la mia voglia di lottare e di amare anche i “buoni” che non mi vogliono più con loro.
E se io non riuscirò a sconfiggere la “Pena di Morte Viva”, ci riusciranno, spero anche con il tuo aiuto, quelli dopo di me.
Il mio cuore ti manda il migliore dei suoi sorrisi.
Io te ne mando uno di mimosa.
Ciao Silvia,
per sopportare meglio la “Pena di Morte Viva” bisognerebbe avere un po’ di speranza o un po’ d’incoscienza, io invece, purtroppo, non ho né l’una né l’altra, ma ho tante persone che mi vogliono bene, mi sostengono e mi danno la loro voce.
Il mio cuore ti dice grazie se diventerai anche tu una di queste persone.
Ti mando un sorriso fra le sbarre.
10/03/2012
Ho ricevuto questa lettera da Armando, classe 1938:
Sono pienamente d’accordo anche io su quel che ha scritto il prof. Veronesi. È da ritenersi possibile che in venti anni una persona che ha l’uso della ragione possa cambiare, e migliorare. Personalmente piuttosto che stare tutta la vita rinchiuso fino alla morte, preferirei che mi fosse data la morte con un sistema non doloroso, ma non finire a marcire, morendo giorno dopo giorno nel modo in cui muore oggi un ergastolano. Il mio augurio è che le cose possano cambiare, e restituire la dignità ad ogni uomo.
Con i miei cordiali saluti.
Gli ho risposto:
Ciao Armando,
grazie delle tue parole.
Finalmente uno che la pensa come me.
Io non posso ma il mio cuore, che è più libero di me, ti manda fra le sbarre un sorriso di sole, luce e libertà.
Carmelo
11/03/2012
A Zanna Blu hanno scritto tante Sorelle Suore Lupe e si sta dando tante arie con i suoi compagni “messaioli” (che vanno a messa tutte le domeniche e passano dal mio cancello per minacciarmi che andrò all’inferno) perché nonostante che sia ateo e non va a messa ci sono tante sorelle che gli vogliono bene.
Carissimo fratello,
ti ringrazio del tuo gentil pensiero mandandoci questa bellissima rosa segno del tuo amore per noi. Ti aspettiamo con tanta gioia! Un abbraccio, prego per te. Suora Angela.
Una preghiera anche da me, Suora Agnese.
Carissimo Carmelo, grazie per la rosa, ti ricordo nella mia preghiera. Suor Martina.
Tanti auguri e preghiere. Suor M. Lucia.
Grazie, Suora Marcella.
Tantissimi auguri e arrivederci, speriamo presto. Suora Giovanna.
Grazie per il pensiero gentile che venuto dal cuore di un uomo dice la delicatezza del suo cuore.
Grazie. Suora M. Pia.
Carissimo Carmelo, grazie del suo delicato pensiero e del tuo affetto. Ti ricordo e… spero di sentirti presto. Suora M. Paola Diana.
Grazie di cuore per il gentilissimo pensiero. Ti ricordo nella preghiera insieme alla tua famiglia.
Suora Maria Margherita.
Grazie della rosa che è segno d’affetto e di amicizia. Prego per te. Suor Manuela.
Ciao Carmelo, Suora Grazia mi parla tanto di te e ho letto tanti tuoi scritti. Sei molto profondo, intelligente, sensibile. Spero di conoscerti un giorno. Suora Mirella. Grazie per la Rosa, dono che è espressione di un animo gentile.
Assunta (questa è Suora Assunta di 98 anni).
12/03/2012
Ho risposto ad Antonio nella “Posta Diretta”:
(…) Forse a Guantanamo si sta peggio, ma quei prigionieri hanno almeno la speranza di cambiare il loro destino perché possono tornare liberi o morire.
Invece gli ergastolani ostativi in Italia non possono né uscire, né morire perché sono condannati a vivere una vita che non gli appartiene più.
Antonio, non capirò mai chi sono i buoni e chi sono i cattivi.
Forse i cattivi sono quelli che uccidono i buoni.
E i buoni sono quelli che sotterrano vivi i cattivi buttando la chiave della loro cella senza la compassione di ucciderli.
In tutti i casi io preferisco essere dalla parte dei cattivi piuttosto che dai buoni.
Almeno di questi buoni che condannano un uomo ad essere cattivo e colpevole per sempre.
Antonio, la lotta continua perché non posso arrendermi, altrimenti forse lo farei.
Il mio cuore ti abbraccia.
13/03/2012
I lavoratori fuori si trovano in situazioni difficile, ma per i lavoratori dentro le situazioni sono ancora più brutte perché nessuno ne parla e nessuno li difende.
Io ci provo da solo ed ho deciso che scriverò una lettera al giorno alla Ministra per attirare la sua attenzione:
“Che io possa avere la forza dì cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che i o possa avere l’intelligenza di saperle distinguere”. (Tommaso Moro).
Gentile Signora Ministra della Giustizia,
sono un “Uomo ombra”, un ergastolano ostativo, un cattivo e colpevole per sempre secondo la legge, svolgo attività lavorativa di scrivano/bibliotecario nell’istituto del carcere di Spoleto, con passione, dedizione e fantasia.
Sull’esempio del protagonista del film “Le ali delle libertà” (per la regia di Frank Darabont, 1994), mi sono attivato, con spese personali di cartoleria e valori bollati, e ho scritto a diverse case editrici per rinnovare e aggiornare la biblioteca del carcere, ottenendo degli ottimi risultati facendo arrivare moltissimi libri da ogni parte d’Italia.
Le scrivo per informarLa che la mia busta paga media mensile è di 26,48 €, per questo Le chiedo se può attivarsi affinché io possa avere una remunerazione decorosa, rieducativa e meno umiliante.
Per sollecitarLa sono disposto a spendere la paga che percepirò mensilmente in valori bollati per inviarle tante lettere, affinché prenda provvedimenti, e non solo nel mio caso, ma per tutti gli altri lavoratori detenuti.
Per ultimo mi permetto di ricordarLe che i fondi destinati alla retribuzione dei detenuti-lavoratori, sono passati dai 71.400 € del 2006 ai 49.664 € del 2011 (- 30,5%), e che il numero degli occupati è rimasto pressoché invariato; il risparmio è stato ottenuto riducendo le ore d’impiego, e da 18 anni le retribuzioni dei detenuti non vengono adeguate: Il lavoro alle dipendenze del DAP viene retribuito avendo come riferimento economico i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro di vari settori, in misura non inferiore ai 2/3 del trattamento previsto nei contratti stessi, così come indicato nell’art. 22 dell’Ordinamento penitenziario. Tuttavia l’adeguamento ai CCNL non è stato effettuato dal 1994, per carenza di risorse economiche.
(AGENPARL del 24 gennaio 2012 ).
Grazie di avermi letto, ascoltato e sentito.
14/03/2012
Ho scritto a Lucia:
(…) Per favore dammi del tu se no mi fai sentire più anziano di quello che sono (sic!).
Ho ricevuto la tua lettera e l’amore che traspare dalle tue parole per i libri mi ha fatto tanta tenerezza.
Non ti nascondo che anch’io amo i libri e che spesso nei momenti brutti della mia vita carceraria (in isolamento, nel regime di tortura del 41 bis ecc.) mi hanno salvato la vita.
Quando ero detenuto all’Isola del Diavolo (l’Asinara), degli unici cinque chili di pacco che potevo usufruire dai familiari, mi facevo mandare solo i libri, rinunciando al vestiario e al cibo.
Bella la frase: “I libri mi hanno insegnato ad avere tempo per più cose”.
Qui in biblioteca ho già iniziato a catalogare i libri che mi sono arrivati da tutta Italia e sto andando per genere (narrativa, saggistica ecc.).
Lavorare in carcere non è facile perché anche le cose più semplici diventano difficili e complicate, ma io sono abituato a lottare e non mi arrendo facilmente. (…)
15/03/2012
Armando ha scritto:
- Non vi è dubbio alcuno. Non voglio affibbiare dei titoli poco onorevoli a chi è al governo, ma dare uno stipendio come quello che prende Musumeci (non so quale sia il suo lavoro) è comunque solo una umiliazione. Se è vero che il direttore generale delle carceri in Italia guadagna 540.000 euro, beh, io al suo posto mi vergognerei. Intendiamoci, non lui solo, ma tutti gli scribacchini ed i passacarte che portano a casa oltre 200.000 euro l’anno, io vorrei provare a farli sedere su un trattore a lavorare nella campagna… allora forse si renderebbero conto.
Ho risposto:
Ciao Armando,
il tuo messaggio è stato forte e chiaro molto più del mio e lo inserirò nel mio diario pubblico.
Un sorriso fra le sbarre.
16/03/2012
Silvia mi ha scritto:
Mi sto vergognando, sempre di più, ogni giorno di più, di essere qui a leggere le sue lettere, i suoi appelli, le sue considerazioni senza mai reagire.
Carmelo, mi scusi. Le chiedo scusa. A parte il fatto che parlo agli studenti più dei diritti negati che di quelli sulla carta, a parte il fatto che con Emilio Santoro sto cercando di partecipare a una ricerca sull’ esecuzione penale in Italia che faccia un monitoraggio delle carceri italiane e della violazione dei diritti in esse perpetrate, costantemente perpetrate… davvero, caro Carmelo, a parte quello che le ho detto, che ritengo poco, insufficiente e quasi ipocrita, io non riesco a non vergognarmi. La saluto con tutta la considerazione e il rispetto che lei merita.
Le ho risposto:
Ciao Silvia,
e ti sembra poco quello che stai facendo?
Stai aiutando a fare crescere le coscienze dei giovani studenti, di quelli che saranno i prossimi giudici, avvocati e, spero, nuova classe dirigente.
Stai facendo sempre molto più di me che dalle mie sbarre posso solo ululare alla luna, perché i buoni là fuori non mi vogliono fra loro.
Un saluto affettuoso al Professor Emilio Santoro.
E un sorriso di cuore a te.
17/03/2012
Oggi è stata una giornata da cani: un compagno della nostra sezione ha tentato d’impiccarsi.
Per fortuna s’è salvato.
La guardia della sezione è intervenuta in tempo.
È stata molto brava.
Aveva con sé un coltello e ha tagliato subito la corda.
L’hanno subito portato all’ospedale.
Il dottore ci ha detto che si salverà.
18/03/2012
Mi hanno scritto l’Associazione culturale Alberoandronico che ha organizzato un concorso nazionale di poesia, narrativa e fotografia:
(…) siamo lieti di comunicarle che, dopo la prima valutatone effettuata dalle giurie, la sua Opera è stata selezionata, tra quelle di 842 concorrenti, per l’inserimento dell’Antologia del Premio. La Cerimonia di premiazione avrà luogo a Roma, venerdì 30 marzo 2012, alle ore 16,00 presso la Sala Protomoteca in Campidoglio, in Piazza del Campidoglio, 1. Interverranno per l’occasione personalità del mondo culturale e dello spettacolo. (…)
La preghiamo di voler comunicare la Sua presenza.
Forse gli organizzatori non sanno che sono un uomo ombra, un ergastolano ostativo a qualsiasi beneficio.
E che potrò partecipare a tutti i concorsi dei “buoni”, potrò vincerne anche qualcuno, ma non sarò mai in nessuna premiazione perché sarò sempre considerato cattivo e colpevole per sempre, neppure posso meritare qualche ora di libertà per ricevere un cazzo di premio.
Forse gli organizzatori non sanno che gli uomini ombra come me sono degli uomini invisibili, degli uomini che non ci sono, addirittura che non esistono.
19/03/2012
Questa notte ho riflettuto e pensato: “Perché arrendermi prima del tempo? Non l’ho mai fatto”. Ho avvisato il mio cuore questa volta di non rimanerci male ed ho inviato una richiesta di permesso per partecipare alla premiazione.
Mi diranno di no come sempre, per sempre, più di sempre, ma è giusto provarci lo stesso perché le lotte per la libertà sono le più belle.
20/03/2012
Franco mi ha scritto:
- (…) non abbatterti mai, lotta sempre per i tuoi figli, famiglia e nipoti. Carmelo, il Perdono è solo dei Giusti e i giusti dovrebbero rifarsi a Dio. Perdonare come Egli perdona. O no! Tu che dici? Sviluppami questo pensiero. Se puoi e se hai due minuti di tempo.
Gli ho risposto:
Franco non l’hai ancora capito che solo i “cattivi” perdonano, i “buoni” con la scusa di chiedere giustizia vogliono vendetta.
Riguardo a Dio, s’è vero che tiene delle anime all’inferno anche lui è peggio degli uomini.
21/03/2012
Ho scritto a Francesca:
mi scrivi: (…) Per te che non sei credente forse sono parole che risultano vuote e prive di significato (…).
Non è così!
Per questo il mio cuore ti dice grazie delle tue belle parole di confronto, perché non ti puoi immaginare come si vive male quando sei un “Senza Dio”.
Io non credo, ma ho tanto rispetto per i credenti.
E forse ho anche un po’ d’invidia perché i credenti sono molto più felici e meno soli di me.
Spero che ti capiterà di leggere anche il mio secondo libero “Undici ore d’amore” che sotto un certo punto di vista è molto più doloroso del primo.
Un sorriso fra le sbarre.
22/03/2012
Giorni addietro ho ricevuto questa lettera:
-Ho conosciuto la tua storia sulle pagine de “Il Manifesto”, dalla tua lettera e dal tuo blog, che sovente leggo, sono venuto a conoscenza dell’aberrante realtà dell’ergastolo ostativo. Pena che considero vergognosa per un paese civile, e, soprattutto, lesiva allo spirito della nostra Costituzione. (…) ho scritto al Presidente dalla Repubblica, presentandogli la tua storia, chiedendo allo stesso Presidente di farsi forte del suo potere di Grazia, che la Costituzione gli riserva. Questa mattina, del tutto inaspettatamente, ho ricevuto una lettera dal Ministero della Giustizia, che a risposta della mia missiva, mi ha fatto presente che la grazia può essere chiesta, come tu di sicuro saprai, dal diretto interessato o da un congiunto. (…) P.S. Ti allego lettera che ho inviato al Presidente della Repubblica dal sito del Quirinale.
-La prego di riflettere sul problema dell’ergastolo ostativo, che, in base n base all’art. 4 bis dell’Ordinamento Penitenziario, mod. con Legge 356/92 nega al detenuto ogni beneficio penitenziario: permessi premio, semilibertà e libertà condizionale, a meno che egli non sia un collaboratore di giustizia. Tale misura, a mio modesto parere, è in contrasto con l’art. 27 comma 3 della nostra Costituzione, la quale come Lei ben sa sancisce che “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Mi sento di giudicare l’ergastolo ostativo contrario al senso di umanità, poiché lo vedo più come una misura vendicativa che di sicurezza sociale o dì correzione, quest’ultima infatti in tale contesto viene del tutto a mancare, che senso ha rieducare un detenuto se non potrà mai più mettere piede fuori dal carcere? (…) Le chiedo di considerare la posizione del Dott. Carlo Musumeci, detenuto, condannato all’ergastolo ostativo, che visti gli sforzi profusi in questi anni può essere considerato pienamente recuperato (…).
23/03/2012
Nella rubrica “Dialogo fra due diavoli all’inferno” che tengo nel blog “Urla dal silenzio” con Gerti a questa domanda di Greta: Riuscite a esprimere sentimenti bellissimi, specie di amore. Solo che a volte ho il dubbio se sareste gli stessi anche fuori. Non che sareste opposti. Ma, tutta quella delicatezza, quella accortezza l’avreste anche fuori?
Ho risposto: Sinceramente non lo so.
Mi dicono che fuori le cose sono cambiate e sono molto peggiori di com’erano una volta.
Ai miei tempi rischiavi solo di ammazzare e di essere ammazzato, ora mi dicono che rischi anche di perdere l’anima.
Greta, devi sapere che è facile volere bene ai buoni, anche se non lo meritano, più difficile è volere bene ai cattivi, anche se lo meritano.
24/03/2012
Ho scritto a Romina:
(…) L’altro giorno ho ricevuto il tuo messaggio, dove mi avvisavi che mi avresti scritto in modo cartaceo.
E oggi ho ricevuto la tua lettera.
Mi chiedi: “Perché non ti fanno uscire?”.
Romina, non mi fanno uscire perché in cella non metto un altro al posto mio.
Mi hanno fatto uscire solo undici ore per andarmi a laureare da uomo libro e poiché sono stato così pazzo di non scappare, hanno buttato di nuovo via la chiave.
Devi sapere che i giudici spesso sono più vigliacchi di quello che sembrano.
E sono bravi a nascondersi dietro una legge sbagliata che se solo lo volessero potrebbero superare.
A questo punto credo che mi abbiano fatto uscire quelle poche ore per infliggermi più dolore dopo.
Devi sapere che se tieni una persona per venti anni chiuso in una cella, i “buoni” sanno che poi lui si abitua e non soffre più.
E allora forse mi hanno concesso di uscire per farmi provare di nuovo la felicità e poi per godere nel togliermela.
Comunque sia, io non mi arrendo.
Continuerò a lottare.
E per dispetto ai “buoni” lo farò con il sorriso nelle labbra.
25/03/2012
L’altro giorno ho ricevuto una lettera da una mia nuova amica sconosciuta.
E le ho risposto:
Il carcere è il mondo più triste dell’universo.
Per fortuna molti detenuti non lo sanno.
Io purtroppo lo so, per questo cerco di sorridere spesso.
Sorrido spesso all’Assassino dei Sogni per farlo arrabbiare, ma soprattutto per nascondere le mie lacrime e per convincerlo a lasciare un po’ di sogni al mio cuore.
26/03/2012
Questa mattina sono salito in infermeria al quarto piano.
Da lassù si vede la libertà fuori dal muro di cinta.
E tutte le volte che mi segno a visita medica, mi affaccio dalle sbarre della finestra per riempirmi gli occhi del mondo libero.
Quando sono ritornato in cella, ho pensato che odio queste sbarre che mi hanno tenuto lontano dai miei figli e ora anche dai miei nipotini.
27/03/2012
A forza di dire che gli ergastolani ostativi sono uomini ombra, oggi per tutto il giorno mi sono sentito un’ombra in una cella.
Ed ho pensato che l’infelicità è l’unica cosa che mi è rimasta.
Diventare “buoni” è bello, ma fa male, ero più felice quando ero “cattivo”.
28/03/2012
Un Dirigente di Rifondazione Comunista mi ha mandato questo documento:
Per la difesa e l’estensione dell’articolo 18.
Petizione popolare.
Noi sottoscritti/e consideriamo l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori una norma di civiltà.
L’obbligo della reintegra di chi viene ingiustamente licenziato è garanzia per ogni singolo lavoratore ed è al tempo stesso il fondamento per l’esercizio dei diritti collettivi delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire dal diritto a contrattare salario e condizioni di lavoro dignitose.
Se l’articolo 18 fosse manomesso ogni lavoratrice e ogni lavoratore sarebbe posto in una condizione di precarietà e di ricatto permanente, essendo licenziabile arbitrariamente da parte del datore di lavoro. Se l’articolo 18 fosse manomesso verrebbero minate in radice le agibilità e libertà sindacali.
Per questo motivo va respinta ogni ipotesi di manomissione o aggiramento dell’articolo 18.
L’articolo 18 va invece esteso a tutte le lavoratrici e i lavoratori nelle aziende di ogni dimensione.
E mi ha scritto:
-Di ogni battaglia di civiltà, sociale, lavorativa, umana e politica ne sarei chiamato a far parte,
Non sei solo… E non siamo soli.
Ho fatto firmare la petizione ad un centinaio di detenuti e sono contento perché l’importante non è vincere, ma lottare ed io cerco di farlo in tutti i modi.
29/03/2012
Quello che ho scritto a Chiara nella mia rubrica della “Posta Diretta” lo sto scrivendo a molti altri:
Ciao Chiara,
mi ha fatto piacere risentirti.
E la tua lettera mi ha fatto venire un'idea di coinvolgerti in una lotta che sto conducendo da solo contro il Ministero della (IN)Giustizia.
Da un po' di tempo sto spedendo una lettera al giorno questa lettera che ti metto qui sotto alla Ministra.
E ho pensato di chiederti se te la sentiresti di farmi il passaparola, sostenermi e di darmi la solidarietà inviando questa lettera tramite e-mail alla ministra tutti i giorni per un certo periodo? Proprio oggi la guardia che registra la posta in partenza mi ha chiesto come mai sto scrivendo una lettera al giorno alla ministra, sic!
Il mio cuore ti dice grazie se deciderai di darmi una mano e se potrai coinvolgere amici e conoscenti all'iniziativa.
Un sorriso fra le sbarre.
Nota: indirizzo email paola.severino@giustizia.it
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“Che io possa avere la forza di cambiare le cose, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere l’intelligenza di saperle distinguere”. (Tommaso Moro)
Gentile Signora Ministra della Giustizia,
sono un “Uomo ombra”, un ergastolano ostativo, un cattivo e colpevole per sempre secondo la legge, svolgo attività lavorativa di scrivano/bibliotecario nell’istituto del carcere di Spoleto, con passione, dedizione e fantasia.
Sull’esempio del protagonista del film “Le ali delle libertà” (per la regia di Frank Darabont, 1994), mi sono attivato, con spese personali di cartoleria e valori bollati, e ho scritto a diverse case editrici per rinnovare e aggiornare la biblioteca del carcere, ottenendo degli ottimi risultati facendo arrivare moltissimi libri da ogni parte d’Italia.
Le scrivo per informarLa che la mia busta paga media mensile è di 26,48 €, per questo Le chiedo se può attivarsi affinché io possa avere una remunerazione decorosa, rieducativa e meno umiliante.
Per sollecitarLa sono disposto a spendere la paga che percepirò mensilmente in valori bollati per inviarle tante lettere, affinché prenda provvedimenti, e non solo nel mio caso, ma per tutti gli altri lavoratori detenuti.
Per ultimo mi permetto di ricordarLe che i fondi destinati alla retribuzione dei detenuti-lavoratori, sono passati dai 71.400 € del 2006 ai 49.664 € del 2011 (- 30,5%), e che il numero degli occupati è rimasto pressoché invariato; il risparmio è stato ottenuto riducendo le ore d’impiego, e da 18 anni le retribuzioni dei detenuti non vengono adeguate: Il lavoro alle dipendenze del DAP viene retribuito avendo come riferimento economico i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro di vari settori, in misura non inferiore ai 2/3 del trattamento previsto nei contratti stessi, così come indicato nell’art. 22 dell’Ordinamento penitenziario. Tuttavia l’adeguamento ai CCNL non è stato effettuato dal 1994, per carenza di risorse economiche.
(AGENPARL del 24 gennaio 2012 ).
Grazie di avermi letto, ascoltato e sentito.
Carmelo Musumeci
Carcere Spoleto 2012
30/03/2012
Ieri sono stato a Perugia al Tribunale di Sorveglianza perché mi discutevano il permesso di necessità per andare da uomo libero alla Cerimonia di premiazione a Roma, alla Sala Protomoteca in Campidoglio.
È andata male come pensavo.
L’unica cosa bella che ho incontrato una’ amica del mio cuore e le ho scritto questa lettera:
Cara Elisa,
non ti puoi immaginare come sono stato felice vederti, non me l’aspettavo, quando sono entrato nel tribunale non c’eri.
E sono rimasto a bocca aperta quando uscendo ti ho visto, ti volevo dire un sacco di cose, ma non sono riuscito a dirti nulla, per fortuna nonostante le manette e la guardia sono riuscito a salutarti con un bacio.
Quando sono salito nella corriera, ti ho salutato dai finestrini ma non sapevo se mi vedevi perché pensavo che i vetri di fuori fossero oscurati.
Invece tu mia hai salutato e ti ho visto camminare, a proposito cammini come una pantera, un po’ come mia figlia, a falcate.
Non ti nascondo che quando mi hanno chiuso da solo dentro la celletta interna alla corriera mi sono commosso pensando che ti sei data da fare per venire a vedere un uomo in catene.
E questa cosa mi ha dato tanta forza e mi sono consolato di non avere fatto un viaggio per nulla.
E adesso ti spiego com’è andata l’udienza.
Il relatore è stato lo stesso Presidente del Collegio; finito il suo intervento, mi ha offerto la parola ed ho detto:
-Probabilmente questo Tribunale di Sorveglianza e questo Presidente si domanderanno perché il Musumeci insiste a chiedere continuamente questi permessi di necessità quando sa già che ci sarà una risposta negativa. Ebbene lo faccio semplicemente perché ho solo due possibilità: o m’impicco con un lenzuolo fra le sbarre della mia finestra, o continuo a lottare per cercare di ottenere un altro permesso di necessità, giacché non posso usufruire di permessi premio perché ho l’ergastolo ostativo a qualsiasi beneficio.
Cara Elisa, indovina il Presidente cosa mi ha risposto?
-Musumeci, c’è una terza possibilità per uscire ed è quella di collaborare con la giustizia.
Non ti nascondo che dopo ventuno anni di carcere questa risposta non me la aspettavo perché ho già detto tante volte che voglio uscire dal carcere perché lo merito e non perché metto un altro in cella al posto mio.
Poi il Procuratore Generale ha preso la parola, era quello dell’altra volta, e mi ha dato di nuovo parere favorevole al permesso con gli stessi argomenti, ed è stato ancora più convincente dell’ultima volta.
È andato persino oltre, auspicando che il legislatore assieme alla collaborazione inserisca anche la possibilità di dissociazione.
Inutile dirti che non avrei nessun problema a dissociarmi dal mio passato, questo è già da moltissimo tempo che l’ho fatto.
Quando sono uscito dall’aula, sono andato a stringergli la mano, magari tutti i giudici fossero come questo Procuratore Generale.
Ora sono qui nella mia cella con il cuore sbattuto come un uovo, domani c’è la premiazione al Campidoglio a Roma ed io ancora una volta non ci sarò, dovrei smettere di scrivere e di vincere premi, forse dovrei pure smettere di lottare, ma fin quando dal buio della mia cella riuscirò a trovare persone come te che mi vogliono bene, non lo farò.
31/03/2012
Sto covando l’idea di non presentare più permessi di necessità, ormai lo so come la pensa il Presidente del Tribunale di Sorveglianza ed io tutte le volte che dopo ricevo la risposta negativa ci rimango male per qualche giorno e soffro come un lupo bastonato a sangue.
D’altronde lo sapevo quando mi hanno concesso quell’unico permesso per potermi laureare da uomo libero che quello poteva essere il primo e l’ultimo della mia vita.
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